un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

lunedì 21 ottobre 2013

Sette, morto che parla e altri 10 racconti. Susanna Raule. [Rating 9]

Titolo: Sette, morto che parla e altri 10 racconti
Autore: Susanna Raule
Editore: auto-pubblicato
Genere: Giallo
Pagine: 50 pagine circa ognuno
Rating: 9
Link download (gratuito)

Trame:
1. Sette morto che parla.
È il terzo cadavere che viene trovato sepolto in un bosco, nei dintorni della Spezia, e la squadra mobile brancola nel buio. D'altronde, sarebbe strano il contrario: per gli uomini del commissario Sensi brancolare nel buio fa parte di una routine ben collaudata. Finché il serial killer continua a essere così discreto da lasciare le sue vittime in posti troppo fuori mano perché i giornalisti se ne accorgano non c’è problema. Ma i giornalisti finiscono per accorgersene e il caso diventa improvvisamente “prioritario”.
La prima avventura in assoluto con protagonista Ermanno Sensi.

2. Carriera Veloce

Per un’ispettrice decisa a fare carriera alla svelta, La Spezia non è la destinazione ideale. Il primo caso che capita a Sasha riguarda un pirata della strada e non sembra che i suoi nuovi colleghi lo stiano prendendo molto sul serio. In particolare, è chiaro che il commissario Sensi non se ne vuole occupare per niente.
Nel frattempo Greta ha un piccolo problema: il suo ragazzo è morto, ma pare che non l’abbia intenzione di andarsene...

3.Lo strano caso del pappagallo fantasma

La cugina del signor Onofrio Dagoberti è scomparsa da ben cinque ore quando lui si presenta in questura per denunciare il fatto, nonostante i suoi precedenti dissidi con l’ispettrice Riu.
Il problema è che la cugina è agorafobica, ansiosa e ossessivo-compulsiva: non si sarebbe mai allontanata dalla sua routine se non le fosse successo qualcosa di grave.
Sensi, ovviamente, è molto perplesso, ma se i nemici dei tuoi nemici sono amici, il signor Dagoberti merita senz’altro la sua attenzione. Anche perché il principale indizio è bizzarro come piace a Sensi: un pappagallo che grida “aiuto!”.

4. Una linea d'ombra

Il commissario Sensi sta provando a raccogliere i frutti della sua momentanea fama, quando viene interrotto da un nuovo caso: un ragazzino è stato molestato da un’educatrice scolastica. Probabilmente. Forse. Anzi, quasi certamente no.
Il caso, è ovvio, si complica subito enormemente, Sensi ha finito le ferie e, per di più, l’educatrice scolastica quasi-certamente-innocente è piuttosto carina.
Tra famiglie disfunzionali, periferie degradate, tossicodipendenti e paranoici psicotici, Sensi e la sua squadra dovranno costeggiare la linea d’ombra tra menzogna e verità. O, quanto meno, un accettabile sostituto di essa.

5. Appartamento di sopra

Sensi non è mai stato portato per le relazioni durature. Quando la tizia con cui ha avuto una relazione-lampo la settimana precedente lo chiama a notte fonda per denunciare un crimine nell’appartamento sopra al suo Sensi non è particolarmente felice di accorrere in suo aiuto. Tanto più che sembra che il crimine non ci sia stato affatto.
Naturalmente, però, quando uno i guai va a cercarseli...

6. Mezza sega

Quando gli sparano, Sensi non pensa che l’aggressore possa essere un carabiniere. Guido Mari è grosso, tatuato e assomiglia a un teppista. D’altronde, neanche Sensi sembra una persona benintenzionata, se lo incontri in una zona malfamata, di notte, mentre insegue qualcuno con una pistola in mano.
Quel qualcuno è una vecchia conoscenza del commissario, un adepto della setta che, molti anni prima, Sensi ha smantellato. E non ha dei sentimenti positivi per il suo ex-amico.
Sensi e Mari dovranno collaborare per forza per ritrovare l’uomo.

