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sabato 25 dicembre 2021

Buone feste e giorni lieti

 




«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.» (Gv 1,14)

Buone feste e giorni lieti a tutti i nostri lettori. Possano Grazia e Verità divenire le nostre guide in questo periodo complesso.


domenica 19 dicembre 2021

Recensione: Tra Le Fauci Dell'Inferno di Riccardo Giacchi [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Titolo: Tra le fauci dell’Inferno

Autore: Riccardo Giacchi

Illustratore: Lenny Luca Canova

Editore: Infinity Mundi

Genere: Libro Game, Fantasy, Eroico, Apocalittico

Caratteristiche: Scelte Multiple, Punti Esperienza, Indovinelli, Scelte a Tempo, Inventario, Paragrafi Flashback, Finali Multipli, Galleria Immagini

Descrizione prodotto:

Tra le fauci dell’Inferno di Riccardo Giacchi è il nuovo librogame horror disponibile per smartphone con app I-Phone e Android edito da Infinity Mundi. Scarica qui la tua app.

Sotto le spoglie del mondo moderno e di un’esistenza apparentemente normale, l’antico conflitto tra Decaduti delle Tenebre e Campioni della Luce sembra volgere al termine. Il genere umano, a sua insaputa, sta per naufragare in un’era di caos.

Solo un manufatto divino può ribaltare una sorte così avversa e solo un prescelto può osare dove altri fallirebbero, ovvero tu, Babel, nella carica di Gran Maestro.

Armato del tuo lanciafiamme sacro, di un insano coraggio e con addosso nient’altro che i tuoi vestiti da metallaro, dovrai farti strada negli abissi dell’inferno per recuperare ciò che è stato perduto… e riuscire a tornare indietro.

In questa storia interattiva il protagonista sei TU!

Accendi la tua immaginazione, fatti trasportare dalla trama coinvolgente e dalle splendide illustrazioni.


Sinossi:

Questo è un libro interattivo, genere horror- fantasy, composto da 264 paragrafi, di cui ognuno può essere un’azione, un bivio, un combattimento, il tutto determinato dalla strada che il lettore deciderà di seguire impersonando Babel, colui che è chiamato a districarsi nel calderone infuocato comunemente chiamato Inferno. Lo scopo della missione è ritrovare lo Specchio, il manufatto divino capace di sconfiggere i Decaduti grazie alle sue visioni profetiche. Già... perché il mondo è dilaniato da un’antica lotta tra due fazioni, la Confraternita della Luce e i Decaduti delle Tenebre, e la perdita dell’antica reliquia da parte dei Campioni della Luce verte il conflitto a favore dei loro secolari nemici. Dopo il tradimento di Apellos, e dopo aver affrontato un terribile passato e nemici di ogni sorta, ora è Babel a capeggiare la Confraternita nella guisa di Gran Maestro, e come tale è esposto ai pericoli maggiori. Il tutto comincia quando il protagonista si lancia dalla finestra del suo ufficio, portale che conduce al regno dei morti, armato col suo solo coraggio e un lanciafiamme benedetto. 

Nel corso dell’avventura ci si imbatte in innumerevoli nemici mostruosi e, talvolta, anche in enigmi atti a sbarrare il passo, la cui risoluzione è fondamentale per proseguire. Il finale porta il protagonista sulla cima di un cratere dal quale si libra lo spettro di Apellos, custode di quel reame dannato. All’interno del cratere il protagonista vede fluttuare lo Specchio, ma c’è un solo modo per poter raggiungerlo e quindi agguantarlo. Un modo che richiede un prezzo salato: stringere un’alleanza diabolica con il nemico giurato.

Recuperata la sacra reliquia, Babel si risveglia nel suo ufficio brandendo la fidata arma e la reliquia appena conquistata, ma si accorgerà che parte dei suoi connotati sono mutati, e che Apellos ora vive dentro di lui.


Recensione:

Oggi ho il piacere di parlarvi di un libro/game interessante e, per molti aspetti, di new generation, tuttavia che ancora non ha preso piede nel nostro Bel paese.

