un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

domenica 29 novembre 2015

News: Enciclopedia degli autori self – in lavorazione!




Oggi vi presento un’iniziativa rivolta ai nostri lettori che sono al contempo autori indipendenti, ma che credo possa interessare più in generale anche a tutti gli appassionati di letteratura d’evasione che avranno così la possibilità di scoprire nuove penne sfogliando comodamente una sorta di catalogo/enciclopedia.
Si tratta del progetto presentatomi da Nico Menchini, autore self del romanzo “Storia di Non-Arturo Rose e altre fantastiche creature”, e che si è messo in testa (in senso buono ovviamente) di redigere la prima Enciclopedia degli autori self.
Un lavoro che si preannuncia piuttosto impegnativo, ma sicuramente utile da diversi punti di vista, sia per gli autori in cerca di visibilità, che per i potenziali lettori, i quali si ritroveranno per le mani uno strumento agevole per sfogliare e scoprire ciò che offre il panorama indie.
Non ho idea di come Menchini intenda strutturarla, se per genere delle opere o chissà quale altro criterio discriminante, ma ritengo che ogni iniziativa volta a dare una chance in più a chi si cimenta con le auto pubblicazioni sia meritevole del nostro supporto, perciò offro questo spazietto del blog per dare il nostro piccolo contributo.
Tale Enciclopedia verrà realizzata in ebook e distribuita rigorosamente gratis sui diversi store e (immagino) su tutti i blog e siti di autori che vorranno aderire all’iniziativa.
I self publishers che fossero interessati potranno contattare direttamente l’ideatore del tutto, il quale mi ha autorizzato a fornirvi questo indirizzo:


Cosa serve inviare?

Il materiale è costituito da 3 paginette A4 in word, contenenti rispettivamente:
-        Biografia e contatti autore (mail, blog, social ecc…);
-        Bibliografia (ogni libro dovrà avere la propria breve descrizione e il link per l’acquisto);
-        Estratto/citazione di uno dei libri pubblicati.
Si dovranno spedire inoltre le immagini delle copertine in formato .jpg che verranno poi inserite nella pagina della Bibliografia.
Il materiale va inviato entro il 31 dicembre, quindi abbiamo un mesetto abbondante di tempo.
Ecco, tutto qui.
Ovviamente io aderirò e mi auguro lo facciate anche voi. Cercherò di tenervi aggiornati sugli sviluppi del progettino, promesso!

domenica 22 novembre 2015

Dagger - La luce alla fine del mondo di Walt Popester [Rating 6,5]

Link Amazon (dow. gratuito)




Titolo: Dagger, la Luce alla Fine del Mondo

Autore: Walt Popester

Genere: Dark Fantasy

Rating: 6,5

Prezzo: Gratis









Sinossi:

Figlio di un dio, cresciuto come un ladro. Nascosto da tutti, cercato da ognuno. Il potere dentro si sta svegliando. Sei pronto?

Dagger è un ragazzino di strada, in una città governata da un brutale totalitarismo, venuto al mondo attraverso un rito blasfemo per riportare in vita suo padre. Peccato che il padre in questione è un dio sanguinario la cui anima è stata esiliata all'alba dei tempi per opera del suo fratello e rivale, il dio Angra. Viene nascosto in una gilda di piccoli farabutti, dove una ragazzina albina è l'unico essere che non lo considera un mostro a causa dei suoi occhi rossi. Ma quando i Gorgor, servi del dio esiliato, danno fuoco all'intera città dove è stato nascosto per stanarlo, Dagger capisce che non esiste alcun rifugio per lui.
Sin troppo presto, capirà anche che nessuno può combattere contro se stesso.



Nota da parte dell'autore:

Ho scritto un Dark fantasy il cui scopo fosse spezzare con la tradizione, indirizzando la narrazione verso tematiche più esistenziali rispetto alla vecchia e abusata formula del male contro il bene. In Dagger la lotta del bene contro il male non è netta, né facilmente individuabile, ma è un processo tormentato, interno al protagonista, il cui esito è difficile da prevedere. Non vendo messaggi precotti al lettore, ho preferito creare un testo che si aprisse a più chiavi di lettura.


