un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

venerdì 25 dicembre 2015

Natale di Libri per tutti!




Eccoci giunti al post natalizio. 
Limitarmi ai canonici auguri di rito mi pareva banale, quindi dopo lunga riflessione, a questi volevo aggiungere qualcosina che avesse le sembianze di un regalino. Dopo altrettanto lunga ricerca ho trovato qualcosa. Una chicca spero, che forse non tutti ancora conoscono: Fairbooks!

Di che si tratta?
Semplice, un applicazione che vi permette di leggere tonnellate di libri gratis.

E’ un progetto in evoluzione, ad ogni modo già perfettamente operativo. Ho provato in prima persona, sia come autore, piazzandoci alcuni dei miei romanzi, che come lettore: tutto funziona a meraviglia.


Libri free per tutti
Il meccanismo è semplice e oramai consolidato, e si regge sulle inserzioni pubblicitarie che appaiono sullo schermo e che andranno a retribuire i gestori della app e gli autori (compresi quelli indipendenti) che avranno caricato i propri lavori, mantenendo il “canone a zero” per l’utente finale.
Tali inserzioni sono a piè di pagina e per nulla invasive, garantito. 
I romanzi a disposizione aumentano di giorno in giorno e spaziano fra tutti i generi immaginabili, quindi che aspettate?
Prima di essere zavorrati dalle pantagrueliche abbuffate festive, correte a scaricarla!

Liete feste a tutti e buone letture

domenica 20 dicembre 2015

Storia di Non-Arturo Rose e altre fantastiche creature di Nico Menchini

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Titolo: 
Storia di Non-Arturo Rose e altre fantastiche creature

Autore: Nico Menchini

Genere: Fantastico

Prezzo: Euro 2,99









Sinossi:

Non-Arturo...non è un errore di stampa, si scrive proprio così! E cosa sarebbe un Non-Arturo? Tutto tranne Arturo ovviamente: un drago, un cane e qualsiasi altra cosa vi venga in mente; il tutto singolarmente o addirittura nello stesso momento. Mentre state leggendo potrebbe essere un angelo e, senza che ve ne rendiate conto, potrebbe già essere diventato un falco o qualcos'altro. Ecco, ora immaginatelo smarrito e senza ricordi (come potrebbe avere dei ricordi un "coso" del genere?) sotto l'albero di un parco. Da qui, a causa di una vecchina con poche rotelle al posto giusto che lo rapirà (come si può rapire un Non-Arturo?), affronterà una serie di rocambolesche avventure che lo porteranno a ritrovare se stesso e l'essenza del suo esistere. Si troverà persino invischiato in una disperata missione da cui dipende il destino dell'umanità stessa: affrontare e sconfiggere Lord Rassegnazione! E chi sarebbe costui? Un essere malvagio che sottrae le fantasie agli uomini, imprigionandole nel suo oscuro castello; il nostro eroe dovrà affrontarlo per ridare speranza e voglia di sognare allumanità. Viaggerà così attraverso mondi mai visti, fra i vari aspetti della realtà: dal Regno della Natura a quello degli Esseri dimenticati (quello dei personaggi delle fiabe), alla Grande Città, dove regnano l'asfalto e lo smog. Incontrerà strani personaggi: una misteriosa Voce proveniente dal nulla, animali e piante di ogni aspetto e dimensione, folletti laboriosi, un orco piagnucolone, una principessa obesa ed una vecchia fatina sfinita. Per non parlare dei nemici che lo attenderanno al castello di Lord Rassegnazione! Ma non solo nemici: durante il suo percorso troverà anche l'amore, quello con la A maiuscola.
Il secondo racconto vede per protagonista Rose, una bambina orfana che porta nel suo cuore un grande sogno: la pace tra i Due Regni, coinvolti in una guerra sanguinosa e fratricida da molti anni. Vista la purezza del suo cuore, il Re del magico popolo dei Linchetti le permetterà di realizzarlo; un'impresa non certo facile! Rose dovrà infatti affrontare un lungo viaggio tra i freddi ghiacci dei Monti Immortali per recuperare un fiore rarissimo: la stella alpina, ovvero la chiave per la realizzazione del suo sogno. Al suo fianco numerosi alleati come il popolo dei Linchetti, Galvhan comandante dell'esercito degli elfi, Arenius re dei falchi ed un misterioso Golem. Non mancheranno nemmeno i nemici, quali i temutissimi streghi: delle perfide e spietate creature nate dalla simbiosi tra uomini corrotti e malvagi demoni.
Lasciatevi sedurre dal fascino innocente delle Idrogine, bellissime creature fatte d' acqua cristallina, nella fiaba "Di come nacquero le fate" per scoprire l'origine di questi misteriosi esseri alati. In "L'avvento degli Elfi" viene rivisitata l'origine degli elfi dei boschi alla luce del patrimonio culturale della penisola Italiana, tanto ricco di creature affascinanti quanto poco conosciuto.
A concludere questa rassegna degli ultimi, eroi tanto improbabili quanto straordinaria è la grandezza del loro cuore, San Pellegrino. Rifacendosi ad una frammentaria leggenda popolare sul santo omonimo, l'autore ha saputo creare una storia articolata, ricca di particolari ed approfondimenti psicologici.
Cinque racconti per un solo filo conduttore: la necessità di ampliare gli orizzonti della fiaba e della narrativa fantasy attingendo al vasto patrimonio culturale popolare della penisola Italiana. Cique racconti fuori dal coro per esplorare l'ampio potere creativo della fantasia, cinque storie adatte a tutti: ai piccoli curiosi come ai grandi amanti delle fiabe dal gusto classico.