Devo dire che il nuovo modo di narrare e immaginare nuovi mondi dell’autore mi ha molto colpito. Sto parlando di un librogame horror le cui ambientazioni riprendono in parte quelle della Divina Commedia. Ardue, direi, ma ben costruite e in cui non c’è spazio per le incongruenze, di qualsiasi genere, da quelle spazio/temporali ad altre che un libro/game richiede.

L’intreccio si focalizza principalmente sul conflitto di due schieramenti: La Confraternita della Luce che opera per il bene della comunità e i Decaduti, che al contrario vorrebbero che il Caos

tornasse a sconvolgere l’intera umanità.

La storia si svolge ai giorni nostri ma in un tempo indefinito. 

Abbiamo poi molti personaggi ben delineati, i cui Pov sono ben descritti; tra questi abbiamo Apellos, in passato Gran maestro e traditore della Confraternita, alla quale un altro personaggio, che nel frattempo è stato nominato Gran maestro della Confraternita, deve porre rimedio. 

Quello che suscita gran parte di interesse oltre la storia in sé, sono i numerosi riferimenti ai gironi danteschi, al fatto che Apellos sia il padre adottivo di Babel.

La missione del gioco consiste nel recuperare tra le fiamme dell’inferno lo Specchio di Dio: un manufatto divino capace di prevedere ciò che potrebbe accadere in futuro.

Suggestive le descrizioni delle armi di cui sono dotati i personaggi: lanciafiamme di fuoco sacro adoperati dai mostri infernali che cercano di contrastare l’avanzata di livello del giocatore, e al potere di immunità alle fiamme dello stesso giocatore. 

Tuttavia, capirete ben presto che niente può prepararvi davvero ad affrontare il terrore delle creature infernali che cercheranno di ostacolare il vostro cammino.

Le meccaniche di gioco sono molto semplici, in quanto consistono soprattutto nel lasciar scegliere al lettore il modo di agire del protagonista al termine dei paragrafi, infatti anche gli stessi combattimenti si svolgeranno solo nella sfera narrativa. Ma ciò che mi ha colpito oltre all’ambientazione dantesca, alle tecniche dei libro/game magistralmente organizzato, è stata la struttura narrativa con la quale si narra il game stesso. Una capacità che pochi autori riescono a mettere in atto come ideatori di romanzi di tale genere.

Ora passiamo allo stile: l’autore, Riccardo Giacchi, descrive senza risparmiarsi, a sprazzi anche troppo, ma questo non guasta, soprattutto se si tratta di un libro/game horror/fantasy, nel quale tutto è possibile e tutto può essere inserito se si dosa con sapienza all’interno di scene horror a volte Splatter in cui è costretto a sguazzare il nostro personaggio principale.

Per concludere, questo libro ha molti punti positivi che entrano in conflitto con altri negativi, ma che non inficiano assolutamente all’interno di una narrazione fluida non scontata e consapevole dell’autore, il quale avendo scelto di scrivere una cosa del genere a dir poco futuristica, sa bene dove andare a parare.

Complimenti davvero all’autore e un plauso al bravissimo illustratore, Lenny Luca Canova, che ha saputo trasformare in immagini la narrazione.

Consigliato agli amanti dei video giochi dove si affronta un genere “Splatter” di cui poco si prende in considerazione in narrativa fantasy.

Voto: sette.

Peg Fly


martedì 14 dicembre 2021

Recensione: PICATRIX, la scala per l' inferno di Valerio Evangelisti

 


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Sinossi:

Nel quarto episodio della saga dell'inquisitore Eymerich, pubblicato originariamente nella collana "Urania" nel 1998, il frate domenicano viene inviato in missione nel regno arabo di Granada e, accompagnato dal marrano Alatzar, deve giungere fino alle misteriose Isole Felici, al largo della costa africana oltre le Colonne d'Ercole, per sciogliere l'enigma dell'oscura profezia secondo cui il regno dei cristiani finirà "tra teste di cane e alberi di sangue". 