Recensione:
Una premessa doverosa: mi sono accostato al romanzo di Walt Popester proprio dopo aver letto la sua nota in merito alla rottura rispetto ai classici schemi della letteratura fantasy, quindi le miei aspettative erano piuttosto elevate.
Il testo mantiene ciò che l’autore promette? Sveliamo subito il mio punto di vista: ni.
Il mondo ricreato dall’autore, o meglio i mondi, sono effettivamente cupi e tenebrosi, la crudeltà spietata dei guerrieri si trova in ambo gli schieramenti, ma è nel protagonista che a mio avviso manca quel tocco di cattiveria che lo avrebbe reso più adatto agli scopi dell’autore. Certo Dagger è un tipo scaltro, dalla lingua tagliente e che fa dell’ironia un’arma da imbracciare per difendersi dalle avversità delle quali il destino gli ha lastricato il percorso di vita, ma in sostanza non si discosta di molto dal solito predestinato dall’animo buono. Ok, c’è anche da aggiungere che in questo primo volume Dagger è ancora giovincello, quindi dovremo attendere il seguito per scoprire l’evoluzione effettiva del suo carattere.   
Non mi convince la profusione di parolacce nei dialoghi, che a mio avviso non rendono usate così, quasi fossero dei semplici intercalari. Non mi convincono nemmeno i nomi affibbiati ai personaggi e attinti dal panorama musicale metal, ma è un fattore del tutto personale e chi non conosce queste realtà neppure ci farà caso. Ad ogni modo non ho trovato azzeccata la scelta dell’autore rispetto ai discorsi diretti, sia del protagonista Dagger, che di alcuni personaggi secondari. E’ una scelta ben precisa infatti quella del Popester, perché le doti dell’autore sono evidenti nelle descrizioni e nell’abilità linguistiche applicate alla narrazione, mentre nei dialoghi il tono e i registri mutano drasticamente. L’effetto a mio parere è quello di snaturare eccessivamente l’ambientazione e l’epica del racconto, con toni a volte troppo “frivoli” rispetto al contesto e un sarcasmo che non sempre centra l’obbiettivo.
Gusti personali, intendiamoci.
Sicuramente la scelta effettuata dell’autore porta a un testo che differisce dai classici fantasy che all’opposto presentano sovente discorsi stucchevoli e carichi di “epica artefatta”. A mio avviso una giusta via di mezzo sarebbe stata più azzeccata, perché estremizzando troppo dialoghi/caratteristiche dei personaggi si rischia di sfociare nel grottesco ed alle volte anche una sola caduta può inficiare un intero testo.
Ma allora il romanzo è da cestinare?
Assolutamente no, e lo dimostra il fatto che lo si legge spediti e con la giusta dose di patemi per le sorti del giovane protagonista. In questo l’autore è molto bravo con descrizioni di ambienti, luoghi e situazioni che non si inceppano mai, prive di fronzoli eccessivi ma non per questo banali.
Vengono offerti buoni spunti di riflessione, l’immortalità, il senso del divino, la dedizione e il sacrificio ecc., ma sembra quasi che l’autore in questo caso invece tema di eccedere, mantenendosi più prudente e preferendo concentrarsi sull’azione e sul cinismo lasciando però intravvedere quello che sarebbe potuto essere e invece non è.
E’ questo che mi resta maggiormente impresso dopo la lettura del testo, il sentore che l’autore abbia molte più potenzialità e preparazione di quelle che ha voluto lasciar trasparire dalle pagine di Dagger, forse per venire incontro a un pubblico più vasto, chissà. Ad ogni modo il seguito “Fratelli di Sangue” potrà chiarirci il dubbio, fornendo maggiori lumi a riguardo.
Risultano originali alcune trovate, sicuramente interessanti gli sviluppi che potrà prendere la vicenda e il rapporto tra padre (dio esiliato) e figlio (destinato al martirio), e alcune scene di scontro magistralmente descritte. Anche alcuni dei personaggi che accompagnano Dagger mi sono piaciuti, seppur alle volte anche loro estremizzati fino al parossismo.
Testo curato, cover evocativa, impaginazione perfetta e refusi ai minimi. Nulla da ridire dal lato progettazione e realizzazione, ebook assolutamente professionale.
In conclusione un 6,5 di voto e un consiglio di assaggiare il testo, anche perché offerto in download gratuito. Lo stile dell’autore si coglie sin dalle prime pagine mantenendosi costante per l’intero romanzo, quindi chi lo troverà di proprio gusto potrà godersi appieno un testo a costo zero senza spiacevoli sorprese.
Fatemi sapere poi come è andata!

