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Il chioschetto dell'ebook propone:

mercoledì 30 agosto 2017

Disfida nr. 43: Dannato Malloppo! di Mario Micolucci


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Titolo opera: DANNATO MALLOPPO!


Formato: ebook e cartaceo

Genere: Western all'italiana

Prezzo: cartaceo 9,99 euro – e-book 2,99

Sinossi:
In quel letamaio di Little Pit, è un giorno come tanti altri; quando giunge un ceffo a cavallo. L'uomo ha un gran fretta, ma anche un grosso fagotto. Hugg Badfinger non resiste alla tentazione di appurare cosa ci sia dentro. Così, fa fuori il tizio e manda il suo moccioso a requisirlo. Dopo un po', padre e figlio montano in sella e schizzano via dal villaggio come se avessero il diavolo alle calcagna. Cosa avranno trovato?

Note/commenti/finalità dell'Autore:
Ho indirizzato lo sforzo creativo nel ricreare le atmosfere, il linguaggio e il “sapore” dei film western italiani degli anni sessanta e settanta. Per realizzare quest'intento, ho raccolto a piene mani sia dai cosiddetti spaghetti western che, in dosi più circostanziate, dai fagioli western - quelli di Bud Spencer e Terence Hill, per intenderci -; ma non solo, essendo personalmente convinto che questo particolare genere sia figlio della commedia, ho attinto anche da lì. Quindi non aspettatevi un romanzo tutto azione, poiché i dialoghi giocano un ruolo molto importante nella narrazione.

BIG da sfidare:

Essendo ispirato alla filmografia citerò dei registi.


Tutti i film di Sergio Leone e soprattutto la Trilogia del Dollaro; 



La Collina con gli Stivali di Giuseppe Colizzi; 




Lo Chiamavano Trinità di E.B. Clutcher; 










L'Armata Brancaleone 






e I Soliti Ignoti di Mario Monicelli; 


Totòtruffa 62 e La Banda degli Onesti di Camillo Mastrocinque








domenica 27 agosto 2017

Recensione: L’ ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi [Rating 7,5]


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Titolo: L'Ultimo Paleologo



Genere: Storico

Prezzo: Euro 3,99 Ebook, 18,00 Euro Cartaceo

Rating: 7,5

Sinossi: “L’ ultimo Paleologo” di Emanuele Rizzardi, scrittore legnanese che propone un romanzo storico ambientato durante l’assedio di Costantinopoli.
1453, Ancona. Quattro galee italiche prendono il mare per soccorrere Costantinopoli, assediata dal geniale e terribile sultano Maometto II.
Chi le comanda è Alessio, bastardo della casata dei Paleologi, di ritorno a casa dopo un lungo esilio a causa di un turpe delitto.
Dopo aver umiliato le navi dell’ammiraglio turco Baltoglu, Alessio sperimenta la durezza dell’assedio e gli attriti fra occidentali e bizantini in una città agonizzante e prossima alla capitolazione.
Nella disperata ricerca di alleati, il basileus Costantino XI lo invierà nel Caucaso, presso il regno di Georgia, per portare a compimento una promessa matrimoniale rimandata troppo a lungo. Inseguito da vecchi nemici in cerca di vendetta, giungerà alla corte del duca di Kutaisi dove prenderà parte alla lunga e intricata guerra civile per conquistare il trono di “Re dei Re”, signore di tutta la Georgia.