Tutto inizia quando, nel 1361, a Saragozza si scopre che orrendi mostri dalla testa di cane uccidono chiunque entri in possesso di un misterioso libro di magia, il Picatrix, mentre in cielo appaiono giganteschi dischi luminosi. Gli stessi che, secoli dopo, brillano sull'Africa mentre sta avvenendo un esodo di bambini di dimensioni apocalittiche. E mentre il professor Frullifer, in un manicomio delle Canarie, assiste allo strano comportamento di alcuni internati che, una volta l'anno, latrano come cani. E smettono solo quando l'effigie del Diavolo viene arsa sul rogo...


Recensione:

Valerio Evangelisti è uno dei miei autori italiani preferiti. I suoi romanzi sono capaci di unire scenari e situazioni delle più svariate, mischiando generi differenti in modo magistrale. Il tutto mantenendo una ricostruzione storica ineccepibile, capace di dare spessore alle vicende narrate e rendere verosimili anche gli eventi più bizzarri. 

Per queste ragioni sono solito centellinare i suoi lavori, non vorrei mai che la sua vena creativa dovesse inaridirsi all’improvviso, lasciandomi privo di nuovi materiali.

Come detto in altre occasioni, prediligo le serie minori, rispetto a quella principale dell’Inquisitore Eymerich, ma non nego che alcuni episodi di quest’ultima epopea abbiano saputo entusiasmarmi. Tra questi, Picatrix, la scala per l’inferno, non mi ha certo deluso. 

Belle le linee narrative che fanno da spalla alla principale dedicata al nostro Inquisitore preferito, e piacevole l’intero corso della narrazione. Il modello rimane quello consolidatosi negli episodi precedenti, con le varie storie che fanno convergere passato, presente e futuro in un finale ricco di fuochi d’artificio. 

Sempre sugli scudi Eymerich, capace di rimanere fedele a se stesso, mai domo e mai prono al politicamente corretto, una figura granitica nelle proprie convinzioni, spietata, ma quanto mai coriacea nel conquistarsi i lettori, senza cedere alla tentazione di smussare le proprie spigolosità pur di farli propri. Bello, bello.

Decisamente molto evocativa l’esodo biblico dei bambini di sabbia, la linea narrativa che più ha colpito la mia immaginazione. Carneficina, stregoneria, superstizione e milizie deliranti. Un mix avvincente e riuscitissimo, in un ambientazione africana che fa da sfondo perfetto alla follia degli eventi sfuggiti di mano alle varie operazioni di "peacekeeping".

Che dire, soliti complimenti di rito a Evangelisti, e un consiglio di cuore ai lettori di non perdersi neppure questo suo romanzo. 

Andrea Zanotti


domenica 12 dicembre 2021

Recensione: Il 71esimo senso: La Torre di Hagar Lane [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Titolo opera: Il 71esimo senso: La Torre

Autore: Hagar Lane

Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: saggio, misticismo, Tarot, Kabbalah

Prezzo: ebook 4,99, cartaceo 19 €

Sinossi: 

L’idea di scrivere questo libro è nata dopo anni di studio del Tarot e della Kabbalah. I grandi maestri di Kabbalah dicevano che il Tarot aveva tratto ispirazione dalla Kabbalah e i grandi tarologi dicevano, invece, che era la Kabbalah ad aver tratto ispirazione dal Tarot. Notavo anche che ogni autore mappava i 22 Arcani maggiori del Tarot e le 22 lettere dell’Alfabeto Ebraico sui 22 sentieri dell’Albero della Vita un po' come voleva, e spesso ricorreva l’affermazione che l’Albero della Vita fosse un frattale, ma nessuno lo dimostrava con riferimento al Tarot e all'Alfabeto Ebraico. Notavo anche che molti tarologi avevano creato un binomio fra il Tarot e le religioni cristiana ed ebraica, ma io vedevo delle chiare corrispondenze anche col buddismo tibetano. Insomma, un giorno è sorto in me il desiderio di capire come stessero le cose fra Tarot, Gioco degli Scacchi, Albero della Vita, Alfabeto Ebraico e Buddismo, certa in cuor mio che l’Albero della Vita fosse un frattale, come anche il Tarot e l’Alfabeto Ebraico, e che il Tarot avesse un forte legame col Gioco degli Scacchi e con tutte le antiche tradizioni sapienziali. Così ho lentamente dimostrato tutto ciò che sentivo, dando forma a quest'opera.