Recensione:

Per farla breve:
L'opera è principalmente una raccolta di fiabe, e come tale deve essere affrontata. Ma anche calandoci in questo particolare codice di lettura alcune leggerezze di troppo finiscono per zavorrare le buone idee dell'autore.

Note dolenti:
Quanti di voi hanno visto il film "La storia fantastica" ("The princess bride" in originale)?
Se siete abbastanza stagionati e fortunati da conoscere quel piccolo capolavoro sapete perché viene usato come metro di paragone della fiaba moderna. La pellicola trasporta nel ventesimo secolo gli studi di Prott sulla struttura della favola, adeguandoli al palato ormai troppo smaliziato dei bambini dalla nostra società. Chiamiamolo "fattore Inigo", in onore di uno dei personaggi più efficaci del film (se non lo conoscete cercate Inigo Montoya su you tube)
Ecco, il principale neo dell'opera di Menchini è la mancanza del fattore Inigo.
Come predetto si tratta di una raccolta di fiabe, genere legato ad una consequenzialità di vicende fortemente canonizzata ben spiegata dalle teorie di Prott. Non ci si aspetta quindi un intreccio di particolare spessore o eccezionali colpi di scena. Tuttavia sono "fiabe moderne", e proprio questo ultimo aggettivo che dovrebbe ricordare quanto i lettori (bambini compresi) siano ormai di gusto difficile.
L'aiutante magico, l'antagonista, il grande amore, solo perché figure archetipe non possono essere introdotte di punto in bianco senza una dovuta contestualizzazione, ne possono mancare di una profondità anche solo accennata. Anche il più anonimo dei pokemon ha caratteristiche e "ragion d'essere" ben definite, purtroppo lo stesso non si può dire delle figure che mano mano compaiono nei racconti della raccolta.
L'autore inoltre, muovendosi sulle orme di Calvino, utilizza un narratore onnisciente che dialoga con il pubblico. Purtroppo questa tecnica mostra il fianco nel mondo contemporaneo e le intromissioni del suddetto spezzano la narrazione con considerazioni troppo spesso fuori tema. Più di una volta il lettore si trova a dover saltare l'intermezzo per non perdere il filo della scena narrata. Persino quando l'intervento del narratore è necessario e, anzi, doveroso (per esempio nell'inizio del primo racconto in cui viene spiegata la particolare natura del Non-Arturo) l'eccessiva verbosità soffoca il messaggio che si sta cercando di trasmettere.
Ultima scelta stilistica infelice sono le iniziali di chi parla prima delle linee di dialogo. Quando il discorso diventa serrato si ha la spiacevolissima sensazione di aver di fronte un copione teatrale. In ogni corso di scrittura viene insegnato che, in un mondo perfetto, ogni personaggio dovrebbe parlare in maniera tanto personale che il lettore non ha bisogno di alcun aiuto per distinguere le frasi di uno o dell'altro. Sappiamo bene come questo sia quasi infattibile nella realtà ma tra la perfezione teorica e la scelta fatta da Menchini c'è una via di mezzo grossa come il Nord America.

Note positive:
Al netto delle difficoltà sopra evidenziate i racconti offrono però spunti interessanti che fanno pensare ad una enorme potenzialità di crescita dell'autore. L'idea di base di "Storia di Non-Arturo" odora di Neil Gaiman e Sir Terry Pratchet, delineando in maniera non scontata un personaggio dalla natura deliziosamente paradossale. In "La nascita delle fate" vengono poste le basi per una mitogenia un po' diversa dal solito e con "San Pellegrino" la mitologia italica diviene protagonista mostrando (a sprazzi) il suo potenziale epico. Sono convinto che Menchini, coltivando queste idee, possa dare alla luce opere fantasy dal taglio particolare in grado di affascinare il lettore. Ma prima è necessario cambiare l'approccio un po' ingenuo alla narrazione, troppo concentrato sulla parola "fiaba" e poco sull'aggettivo "moderna".   

Pippo Abrami

domenica 13 dicembre 2015

L'Ascesa di Horus (Warhammer 40.000) di Dan Abnett

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Sinossi:

Dopo millenni di espansioni e conquiste, l'impero degli uomini è al suo massimo sviluppo, l'Imperatore ha visto compiersi il suo sogno e si ritira sul pianeta Terra lasciando il potere nelle mani del suo braccio destro, il Signore della Guerra Horus. Ma Horus sarà forte abbastanza da controllare i suoi compagni e portare avanti il disegno dell'Imperatore, o si lascerà corrompere da un potere troppo grande?

