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sabato 29 giugno 2019

Recensione: Sadhu Futuro di Andrea Zanotti [Rating 8,5] - recensione a cura di Gianfranco Pereno


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Titolo: Sadhu Futuro

Autore: Andrea Zanotti

Saga: I Profeti dell'Apocalisse

Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: post-apocalittico

Prezzo: digitale FREEcartaceo Euro 4,15

Sinossi: 
"Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto." Matteo 24,11-13

Fede e Spiritualità hanno sostituito le vecchie divinità. Progresso, Tecnica, Finanza, sono icone del passato, simboli della fine di un'umanità corrotta e vuota, deità abbattute dalla loro stessa progenie satolla di delirio di onnipotenza. Il problema, ora, è solo quello di scegliere a quale profeta votare la propria esistenza... sperando di non finire distesi sulla fredda pietra di un altare sacrificale. 
L'ebook contiene il prequel alla Saga "I Profeti dell'Apocalisse":
#0 Sadhu Futuro
#2 L’ascesa di Necrostadt


Recensione:
Per chi come me, è sobbalzato sulla poltroncina del cinematografo, prima alle scene di Interceptor e poi al primo Mad Max, non può che far piacere questo racconto di Andrea dal quale, se come afferma l’Autore è il prequel di una saga ben più strutturata, non possiamo che aspettarci in futuro ore di lettura adrenalinica.
Ma in questo scenario introduttivo l’Autore fa qualcosa di più e presentandoci subito una visione distorta e degenerata di un post apocalittico mondo religioso di sentore buddista e induista, costringe il lettore a perdere subito ogni speranza che potrebbe essere generata da due tra le più antiche forme di pensiero dell’umanità stessa, travolgendola senza pietà nelle acque ormai letali del sacro fiume Gange o “Sacro Ponge”, come lui l’ha chiamato.
E la stessa misteriosa forza che inaspettatamente salva Nero, l’involontario protagonista di questo prequel, si rivela fin da subito tutt’altro che pacifica, dal momento che gestisce disinvoltamente “angeli” che non si turbano minimamente nel massacrare e spezzettare i nemici del loro padrone.
Abbandonata quindi l’idea mistica o religiosa del “Bene Superiore”, al lettore non rimane che accettare la dura realtà di un mondo post apocalittico, dove ormai conta solo la quotidiana sopravvivenza personale, senza intermediari sublimatori e dove il lettore si accomuna con il protagonista esclusivamente per la sua umanissima necessità di salvare le persone che ama.
Se lo scenario è ben delineato, gabbie da combattimento e psicologie pratiche da gladiatore comprese, rimane ora da vedere come l’Autore, a cui non manca sicuramente ne’ la fantasia ne’ l’amore per il genere, saprà rendere in modo sempre più reale una visione di futuro già battuta ampiamente dagli “addetti ai lavori”.
Sicuramente sa scrivere e sa raccontare, cose che non sempre combaciano anche in Autori ben più affermati, e se questo è già di per se una garanzia, aggiungendo poi l’entusiasmo proprio di Andrea per il genere stesso, che traspare da ogni riga, le probabilità di ritrovarci tra le mani una saga di tutto rispetto aumentano in modo esponenziale.
Pro: Piena padronanza del genere e attenta cura del testo e dei dialoghi.
Contro: Eccessivo uso degli aggettivi, a volte anche non appropriati, che limitano la fluidità della lettura e l’immedesimazione del lettore in una storia che già di per se è valida e non necessita quindi, nel modo più assoluto, di ulteriori rifiniture linguistiche proprie (e abusate) del genere fantasy.
Voto: 8,5  
Non tanto per quello proposto sino ad ora, ma per quei piccoli semi gettati che promettono sviluppi e tematiche tutt’altro che scontate.

mercoledì 26 giugno 2019

Recensione: God Breaker di Luca Tarenzi


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Sinossi:
Gli dei esistono. Camminano in mezzo a noi, vivono dentro e fuori la realtà di tutti i giorni, hanno macchine, uffici, soldi... Ma non tutti. Alcuni stanno morendo, travolti dalla perdita di tutti i loro seguaci; altri combattono una lotta spietata per tenersi il proprio posto nel mondo, usando tutti i loro poteri per conquistarsi l'agiatezza e agire in incognito. Ma un giorno uno di loro, Liathàn, si ritrova coinvolto in una sfida: un ragazzo, giovane e apparentemente potentissimo, è sulle sue tracce, e non si fermerà finché non sarà riuscito ad annientarlo. Chi è questo giovane? Edwin - questo è il nome del ragazzo - mostrerà di essere un nemico estremamente pericoloso, in cerca di una vendetta i cui motivi Liàthan ignora del tutto. Un anno esatto durerà la sfida, e se al termine Liàthan non sarà riuscito a fermare il suo avversario morirà, inesorabilmente e senza che niente possa impedirlo.


