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sabato 17 febbraio 2024

Recensione: Al Dio sconosciuto di John Steinbeck [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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SINOSSI:

Romanzo "profetico" che prende il titolo dal discorso tenuto da san Paolo nell'Areopago di Atene, "Al Dio sconosciuto" fu pubblicato nel 1935 e tradotto da Eugenio Montale nel 1946. Racconta la storia di un contadino, Joseph Wayne, che lascia la vecchia fattoria del Vermont per traversare l'America e stabilirsi insieme ai fratelli in una fertile vallata della California. Le vicende, talora cruente, che si susseguono nella "terra promessa" raggiunta da questo indecifrabile sacerdote-colono, danno luogo a un quadro di sapore pagano - primitivistico - che Steinbeck ammanta di una luce sacrale.


RECESIONE:

“Al Dio sconosciuto” di John Steinbeck è un libro dalle atmosfere molto particolari. Credo appartenga a quella cerchia di produzioni letterarie per le quali non ci si riesca a dare una precisa spiegazione del fatto che riscontrino un così largo apprezzamento da parte del pubblico, eppure a propria volta, in sede di sincero giudizio si finisca con il trovarlo apprezzabile ed a consigliarlo. Un testo che parla alla parte più nascosta di noi, quella ancestrale ancora radicata nonostante tutto nella nostra interiorità, scavalcando di netto il filtro della mente.

"Al Dio sconosciuto" esplora temi profondi legati alla spiritualità, alla natura umana e al rapporto dell'uomo con la terra. La trama ruota attorno a Joseph Wayne, un contadino che gestisce con fratelli e famiglie, una fattoria, e sperimenta una connessione intensa con la terra e una sorta di deità presente nella natura circostante.

Non è un romanzo per tutti data la spiccata vena filosofica che lo percorre interamente e senza l’apprezzamento della quale, risulta poca cosa. Tutto ruota attorno al rapporto uomo/natura/fede, che viene esplorato anche grazie alle differenti inclinazioni dei fratelli. Ciò che maggiormente mi è piaciuto è l’ampio margine che Steinbeck concede alla riflessione del suo lettore, imponendosi di non fornire soluzioni precostituite, ma unicamente spunti di riflessione. Ad esempio, la natura potrebbe essere valutata in modi differenti dai lettori, anche diametralmente opposti, come assolutamente fedele a se stessa, ciclica e capace di autoregolarsi in modo divino, oppure all’inverso come terribile, dalla spietata indifferenze verso le umane vicissitudini.

Così avviene anche per i personaggi, l’indefesso Burton, uno dei fratelli del protagonista, grande religioso che potrebbe apparire agli uni come il più saggio, agli altri come un terribile bacchettone.  

Massima apertura d’interpretazione che non coinvolge solo attori e scenari, ma anche il finale. Insomma, un romanzo particolare che ho apprezzato, ma che non consiglierei a tutti. Voto 7,5

Andrea Zanotti 


sabato 3 febbraio 2024

Recensione: Cóntra. Storie brevi di guerra di AA.VV. [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Titolo: Cóntra. Storie brevi di guerra

Autore: AA.VV. 

Editore: Catartica Edzioni 

Genere: antologia, guerra


Descrizione:

I racconti pubblicati in questa antologia sono quelli selezionati nell’ambito della prima edizione del Premio letterario “Cóntra. Storie brevi di guerra”. Il conflitto ucraino ha risvegliato le nostre più profonde paure, mostrandoci quanto siano fragili le certezze in cui ci culliamo, convinti che quello che succede lontano da noi spesso non ci riguardi. Eppure nel mondo ci sono 70 Paesi in guerra per un totale di 869 guerre e guerriglie. Lo scopo letterario del premio è di raccontare attraverso la scrittura le vicende collettive e individuali che si muovono sullo sfondo dei conflitti che attraversano il mondo, le nostre paure ed emozioni, manifestando contrarietà alla guerra, alla logica politica del riarmo. Non un concorso neutro, dunque, ma schierato per la pace, contro la guerra.


Recensione: 

Le storie entrano nel vivo di conflitti come quello ucraino, presente, lampante nelle persone che popolano gli altri stati europei e, nel bene e nel male si vedono coinvolti. Le guerre, purtroppo, fanno riemergere nell’essere umano timori, paure e ombre di fragilità prima sopite; incertezze che riemergono perché ci rendiamo conto che quello che accade intorno a noi può toccarci più di quanti immaginiamo. La guerra, per quanto lontana, purtroppo riguarda tutti, paesi ricchi e poveri. Il curatore fa una stima di circa settanta paesi nel mondo che si fanno la guerra, fino ad arrivare a un totale di 869.  Deprimente e davvero sconsolante, soprattutto per i nostri giovani e il loro futuro.

Questo concorso letterario serve dunque a raccontare quanto qualsiasi conflitto sia illogico, denunciando la politica del riarmo. Un concorso utile e ammirevole, per dire “No!” alla guerra. 

Ho apprezzato molto questa raccolta di racconti pieni di voglia di cambiare il mondo, pieni di sentimento e voglia di riuscire a risolvere al meglio le brutture di un’esistenza diretta da chi sta al Governo. Noi non siamo robot, siamo esseri umani e come tali non dovremmo far sì che ci mandino a morire solo per l’onnipotenza conquistatrice di pochi.

Tutti i racconti valgono la pena di essere letti con attenzione, perché in ognuno di essi il lettore può riscoprire parte di un passato che forse abbiamo dimenticato e parte di sé, che non conoscevamo di avere.

E questi racconti risvegliano la coscienza di ognuno di noi, proiettandoci non più come Ombre di un vecchio proiettore con lanterna e carbone, del titolo del primo racconto:  

“Storia di un vecchio proiettore con lanterna e carbone”, ma 

aiutandoci a comprendere quanto sia importante proiettarsi avanti con onestà e comprensione gli uni verso gli altri, senza bisogno di farsi la guerra per un misero pezzettino di striscia di terra: “Gaza”, perché in fondo, non è questa la vera vittoria dell’essere umano, la vera gloria sta nel perdonare e accontentarsi di ciò che si ha. E questo, gli autori dei racconti presenti nella raccolta lo esprimono a chiare lettere.

Voto sette


Peg Fly