Recensione:

Era da diverso tempo che adocchiavo questo libretto, memore degli anni in cui ero un marmocchio intento a pitturare miniature della Games Workshop.
Tra una cosa e l’altra però ho sempre pensato che questa saga fosse, come dire, un po’ leggerina, tutta volta a esplicitare le doti muscolari dei guerrieri in corazza potenziata e quindi eccessivamente sbilanciata sulla parte “azione”, senza ulteriori validi spunti.
Non so perché mi ero messo in mente quest’idea, ma quando pochi giorni fa mi sono imbattuto per caso in diverse recensioni che ne decantavano la profondità, ho voluto mettere in dubbio i mei convincimenti. A quel punto era d’obbligo testare in prima persona e che dire… ammetto che l’idea che mi ero ficcato nel cervello era del tutto fuorviante.
L’Ascesa di Horus non è niente male e le tematiche affrontate sono affascinanti e esposte in modo originale. Quanti spunti per il mio hobby da scrittore ne potrò trarre! Ora mi rimane un grossissimo rimpianto però, che è giusto condivida con quelli di voi che come me non gradiscono leggere in lingue diverse dalla propria: la cara Mondadori ha inspiegabilmente (dati i successi ottenuti in tutti i paesi del globo) tradotto solo questo primo capitolo che farebbe parte di un ciclo, “L’Eresia di Horus”, senza darne spiegazione, né chiarirne possibili sviluppi futuri. Peccato.
Il romanzo è molto piacevole e di rapida lettura. Alterna parti d’azione con interessantissimi approfondimenti sugli Astartes, ossia gli Space Marines, uomini modificati geneticamente per diventare delle vere e proprie macchine da guerra, irreggimentati in legioni e spediti alla conquista dell’universo in nome e per conto del Sacro Imperium.
Detta così potrebbe apparire la solita storiella, invece l’autore è abilissimo a trasporre in modo concreto i sentimenti che stanno alla base delle azioni di questi Astartes, ad analizzarne la disciplina, il credo e la devozione a un’idea di grandezza e onore, e a rendere il tutto molto godibile per il lettore.
I rapporti umani e camerateschi che si vengono ad instaurare fra i vari personaggi sono resi in modo superlativo, così come i dubbi che attanagliano alcuni dei più “sensibili” fra questi combattenti senza macchia. 
Sono proprio tali dubbi che vengono man mano esposti da uno di questi superuomini ad affascinare e dare spessore al romanzo. Anzitutto il rapporto della nuova umanità con la religione e i culti antichi (banditi, per poi cadere nella somma incoerenza di edificarne uno, anche se non ufficialmente riconosciuto, che vede nell’imperatore un vero e proprio Dio), ma c’è spazio anche per l’analisi dei rapporti fra gli uomini “normali” e questi guerrieri geneticamente potenziati e fra questi e gli “artisti” che li seguono nella loro crociata alla liberazione dell’universo.
A queste tematiche va aggiunta quella del “seme del caos” che va ad intaccare ogni granitica certezza di questi Astartes con un evento capace di far crollare ogni loro credo, ma non posso spingermi oltre per non rovinarvi la sorpresa.
Insomma un testo che si basa sull’azione e sulla brutalità delle guerre perpetue che finisce invece col fornire inaspettati spunti di riflessione. La cosa mi ha piacevolmente sorpreso, anche perché nonostante i risvolti più marcatamente riflessivi, le scene d’azione non mancano e sono a propria volta rese in modo eccellente, bilanciando magnificamente il tutto.
Un romanzo che consiglio quindi non solo agli appassionati di sci-fi ed a coloro che hanno avuto a che fare almeno una volta nella propria esistenza con i gli splendidi boardgame della GW, ma praticamente a tutti.
Rimane solo l’amarezza per non avere il seguito nella nostra amata lingua...

domenica 6 dicembre 2015

Pendragar - Questione di Gusti di Pippo Abrami [Rating 7,5]

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Titolo: Questione di Gusti

Autore: Pippo Abrami

Genere: Fantasy

Rating: 7,5

Prezzo: Euro 2,99









Sinossi:
Glimmerio è un nano. Può vedere al buio, percepire i metalli e apprezzarne il sapore. Purtroppo Glimmerio è stato allevato dagli umani e per questo nessuno lo considera all'altezza. In senso letterale. Quando scopre una truffa ai danni della sua famiglia dovrà lottare contro tutto e tutti per far emergere la verità. Tra un panino Gran Cinghiale, una cerva da galoppo e lo sciopero degli orchi l'indagine risulterà critica. Perché è difficile convincere chi non sente il gusto dei metalli.