Recensione:
Oggi si parla di urban fantasy, genere nel quale rientrano testi disparati e quindi non sempre facili da identificare. 
Garanzia di qualità in questo caso è l’autore, Luca Tarenzi, rispetto al quale, avendo già letto Sentieri di Legno e Sangue, non ho alcun dubbio. Il romanzo, edito da Salani Editore, è God Breaker. 
In perfetto stile American Gods, ci troveremo al cospetto di divinità che circolano liberamente nel nostro mondo, mischiandosi agli inconsapevoli umani. 
L’autore sarà abilissimo nel condurci attraverso questo scenario, rendendolo ben credibile, per quanto i poteri in gioco siano così particolari. La vicenda, come predetto dal sottotitolo La vendetta è il nettare degli Dei, si basa sulla ricerca ossessiva da parte di un figlio mezzosangue della vendetta verso il padre (divinità con più di quattro millenni di storia sul groppone), reo di averlo abbandonato, scatenando così una sequenza di eventi nefasti per il giovane. 
Il romanzo mi è piaciuto molto. La trama, pur nella sua linearità, presenta spunti originali, impreziosita dalla presenza di colpi di scena e personaggi divini alquanto godibili. Il tutto è accompagnato dalla prosa diretta e priva di inutili orpelli del Tarenzi. Mai banale, riesce a rimanere a ottimi livelli per l’intero corso della vicenda, che conta quasi cinquecento pagine. Forse si sarebbe potuto limare qua e là per garantire un ritmo ancora maggiore, ma non andiamo a cercare la pagliuzza. 
La storia è piacevole, così come lo sono i protagonisti. Non solo il dio e il suo figliolo, in merito ai quali è difficile, o almeno per me lo è stato, decidere al fianco di quale schierarsi. Accanto a loro abbiamo Molly, ragazza in vetrina nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, capace di affascinare per caparbietà e coraggio e molti altri, tutto meritevoli di non esser scordati. 
Bello, ben fatto!
Anche i dialoghi sono ben curati, credibili e frizzanti quel che basta per dare valore aggiunto al tutto, eppure quello che veramente fa fare il salto di qualità al testo ritengo sia l’originalità nella rivisitazione di alcuni personaggi/miti, l’Uomo in verde e la Signora della Caccia e la tessitrice del fato. Evocativi e capaci di portare tutto il loro fascino a una storia originale e meritevole di essere letta e fatta conoscere.
Consigliatissimo!

domenica 23 giugno 2019

Recensione: L'Era del Serpente di Andrea Gualchierotti [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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Titolo: L'Era del Serpente

Autore: Andrea Gualchierotti

Curatore: Francesco La Manno

Editore: Italian Sword&Sorcery Books

Formato: digitale

Genere: sword and sorcery

Prezzo: 3,30 euro

Con i saggi di Francesco La Manno e Marco Maculotti

Sinossi: L’Era del Serpente, ambientato nei tempi remoti prima della storia ufficiale, è il racconto sanguinoso della gloria e del declino dell’Impero Rettile, e della lotta primordiale fra figli dell’uomo e stirpe di Set. In un affresco che alterna le gesta di stregoni e sacerdoti non  umani  alle imprese di signori della guerra primevi, viene così mostrata nel suo tramonto un’epoca di meraviglie terrificanti, un’era dimenticata dove regnano la magia nera e l’intrigo, e a dominare sul globo è ancora la razza primigenia creata dagli dèi oscuri: gli Uomini Serpente!

