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sabato 15 novembre 2014

Libro: I cacciatori di Ossa di Steven Erikson (Parte I°) - La Caduta di Malazan (vol 6°)

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Sinossi:
La rivolta di Sette Città è stata soffocata. Rimane un'ultima forza ribelle, barricata nella città di Y'Gathan sotto il comando fanatico di Leoman delle Fruste. La prospettiva di stringere d'assedio quest'antica fortezza riempie d'inquietudine il Quattordicesimo Esercito, già provato dalle battaglie. Perché qui è stato ucciso il più grande campione dell'impero, qui il sangue Malazan è sgorgato a fiotti. È un luogo di cattivi presagi, che emana l'odore della morte. Ma questo è soltanto un corollario. Agenti di un conflitto molto più vasto hanno compiuto la prima mossa. Il Dio Storpio ha conquistato un posto nel pantheon: uno scisma si pirofila all'orizzonte. È tempo per gli dei di schierarsi. Ma, quale che sia la loro decisione, le regole sono cambiate, in modo irreversibile, terrificante... e il primo sangue sarà sparso nel mondo dei mortali...


Commento:
Quella della “Caduta di Malazan” (che in realtà tradotto correttamente mi dicono sarebbe “Il Libro Malazan del Caduto”) di Steven Erikson credo sia la serie fantasy più sottovalutata, almeno in Italia, di tutti i tempi. Un vero peccato, anzi, direi una colpa grave. Certo le pessime copertine dell’Armenia non invogliano, ma dannazione, chiudiamo gli occhi e partiamo direttamente col testo. Non ce ne pentiremo!
Inutile nasconderlo: Erikson è il mio autore preferito. Sotto tutti i punti di vista, primo fra tutti la sua fantasia sfrenata. Ineguagliabile. Quando non mi sento ispirato e non riesco più a scrivere, mi rifugio spesso fra le pagine dei suoi libri. Bastano pochi paragrafi perché l’epica che traspira dai suoi romanzi mi rimetta in carreggiata.
Due sono le cose che maggiormente colpiscono nei romanzi di Erikson e che lo elevano a mio avviso nell’olimpo dei migliori scrittori fantasy di tutti i tempi:
  • La grandezza della sua visione nel ricreare un mondo fantastico ricco sotto ogni aspetto. Fantasia sfrenata imbrigliata in un equilibrio capace di renderla sempre credibile, originando un universo cupa e razionale, nonostante la meraviglia e il divino siano sempre presenti.
  • La qualità dei dialoghi. Ogni frase pronunciata dai personaggi è un opera d’arte in sé. Mai scontate, sempre dense di sottesi che costringono il lettore a non abbassare mai la guardia, spesso ironiche e cariche di significati. Sono il mezzo che Erikson utilizza per dare corpo ai propri personaggi, riuscendo a dar loro spessore e personalità affascinanti.
Un lavoro eccezionale quello di Erikson. Una cosmologia varia e densa di misteri, che si svelano mano a mano, ma spalancano sempre nuove porte. Intendiamoci, non avendo visto ancora la conclusione della saga c’è il rischio che questa costruzione letteraria dai connotati pantagruelici possa crollare e sfuggire di mano all’autore, ma ritengo che sia un rischio marginale, avendo apprezzato la brillantezza dell’autore, capace di creare scene memorabili come nessun altro. E anche se il finale non dovesse essere all’altezza, il cammino intercorso sarà di per sé valso ad arricchirci fornendoci scene e immagini leggendarie.
Se volete scoprire i romanzi precedenti di questo eccezionale autore vi rimando al blog tenuto da un mio vecchio amico, Unexist, anche lui rimasto folgorato dalle doti dell’autore, al punto da dedicargli il primo blog italico.
Io vi presento invece questo “I Cacciatori d’Ossa”, prima parte, poiché, al solito, anche l’Armenia si è divertita a spezzare il volume originario in due per raddoppiare i ricavi (da notare pure la copertina rimasta la stessa, con sfondi di colore diversi… che tristezza…).
Come negli episodi precedenti anche questo gronda epicità allo stato puro. L’autore è abile a gestire il susseguirsi di scene con continui cambi di punti di vista, presentandoci l’infinita serie di personaggi che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare nel corso della saga. Personaggi dei quali ogni lettore ha a questo punto una propria idea, perché l’autore non si sbilancia mai in giudizi e ognuna delle sue creature è ambivalente. Non esistono buoni e cattivi, almeno non nel senso classico. E questo è un pregio a mio avviso impagabile, perché nella complessità degli eventi contribuisce a rendere il tutto ancor più imprevedibile.
La cosmogonia creata da Erikson si sta mano a mano disvelando, ma anche in questo romanzo il cuore della narrazione viene affidato a un luogo: la città di Y'Gathan col suo drammatico passato ricco di eventi infausti per i soldati Malazan.
Non è la prima volta che Erikson dona “un’anima” a luoghi o eventi risalenti ai secoli precedenti a quelli della narrazione, elevandoli a protagonisti assoluti della narrazione, e l’escamotage gli riesce talmente bene da imprimerli nella mente del lettore in modo indelebile aumentando l’interesse per l’epopea che ci si svela innanzi, per i retroscena e per fornendo possibilità illimitate d’espansione per l’autore.
Che dire, a mio avviso siamo al cospetto di un fantasy impedibile. Eccovi quindi la sequenza dei libri in italiano:


I giardini della Luna, 2004






La dimora fantasma, 2005





Memorie di ghiaccio, 2005-2006




La casa delle catene, 2007






Maree di mezzanotte, 2008






Venti di morte, 2010-2011





I segugi dell'ombra, 2013-2013




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