Recensione:
Romanzo breve o racconto lungo che dir si voglia, Pendragar - Questione di Gusti, narra una storia rapida da leggere e ben congeniata. Una sorta di fantasy investigativo con molta ironia.
Non amo molto i racconti, che siano lunghi o meno, perché sono un genere difficile da trattare, soprattutto se hanno ambizioni che vanno oltre il semplice e puro intrattenimento da combattimenti convulsi o azione adrenalinica. Condensare interi mondi “altri” in poche pagine è opera ardua, eppure in questo caso, il mondo ricreato da Pippo Abrami ci fa sentire subito a nostro agio, mescolando sapientemente goliardia e realismo spiccatamente moderno con scioperi di operai orchi e clan di mercanti truffaldini, catene di ristorazione di moderna memoria, procaci elfe strette in bustini mozzafiato e brogli corporativi.
Qui il bel sito dell’autore https://pendragar.wordpress.com/ dove potrete avere un assaggio del mondo che sta forgiando, comprese alcune immagini molto evocative di Ylenia Di Marino, al pari di quelle che troverete nel suo ebook.
Ma veniamo al testo anche perché più avanti avremo modo di tornare a parlare del “progetto Pendragar”.
La prosa dell’autore calza a pennello per le “dimensioni” dell’opera prescelta. Abrami utilizza frasi brevi, descrizioni concise capaci di dare un ritmo serrato a tutta la vicenda.
Questo espediente a mio avviso non avrebbe avuto successo se il testo si fosse dilungato assumendo le sembianze di un vero e proprio romanzo, in quanto l’effetto sul lettore sarebbe andato perso, tramutandosi in una cadenza monotona alla lunga, invece in “Questioni di Gusti” questo periodare incalzante avvinghia il lettore alle pagine, impossibilitandolo a distaccarsene fino alla conclusione.
Cento pagine che si divorano, letteralmente. 
L’ironia e la goliardia che emerge con una certa costanza dal testo non devono far ritenere che il romanzo non abbia nulla di più da dirci, anzi tutt’altro. Le tematiche sono in realtà profonde, i sentimenti e i dubbi esplorati attraverso Glimmerio, il nano protagonista, sono tutt’altro che superficiali e trattati in modo brillante. A questi va aggiunta la storia in se, che risulta piacevole e credibile, con le indagini del succitato che si dipanano passo passo a districare una vicenda complessa e che difficilmente il lettore riuscirà a prevedere.
Come anticipato quello di Pendragar non è il mio genere di riferimento, prediligendo io ambientazioni dark e apocalittiche, ma non posso esimermi dal fare i complimenti all’autore, capace di mescolare generi e tradizioni, realizzando qualcosa di originale eppure coerente.
Mi è molto piaciuta l’idea del “riflesso”, una sorta di secondo cielo nel quale i più portati riescono a intravvedere il futuro, anche se dal testo non è ancora stata esplicitata nel pieno delle sue potenzialità e immagino verrà ampliata e meglio definita nel seguito, poiché a quanto ho appreso dall’autore quest’opera è solo una sorta di antefatto. 
A questo proposito vi parlo del “progetto Pendragar” cui facevo riferimento pocanzi. Questo testo è solo il primo di un ciclo di racconti e romanzi che l’Abrami ha in lavorazione. Saranno tutte opere autoconclusive, ma accomunate dall’ambientazione (il Continente) e da un’idea di fondo (una specie di servizio segreto fantasy che risolve problemi magici quando la magia diventa una minaccia). L’originalità di tale progetto sta nel fatto di essere un “progetto aperto” ad altri autori. Pippo Abrami vorrebbe così dar la possibilità ad altri di inserirsi nella creazione di questo universo, arricchendolo con nuove vicende e donandogli spessore e varietà, sia stilistica che argomentativa lasciando ampi margini di libertà agli interessati.
Gli autori che fossero interessati ad approfondire non hanno che da visitare l’apposita pagina facebook (www.facebook.it/pendragar) e contattarlo (mail: pendragar@gmail.com).
Voto finale 7,5

martedì 1 dicembre 2015

Disfida nr. 20: L'Ultimo Potere di Mirco Tondi


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Titolo: L’Ultimo Potere

Autore: Mirco Tondi

Genere: fantasy postapocalittico

Editore: autopubblicato con Streetlib

Prezzo: 1.99 E

Pagine: 486



Sinossi:
L’umanità è caduta. La civiltà è andata in frantumi. O meglio, quella che si credeva civiltà: quanto realizzato dall’uomo è stato invece il mezzo che ha fatto precipitare il mondo in un abisso di desolazione. Tra i suoi ruderi, creature figlie di esperimenti scorrazzano impazzite seguendo la legge del più forte. Demoni e Posseduti la fanno da padroni, imponendo il loro giogo spietato su quanti sono caduti sotto il loro dominio.
In uno scenario apocalittico dove ogni equilibrio è perduto, un uomo, un guerriero della strada, viaggia da una città all’altra, covando la speranza di trovare un modo per fuggire all’inferno che è divenuto la Terra. In lui è forte la convinzione che Luna Azzurra sia da qualche parte, in attesa di essere trovata per dare rifugio a chi ha ancora un’anima non corrotta dai vizi. Come è forte la consapevolezza che non è facile sopravvivere a schiere di mutantropi e chimere, tanto meno pianificando d’abbattere l’egemonia demoniaca.