L'intento di quest'opera è restituire dignità e onore al Tarot, inoltre si apprende un metodo di studio da autodidatti del Tarot e s'imparano i fondamenti della Kabbalah, per vedere la vita con occhi nuovi.


Recensione:

Oggi voglio parlarvi di un testo del tutto particolare, Il 71esimo senso: La Torre di Hagar Lane. Vi avviso subito, non si tratta di un romanzo, anche se all’interno di quest’opera troverete ugualmente avventura, storia e mistero, e sarete condotti in un viaggio incredibile. Già perché l’autrice è stata abile a edificare una costruzione sorretta da pilastri assai differenti, ma capaci di donare al tutto un equilibrio a dir poco invidiabile. 

L’analisi di Hagar Lane all’Arcano Maggiore XVI spalanca un vero e proprio universo, che lei riesce a plasmare e racchiudere nelle quasi cinquecento pagine di questo prezioso volume, donandogli massima coerenza nonostante la vastità degli argomenti affrontati. 

Ammetto di non possedere la preparazione necessaria a comprendere appieno tutti i passaggi, ma il mix di studio del Tarot, della Kabbalah, degli scacchi, dell’alfabeto ebraico, con i rispettivi rimandi simbolici, e il parallelo costante con il vangelo gnostico di Tommaso è riuscito a tenermi incollato alle pagine dall’inizio alla fine. Ricordo per chi non l’avesse letto, che l’autrice è già stata ospite di queste pagine con la recensione al suo romanzo Cavalier Hak

Già all’epoca mi era parso evidente il bagaglio di conoscenze possedute dall’autrice, cosa di certo confermata in questo saggio. Ciò che però importa è che questa ingente dose di nozioni venga estrapolata e sfruttata nel migliore dei modi per offrire un lavoro capace di coinvolgere e di stimolare il lettore alla riflessione. Gli sterili concetti vengono dispiegati in modo coinvolgente, creando connessioni e associazioni originali, tutti da scoprire in una caccia al tesoro entusiasmante. 

In questi ambiti di rado ci troviamo innanzi a certezze assolute, ognuno deve scoprire la propria versione di Via, ma per farlo necessita di comprendere i rudimenti di come applicarsi in questa “cerca”. Ecco, nel mio caso ad esempio questo lavoro è stato a dir poco utilissimo, fornendomi una mappa mentale di come l’autrice ha affrontato il Tarot. Un lavoro che mai avrei potuto neppure immaginare, nonostante i numerosi volumi letti in precedenza, anche se non specifici ai tarocchi. Posso assicurarvi che vedrete quella semplice carta spalancarsi come un portale su mille mondi, mille versioni differenti, eppure tutte plausibili, è stata una vera scoperta. Un condensato di simboli si dispiegherà innanzi a voi, lasciandovi la facoltà di percepire quello che più si addice alla vostra sensibilità. 

Bello, e ben fatto. 

Non è facile condurre in porto un lavoro del genere. Anche la struttura stessa dell’opera è studiata e realizzata in modo ottimale. La ragione e la pianificazione riescono a prevalere sul sentimento nelle parti in cui questo è necessario, e a lasciar briglia sciolta all'immaginazione creativa e ultrasensibile per trasporre in scritto quanto percepito dall'autrice grazie all'intuito, nelle altre. E questo traspare in modo evidente, offrendoci una lettura ricca, ma sempre ordinata e agile da seguire. Il materiale è veramente tanto, eppure Hagar Lane non si smarrisce nel labirinto, mantenendo sempre salda la rotta e ispirata la prosa. 