 Recensione: 
Oggi vi presento un romanzo storico edito da Cavinato Editore: L’ ultimo Paleologo di Emanuele Rizzardi. Si tratta di un testo di piacevole lettura, corposo e dalle solide basi storiche. Visto che Emanuele è diventato un membro dello staff di scrittorindipendenti, mi trovo costretto ad essere più severo del solito, per fugare ogni dubbio di “essere di parte”, anche se confido oramai i lettori mi conoscano ed abbiano capito che difficilmente mi astengo dal dire ciò che penso. 
A parte tutto, il romanzo merita davvero, quindi non ho dubbi in proposito al voto che intendo attribuirgli, né in merito alla soddisfazione che darà a tutti quelli che vorranno concedergli una chance.
E’ il primo romanzo dell’autore e questo giustifica alcuni aspetti a mio avviso un po’ acerbi e che avrebbero dovuto essere smussati in sede di editing da parte della casa editrice, ma di questo avrò modo di parlarvi, e lamentarmi,  più avanti. Si tratta di peccati veniali, intendiamoci, e non certo capaci di inficiare la portata di un romanzo che rimane sicuramente da leggere, non fosse altro per l’originalità dell’ambientazione trattata, che dopo la prima parte dedicata all’assedio della maestosa Costantinopoli, assolutamente affascinante, ci trasporta nelle regioni “inesplorate” (dalla letteratura d’evasione, almeno da parte mia) del Caucaso, presso il regno di Georgia.
Togliamoci quindi subito i sassolini dalla scarpa. Mi riferisco principalmente ai dialoghi che, soprattutto, nella prima parte del testo, appaiono a mio parere, un po’ ingessati ed innaturali e che a mio avviso avrebbero dovuto essere resi più fluidi. Altro elemento che mi pare abbia stonato è l’incontro “casuale” dell’ex ammiraglio del Sultano con Alessio, all’inizio della missione di questo verso il Regno di Georgia. Una forzatura difficile da far digerire agli esigenti lettori dei romanzi storici. Ecco, tutto qui, perché per il resto il romanzo è molto ben orchestrato e per questo il voto finale è quello che vedrete ed il consiglio è quello di seguire attentamente questo giovane autore. Già perché le descrizioni che riesce a fornirci nel corso degli eventi sono molto ben fatte ed evocative, l’azione ed i combattimenti sono resi splendidamente e sembrerà effettivamente di partecipare alle mischie furibonde che si verranno a creare, con l’aggiunta di trovate strategiche ottimamente rese. 
Credibili, ben descritte, storicamente ineccepibili e che dire dei personaggi? Anche questi sono ben fatti, profondi, caratterizzati in modo da rimanere nell’immaginario del lettore, sia i principali che quelli secondari, alcuni dei quali è veramente riduttivo definire tali in quanto meritano di essere elevati ad una categoria superiore. 
I giochi di potere, i sotterfugi, i tradimenti e le vicissitudini dei Regni coinvolti vengono allestiti dal Rizzardi in modo magistrale, riuscendo nel non facile intento di ottenere il giusto equilibrio fra i capitoli dedicati all’azione e quelli volti alla costruzione della sua opera, facendoci scoprire peraltro quanto accaduto in quegli anni nel Caucaso in modo avvincente e mai pedante.
Anche l’evoluzione dei personaggi è svolta in modo credibile e con la giusta dose di sorprese, capaci di tenere il lettore sempre avvinghiato al testo nonostante la sua corposità, cosa che personalmente ho apprezzato, in quanto agevola la naturale empatia che viene a crearsi con i protagonisti. Un autore che sa gestire con egual bravura gli aspetti più crudi della guerra e quelli più sublimi dell’amore fraterno fra camerati e quello che sorprendentemente può sbocciare anche a seguito di matrimoni dinastici pianificati a tavolino.
Insomma una lettura consigliata, anche se l’ultimo appunto lo voglio riservare all’editore: l’editing di un testo non è un optional e ritengo intollerabile trovare così tanti refusi (frutto dell’utilizzo di correttori automatici, a giudicare dalla tipologia di errori) in un testo che dovrebbe essere stato passato al vaglio dagli addetti di una casa editrice seria. Non conosco le sbalorditive strategie promozionali che possa mettere in campo l’editore, per compensare al mediocre lavoro di editing svolto, ma se così non fosse, a mio parere, è preferibile rimanere indipendenti, anche perché così facendo si avrebbe maggiore libertà per impostare un prezzo inferiore e rendere il romanzo ancor più appetibile per il vasto pubblico che merita.  
Voto 7,5


Nota della redazione: aggiornamento di Novembre. Il romanzo è ora disponibile in versione autoprodotta dopo la rescissione del contratto da parte dell'autore verso l'editore. Per maggiori info date un'occhiata a questo post. Al testo, ora, sono state apportate tutte le migliorie in fase di editing che non erano state fatte dall'editore. 

mercoledì 23 agosto 2017

Recensione: Il Dio Storpio: Una storia tratta dal Libro Malazan dei Caduti di Steven Erikson


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Descrizione:
I Cacciatori di Ossa marciano alla volta di Kolanse, guidati dall'Aggiunto Tavore. Là quest'ultima, priva di doti magiche o di carisma, e incapace d'instillare fedeltà nel suo esercito, sfiderà i Forkrul Assail, che vogliono imporre al mondo una purificazione devastante. Sempre che le sue truppe ribelli non la uccidono prima... Nel regno di Kurald Galain, in cui si nasconde la città perduta di Kharkanas, i rifugiati guidati da Yedan Derryg attendono la caduta della Cascata di Luce e l'avvento di Tiste Liosan. In questa guerra che non possono vincere, moriranno in nome di una città deserta e di una regina senza sudditi? Altrove tre Dei Antichi tramano per spezzare le catene che vincolano Korabas, il Drago Otataral. Contro la sua forza distruttrice, nessun mortale potrà opporre resistenza. Nel frattempo, alle porte di Starvald Demelain, la Casa degli Azath che sigilla il portale sta morendo. Presto giungeranno gli Eleint, la stirpe dei draghi e il cataclisma finale...