Note/commenti/finalità dell'Autore:
Si prenda l’ambientazione postapocalittica (e la pazzia che la imperversa) di Interceptor, Il guerriero della stradadi George Miller, la ferocia e la brutalità di Devilmandi Go Nagai nel mostrare la realtà umana, la lucida e profonda consapevolezza che nasce dal viaggio all’Inferno nella Divina Commediadi Dante Alighierinel mostrare la natura dei vizi e del lato oscuro dell’animo umano, si aggiungano le teorie di Cesare Lombroso, il romanzo Orizzonte Perdutodi James Hilton e l’idea che dietro ai culti e alle religioni ci siano entità che non hanno nulla di salvifico per l’umanità, e ci si ritroverà dinanzi a L’Ultimo Potere, primo romanzo del ciclo I Tempi della Caduta.
Un’opera di narrativa che parla di avventura, mischiando elementi dell’horror, del fantasy, attingendo a miti, archetipi (quali quelli del Guerriero, dell’Orfano, dell’Innocente, dell’Angelo Custode, della Grotta), il cui scopo, attraverso l’intrattenimento, è quello di rendere consapevole il lettore della realtà attuale. Una realtà che vuole assoggettare l’uomo all’apparire e allo sfruttamento, per renderlo schiavo e dipendente ai vizi, consentendo così a pochi di accumulare sempre maggior potere. L’Ultimo Potere è nato con lo scopo della consapevolezza: mi rende fiero di aver percorso una strada diversa da quella presa da tanti per arrivare alla pubblicazione e che tale opera sia sempre stata fedele a se stessa; certo, ho scelto la strada più difficile (tanti editori non vogliono opere con temi impegnativi, reputando che ai lettori bisogna dare cose semplici, che non facciano pensare…come se si avesse a che fare con dei celebrolesi o dei mentecatti), ma se si vuole essere fedeli a quello che si è, non si può scrivere per compiacere gli altri, dandogli quello che vogliono, perché spesso non è quello di cui hanno davvero bisogno.
Per questo, dopo Strade Nascoste, anche L’Ultimo Potere approda sugli store online attraverso l’autopubblicazione: magari ora si potrebbe parlare di un altro percorso se fossi stato più furbetto come altri (non dimentichiamoci del contesto in cui ci troviamo: l’Italia, quel bellissimo paese ricco di storia, culture varie, bellezze naturali, ora dominato e rovinato dall’imperante mentalità che è sotto gli occhi di tutti ogni giorno), ma non rinnego la scelta fatta. (Però prometto che nel prossimo libro sarò più furbo e darò al pubblico quello che vuole: Gnocca per tutti! Si tromberà come ricci, in tutti i modi possibili e immaginabili! Ci saranno intere città dedite al sesso sfrenato che faranno impallidire Sodoma e Gomorra, i cui abitanti al confronto risulteranno dolci e ingenue educande! Performance che nemmeno all’apice della sua carriera Rocco Siffredi si è sognato di fare! Aspettate trepidanti e vedrete quanto sesso c’è nella nuova opera di I Tempi della Caduta. Per chi non teme gli spoiler, andare leggere la nota a fine articolo. *)


BIG da sfidare:
Più che sfidare, si tratta di rendere omaggio a tre grandi opere che sono state, ognuna nel suo genere, pietre miliari, e a cui tanti si sono rivolti. Anche se davvero dura, è un piacere confrontarsi (in questo caso “sfidare”) lavori come Divina Commedia, Devilman e Interceptor, perché per migliorarsi occorre sempre confrontarsi con i migliori. 



Certo, sarebbe più facile farlo con altri lavori usciti di recente (alcuni lo preferiscono, dato che gli piace vincere facile), ma sarebbe un insulto e a una mancanza di rispetto per L’Ultimo Potere; soprattutto, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, dato che L’Ultimo Potere vincerebbe senza problemi (sempre il discorso del voler vincere facile), ma non si deve scadere o scivolare in basso, perché confrontarsi con certi prodotti è solo perdita di tempo. 



Tanto per dirne una, viene un mente una certa serie romance che si dice ispirata alla Divina Commedia, fatta passare per distopia, ma che è l’ennesima storia di due adolescenti con turbe e pruriti vari (sono stato presuntuoso, arrogante, troppo sicuro di me, al punto da risultare indisponente e antipatico, vero? 





Beh, non m’importa, dato che a certi autori e case editrici non è importato d’insultare i lettori, la loro intelligenza, la letteratura e i suoi vari generi con prodotti mediocri e menzogneri).