Grande cura all’editing, al comparto grafico, con immagini e schemi sempre evocativi, e tendenza dei refusi allo zero, completano un romanzo che da lustro all'intera categoria degli autori autoprodotti. Massima professionalità e profondità delle tematiche trattate ne fanno un piccolo gioiello che mi sento di consigliare vivamente a tutti gli amanti delle belle letture e non solo agli appassionati di misticismo e ricerca spirituale.

Complimenti di cuore alla scrittrice!

Andrea Zanotti 

mercoledì 8 dicembre 2021

Disfida nr. 150: Armilla Meccanica di Carta Fabio VS Dan Simmons

 



Titolo opera: Armilla Meccanica vol.1 - Nel cielo

Autore: Fabio Carta

Editore: Pubblicazione indipendente

Formato: soltanto ebook

Genere: fantascienza space opera

Prezzo: 2,99 €

Sinossi: 

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Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. 

Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile. 

Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. 

Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. 

I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l'aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno. 

Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio.


Note/commenti/finalità dell'Autore: 

L'intenzione era quella di raccontare uno scontro generazionale futuristico (ma in parte attualissimo) tra queer idealisti e romantici e i loro precursori, pionieri e truci operai spaziali, con gli stivali incrostati di realismo e pragmatismo. 

Uno scontro generazionale che però, grazie allo slittamento temporale tra vari sistemi planetari - alla Interstellar, per intenderci - vede fronteggiarsi tutti praticamente nello stesso presente, con entrambi gli schieramenti dotati del vigore, dell'incoscienza e della tenacia della gioventù. In questo marasma di fortissime emozioni e crisi sociali interplanetarie emerge il nostro "eroe", o meglio antieroe, bolso, stanco, disilluso: l'unico vecchio in una galassia di giovani ribelli. E sarà proprio una ribelle, dopo un rocambolesco incontro-scontro, a rapirgli il cuore e a convincerlo a ridestarsi e ad intraprendere la sua strada. 

Si parla di amore, quindi, ma anche di amicizia, di dolore, di miseria umana come di quella economica, di sfruttamento, di lavoro e di tolleranza. E anche di dittatura, quella vera, e in questi tempi in cui la parola viene spesso utilizzata a sproposito forse non è un male interrogarsi e immaginarsi su cosa veramente potrebbe essere vivere sotto il giogo di una tirannia. 

Questo il quadro. La cornice è una space opera senza alieni, ma con molte società, culture e sub-culture umane "alienate" o conformi all'Armilla, il grande consesso cosmico informatico che governa la via Lattea. Una space opera dove, ovviamente, non poteva mancare la mia cifra di autore amante dei "robottoni", che sono la mia firma, in questo caso macchine industriali bipedi pilotate come mezzi corazzati, ovvero dei veri e propri mecha japan-style, per cui sarebbe meglio dire dei "meka". Spero vi divertirete a leggere Armilla Meccanica quanto io mi sono divertito a scriverlo.

BIG da sfidare: 



Endymion di Dan Simmons (eroe improbabile che si trova suo malgrado a lottare contro una potentissima tirannia interplanetaria e il volere imperscrutabile di potenti IA)

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Andrea Zanotti

sabato 4 dicembre 2021

Recensione: La leggenda di Eracle - Il Regno della Sfinge di Gilbert Gallo [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: La leggenda di Eracle - Il Regno della Sfinge: 

Saga: La leggenda di Eracle, Volume II (recensione Volume I

Autore: Gilbert Gallo 

Illustratore: Pietro Rotelli

Genere: fantasy/epica 

Editore: ‎Delos Digital 

Rating: 7

Prezzo: ebook 3 Euro

Sinossi:

Il secondo episodio della leggenda di Eracle, reinventata e scritta da Gilbert Gallo, conduce l’eroe a Tebe, città natale nonché delle Sette Porte, governata dagli Sparti, i guerrieri partoriti dalla Terra e dai denti del Drago ucciso dall’antico eroe Cadmo. La città ora è minacciata da una creatura orribile e imbattibile, contro cui persino i guerrieri-draghi sono impotenti: la Sfinge.