domenica 15 novembre 2015

Shanti: La Città Santa di Caleb Battiago [Rating 7,5]

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Titolo:  
Shanti, la Città Santa

Autore: Caleb Battiago (Alessandro Manzetti)


Genere: Horror

Rating: 7,5

Prezzo: Euro 2,99









Sinossi:

Justine e Juliette, rimaste orfane, vengono affidate alle “cure” del collegio Sainte Marie di Madame Desroches, nera matrona di Parigi Sud 5. Le due sorelle saranno affidate, o meglio, vendute, alle fauci del mondo, e inizierà a un viaggio su due binari diversi. Justine e Juliette diventeranno prede e predatrici di un mondo brutale e senza speranza, dove l’unica meta è rappresentata da Shanti, la Città Santa, l’ultima diga della deriva universale, esistenziale, politica ed ecologica. Due destini, due prospettive che evolveranno tra una Parigi apocalittica, con i suoi quartieri bordello e i ristoranti di carne umana, il deserto, i cantieri e i serragli sub-umani della repubblica Mesoamericana. 
Una entità, sopravvissuta al tempo, tiene le fila di tutto, del paradiso artificiale di Shanti e di tante speranze. Ma la malavita della Nuova Francia, guidata da Big Blue, e la potente multinazionale New Moon Corporation, vogliono mettere le mani sulla città santa, farne un business a un livello globale. Entrano in gioco killer professionisti e giochi di potere, torna in azione la sensuale e letale Kiki Léger, la protagonista di Naraka - L’inferno delle scimmie bianche, affiancata da un uomo dai mille volti e nature, Messerschmitt. Un intreccio di protagonisti e personaggi che porterà alla deflagrazione finale e a una inaspettata prospettiva. 


Recensione:

Terza recensione sui lavori di Alessandro Manzetti sulle pagine di scrittorindipendenti.com.
Questa volta è il turno di "Shanti – La città santa" che al contrario di quanto scritto nella recensione di Naraka, non ne è il seguito, bensì un prequel.

Shanti esiste, basta avere i crediti necessari per acquistarne la residenza, e Shanti è un vero paradiso, l’unico in un mondo alla deriva. Non si tratta di una semplice promessa, non è un mito da
scoprire post mortem (pagando però subito l’obolo salvifico), ma un paradiso reale, con cancelli (ben presidiati), pronti a spalancarsi innanzi alla giusta mole di denari.

In quest’opera è il piacere, distorto o meno che sia, a regnare incontrastato. La passione sfrenata dell’uomo in ogni sua più laida declinazione. Perversioni divenute ordinarie abitudini, riservate a
chi se le può permettere ovviamente.

Sono le sorelline sedicenni Justine e Juliette a farne le spese, a vivere e seguire ognuna la propria strada buia, per giungere, non senza sorprese, alla destinazione che il Fato ha riservato loro.
Tanto debole, sognatrice e sottomessa l’una, quanto l’altra è scaltra, scafata e dominatrice. Chi la spunterà? Chi ci regalerà i più grandi colpi di scena?

La terra descritta nel romanzo non è andato ancora così “avanti” come in Naraka, per cui i piaceri della carne sono ancora più simili a come li intendiamo ai giorni nostri, anche se estremizzati, lasciando il cannibalismo in secondo piano. Una moda ancora per una ristretta elitè
insomma, niente produzioni di massa.

Il marchio di fabbrica del Manzetti è dato dalla sua prosa inconfondibile. C’è poco da aggiungere a riguardo rispetto alle due recensioni precedenti: la sua capacità di ricreare ambienti ed
atmosfere cupe e prive di speranza è davvero invidiabile.

Un lavoro certosino il suo, calibrando ogni termine, ogni paragrafo in modo tale da giungere a imbastire un costrutto tenebroso e suggestivo che non può lasciare indifferenti.
Ripeto, il testo non è adatto a tutti. Innanzi alla brutalità di alcune scene alcuni potrebbero storcere il naso, ma il pregio della schiettezza e l’assenza di censure, a mio avviso sono il modo migliore
per valorizzare le doti dell’autore.

