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venerdì 7 novembre 2014

Disfida nr. 10: Essere Melvin di Vittorio De Agrò




Titolo opera: Essere Melvin
Autore: Vittorio De Agrò
Formato: ebook e cartaceo
Genere: Introspettivo -Autobiografico



Sinossi:

Genitori, scuola, amicizie, affetti, impegni tracciano un percorso lungo il quale Melvin, giovane proprietario terriero di origini siciliane, tenta faticosamente di avventurarsi, confliggendo fin da bambino contro aspirazioni e proiezioni familiari che non gli appartengono. 



Fantasie, strambe millanterie, menzogne, che gli sembrano fin da subito una via di fuga da una realtà avvertita come insostenibile, non fanno che trascinarlo pian piano in una dimensione in cui il mondo concreto e quello immaginario slittano continuamente l'uno nell'altro, producendo senza sosta antitesi inconciliabili nello sviluppo della personalità e delle relazioni affettive con il pur ricco universo femminile che lo circonda. I riti virtuali del web e della comunicazione digitale lo conducono all'ossessiva frequentazione di un forum dedicato ad una starlet di una fiction televisiva, l'Aspirante; tra i due nasce un autentico sentimento le cui conseguenze, tuttavia, finiscono per amplificare la crisi di Melvin fino allo sdoppiamento di sé, in una crescente, e drammatica, deriva psicotica e autodistruttiva a causa della quale egli subisce un trattamento sanitario obbligatorio. Melvin chiederà aiuto allo Splendente, singolare ma lucidissima figura di psichiatra, cui si rivolgerà quando il peso dei ricordi e del senso di colpa per il tradimento dell'altrui fiducia si farà insopportabile, al punto da restringere ulteriormente i già risicati margini della sua sopravvivenza psichica. La memoria, improvvisamente ricomparsa dopo una prolungata amnesia, gli consentirà di recuperare episodi e situazioni – cui il protagonista dà il nome di file - e di illustrarli, con puntualissima dovizia di particolari, al suo terapeuta. Ne nasce una dialettica tra medico e paziente, per molti versi proficua e chiarificatrice, che però non prelude affatto, come ci si potrebbe aspettare, ad un finale prevedibile e consolatorio; giacché non siamo di fronte ad una finzione narrativa, bensì ad un racconto intensamente vissuto sulla propria pelle e a rischio della propria esistenza. Perciò nessuna invenzione, nessun artificio, nessuna ipocrita censura, nessuna remora nel mettersi a nudo e offrire al lettore una testimonianza che un conformistico riserbo preferirebbe seppellire nei sotterranei della rimozione e del pudore.
Melvin è una storia vera. Davvero.



Note/commenti/finalità dell'Autore:

Non sono uno scrittore, mai avuto questa pretesa. Dico spesso tra il serio e il faceto che la mia maestra delle elementari è morta di freddo tanto tempo fa.
Ero un proprietario terriero e d’immobili quando nel luglio del 2009, la mia vita implose.
Così nel settembre dello stesso anno decisi di affidarmi a uno psichiatra,Lo Splendente, per cercare di rimettere insieme il puzzle della mia vita.
Quando iniziai a raccontare allo Splendente, la mia storia, che ritenevo banale, ma piena d’ombre e di vergogna, lui sorrideva e mi diceva”Uscirebbe un buon libro”
Anche se scettico nell’autunno del 2009 cominciai a scrivere le mie memorie.
Una vera e propria confessione “laica” senza alcuna censura.
Scrivere per me è stato terapeutico, doloroso, ma mi ha aiutato a sconfiggere i demoni della mia mente.
Essere Melvin” è la storia della mia vita sempre a cavallo tra finzione e realtà.
E’ una storia d’amore, di dolore e sofferenza, ma alla fine di un ritorno alla vita dopo una “traversata nel deserto”
Nel Gennaio del 2013 ho aperto un blog:ilritornodimelvin.wordpress.com per condividere con il mondo le mie esperienze.
Il Corriere della Sera nell’Aprile del 2013 ha descritto”Il ritorno di Melvin” come la Notting Hill italiana.
Melvin è un percorso terapeutico di crescita e di cambiamento e di chiarimento con il proprio passato.
Tutti mentono almeno una volta nella propria vita, pochi lo ammettono e cercano di capire perché lo hanno fatto.
Melvin non è ovviamente un eroe, anzi è un uomo qualunque che però decide di non arrendersi alla malattia mentale che lo avvolge ad un certo punto della sua vita.
Il finale di Melvin potrebbe essere definito aperto da qualcuno, pacificatorio da altri, ma in vero mi piace definirlo come un nuovo inizio per il protagonista.
A chi potrebbe essere rivolto? Penso a tutte quelle persone che almeno una volta sono caduti e a tutti quelli che soffrono in silenzio. Ad essi e non solo, Melvin potrebbe essere il libro giusto per non smettere di credere in un futuro felice e sereno che dovremmo meritare.






BIG da sfidare:




La Coscienza di Zeno di Italo Svevo

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