7.Clamidia

Il commissario Sensi è tornato dalle sue vacanze a Berlino con il raffreddore e con la clamidia. L’ha seguito anche qualcos’altro, ovvero l’ennesimo caso di cui non vuole occuparsi.
Nel frattempo, alla Spezia ha iniziato a colpire una banda di ladri di gioiellerie. Un altro caso che, per quanto riguarda il commissario, ha bassissima priorità.
Tra poliziotti tedeschi non più svegli di quelli italiani, mistress e anziani signori ansiosi di collaborare, per il commissario si annuncia un rientro tutt’altro che rilassante.

8.Black Christmas

Sensi odia il Natale. Durante le feste la gente sembra impazzire, come la donna che ha teso un agguato sulle scale a suo marito, colpendolo con un abete. O come l’uomo vestito da Babbo Natale trovato morto in un vicolo. Ma il problema più grave del commissario è un altro: non ha idea di quale regalo comprare alla sua quasi-fidanzata storica, Carmel.
Ci sono delle volte in cui, semplicemente, non puoi vincere.

9. Lividi

Un anziano signore ucciso con un ferro da stiro non è abbastanza per mettere in moto il commissario Sensi, le pretese di una futura-ex possessiva e invadente, sì. Certo, Clara è conturbante, rossa e dalle gambe lunghe, ma osservata più da vicino è una vera strega.
Insomma, è un brutto momento. Il mal di testa del commissario non se ne va, gli fa male lo stomaco e sembra che tutto complotti contro di lui.
Sembra... oppure è proprio così?

10. quello che non sai

I furti in villa non sono tipici casi di cui Sensi voglia occuparsi. Cioè: sono casi che gli interessano ancora meno degli altri. Quando il questore in persona lo chiama per affidargli le indagini sul furto ai danni di una ricca signora molto ben inserita, quindi, Sensi capisce subito che è in arrivo una rogna colossale.
E la rogna arriva subito: quello che i ladri hanno preso dalla villa sono dei filmati molto particolari.
Tra medium schizofrenici e gattari, boss della malavita che vivono nelle case popolari e femme fatale un po’ ammaccate, il commissario si troverà a giocare a un gioco che davvero non fa per lui.

11.Hardcore

La nuova tizia che Sensi ha appena conosciuto non sembra una persona facile. È contraria quasi a tutto e i suoi gusti musicali non sono in linea con quelli del commissario. Ma quando gli chiede il suo aiuto, Sensi non riesce a tirarsi indietro, anche se non si tratterà di un caso semplice... né indolore.