Ritroveremo anche Kiki, alle prese con il suo esordio nella professione di killer.
Una menzione per i predoni che volteggiano nel circondario di Shanti come veri e propri avvoltoi pronti a cibarsi dei suoi rifiuti e a contenderle le risorse con azioni di guerriglia. Spietati e brutali
assassini, pronti a divorarsi fra loro, selvaggi e criminali capaci di ogni misfatto, né più né meno che i mercenari al soldo delle multinazionali che governano il mondo del Manzetti, né più né meno dei
ricchi che possiedono la residenza a Shanti e di quelli che a tale riconoscimento ancora ambiscono, andando a creare un universo nel quale non esiste nulla di incorrotto.

Un mezzo voto in meno a questo romanzo rispetto a Naraka dove forse venivano meglio sviscerati alcuni temi di grande interesse, che pur rimanendo in secondo piano costringevano a una riflessione più approfondita. Shanti è più volta al materiale, al passionario e al concreto, al caos e all’istinto piuttosto che alla ragione. E’ la fase esplosiva del mondo generato dalla mente dell’autore, una fase che precede la razionalizzazione che porterà all’evoluzione agghiacciante del “Naraka”.
Ad ogni modo ci troviamo innanzi a un romanzo capace di lasciare il segno, un’autoproduzione di lusso, capace di dar lustro all’intera categoria di chi prova a farcela senza affidarsi a una casa editrice sfornando un prodotto professionale e ottimamente realizzato.

Splendida come sempre la cover dell’ebook, impaginazione ed editing curatissimi e prezzo irrisorio per la qualità del tutto, rendono un vero peccato mortale farsi sfuggire questo romanzo.

domenica 8 novembre 2015

"Protocollo Aurora" di Gianluca Turconi [Rating 9+]

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Titolo:
  
Protocollo Aurora

Autore:
 Giunluca Turconi

Genere: Thriller/Azione

Rating: 9+

Prezzo: Euro 0,88









Sinossi:

Inseguimenti e arresti, senza clamore.
Iulian Osprea non ha fatto altro da quando è entrato nell'Unità Speciale di Intervento (USI) della Polizia romena, una squadra catturandi impegnata nella ricerca dei criminali del vecchio regime comunista fuggiti all'estero dopo la rivoluzione popolare del 1989, per i quali le autorità del suo paese non vogliono l'attenzione dei media internazionali. A salvaguardia della riservatezza del proprio lavoro, Iulian deve viaggiare sotto la protezione di un passaporto diplomatico, cambiando continuamente tesserino di riconoscimento, città e conoscenze.
Tuttavia, il caso che lo ha ora condotto a Macao, in Cina, per indagare sui ricercatori della sede locale della Lenzi Pharmaceuticals, una grande multinazionale farmaceutica svizzera, è più pericoloso di qualsiasi altro avuto in precedenza, in quanto riguarda direttamente la sua infanzia e l'incontro - avvenuto pochi giorni prima della caduta del regime di Nicolae Ceausescu con agenti della Securitate, la spietata polizia politica del dittatore - nel quale ha scoperto l'esistenza del Protocollo Aurora, un progetto segreto che ha segnato la sua intera vita.
Proprio a causa degli individui e delle organizzazioni coinvolte nel Protocollo, Iulian sarà obbligato a mentire e manipolare la legge, per proteggersi e continuare le indagini, perché molta gente ad alti livelli politici e finanziari preferirebbe che le verità conosciute dall'uomo che insegue rimanessero sepolte in quel lontano passato rivoluzionario, ormai quasi dimenticato.
Chi vuole il silenzio su determinati fatti è disposto a tutto, anche a uccidere senza scrupoli.
In un mondo criminale dalle molte facce, la tappa asiatica sarà per Iulian solo il primo passo su una strada irta di ostacoli e pericoli, tra politica, violenza, odio razziale, sesso e amore, legati da un filo di follia delirante, fino a tornare in Italia, dove ha trascorso la sua turbolenta adolescenza. Lì scoprirà che la verità, per quanto possa essere spaventosa, è sempre meglio che non sapere
.