Con l’aiuto del giovane principe di Corinto, Edipo, con cui ha stretto amicizia durante il viaggio, Eracle, dopo aver trionfato anche contro le insidie dell’affascinante e letale Sfinge, è a un passo dal conquistare il trono di Tebe, ma, consapevole del suo doloroso destino, vi rinuncia a favore dell’amico Edipo, ignorando che anche su questo incombe la maledizione lanciatagli da Hera, regina degli Dei, la quale trama la sua rovina aizzando contro di lui e quanti gli sono cari un’altra terribile nemica, Echidna, la dea-madre dei mostri.

Gilbert Gallo è uno scrittore con una grande passione per lo storytelling ed il worldbuilding. Si dedica da svariati anni alla scrittura di manuali, settings e avventure per giochi di ruolo. Al momento collabora con numerosi editori Italiani ed Esteri come freelance, sia nell’ambito dei giochi di ruolo che in quello dei giochi da tavolo e della speculative fiction.

Nell’ambito dei giochi di ruolo è autore di più di 20 titoli pubblicati in varie lingue (Italiano, Inglese, Polacco).

Le sue produzioni spaziano anche nell’ambito dei racconti, dei romanzi, dei fumetti e dei videogames.


Recensione:

Il secondo episodio della leggenda di Eracle, reinventata e scritta da Gilbert Gallo, affronta uno dei drammi in cui Euripide, per trovare un rimedio all’esaurimento delle combinazioni drammatiche, è ricorso all’espediente di riunire sotto il medesimo fuoco avvenimenti disparati e remoti. 

Ercole che strappa i figli alla morte minacciata da un usurpatore, ed Ercole, che, colpito da demenza, li uccide di sua mano, sono episodi ben distinti l’un dall’altro nella tradizione mitica; ma Euripide li accoppia, e aggiunge, di sua pretta invenzione, quello di Teseo. 

Così come pure Gilberto Gallo fa, appoggiandosi alla sua fantasia innata, stravolgendo in parte la Tragedia di oscura seduzione e rara intensità. Con la leggenda di Eracle, l’autore mette in scena la catastrofe dell’eroe evidenziando soprattutto la storia di un’amicizia tra l’eroe ed Edipo nata non per caso, ma perché il destino ha voluto. 

Una fatalità che da sempre nella mitologia stravolge e avvolge la vita degli eroi. Un’amicizia accomunata da una condanna che pende come la spada di Damocle su di loro, per il volere di dei contrari, tra cui la terribile nemica, Echidna, la dea-madre dei mostri, che intralcerà in tutti i modi Eracle ed Edipo, affinché falliscano nella loro ardua impresa. 

Questo è quanto esprime il legame che vede uniti i due protagonisti in questa seconda storia di Eracle, nel quale con maestria empirica ed estremamente attento ai dettagli storici, l’autore riesce magistralmente a collegare diversi stili della narrazione epica. L’espressione stilistica colloquiale dell’autore, poi, si evince dai passaggi testuali tra cui la capacità nel saper intrecciare nel tempo del racconto, l’espediente dello scontro con la Sfinge sotto le mura della città di Tebe per far collimare il dramma di Edipo re ed Eracle. 

Due personaggi se vogliamo, diversi, “Eracle eroe coraggioso e l’altro, Edipo, astuto”, pronti comunque ad affrontare insieme un essere mostruoso che nessuno è mai riuscito a sconfiggere. 

Tuttavia niente è dato per scontato come può sembrare, perché l’autore, con tocco prodigioso, giunge a stravolgere il finale della storia, appoggiandosi a quello che viene definito letteralmente “spada e stregoneria” o sword & sorcery, o heroic fantasy, sottogenere della narrativa fantasy che vede eroi e mostri duellare con la spada, e il tutto ambientato in un mondo immaginario in cui l’intero universo è agli albori della vita e regolato dalle arti magiche. 

Il ritmo dell’azione è ben scandito; la scrittura ammalia il lettore catapultandolo in media res dentro la storia. Il racconto è lineare, senza orpelli inutili che avrebbero rallentato il ritmo della narrazione.