Questa più che una recensione sarà una dichiarazione d’amore, Amore imperituro per questa autrice. Ho scoperto Susanna Raule e il suo commissario approfittando dell’offerta lampo di amazon. Ho acquistato così il primo romanzo L’ombra del commissario Sensi che, se devo essere sincera, non mi aveva convinta del tutto, anche se mi aveva messo un gran prurito al e la voglia di leggere ancora le sue avventure bislacche. Mi era rimasto appiccicato addosso.
Così ho preso il secondo romanzo, satanisti perbene, ed è sbocciato l’amore. Quindi, come sempre accade quando m’innamoro di un autore/autrice o di una serie, da brava lettrice ossessivo-compulsiva, leggo tuuutto ciò che è stato scritto, tutto quello su cui riesco a mettere le zampe. Con questi racconti posso dire di aver letto tutto sul commissario Sensi. Mancano solo le note a margine e la lista della spesa. Sig.ra Raule?! le  pubblichi pure … io le leggo di sicuro.
Il commissario Sensi è un commissario fuori dall’ordinario. Non solo nell’aspetto..
Con il suo stile goth, capelli lunghi e  trasandati, vestito sempre e solo di nero, stivali alti stretti al polpaccio, Sensi sembra più un elemento sospetto che un poliziotto. Eppure a soli 35 anni è capo della squadra mobile di La Spezia ( o meglio di Spezia). Un passato come infiltrato in una setta satanica, gli ha portato delle onorificenze,è vero, ma ha lasciato pure dei segni profondi e una presenza non proprio desiderata.
Per il resto è un lavativo, arriva perennemente tardi a lavoro, demanda ai suoi sotto posti tutto ciò che è noioso e laborioso e durante le indagini ciò che davvero gli viene alla perfezione è :brancolare nel buio.
Il commissario Sensi  si odia o si ama, non ci sono vie di mezzo.
Le indagini cominciano sempre da un elemento banale..un qualcosa di apparentemente insignificante, a cui nessuno darebbe importanza, ma che per un qualche motivo porta Sensi a rimuginarci su.
Io non sono nuova a indagini senza capo ne coda e commissari non ordinari, amo moltissimo Fred Vargas e il suo commissario Adamsberg e, in un certo senso, seppur in modo differente, Sensi mi ricorda lui.
Le storie che Susanna Raule ci propone hanno però un elemento in più..il soprannaturale.
Già perché Sensi durante il suo periodo da infiltrato, ha imparato seriamente a maneggiare l’occulto…e si è portato dietro un ricordino..un po’ ingombrante.
Un elemento questo che potrebbe non piacere se si cerca un giallo classico ma che, per me, da quel tocco in più.
Lo stile della Raule è uno stile ironico e graffiante. Un ironia misurata che rende la lettura piacevole e divertente. Non mancano le risate.
Le indagini non sono scontate ne banali e lasciano sempre di stucco nel finale.
Pur essendo dei semplici racconti (lungh.media 50pg) non lasciano quel senso d’incompiutezza, come succede spesso(almeno a me) quando si leggono racconti brevi, sono ben sviluppati e, come le ciliegie, finito uno si vuole iniziare l’altro.
Insomma, potete leggerli come antipasto,per darvi l’opportunità di conoscere questo personaggio e capire se fa per voi…o come dessert, se lo conoscete già ma, come me, siete in astinenza. Valgono la pena.

Alcune citazioni (tratte dai romanzi..non dai racconti, vi toglierei tutto il gusto):

Sensi aveva ascoltato la gragnola di ordini senza muovere un muscolo. Anche perché, in effetti, cercava di continuare a dormire in posizione eretta.” (tratto da satanisti perbene)

"Arrivarono a Bologna verso le cinque di sera, perché Sensi aveva voluto fermarsi in quasi tutti gli autogrill. Durante una di queste soste aveva fatto una lunga telefonata con Dozio, poi aveva chiamato Tudini per sapere se alla Spezia la sua squadra continuava efficacemente a brancolare nel buio anche in sua assenza."(tratto da satanisti perbene)


"«Già, adesso abbiamo la spada. È chiaro che mi aspetto che dal laboratorio, su queste basi, mi dicano se l’assassino ha avuto la varicella oppure no. Dopodiché ci metteremo ad aspettare al varco gli adulti che vogliono essere vaccinati. Sarà un arresto lampo»."(tratto da L'ombra del commissario Sensi)

"Sensi era molto bravo a fingere di non essere un poliziotto.
Talmente bravo, in effetti, che la metà delle volte le macchine di pattuglia lo fermavano come elemento sospetto"
(tratto da L'ombra del commissario Sensi)

martedì 8 ottobre 2013

Strategia di Scrittura nº18: Vuoi proprio saperlo?


Gran parte del materiale di questo articolo - esempi esclusi - è tratto e/o riadattato dal manuale “Writing Tools” dell’insegnante di scrittura Roy Peter Clark, che ringrazio immensamente!

Eccoci dunque alla seconda tecnica di “spinta” del lettore – niente spintoni fisici, per carità, riferiamoci alla semplice istigazione alla lettura!

Nello scorso articolo si è discussa la buona pratica di seminare indizi e sottili anticipazioni all’interno del testo.