Recensione:
Eccoci giunti al Gran Finale.
L’epopea di Erikson trova la sua conclusione con il romanzo (1200 e passa pagine) dal suggestivo titolo: Il Dio Storpio. Mi sono conquistato pure la dedica e la foto ricordo all’ultimo Lucca Games, ma come sapete era assolutamente il minimo visto che considero il ciclo di quest’autore il meglio che esista in circolazione. Ora che ho letto il finale posso ribadire la mia convinzione, visto che Erikson è riuscito (incredibilmente data la mole di sottotrame) a imbastire un finale (abbastanza) sensato e assolutamente godibile.
Ci sono volute centinai di pagina per riuscire a scoprire qualche tassello in più di quest’epopea composta da 10 tomi, l’adrenalina non ha mai smesso di pompare nelle vene, neanche quando a prendere la parola sono stati (sorprendentemente) nuovi personaggi, cosa che di certo mai mi sarei atteso, visto che in ballo ce n’erano già a centinaia. Ah, quando dico centinaia, non scherzo perché in questo finale trovano posto (quasi) tutti i personaggi conosciuti nel corso di questa lunga ed epica cavalcata. Inutile sottolineare quanto, guardandomi alle spalle, ritrovando questi vecchi amici, o semplicemente sentendo rievocare le loro gesta da chi è sopravvissuto loro, non possa che corrermi un brivido lungo la schiena. Basterebbe questo a far capire quanto Erikson sia riuscito a centrare il proprio obbiettivo, ma la grandezza del ciclo di Malazan a mio avviso va ben oltre le pure emozioni che essa è riuscita a trasmettere. E’ un prodotto ambizioso e il fatto stesso che l’autore abbia faticato inizialmente a trovare un editore, pur parlando di paesi decisamente più evoluti dell’Italia in campo editoriale, ci fa capire quanto maestosa (e quindi rischiosa per un editore) sia la sua costruzione letteraria. Ci troviamo innanzi a qualcosa di unico e come tale non adatto a tutti. Sarà comunque sufficiente leggere il primo volume di quest’opera per capire se sarete fra chi amerà quest’autore o fra chi lo considererà semplicemente un povero pazzo furioso, per quanto visionario.
Devo ammettere che non avevo idea di come avrebbe potuto chiudere il cerchio e, comprensibilmente, se vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo, per correttezza intellettuale, dobbiamo ammettere che qualche piccola incongruenza ci sia, almeno secondo il mio punto di vista. Scoprire dopo 10.000 pagine circa che il nemico capace di costituire il vero pericolo per l’umanità spunti praticamente dal nulla, senza avere un background di spessore e costruito mano a mano nel corso della narrazione, mi ha lasciato un retrogusto amaro. Ciò non toglie che quella che in altri casi sarebbe stata una pecca invalidante, nel caso dell’epopea di Malazan non può che risultare un neo del tutto secondario. La drammaticità degli eventi finali e il ricordo stesso del lungo cammino trascorso con personaggi indimenticabili, ci consentono di passar sopra agilmente a qualsiasi artificio, anche se stiracchiato, messo in atto dall’autore per concedere al tutto una degna conclusione. Inoltre, anche per i personaggi che non hanno trovato una fine “esplicita”, c’è da sottolineare che l’autore ha in programma diversi spin off che dovrebbero venirci incontro per colmare le inevitabili lacune.
Il mio augurio è che l’Armenia trovi la forza di tradurre anche i libri di Ian Esslemont, che costituiscono parte integrante della saga di Erikson. Incrociamo le dita, anzi cerchiamo di farci sentire con la casa editrice, contattiamoli e chiediamogli informazioni in merito, chissà che rendendosi conto dell’interesse possano infine rompere gli indugi.
Buona lettura!

martedì 8 agosto 2017

Recensione: ŠRDN - Dal Bronzo e dalla Tenebra di Andrea Atzori [Rating 8]


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Titolo: 
ŠRDN - Dal Bronzo e dalla Tenebra


Autore: Andrea Atzori

Casa Editrice: Acheron Books

Genere: Fantasy,

Prezzo: Euro 4,50 Ebook, 11 Euro Cartaceo

Rating: 8

Sinossi: Età del Bronzo. Il bacino del Mediterraneo è un crogiuolo di civiltà, dèi, culture, traffici e battaglie, e dai lidi di S’ard, l’isola tempio, gli Shardan, il Popolo del Mare, veleggiano su navi da guerra per sfidare i propri nemici in onore del Dio Maimon. Sono in Egitto, nel 1278 a.C., pronti a piegare il delta del Nilo e a conquistare la Terra dei Faraoni. Ma non riusciranno mai nell'impresa: a un passo dalla vittoria si fermeranno all'improvviso, torneranno sulla loro isola, e il loro nome sprofonderà nella tenebra e verrà dimenticato dalla Storia.
Qui si narra che cosa accadde.