* Sì, in L’Ultimo Demone, romanzo successivo a L’Ultimo Potere, ci sarà del sesso, ma lo tratterò con lo stesso spirito con il quale ho sempre lavorato: quello di rendere consapevoli delle varie nature dell’uomo. Cosa si credeva, che fossi stato fulminato da un colpo apoplettico e rincoglionito completamente per scrivere roba alla Twilight o alle 50 Sfumature? Quindi, per chi vorrà seguirmi, a risentirci.

domenica 29 novembre 2015

News: Enciclopedia degli autori self – in lavorazione!




Oggi vi presento un’iniziativa rivolta ai nostri lettori che sono al contempo autori indipendenti, ma che credo possa interessare più in generale anche a tutti gli appassionati di letteratura d’evasione che avranno così la possibilità di scoprire nuove penne sfogliando comodamente una sorta di catalogo/enciclopedia.
Si tratta del progetto presentatomi da Nico Menchini, autore self del romanzo “Storia di Non-Arturo Rose e altre fantastiche creature”, e che si è messo in testa (in senso buono ovviamente) di redigere la prima Enciclopedia degli autori self.
Un lavoro che si preannuncia piuttosto impegnativo, ma sicuramente utile da diversi punti di vista, sia per gli autori in cerca di visibilità, che per i potenziali lettori, i quali si ritroveranno per le mani uno strumento agevole per sfogliare e scoprire ciò che offre il panorama indie.
Non ho idea di come Menchini intenda strutturarla, se per genere delle opere o chissà quale altro criterio discriminante, ma ritengo che ogni iniziativa volta a dare una chance in più a chi si cimenta con le auto pubblicazioni sia meritevole del nostro supporto, perciò offro questo spazietto del blog per dare il nostro piccolo contributo.
Tale Enciclopedia verrà realizzata in ebook e distribuita rigorosamente gratis sui diversi store e (immagino) su tutti i blog e siti di autori che vorranno aderire all’iniziativa.
I self publishers che fossero interessati potranno contattare direttamente l’ideatore del tutto, il quale mi ha autorizzato a fornirvi questo indirizzo:


Cosa serve inviare?

Il materiale è costituito da 3 paginette A4 in word, contenenti rispettivamente:
-        Biografia e contatti autore (mail, blog, social ecc…);
-        Bibliografia (ogni libro dovrà avere la propria breve descrizione e il link per l’acquisto);
-        Estratto/citazione di uno dei libri pubblicati.
Si dovranno spedire inoltre le immagini delle copertine in formato .jpg che verranno poi inserite nella pagina della Bibliografia.
Il materiale va inviato entro il 31 dicembre, quindi abbiamo un mesetto abbondante di tempo.
Ecco, tutto qui.
Ovviamente io aderirò e mi auguro lo facciate anche voi. Cercherò di tenervi aggiornati sugli sviluppi del progettino, promesso!

domenica 22 novembre 2015

Dagger - La luce alla fine del mondo di Walt Popester [Rating 6,5]

Link Amazon (dow. gratuito)




Titolo: Dagger, la Luce alla Fine del Mondo

Autore: Walt Popester

Genere: Dark Fantasy

Rating: 6,5

Prezzo: Gratis









Sinossi:

Figlio di un dio, cresciuto come un ladro. Nascosto da tutti, cercato da ognuno. Il potere dentro si sta svegliando. Sei pronto?

Dagger è un ragazzino di strada, in una città governata da un brutale totalitarismo, venuto al mondo attraverso un rito blasfemo per riportare in vita suo padre. Peccato che il padre in questione è un dio sanguinario la cui anima è stata esiliata all'alba dei tempi per opera del suo fratello e rivale, il dio Angra. Viene nascosto in una gilda di piccoli farabutti, dove una ragazzina albina è l'unico essere che non lo considera un mostro a causa dei suoi occhi rossi. Ma quando i Gorgor, servi del dio esiliato, danno fuoco all'intera città dove è stato nascosto per stanarlo, Dagger capisce che non esiste alcun rifugio per lui.
Sin troppo presto, capirà anche che nessuno può combattere contro se stesso.



Nota da parte dell'autore:

Ho scritto un Dark fantasy il cui scopo fosse spezzare con la tradizione, indirizzando la narrazione verso tematiche più esistenziali rispetto alla vecchia e abusata formula del male contro il bene. In Dagger la lotta del bene contro il male non è netta, né facilmente individuabile, ma è un processo tormentato, interno al protagonista, il cui esito è difficile da prevedere. Non vendo messaggi precotti al lettore, ho preferito creare un testo che si aprisse a più chiavi di lettura.