Recensione:
Una decina di giorni addietro abbiamo segnalato l'ultima uscita per Italian Sword&Sorcery Books e oggi passiamo alla recensione, visto che non abbiamo resistito alla tentazione di leggerlo all'istante. E come sarebbe potuto essere altrimenti? La cover è uno spettacolo e la trama non è certo da meno.
Il romanzo di Andrea Gualchierotti ci propone come protagonisti assoluti della vicenda i Figli di Set, l'ancestrale Dio Serpente, archetipo presente in una moltitudine di mitologie, che avremo la possibilità di approfondire nei saggi presenti all'interno dell'ebook, come previsto dal consolidato format della casa editrice. 
Il lettore sarà quindi calato nel punto di visuale appartenente a una razza generalmente relegata nelle vesti del "nemico". Un settaggio iniziale originale che l'autore sfrutta per allestire un costrutto originale e ben riuscito. 
Abbiamo avuto modo di conoscere il Gualchierotti e la sua indubbia preparazione storica grazie alle opere che precedentemente abbiamo recensito e che se vorrete, trovate qui elencate, e anche in questa occasione le elevate aspettative non vengono deluse.
La struttura sociale coniata dall'autore per far rivivere l'orgogliosa stirpe del Serpente è molto ben riuscita e caratterizzante. Le trame e i continui voltafaccia sono molto efficaci nell'offrirci un'idea chiara, e credibile, di una società al contempo ricca, evoluta, altezzosa e decadente, una struttura ingessata in rituali e classi immutabili e poco incline a reagire all'evoluzione del tempo. 
L'idea di fondo di contrapporle un regno di uomini selvaggi che cala dalle fredde e inospitali terre del freddo nord è brillante e perfetta per creare il clima di attesa che si respira all'inizio del romanzo. 
Orde di creature poco più evolute delle scimmie (a detta degli Ofidi figli di Set), che contro ogni probabilità riescono a inceppare il perfetto meccanismo millenario capace di far prosperare l'Impero dei Serpenti. 
La resa è ottimale, gli eventi si susseguono a ritmo incalzante, impreziositi dalla perizia dell'autore nel ricostruire usi e costumi delle classi dominanti. 
Come da cover, il Gualchierotti si rifà a una rivisitazione delle tradizioni immaginifiche del mesoamerica, con grandi piramidi a gradoni teatro di efferati rituali volti a ingraziarsi una divinità che pare essersi dimenticata dei propri accoliti. 
Avremo anche rapidi aggiornamenti di quanto accade negli accampamenti delle bellicose creature umane, capaci di moltiplicarsi come locuste, e come queste di sciamare verso le terre del Serpente lasciandosi dietro solo devastazioni. 
Tra tranelli, congiure e stregoneria sarà però la caccia al potere fine a se stesso l'elemento predominante. 
Alla fine le due razze, per quanto diverse, si scopriranno afflitte dai medesimi tarli, ritrovandosi più simili di quanto credessero.    

Alcuni refusi questa volta sono sfuggiti ai solitamente attenti ediotor della casa editrice, ma si tratta pur sempre di sporadici errori di battitura che non danneggiano la fruibilità della storia e non ne spezzano l'atmosfera di tutto pregio.
Insomma, altro colpo messo a segno da Italian Sword&Sorcery Books, che mi sento di consigliare a tutti gli appassionati del genere. Voto 7,5


venerdì 14 giugno 2019

Recensione: La tela del diavolo di Gianfranco Pereno [Rating 7,5] - recensione a cura di Dada Montarolo


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Titolo: La tela del Diavolo


Editore: Pubblicazione indiependente

Genere: Thriller

Prezzo: Euro 4,99 ebook, Euro 13,49 brossura

Sinossi:
Un sogno angoscioso che si trasforma inesorabilmente in realtà. La potenza del genio di Caravaggio che si fonde con il grande e occulto potere della magia, generando un incubo che travalica i confini della ragione e della fede. Un serial killer astuto e imprevedibile che utilizza l'arte come strumento per trascinare le sue vittime in un mondo dove amore e passione, crudeltà e dolcezza sembrano accentuare violentemente i loro confini. Un'incredibile realtà dove ognuno è nel medesimo tempo spettatore e protagonista. Un lungo terrore dove la legge e la giustizia arriveranno a confrontarsi solo dopo uno sconvolgente ultimo urlo.