Questa volta, invece, ci occupiamo di...

di...

diiiii... 

 ...suspense!

Chiedo venia per lo sporco trucco, ma è proprio questo il succo del discorso. Perché mai avrai cliccato su “Continua a leggere...” dalla home page? Se rispondi “Per sbaglio” o “Me ne sono già pentito” mi metto a piangere. Altrimenti, dev’esser stato per via del titolo curioso dell’articolo, della mia irritante reticenza, o dei puntini di sospensione...

Immagina che il nostro baldanzoso eroe, l’investigatore Martin, cada nelle grinfie dal suo acerrimo nemico, il Becchino. Proviamo a fare un paragone tra due modi di terminare il capitolo:

Martin scorse il bianco dei denti del Becchino, prima che il coperchio della bara si chiudesse con un tonfo su di lui. Rimase immobile finché l’oscurità e il silenzio si fecero completi, quindi si mise all’opera.
In breve sarebbe stato libero, grazie agli strumenti che aveva nascosto nelle scarpe.

Oppure:

Martin scorse il bianco dei denti del Becchino, prima che il coperchio della bara si chiudesse con un tonfo su di lui. Rimase immobile finché l’oscurità e il silenzio si fecero completi.
Sepolto vivo.
O così credeva quel bastardo.
Respirò a fondo e si mise all’opera.

La prima soluzione spiega tutto subito, senza ritegno. Il capitolo finisce e il lettore - Giacomo, per esempio - sa già quel che accadrà nel prossimo. A ‘sto punto, perché darsi alla fatica di continuare? Giacomo si toglie gli occhiali, spegne la luce sul comodino e buonanotte.

Sfido Giacomo a riuscirci con il finale numero due! Come potrà prendere sonno, senza dare almeno una sbirciata all’inizio del prossimo capitolo, giusto per sapere?

È questo l’obiettivo di un cliffhanger, per usare il termine inglese: lasciare il lettore “appeso” e costringerlo a proseguire la lettura. Se hai letto qualcosa di Dan Brown, sai benissimo a che mi riferisco: per quanto i suoi testi attirino maree di critiche, giustificate o meno, io mi inchino alla potenza del suo motore alimentato a suspense!

Anche se è comprovato che un cliffhanger funziona bene soprattutto alla fine di un capitolo o di una sezione (o di una puntata, nel caso dei serial televisivi - magari subito prima della pubblicità, miserabili!) nulla impedisce di usarne all’interno del flusso della narrazione:

Martin corse nelle tenebre con quanto fiato aveva in corpo. Non aveva percorso che una decina di metri, quando sentì il terreno mancargli sotto i piedi.

Le sue dita artigliarono il bordo della fossa, appena in tempo. Era profonda, i suoi piedi dondolavano nel vuoto. Provò a issarsi sul bordo, ma la terra gli si sbriciolò sotto le unghie. Piombò nel vuoto con un lamento disperato.

L’impatto con il suolo non lo uccise, malgrado tutto. Tastò nel buio e confermò di essere caduto sul morbido. Morbido e viscido. E si muoveva sotto la sua schiena.

E così via... Ogni paragrafo si conclude con una piccola sorpresa che fa balzare gli occhi del lettore sulla prima riga del blocco di testo successivo. Come il pescatore usa il mulinello per trascinare la preda verso riva, così un testo ricco di suspense attira inesorabilmente avanti chi lo legge.

Tutto qui? Sembra banale, quasi scontato, ma non lo è. Cerchiamo sempre di osservare come i bravi narratori utilizzano i cliffhanger, e imitiamoli ogni volta che possiamo.

Per finire, tenetevi forte, perché nel prossimo articolo parleremo di...

diiii....

...non ve lo dico, mwhahaha!