Recensione:
Oggi vi presento un altro romanzo edito da Acheron Books: ŠRDN - Dal Bronzo e dalla Tenebra di Andrea Atzori.
Dico subito che il tema trattato mi ha conquistato ancor prima di iniziare a leggere il romanzo. Chi mi segue da tempo saprà già il peso rilevante che attribuisco a un’ambientazione originale ed azzeccata: per me la storia è l’elemento di gran lunga più importante, anche rispetto ad una prosa eccelsa, ed in questo caso, l’originalità del periodo scelto e l’accuratezza della ricostruzione storica si accompagnano alle buoni doti stilistiche dell’autore, quindi siamo al top.
Ci troviamo in un periodo, quello dell’età del bronzo, le cui fonti storiche sono piuttosto confuse, ed il popolo descritto dall’autore, quello degli Sherdan o Shardan, ricopre un ruolo a cavallo fra storia e mito assieme agli altri “predoni dei mari” loro contemporanei. A tal proposito vi segnalo un testo: “Shardana. I popoli del mare” di Leonardo Melis, che sicuramente l’autore avrà utilizzato per documentarsi. Sta di fatto che la ricostruzione dell’Atzori, sia della parte di “vita quotidiana”, che della religiosità dell’epoca, è molto evocativa e ben fatta, capace di calarci in uno scenario di devozione e “timore reverenziale” che mi ha colpito molto e che molto ha contribuito alla mia personalissima valutazione finale. La storia non presenta in sé sviluppi particolarmente complessi o arzigogolati, ma grazie all’ambientazione e alla “fede” che traspare dall’agire dei personaggi, riesce a conquistare il lettore, trasportandolo letteralmente in un epoca fatta di (giusti) timori reverenziali verso le forze ancestrali, qui splendidamente trasposte dagli Incubi della tradizione sarda, i Mamuthones e dalle Janas, una sorta di connubio fra streghe e fate, o meglio di sacerdotesse dalla tradizione isolana. Mi soffermo su questi aspetti perché li ho trovati veramente ben realizzati, originali e capaci di valorizzare quello che è il patrimonio di tradizioni, miti e leggende prettamente italici e che molto poco spazio trovano nella letteratura moderna e nell’editoria tradizionale. Anche per questo un complimento alla Acheron Books che si mostra per l’ennesima volta coraggiosa oltre che abilissima nello scovare i propri talentuosi autori.
In SRDN non mancano certo l’azione e l’adrenalina, anzi gli scontri sono numerosi e ben descritti, sanguinari quanto basta a tenerci incollati alle pagine sino alla conclusione, ricca di drammaticità e epica. Insomma come avrete capito il romanzo mi è piaciuto parecchio, a tratti mi ha realmente entusiasmato, anche perché non conoscevo i miti evocati relativi all’isola, con i suoi misteriosi nuraghe, visti come sigilli/sentinelle delle porte degli inferi. Affascinante la trasposizione che ne fa l’autore, utilizzando anche inflessioni dialettali nei dialoghi che ho trovato piacevolissime. Bello, bello veramente. Anzi, ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto se il romanzo fosse stato più corposo, magari concedendo maggior spazio alla presentazione dei numerosi personaggi, mentre ancora impegnati nella campagna di conquista dell’Egitto, altro scenario a dir poco mozzafiato, ma tant’è. Consigliatissimo, voto 8.

domenica 6 agosto 2017

Recensione: La vendetta nel vento di Roberto Ciardiello [Rating 7]

Esordio come recensore del nostro nuovo membro dello staff, Emanuele che ci presenta:


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Titolo: 
  La Vendetta nel Vento


Autore: Roberto Ciardiello

Genere: Horror

Prezzo: Euro 1,90

Rating: 7

Sinossi: Fabiana ha quattordici anni e un vuoto di memoria.
In una tranquilla mattina di maggio si ritrova in mezzo a un prato, circondata dalla solitudine, un manto di nebbia a offuscarle la mente. Dovrebbe essere a scuola a conquistare gli ultimi ottimi voti prima delle vacanze estive, eppure è da tutt'altra parte, senza sapere come sia arrivata lì, cosa sia successo la notte appena passata. Si è incamminata verso casa dopo aver festeggiato il compleanno dell'amica Cristina; il resto è stato inghiottito da un buco nero.