Recensione:
Recensire il lavoro di “uno di noi” non è facile, direi anzi che è una prova alquanto ardua, si avanza sul filo tagliente dell’obiettività con il rischio di capitombolare senza volerlo nel baratro della partigianeria. Ma questo libro è come quelle lunghe aste che gli acrobati usano per restare in equilibrio e ciò che leggerete qui è quanto di più solido e convinto mi sia mai capitato di scrivere: “La Tela del Diavolo” è un thriller compatto, di quelli che fai fatica a mollare perché la quotidianità ti chiama. 
Del resto basta dare un’occhiata al sito dell’autore per rendersi conto di avere a che fare con un artista poliedrico che manovra pennelli, inchiostri, macchina fotografica e quanto altro gli possa capitare fra le mani per creare opere di grande suggestione, immerse in quell’atmosfera fra sogno e realtà che così bene ha saputo raccontare anche con la tastiera del pc. 
Pereno usa alcuni inquietanti dipinti di Caravaggio, David, Courbet e Koch come indizi per condurci fra le calli veneziane e le isole della laguna sulle tracce di una presenza oscura che semina morte e terrore in un continuo alternarsi di universi e corridoi spaziotemporali, dove storia e leggende danno vita a un sincretismo battente che tiene il lettore con il fiato sospeso. 
Inevitabile pensare ai lavori di Clancy o Cussler e rimpiangere, ancora una volta, che certa letteratura italiana non riesca a superare lo scoglio della lingua, se non per pochi autori più o meno meritevoli di visibilità internazionale. 
Lo scrittore veneziano di origini piemontesi è stato abile, per esempio, nel mescolare sulla sua tavolozza di narratore eventi di cronaca improbabili - come la presunta sparizione/apparizione nel porto di Filadelfia del cacciatorpediniere Eldrige nel 1943 - con le presenze concrete fra noi di rappresentanti dell’antica religione Wicca. 
A chi venisse voglia di sorriderne, suggerirei di andare a consultare i testi a questo proposito di Robert Graves, uno dei più grandi studiosi di mitologia e religione del secolo scorso. Un’altra indicazione ce la fornisce Pereno stesso: due suoi personaggi di cognome fanno Jimbutas, come Marija, altra illustre archeologa e linguista. 
Ulteriore particolarità del romanzo è l’uso del passaggio dalla prima persona singolare alla terza, a seconda di chi è il “focus” (in senso latino) del momento. 
Pereno è fotografo, sa come mettere in risalto i personaggi principali con i chiaroscuri di cui dispone nella sua narrazione: Michele Barovier ricorda un po’ il John Ringer di “L’amore perduto e la teoria dei quanti” nello sconcerto di sentirsi catapultato in altre dimensioni, riuscendo poi a inoltrarsi nel mistero che lo avvolge, come Orfeo; Marco Redaelli, che ne ha raccolto il testimone, da pacato tutore del patrimonio culturale nazionale, diventa un agguerrito tramite fra i mondi, sorretto dalla forza primordiale dell’amore.
“La tela del Diavolo” è il primo volume di una trilogia (gli altri sono “La disubbidiente” e “Ombre senza tempo”) e l’opera prima in assoluto di Pereno. Qualche imperfezione nel testo è più che accettabile, averne di scrittori così al debutto. 
Rating: 7,5.

giovedì 13 giugno 2019

Disfida nr. 99: Il Cristallo della Luna di Jessica Imhof VS Philip Pullman




Titolo opera: Il Cristallo della Luna

Autore: Jessica Imhof


Genere: Fantasy

Prezzo: 3.99 Euro (Ebook), 12.60 Euro (Cartaceo)

Sinossi:
“Per millenni, giorno dopo giorno, la debole luce della Luna veniva oscurata dal Sole. Finché un giorno, poco prima dell’alba, la Luna invasa dalla tristezza per aver passato anni all’oscurità dell’astro, pianse, ma accadde una cosa che la Luna non aveva previsto. Una lacrima cadde sulla terra e si trasformò in cristallo, una gemma che aveva l’energia e l’anima della Luna”.
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Questa è la storia che viene raccontata a Kris, un giovane ragazzo di ventidue anni molto curioso e intraprendente, il giorno in cui riceve l’eredità di famiglia. La lacrima caduta sulla terra, il Cristallo della Luna, passato da madre in figlia e da padre in figlio fino a lui. Generazioni trascorse nell’attesa dell’Erede designato, nell’attesa del figlio in grado di legarsi al Cristallo e attingere al potere della Luna.