Recensione:

“Protocollo Aurora” è un thriller spionistico/poliziesco strutturato come un romanzo corale. L'intera trama (quella principale) gira intorno agli eventi scatenati dagli interessi (politici, economici, personali o legali) verso un famigerato “protocollo Aurora”(da cui il libro prende il nome). Tale protocollo (ci viene spiegato praticamente nel capitolo introduttivo, quindi non faccio spoiler) riguarda una serie di pratiche mediche atte alla cura di malattie tumorali considerate incurabili, ma i metodi usati per la ricerca raggiungono a pieno diritto lo status di crimine contro l'umanità.
Nonostante il punto focale dovrebbe essere questo famigerato protocollo, esso risulta più un escamotage per creare un collante tra tutte le sotto-trame presenti e su cui l'autore si focalizza maggiormente. La trama, infatti, si srotola seguendo (ed alternandosi tra) diversi binari associati a diversi personaggi. Ogni personaggio ha una propria storia che si intreccerà, in un modo o nell'altro, con quelle degli altri, fino a formare un arazzo generale che è, poi, la trama vera e propria del libro. Leggere questo libro dà la stessa impressione di quando si compone un puzzle partendo dagli angoli, passando da uno all'altro ogni paio di pezzi incastrati. Si ha l'idea generale di quale sia l'immagine cercata, ma non si sa come i pezzi si andranno ad incastrare se non dopo averne messi a sufficienza. Non sempre risulta chiaro (perlomeno non subito) il legame tra tutte le sotto trame, ma va detto che, entro la fine del libro, nessun punto viene lasciato in sospeso.
Ogni sotto trama ha i suoi punti di forza e momenti di interesse.
Tra i punti di forza, va detto, ci sono i personaggi.
Il libro, nonostante sia corale, ha un protagonista principale (Iulian Osprea) ma la caratterizzazione di tutti i personaggi presenti (secondari e di sfondo compresi) è curata allo stesso livello, rendendoli riconoscibili e caratteristici. L'unica differenza effettiva presente è lo spazio dedicato ad ogni singolo personaggio e, quindi, l'approfondimento psicologico e di background.
Rimanendo in tema personaggi, il livello di coerenza tra il carattere descritto ed il comportamento espletato è ottima. Non ho notato discrepanze su questo punto. Stessa cosa vale per la coerenza tra personaggi ed ambientazione. Il protagonista (ed i co-protagonsiti/antagonisti) sono riconoscibili dal fatto che hanno almeno una capacità in cui eccellono, anche se nessuno di loro è “rambo” o un/a super uomo/donna. Le loro capacità eccezionali risultano credibili e possibili (cosa importante dato il contesto “realistico” in cui si svolgono gli eventi), inoltre servono anche da indizio per capire il loro ruolo nella storia.
Durante la lettura ho avuto una sola volta un dubbio (per quanto riguarda questo punto) e riguardava Lorenzo e la sua capacità di hacker. La sua elevata capacità, mista alla sua giovane età, mi aveva lasciato un po' stranito. Non è impossibile che un giovanissimo possa diventare un abile hacker, ma volevo vedere quale era il limite che l'autore aveva posto su questa caratteristica. I dubbi si sono sciolti nel momento in cui Lorenzo inizia a spiegare il come riesce a fare certe cose (trucchetti di bassa lega come craccare una password tramite “forza bruta”, prendersi la password direttamente da chi l'ha creata, usare strumenti automatizzati appositi, ecc...).
Parlando dell'ambientazione, come è stato già accennato, la storia si svolge nel nostro mondo, in un contesto realistico (e non alla 007 od in uno di quei polizieschi dove volano pallottole ovunque) ed internazionale. Se vogliamo dare una locazione precisa, ci sono due città principali coinvolte (Milano e Macao). Le location sono ben descritte e danno l'idea dell'atmosfera e del tipo di panorami che vi dovrebbero regnare.
Per quanto riguarda la loro coerenza con la contro parte reale...non sono mai stato a Macao (o nelle altre zone secondarie) e di Milano ho visto solo il centro, ma non ho trovato nessun elemento così particolare da stonare o gridare allo scandalo. Diciamo che, nel caso ci siano imprecisioni, sarebbero cose veniali del tutto ignorabili.
Volendo dare un orientamento temporale, posso dire che tutte (tranne il primo capitolo) le vicende si svolgono ai nostri tempi (anno più, anno meno). Per i più precisi, c'è un'unica data sicura (quella del prologo) poi ci si deve orientare con i racconti di Iulian sul suo passato e su quanti anni siano passati.
Personalmente trovo poco importante la data esatta dato che gli eventi descritti (come viene precisato) sono inventati, così come i personaggi e le aziende coinvolte (però qualcuno potrebbe volersi togliere lo sfizio).
Passando alla scorrevolezza narrativa ed alla coerenza tra gli eventi, non c'è molto da dire. Non ho trovato momenti morti/inutili, possono piacere o non piacere, ovvio, ma è un fatto di gusti e non di come sono stati scritti. Stessa cosa vale per la coerenza tra gli eventi. Nonostante la grande quantità di binari narrativi da gestire, vengono intersecati bene e non mi sono mai trovato a chiedermi “come  è possibile?” o “ ma non aveva detto che...?”.
Va specificato che, in alcuni casi, si possono sentire delle forzature (colpi di fortuna/sfiga od incontri casuali al momento giusto) ma sono presenti verso la fine, quando tutte le storie iniziano a riunirsi in un unico binario ed è capibile la necessità di forzare (anche poco) la mano su alcuni intrecci.
Andando ad analizzare gli errori/difetti... non ne ho trovati.
Il libro può non piacere per tanti motivi (personaggi, trama, sotto-trame, struttura narrativa, tipologia, ecc...) ma è solo una questione di gusti. All'autore non posso neanche “imputare” “bizzarrie” di stile (come è capitato con “Il robot ed altre storie” o con alcune recensioni rivolte ai miei scritti), ovvero scelte stilistiche che possono essere opinionabili.
Andando a terminare la recensione, devo dire che, nonostante la trama generale, di per sé, non sia nulla di innovativo o mai sentito, la combinazione tra personaggi, intrecci e sotto trame lascia molte possibilità di colpi di scena e di immersione, creando dei punti di originalità in una tipologia narrativa che difficilmente offre nuovi spunti.
La relazione qualità/prezzo/lunghezza è tra le migliori che mi sia mai capitato di vedere. Stiamo parlando di un ottimo libro di 340 pagine circa acquistabile (attualmente e solo in versione ebook) a 0,99 euro (e per natale lo potete trovare a 0,88 euro).
Siamo arrivati al voto finale e non sono mai stato più sicuro. Il libro è veramente bello, interessante e ben fatto (anche strutturalmente). Va sottolineato che si parla di un libro completamente indipendente (la “casa editrice” citata nelle prime pagine è, in realtà, una piattaforma di auto-pubblicazione simile a Narcissus o Lulù) e che, quindi, va maggiormente premiato se mostra anche una qualità strutturale paragonabile a quella dei libri sotto etichetta.
Un complimento bonus voglio farlo a Marco Alfaroli, l'autore dell'ottima copertina, che in un'immagine (molto alla James Bond) è riuscito a riassume ed a rappresentare i punti focali della storia.