La lettura risulta di facile comprensione tanto che si riesce a leggere in poche ore.

I personaggi principali nonché i secondari sono ben caratterizzati.

Mi complimento con l’autore per aver saputo esprimere in questa breve storia: fascino, creatività, stile, fantasia e conoscenza delle leggende mitologiche.

Che dire, ora non mi resta che leggere il terzo volume delle gesta dell’eroe. 

Consigliato per gli amanti del genere e non. Voto: 7 

Peg Fly

martedì 30 novembre 2021

Recensione: Il segno rosso del coraggio di Stephen Crane

 


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Sinossi: 

Crede che ormai tutto sia perduto - il diciottenne Henry Fleming - quando abbandona il plotone e inizia a vagare per i boschi. Vuole mettersi in salvo, fuggire da una battaglia - un episodio della Guerra di Secessione americana - a cui ha partecipato pieno di romantico idealismo, ma che gli si è rivelata in tutta la sua brutale ferocia. 

L'incontro con alcuni feriti e la notizia dell'esito del combattimento lo costringono a riflettere sulla propria vigliaccheria e lo spronano a dimostrare anch'egli il proprio valore guadagnandosi una ferita, quel "segno rosso del coraggio" che contraddistingue i veri eroi. 

Pubblicato a puntate nel 1894 e in volume l'anno successivo, Il segno rosso del coraggio incontrò da subito un enorme e duraturo favore di critica e di pubblico. Hemingway lo inserì tra le migliori storie di guerra di tutti i tempi, e fin dal suo apparire è stato considerato uno dei più importanti romanzi della narrativa americana. 

La letteratura sulla Guerra Civile, di stampo eroico e celebrativo, assume una nuova profondità in questo romanzo, che con notevole finezza stilistica unisce uno straordinario scavo psicologico al realismo della descrizione delle battaglie, l'impressionismo nella resa dell'ambiente naturale all'afflato simbolico e universalizzante.


Recensione:

Il segno rosso del coraggio, romanzo che ho scovato in uno dei malefici gruppi su FB che mi costringe ad allungare ininterrottamente la mia lista letture, ma al quale mai avrei potuto resistere. Si tratta infatti di un romanzo ambientato durante la guerra civile americana, periodo storico che reputo crocevia fondamentale, nel bene e nel male, per la storia dell’umanità intera. 

Inutile aggiungere che i romanzi in italiano ambientati in questo scorcio delle umane vicissitudini, non siano poi molti, per cui mai me lo sarei perso. 

Diciamo subito che è risultato del tutto diverso da quello che mi sarei atteso. Qui la guerra viene vissuta attraverso i sentimenti, i condizionamenti e le gesta alterne dell’eroe. Tutto è focalizzato sull’influenza reciproca fra eventi esterni e mente del soldato, sulle risposte e reazioni più o meno irrazionali che lo portano a muoversi su uno scenario del quale percepisce unicamente una piccola parte. La confusione del campo di battaglia, il ritardo negli ordini, il caos della mancanza di assennatezza dei superiori, tutto si traspone dell'esterno all'interno della mente del protagonista, amplificandosi in conflitti di opposti sentimenti capaci di far ammattire la giovane recluta. Dall'idealismo con cui il ragazzo si approccia all'idea di guerra eroica, allo scontro con la dura e cruda realtà dei campi di battaglia, la caduta, l'ombra infamante della diserzione e la rivincita focosa e piena d'ardimento. Molto ben fatto, godibile e realistico.

Coinvolgente e capace di far comprendere appieno la visuale del soldato semplice che si trova innanzi a qualcosa di totalmente incomprensibile. Il romanzo riesce a spazzar via quindi ogni visione maestosa, epica ed eroica della guerra, per portarci nel fango delle trincee e nel sangue delle tende adibite a ricoveri, dove i segaossa ponevano spesso fine alle sofferenze dei malcapitati cui avrebbero dovuto salvare la vita. 