Quando i ricordi le piombano addosso, il peso di un'orrenda verità la schiaccia. Le torna in mente nonna Maria, le sue parole, perché tra l'erba ha visto un soffione curvarsi sotto il vento in arrivo dal mare, oltre lo strapiombo.
"Esprimi un desiderio, piccola, e soffia forte forte..."
E allora Fabiana lo fa. Soffia e aspetta.
Perché anche gli animi più docili possono covare rancore.
E desiderio di vendetta.

Recensione: 
Come prima recensione per i lettori di “scrittorindipendenti” devo ammettere di non essermi trovato di fronte ad un lavoro facile, nel bene o nel male.

La capacità di scrittura dell'autore è innegabile, il ritmo è moderatamente serrato e i personaggi caratterizzati, in particolare quello di Fabiana che subisce una grande evoluzione a causa degli eventi che la colpiscono, facendola passare da bambina innocente a... non facciamo spoiler. 
Il romanzo in sé è molto breve ma riesce comunque a delineare un quadro credibile e ben strutturato, senza perdersi via eccessivamente e mantenendosi coerente nella narrazione, è un horror molto psicologico che fa del suo cavallo di battaglia le sensazioni dei protagonisti prima e dopo gli eventi centrali della narrazione.
La storia non è particolarmente complicata o innovativa ma l'ho trovata sensata e interessate, mi ha anche messo la dovuta angoscia in un paio di punti. La scrittura nei momenti giusti è macabra, violenta e molto psicologica ma senza esserlo gratuitamente o per il puro gusto di impressionare il lettore perché ci si sente di farlo.
Se dovessi elencare delle pecche, a mio avviso a volte lo scendere troppo in un particolare superficiale (come il ripetere più volte modello e marca di una vettura o la sigla di una società), tende a spezzare il ritmo della lettura e questo è ancora più sentito in un romanzo la cui brevità è grandissima. Questa brevità è ancora più forte se si pensa che gli eventi narrati sono fondamentalmente X e la conseguenza di X. Personalmente avrei preferito conoscere meglio i retroscena dei personaggi piuttosto che quanto elencato, ma immagino siano scelte di stile.
In definitiva “la vendetta nel vento” è un buon romanzo breve horror, concentrato più che altro su aspetti psicologici, con un'ambientazione italiana e uno stile narrativo molto particolare. È consigliato sicuramente agli amanti del genere e a chi si vuole lasciar tentare da qualcosa di insolito.

Voto 7

mercoledì 2 agosto 2017

Disfida nr. 42: Della Morte, Dell’Amore. (e una confessione) di Alex Briatico


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  • Titolo opera: Della Morte, dell’Amore (e una Confessione)
  • Autore: Alex Briatico
  • Formato: Sia ebook che cartaceo
  • Genere: Fantastico / raccolta di racconti
  • Prezzo: 10 € cartaceo, 3,99 € ebook
  • Sinossi: Undici racconti slegati tra loro ma che seguono un filo conduttore nei temi. I personaggi racconteranno le loro storie finali ruotando attorno ai temi della Morte e dell’Amore, della follia e della vendetta. Ma anche della vita, perché è dipingendo il buio che si parla della luce.
  • Note/commenti/finalità dell'Autore: Questo è uno dei classici libri che l’autore ama e odia allo stesso tempo; perché sebbene nel romanzo ci mette tutta la sua forza volontà, è nel racconto che si apre e parla più di un aspetto di sé nascondendosi dietro i volti dei personaggi e il fantastico “che tutto può”. Non si riesce, infatti, a porsi nella giusta prospettiva con libri del genere per paura di esporsi troppo o troppo poco. In genere, ogni autore, ha il suo cassettino nascosto pieno di racconti segreti che, a volte, lo chiamano invocando a gran voce il diritto di essere letti. Irrimediabilmente lui, prima o poi, cederà. Per me è stato strano perché, prima di dedicarmi a qualcosa di più grande e impegnativo, ho voluto far pace con quelle storie, pubblicandole. Almeno qualcuna perché in quel cassettino nascosto ce ne sono ancora. Ogni tanto sento le loro grida sollevarsi dal profondo. Sono undici racconti che si prestano a quelle letture serali, magari mentre fuori piove. Così, giusto per rimanere in tema e “far dentro come fuori”.
  • BIG da sfidare: Punto in alto e vado sul classico: Guy de Maupassant. Quello più noir dei “racconti fantastici”.