Kris scoprirà la meraviglia per una nuova sconvolgente realtà piena di potere e magia. Si intreccerà con persone che lo aiuteranno a crescere e ad affrontare la perdita, la frustrazione e la vergogna. Riuscirà Kris a maneggiare forze a lui sconosciute? Ed essere un degno Erede della Luna?


Note/commenti/finalità dell'Autore:
"La Luna sta per sorgere!" 
Un epic fantasy pieno di avventura, capace di farvi vivere emozioni dalle mille sfaccettature: angoscia, meraviglia, paura, amore, magia, tanto da sembrare di essere finiti davvero tra le pagine della storia... a viverla in prima persona!  


BIG da sfidare: 




Queste Oscure Materie - Philip Pullman








martedì 11 giugno 2019

Presentazione: L'Era del Serpente di Andrea Gualchierotti

Nuova uscita per Italian Sword&Sorcery Books e con piacere noi ne diamo subito notizia: ecco a voi L'Era del Serpente:


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Titolo: L'Era del Serpente

Autore: Andrea Gualchierotti

Curatore: Francesco La Manno

Editore: Italian Sword&Sorcery Books

Formato: digitale

Genere: sword and sorcery

Prezzo: 3,30 euro

Con i saggi di Francesco La Manno e Marco Maculotti

Presentazione:

L’Era del Serpente è il grande affresco del primordiale dominio dei rettili.
Ambientata in un’epoca remotissima, eoni prima della storia conosciuta, la vicenda si svolge su una Terra che solo da poco ha conosciuto il primo vagito dell’essere umano, e sulla cui superficie domina da sempre la stirpe del Serpente, un’evoluta razza di umanoidi rettili generata in giorni senza nome dal dio Set.
Il racconto si apre con uno sguardo al magniloquente tramonto della civiltà dei Serpenti.
Dopo un apogeo durato millenni, in cui i rettili hanno raggiunto vette meravigliose di sapere arcano e tecnologico, il loro impero si avvia ad una decadenza ormai sempre più rapida, che nulla sembra in grado di fermare.
Assillati dal propagarsi di una degenerazione che ne indebolisce tanto il sangue quanto le menti, i Serpenti sono altresì assediati dal diffondersi sconcertante di esseri a loro sconosciuti, che ne insidiano il regno altrimenti incontrastato: gli uomini.
Altezzosa e sofisticata, irrigidita in rituali e convenzioni che non intende mutare, la pur superiore genia dei rettili non riesce a capacitarsi della comparsa, avvenuta in uno sconosciuto e per essa inospitale deserto polare, della stirpe umana, che agli occhi vitrei dei figli di Set appare tanto barbara quanto disgustosa.
Ciò nonostante, come colpiti da una maledizione, neanche i rutilanti eserciti di guerrieri Nath, l’elite militare del popolo rettile, riescono a fermare l’avanzata delle tribù che calano dal Nord, sciamando sulle rovine di città un tempo gloriose. La fine dei Serpenti pare inevitabile.
Eppure, è proprio al culmine di questo scontro epocale che sale al trono della ciclopica capitale dei rettili, Xyl, il potente sacerdote Salith, ultimo fra i depositari dell’antica scienza e fanatico adoratore di Set. 
Deciso a invertire le sorti del conflitto e salvare i Serpenti dall’annientamento, egli attingerà ai più abominevoli segreti della magia nera, fino a richiamare sulla Terra orrori risalenti alla fondazione del mondo, il tutto mentre attorno a lui, come in una esotica e macabra danza di sortilegi e intrighi, si dipaneranno le storie - contigue e non - del fedele discepolo Kla-lhat, dell’indolente imperatore Ktlàn, e delle figure sanguinarie e brutali dei generali umani, capitanati dall’ambiguo Tholius.
E prima che l’ultima battaglia sia combattuta, anche il mondo stesso attraverserà il suo sconvolgimento finale.