lunedì 2 novembre 2015

La Vendetta di Augusto di Roberto Genovesi

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Oggi vi presento il romanzo storico di Roberto Genovesi intitolato “La Vendetta di Augusto”, seguito de “La Legione Occulta”, testo che personalmente ho trovato assolutamente imperdibile. Chi fosse interessato lo può trovare qui a un prezzo imperdibile, Euro 0,99.





















Sinossi:
La Legione Occulta è tornata per combattere una nuova battaglia decisiva per le sorti dell'impero. Nel 14 d.C. muore Ottaviano Augusto. Poco tempo prima il suo esercito di sacerdoti – la leggendaria Legio Occulta– era stato sterminato da una congiura di palazzo ordita dai pretoriani. Tutto sembra perduto. Ma l’imperatore, in punto di morte, ordina a Victor Iulius Felix, il suo ragazzo fortunato, di trafugare dal Tempio di Apollo i libri sibillini che raccolgono tutte le più importanti profezie sul futuro di Roma. Tra le righe degli oracoli si nasconde un grande segreto che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’impero. Accompagnato da un allievo balbuziente e dai fantasmi del passato, il comandante della Legio Occulta intraprenderà un lungo viaggio che lo porterà dalla Moesia all’Africa Superior, dalle regioni ribelli della Germania fino alle montagne della Dacia, guidato dall’invisibile itinerario tracciato dagli antichi versi delle sibille. Sul suo cammino troverà spie e assassini, prostitute e traditori ma, soprattutto, una nuova compagnia di eroi che lo seguiranno fino alla scoperta dell’incredibile verità, custodita da un uomo che non può più parlare.



 Sullo sfondo le gesta delle legioni di Germanico (decise a vendicare la disfatta di Teutoburgo e a riprendersi le aquile catturate da Arminio), ignare che il loro destino e quello del loro comandante sono legati a una legio sine nota che solo le parole incomprensibili di una profezia si ostinano a tenere in vita. Anche nel secondo capitolo della saga, la storia di Roma e quella dei suoi principali protagonisti si ammantano di atmosfere fantastiche in un susseguirsi di incalzanti colpi di scena.