Recensione:
Una premessa doverosa: mi sono accostato al romanzo di Walt Popester proprio dopo aver letto la sua nota in merito alla rottura rispetto ai classici schemi della letteratura fantasy, quindi le miei aspettative erano piuttosto elevate.
Il testo mantiene ciò che l’autore promette? Sveliamo subito il mio punto di vista: ni.
Il mondo ricreato dall’autore, o meglio i mondi, sono effettivamente cupi e tenebrosi, la crudeltà spietata dei guerrieri si trova in ambo gli schieramenti, ma è nel protagonista che a mio avviso manca quel tocco di cattiveria che lo avrebbe reso più adatto agli scopi dell’autore. Certo Dagger è un tipo scaltro, dalla lingua tagliente e che fa dell’ironia un’arma da imbracciare per difendersi dalle avversità delle quali il destino gli ha lastricato il percorso di vita, ma in sostanza non si discosta di molto dal solito predestinato dall’animo buono. Ok, c’è anche da aggiungere che in questo primo volume Dagger è ancora giovincello, quindi dovremo attendere il seguito per scoprire l’evoluzione effettiva del suo carattere.   
Non mi convince la profusione di parolacce nei dialoghi, che a mio avviso non rendono usate così, quasi fossero dei semplici intercalari. Non mi convincono nemmeno i nomi affibbiati ai personaggi e attinti dal panorama musicale metal, ma è un fattore del tutto personale e chi non conosce queste realtà neppure ci farà caso. Ad ogni modo non ho trovato azzeccata la scelta dell’autore rispetto ai discorsi diretti, sia del protagonista Dagger, che di alcuni personaggi secondari. E’ una scelta ben precisa infatti quella del Popester, perché le doti dell’autore sono evidenti nelle descrizioni e nell’abilità linguistiche applicate alla narrazione, mentre nei dialoghi il tono e i registri mutano drasticamente. L’effetto a mio parere è quello di snaturare eccessivamente l’ambientazione e l’epica del racconto, con toni a volte troppo “frivoli” rispetto al contesto e un sarcasmo che non sempre centra l’obbiettivo.
Gusti personali, intendiamoci.
Sicuramente la scelta effettuata dell’autore porta a un testo che differisce dai classici fantasy che all’opposto presentano sovente discorsi stucchevoli e carichi di “epica artefatta”. A mio avviso una giusta via di mezzo sarebbe stata più azzeccata, perché estremizzando troppo dialoghi/caratteristiche dei personaggi si rischia di sfociare nel grottesco ed alle volte anche una sola caduta può inficiare un intero testo.
Ma allora il romanzo è da cestinare?
Assolutamente no, e lo dimostra il fatto che lo si legge spediti e con la giusta dose di patemi per le sorti del giovane protagonista. In questo l’autore è molto bravo con descrizioni di ambienti, luoghi e situazioni che non si inceppano mai, prive di fronzoli eccessivi ma non per questo banali.
Vengono offerti buoni spunti di riflessione, l’immortalità, il senso del divino, la dedizione e il sacrificio ecc., ma sembra quasi che l’autore in questo caso invece tema di eccedere, mantenendosi più prudente e preferendo concentrarsi sull’azione e sul cinismo lasciando però intravvedere quello che sarebbe potuto essere e invece non è.
E’ questo che mi resta maggiormente impresso dopo la lettura del testo, il sentore che l’autore abbia molte più potenzialità e preparazione di quelle che ha voluto lasciar trasparire dalle pagine di Dagger, forse per venire incontro a un pubblico più vasto, chissà. Ad ogni modo il seguito “Fratelli di Sangue” potrà chiarirci il dubbio, fornendo maggiori lumi a riguardo.
Risultano originali alcune trovate, sicuramente interessanti gli sviluppi che potrà prendere la vicenda e il rapporto tra padre (dio esiliato) e figlio (destinato al martirio), e alcune scene di scontro magistralmente descritte. Anche alcuni dei personaggi che accompagnano Dagger mi sono piaciuti, seppur alle volte anche loro estremizzati fino al parossismo.
Testo curato, cover evocativa, impaginazione perfetta e refusi ai minimi. Nulla da ridire dal lato progettazione e realizzazione, ebook assolutamente professionale.
In conclusione un 6,5 di voto e un consiglio di assaggiare il testo, anche perché offerto in download gratuito. Lo stile dell’autore si coglie sin dalle prime pagine mantenendosi costante per l’intero romanzo, quindi chi lo troverà di proprio gusto potrà godersi appieno un testo a costo zero senza spiacevoli sorprese.
Fatemi sapere poi come è andata!

domenica 15 novembre 2015

Shanti: La Città Santa di Caleb Battiago [Rating 7,5]

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Titolo:  
Shanti, la Città Santa

Autore: Caleb Battiago (Alessandro Manzetti)


Genere: Horror

Rating: 7,5

Prezzo: Euro 2,99









Sinossi:

Justine e Juliette, rimaste orfane, vengono affidate alle “cure” del collegio Sainte Marie di Madame Desroches, nera matrona di Parigi Sud 5. Le due sorelle saranno affidate, o meglio, vendute, alle fauci del mondo, e inizierà a un viaggio su due binari diversi. Justine e Juliette diventeranno prede e predatrici di un mondo brutale e senza speranza, dove l’unica meta è rappresentata da Shanti, la Città Santa, l’ultima diga della deriva universale, esistenziale, politica ed ecologica. Due destini, due prospettive che evolveranno tra una Parigi apocalittica, con i suoi quartieri bordello e i ristoranti di carne umana, il deserto, i cantieri e i serragli sub-umani della repubblica Mesoamericana. 
Una entità, sopravvissuta al tempo, tiene le fila di tutto, del paradiso artificiale di Shanti e di tante speranze. Ma la malavita della Nuova Francia, guidata da Big Blue, e la potente multinazionale New Moon Corporation, vogliono mettere le mani sulla città santa, farne un business a un livello globale. Entrano in gioco killer professionisti e giochi di potere, torna in azione la sensuale e letale Kiki Léger, la protagonista di Naraka - L’inferno delle scimmie bianche, affiancata da un uomo dai mille volti e nature, Messerschmitt. Un intreccio di protagonisti e personaggi che porterà alla deflagrazione finale e a una inaspettata prospettiva. 


Recensione:

Terza recensione sui lavori di Alessandro Manzetti sulle pagine di scrittorindipendenti.com.
Questa volta è il turno di "Shanti – La città santa" che al contrario di quanto scritto nella recensione di Naraka, non ne è il seguito, bensì un prequel.

Shanti esiste, basta avere i crediti necessari per acquistarne la residenza, e Shanti è un vero paradiso, l’unico in un mondo alla deriva. Non si tratta di una semplice promessa, non è un mito da
scoprire post mortem (pagando però subito l’obolo salvifico), ma un paradiso reale, con cancelli (ben presidiati), pronti a spalancarsi innanzi alla giusta mole di denari.

In quest’opera è il piacere, distorto o meno che sia, a regnare incontrastato. La passione sfrenata dell’uomo in ogni sua più laida declinazione. Perversioni divenute ordinarie abitudini, riservate a
chi se le può permettere ovviamente.

Sono le sorelline sedicenni Justine e Juliette a farne le spese, a vivere e seguire ognuna la propria strada buia, per giungere, non senza sorprese, alla destinazione che il Fato ha riservato loro.
Tanto debole, sognatrice e sottomessa l’una, quanto l’altra è scaltra, scafata e dominatrice. Chi la spunterà? Chi ci regalerà i più grandi colpi di scena?

La terra descritta nel romanzo non è andato ancora così “avanti” come in Naraka, per cui i piaceri della carne sono ancora più simili a come li intendiamo ai giorni nostri, anche se estremizzati, lasciando il cannibalismo in secondo piano. Una moda ancora per una ristretta elitè
insomma, niente produzioni di massa.

Il marchio di fabbrica del Manzetti è dato dalla sua prosa inconfondibile. C’è poco da aggiungere a riguardo rispetto alle due recensioni precedenti: la sua capacità di ricreare ambienti ed
atmosfere cupe e prive di speranza è davvero invidiabile.

Un lavoro certosino il suo, calibrando ogni termine, ogni paragrafo in modo tale da giungere a imbastire un costrutto tenebroso e suggestivo che non può lasciare indifferenti.
Ripeto, il testo non è adatto a tutti. Innanzi alla brutalità di alcune scene alcuni potrebbero storcere il naso, ma il pregio della schiettezza e l’assenza di censure, a mio avviso sono il modo migliore
per valorizzare le doti dell’autore.

Ritroveremo anche Kiki, alle prese con il suo esordio nella professione di killer.
Una menzione per i predoni che volteggiano nel circondario di Shanti come veri e propri avvoltoi pronti a cibarsi dei suoi rifiuti e a contenderle le risorse con azioni di guerriglia. Spietati e brutali
assassini, pronti a divorarsi fra loro, selvaggi e criminali capaci di ogni misfatto, né più né meno che i mercenari al soldo delle multinazionali che governano il mondo del Manzetti, né più né meno dei
ricchi che possiedono la residenza a Shanti e di quelli che a tale riconoscimento ancora ambiscono, andando a creare un universo nel quale non esiste nulla di incorrotto.

Un mezzo voto in meno a questo romanzo rispetto a Naraka dove forse venivano meglio sviscerati alcuni temi di grande interesse, che pur rimanendo in secondo piano costringevano a una riflessione più approfondita. Shanti è più volta al materiale, al passionario e al concreto, al caos e all’istinto piuttosto che alla ragione. E’ la fase esplosiva del mondo generato dalla mente dell’autore, una fase che precede la razionalizzazione che porterà all’evoluzione agghiacciante del “Naraka”.
Ad ogni modo ci troviamo innanzi a un romanzo capace di lasciare il segno, un’autoproduzione di lusso, capace di dar lustro all’intera categoria di chi prova a farcela senza affidarsi a una casa editrice sfornando un prodotto professionale e ottimamente realizzato.

Splendida come sempre la cover dell’ebook, impaginazione ed editing curatissimi e prezzo irrisorio per la qualità del tutto, rendono un vero peccato mortale farsi sfuggire questo romanzo.