L'Autore:
Andrea Gualchierotti (Roma, 1978) vive e lavora in provincia di Roma. 
Ispirato dai numi tutelari del Fantastico d’oltreoceano come R.E.Howard, H.P.Lovecraft e C.A. Smith, ama miscelare nei suoi lavori il gusto per gli scenari esotici con il fascino dei misteri del mondo antico.
Per le Edizioni Il Ciliegio è autore, assieme a Lorenzo Camerini, dei due volumi della saga di Atlantide (Gli Eredi di Atlantide e Le guerre delle Piramidi), e ha pubblicato numerosi racconti a tema fantastico per vari editori tra cui Watson e Ailus; con Italian Sword&Sorcery Books ha già pubblicato il volume di racconti storico-fantastici Byzantium
Collabora con la rivista Dimensione Cosmica e L’Intellettuale Dissidente .
Quando non scrive, si dedica alle sue passioni per la numismatica, i viaggi e al mai dimenticato amore per i romanzi d’avventura.


mercoledì 5 giugno 2019

Recensione: Pet Sematary di Stephen King


stephen king
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Sinossi:
"La morte è un mistero e la sepoltura è un segreto". Il dottor Louis Creed ha appena accettato l'incarico di direttore sanitario dell'Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti: piccoli incidenti inspiegabili che coinvolgono i bambini, pericolosi e giganteschi camion che sfrecciano sulla superstrada proprio sotto casa Creed, incontri diabolicamente sorprendenti e, soprattutto, sogni. Sogni oscuri e terribilmente realistici che perseguitano Louis da quando ha visitato il Pet Sematary, il cimitero dove i ragazzi di Ludlow seppelliscono da sempre i loro animali domestici. Ufficialmente. Perché oltre quella radura, nascosto tra gli alberi, c'è un altro terreno di sepoltura, ben più terrificante. Un luogo carico di presagi e di richiami, spaventosi quanto irresistibili, provenienti da un altro mondo. Un luogo dove al dottor Creed toccherà una scoperta raggelante: a volte è meglio essere morti... Pet Sematary, è un vero e proprio classico della letteratura horror, ispirato, parola di King, da un leggendario racconto popolare: "La zampa di scimmia".



Recensione:
Corrono voci che non proprio tutti i romanzi di Stephen King siano propriamente farina del suo sacco, e personalmente sono propenso a dar fede a queste dicerie. Certo un autore, per quanto immenso possa essere, può incappare in testi meno riusciti degli altri, ma nel caso del Re a mio parere è diverso. 
Ci sono alcuni dei suoi romanzi nei quali la storia prende vita con una forza tale da stordire. Non si tratta quindi solo di lavori riusciti meglio, o peggio, ma di opere dotate di Magia o meno. 
Bene, sono lieto di annunciarvi che Pet Cematary appartiene a quelle sfavillanti d'incanto. 
Il fatto che io sia padre di una piccoletta di certo ha acuito il mio coinvolgimento nella vicenda, ma credo non ci sia per nessuno la possibilità di sfuggire all’inquietudine che permea l’intera opera. 
Un lavoro straordinario, straniante e denso di quella sana tensione che si sprigiona nel modo più naturale possibile, essendo ancor più spaventosa. 
King, quando ci si mette, sa essere un vero maestro in questo. 
Adoro la sua capacità di calare il soprannaturale nelle vicende quotidiane in modo all’apparenza casuale e quindi del tutto credibile. 
Adoro la sua abilità nel creare personaggi capaci di risultare sin da subito familiari, ai quali risulta naturale voler bene nel breve tratto percorso con la lettura di una dozzina di pagine. 
Adoro la sua prosa, immediata e spontanea, con dialoghi freschi e briosi, mai ingessati.
Insomma basterebbero queste doti per sfornare un buon romanzo, ma quello che il Re sa fare meglio e colpirti basso, gettarti addosso secchiate d'acqua gelida quando poltrisci beato e rilassato sulla sdraio. 
In questo caso, come dicevo prima, essendo coinvolti dei bimbi, ho risentito ancor più degli strascichi dell’abilità di King di far lievitare l’ansia e riempire il lettore di inquietudine e sgomento. 
Non  mi è dispiaciuto neppure il finale, che spesso viene indicato come tallone d’Achille del nostro eroe, quindi un romanzo che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del brivido. 
Buona lettura!

sabato 1 giugno 2019

Recensione: Italian Way of Cooking - Pizza, mostri e mandolino di Marco Cardone [Rating 8,5]