Image courtesy of digitalart / FreeDigitalPhotos.net

sabato 5 ottobre 2013

Mordraud di Fabio Scalini [Rating 6]

Titolo: Mordraud
Autore: Fabio Scalini
Editore: auto-pubblicato
Genere: Fantasy
Pagine: 593
Rating: 6
Link download (gratuito)




Oggi vi presento un ebook fantasy gratuito bello corposo, che si può scaricare direttamente dal sito dell’autore Scalini Fabio
Un sito ben fatto oltretutto, con immagini tratte dal romanzo stesso e booktrailer e capace quindi di far sorgere subito grandi aspettative…



…e come spesso accade in questi casi, si rischia di rimanerci pure male.
L’autore ha fatto una scelta ben precisa che a mio avviso però non paga.
La narrazione degli eventi è del tutto lineare: nascita, sviluppo, vita, morte ecc.. dei personaggi principali.
Una cosa particolare che potrebbe anche rivelarsi vincente se sfruttata adeguatamente. Seguire l’epopea di un personaggio sin da quando è in fasce (nel nostro caso si parla di tre fratelli), può sicuramente giovare a far innamorare il lettore, a farlo rendere partecipe di tutti gli eventi che hanno segnato il percorso evolutivo degli stessi forgiandone carattere e inclinazione ecc…, eppure personalmente credo che qualcosa sia andato storto.
Ho fatto una gran fatica a leggere le prime 250 pagine nelle quali l’autore descrive in modo minuzioso gli anni di vita dei soggetti sino all’età in cui avvengono gli eventi principali.
Se non fosse stato per la buona scrittura di Scalini, confesso che avrei abbandonato l’ebook.
Già, perché la prosa dell’autore è molto buona, scorrevole e gradevole, anche se andrebbe posta maggiore attenzione ad alcune cadute di stile con l’utilizzo sporadico di termini gergali e fuori contesto, che rischiano di “svegliare” il lettore dal mondo in cui è immerso.
Un blando editing in questo caso avrebbe risolto il problema. Però traspare chiaro che Scalini oltre a saper scrivere è competente in materia, senza mai presentarci situazioni surreali e sensazionalistiche fini a se stesse.
Quello che lascia perplessi è il volume di romanzo dedicato alla fanciullezza dei fratello, ai loro stralci di vita quotidiana dove effettivamente non accade un gran che e che non vengono neppure sfruttati a dovere per approfondire il “mondo” nel quale è ambientato l’ebook.
Insomma, il voto finale risente in gran parte di questo inizio che se non soporifero, almeno noioso devo definirlo. Ed è un peccato intendiamoci!
Fossi nell’autore condenserei il tutto in meno di 100 paginette, e sarei pronto a giurare che il riscontro di pubblico ne gioverebbe, mentre alla storia verrebbe tolto decisamente poco. Abusare della pazienza del lettore non è una buona scelta a mio avviso, men che meno per noi autopubblicati.
Aggiungo che di spunti originali ce ne sono e su tutti spicca la gestione della “magia” attraverso il canto e la musica.
Le parti dedicate a questa sono evidentemente di forte ispirazione per l’autore che da il meglio di se quando si parla di cori, note e compagnia bella..
Con la magia nei romanzi fantasy si corre sempre il rischio di destabilizzare i mondi ricreati, mente Scalini riesce nell’intento di rendere credibile “il sovrannaturale” gestendo questo aspetto delicato con grande maestria e originalità.
Grande merito all'autore anche nell'essere riuscito a tratteggiare il carattere dei tre fratelli-protagonisti in modo da renderli sfaccettati e dorati di "luci e ombre" senza propinarci il solito eroe senza macchia contro il cattivone di turno, ma rendendoli tutti soggetti alle normali debolezze umane.
Aggiungo solo che il pathos del finale è sicuramente ben costruito e si fatica a staccarsi dalle pagine.
Questo è comunque solo un primo capitolo per una serie che si preannuncia decisamente interessante (ora che le presentazioni sono state fatte…)

Voto 6.