Recensione:

Ciò che maggiormente ammiro in Genovesi è la capacità di fondere il soprannaturale con il rigore della narrazione storica in modo così realistico e credibile. I membri della Legio Occulta hanno poteri, alcuni riescono persino a intavolare un discorso con le diverse divinità, ma sono capacità che non possono da sole stravolgere gli eventi.
Gli Dei stessi rimangono defilati, alteri, e imprevedibili. I loro scambi di battute con i negromanti della Legio Occulta sono le parti che prediligo, anche se in questo secondo capitolo sono per gran parte dell’opera assenti. La trasposizione che l’autore ne fornisce è a mio parere azzeccatissima, inserendosi alla perfezione nel tessuto storico narrato e contribuendo a far percepire al lettore quelli che potevano essere i credi, le superstizioni e le leggende degli uomini dell’epoca, un epoca nella quale il soprannaturale era ben più presente e marcato, risiedendo in tutti gli eventi naturali che la “scienza e tecnica” del periodo non erano in grado di spiegare.
In alcune recensioni il libro viene catalogato come storico/fantasy a causa di queste incursioni delle divinità. Non mi trovo d’accordo. Anche gli storici più tradizionalisti non possono fare a meno di riconoscere l’importanza di cui godevano riti vari, divinazione e oracoli all’epoca dei fatti narrati. L’accuratezza storica impressa dall’autore a descrizioni ed eventi è indiscutibile, le “licenze narrative” che si concede sono assolutamente marginali e non certo pervasive, oltre che del tutto plausibili nel contesto storico.
Detto questo analizziamo meglio l’opera, che a mio avviso non è esente da qualche problemino ben più rilevante.
Anzitutto l’inizio è decisamente lento, la vicenda dei versi delle sibille è costruita a mio parere in modo piuttosto goffo per essere opera di un autore con l’esperienza di Genovesi. Anche l’alternanza spazio/temporale dei capitoli non riesce a rendere appieno, creando più confusione che altro.
In casi come questo a mio avviso una narrazione lineare è del tutto preferibile visto che l’escamotage di presentare fatti avvenuti non solo in luoghi, ma anche in tempi differenti, non apporta nulla di così grandioso da giustificare la “fatica” del lettore a mettere insieme i diversi pezzi del puzzle.
L’impressione che ne ho avuto è quindi quella di trovarci al cospetto di un romanzo realizzato in modo frettoloso, con una trama non certo solidissima e personaggi non sufficientemente approfonditi (ad esclusione di quelli che ci erano ben noti dal primo volume). A tal proposito è proprio l’idea che l’autore viva sugli allori del primo romanzo a far dispiacere di più visto che la commistione fra rigore storico e misticismo evocato dalla Legio Occulta è stata una trovata veramente superba, mi sarei atteso qualche altro spunto di originalità che invece è venuto a mancare in questo “La Vendetta di Augusto”.
Ad ogni modo l’autore riesce a compensare parzialmente queste pecche con il gran finale, con un centinaio di pagine dedicata al solo scontro fra i Cherusci di Arminio e le legioni di Germanico, chiamato a vendicare l’ignominiosa disfatta di Publio Quintilio Varo a Teutoburgo.
Gli scontri al cospetto delle inospitali e tetre foreste dell’antica Germania sono un vero spettacolo, cruenti e brutali ma capaci di lasciare lo spazio a slanci di eroismo che ci fanno palpitare per scoprire come andrà a finire.
Epicità e carisma che vengono amplificati ogni qual volta entra in scena la Legio Occulta, garantendole un posto d’onore nell’immaginario dei romanzi di storia alternativa. In questo l’autore è maestro, riuscendo a rievocare in modo lampante lo spirito di grandezza che doveva aver animato la gens italica nell’espandere l’influenza dell’Urbe e che la spinse a imprese mirabolanti.
Per concludere quindi posso solo consigliarvi di leggere il romanzo capostipite, “La Legione Occulta dell’Impero Romano”, quello sì, assolutamente imperdibile. Poi lascio a voi decidere se proseguire con questo, avvertendovi però che i fasti percepiti nel primo non vengono più raggiunti.