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Titolo:  Italian Way of Cooking - Pizza, mostri e mandolino

Autore: Marco Cardone

Editore: Acheron Books

Formato: ebook e cartaceo

Genere: horror, weird

Prezzo: 4,99 / 11,90 €

Sinossi:
Alcuni segreti cercano a tutti costi di venire a galla e Nero, un cuoco toscano sommerso di problemi, ne custodisce uno: i mostri delle leggende esistono davvero. Eppure, il vero segreto è un altro: la loro carne è una delizia sovrannaturale, con pericolosi effetti collaterali. In passato, Nero ne ha sfruttato il gusto irresistibile, e una nuova minaccia al suo ristorante lo spinge a rifarlo. Ma cosa accadrebbe se qualcuno di spregiudicato e potente scoprisse quel segreto? Un lucroso banchetto nuziale porta Nero e il socio Mirco a Napoli, una città piena di fascino, storia e sole, ma flagellata da una sanguinosa guerra di camorra. Fra misteri, sparatorie, piatti tipici, spiriti campani, amanti gelose, cantanti neomelodici e cacce a orrori senza tempo, i due cuochi scivoleranno in un vortice in cui sarà impossibile stabilire chi sia il cacciatore e chi la preda. Il monsterchef Nero Bonelli è tornato. E, questa volta, i mostri non saranno la cosa peggiore che dovrà affrontare...


Recensione: 
Un romanzo da leccarsi i baffi. Potrei sintetizzare in questo modo senza dilungarmi e farvi perdere tempo prezioso, che dovreste invece investire nella lettura di Pizza, Mostri e Mandolino di Marco Cardone.
Per chi non avesse letto il primo volume di quella che mi auguro diventi una serie vera e propria, senza limiti possibilmente, vi lascio il link alla recensione a Italian Way of Cooking.
Come avrete modo di leggere si trattava di un romanzo che faceva dell’originalità il più grande pregio.
Unire soprannaturale alla colline del chianti e dare lo scettro di protagonista a un cuoco armato di mannaia e accompagnato da uno spirito guida di nome Tatanka, riuscendo al contempo a imbastire scene capaci di incutere le giuste dosi di brividi, non è per nulla facile. Non mi sarei atteso quindi un secondo volume incentrato sui medesimi pilastri, invece Cardone è riuscito a stupirmi nuovamente, coniando qualcosa di altrettanto gagliardo.
I protagonisti sono rimasti quelli, Nero, il suo socio trafficone e lo spirito guida, quello a esser cambiato è lo scenario che vede la vicenda traslata dalla Toscana a Napoli.
Che dire, sbalorditivo. 
Ora, al dialetto toscano dei protagonisti si va ad affiancare quello napoletano, che intaccherà pure lo spirito guida, con una sorta di possessione spirituale da parte di Pulcinella. 
Come possa un autore esser in grado di scrivere così bene mischiando gli idiomi è per me un mistero, fonte di grande invidia.
Ammetto di non essere un grande appassionato dei testi che mescolino le grasse risate alla serietà della trama, forse perché per farlo si deve essere al cospetto di un grande autore. Ebbene, Cardone ci riesce in modo talmente spontaneo da non lasciare dubbio sulla sua grande qualità.
L’incipit del romanzo è roba da pisciarsi addosso dalle risate. Scusate la definizione non certo elegante, ma credo renda molto bene il concetto. Eccezionale. 
Il toscanaccio Nero, il cuoco cacciatore di mostri, rimane adorabile come nel primo romanzo e i suoi duetti con lo spirito guida sono uno spasso. 
 Certo manca il piacere della scoperta delle leggi del mondo creato dall’autore che c’era nel primo volume, ma Cardone è stato abile a compensare questa inevitabile mancanza con un ritmo serrato. 
I colpi di scena si susseguono e i piccoli e grandi drammi esistenziali del protagonista e dei suoi compari contribuiscono a calare un velo di realismo convincente. 
Sono dell’idea che l’autore abbia masticato parecchi testi a sfondo esoterico, perché pur trattando l’argomento con grande brio ed esuberanza si intravede una marcata preparazione.
Che dire, altro gran colpo per la Acheron Book. 
Voto 8,5 e un consiglio a tutti, proprio tutti di correre a procurarsi questo romanzo.