Coraggio, onore, vigliaccheria, patriottismo, fratellanza, odio e rancori, tutto si mescola in questo affresco grandioso, capace di trasportarci nel mezzo di boschi saturi del fumo delle fucilerie, degli assalti alla baionetta e dei colpi di cannone. 

Consigliato agli amanti del genere e a chi voglia vedere la guerra dagli occhi del soldato semplice, della vera e propria carne da cannone, il cui coraggio spesso è quello che può far la differenza fra una epica vittoria e una ignobile sconfitta.


Andrea Zanotti


sabato 27 novembre 2021

Recensione: Lo stendardo di Giove di Emanuele Rizzardi [Rating 8] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: Lo Stendardo di Giove

Autore: Emanuele Rizzardi

Genere: romanzo storico

Editore: Assobyz

Target: Young/adult

Rating: 8

Sinossi:

Anno 392: l’Impero Romano è funestato dalla pressione dei barbari oltre il confine e da terribili lotte interne tra le forze pagane e l’astro nascente del potere cristiano. I conflitti religiosi sembrano essere il centro di un’importante svolta quando l’imperatore Teodosio dichiara la messa al bando di tutti gli antichi culti, ponendo il cristianesimo come l’unica religione ammissibile.

Mentre i templi e i luoghi di potere dei pagani vengono chiusi, un gruppo di senatori decide di opporre resistenza.

Approfittando dell’improvvisa morte di Valentiniano, il sovrano d’Occidente fantoccio di Costantinopoli, i congiurati prendono il potere a Roma ed ottengono il supporto del magister Arbogaste, che comanda le legioni della Gallia; al suo fianco c’è Flavio Eugenio, uomo di palazzo di fede cristiana, ma dalle posizioni tolleranti, che rappresenta l’ultima speranza nell’imminente guerra contro Teodosio, in un crescendo di intrighi che porterà i pagani a dare un’ultima battaglia per la libertà nella gelida valle del fiume Frigido.

Questa nuova opera, ambientata quasi per intero nel nord Italia, ci trasporta verso la fine dell’Impero Romano, durante i conflitti con le popolazioni barbariche e l’affermazione del cristianesimo come religione di Stato.


Recensione: 

 Scritto con mano ferma e decisa, questo romanzo che guarda alla storia da un punto di vista degli sconfitti, soggiace al volere di un autore la cui narrazione storica approfondita cattura il lettore. 

L’autore si attiene magistralmente al periodo storico con eccellente scioltezza di penna, che ripaga in pieno le aspettative dei lettori.

Il registro colloquiale a volte aulico per motivi tecnici storici, rende la scorrevolezza e il tempo della storia ben leggibile. Ben costruito il conflitto politico tra il partito pagano e cristiano.

Di solito, preferisco leggere storie scritte in terza persona, poiché la prima non aiuta a entrare subito in quelle che sono le dinamiche narrative, ma per quanto mi riguarda, dopo aver letto questo libro, devo ricredermi. Perché vi domanderete? Rispondo subito parlandovi dei personaggi principali che, grazie alla sapiente scelta dell’autore di narrare in prima persona, possiamo giungere a comprendere e fare nostre quelle che sono le loro caratteristiche, possiamo addirittura vederli stampati nella nostra mente come se vivessero di fianco a noi. Giungere a questo livello alto di scrittura, non è poco, soprattutto in un mondo editoriale dove, da un po’ di tempo a questa parte, vengono editate solo striminzite storie scialbe e senza un vero significato, sia morale che letterario.

Parlando dei personaggi, poi, durante il corso della narrazione spicca l’evolversi della loro caratterizzazione, per questo non sono da reputare piatti, anzi, al contrario, sono a tutto tondo, come il magister Arbogaste e Flavio Eugenio, figura emblematica del cristianesimo. Da considerare anche le ambientazioni storiche descritte con vero senso dell’accuratezza e collocazione nella mappa dei luoghi. 

Devo dire che la storia mi ha entusiasmato molto. Ben scritto e ben strutturato nella sua interezza e soprattutto senza incongruenze, nelle quali è facile cadere quando si tratta di un romanzo storico e di questa lunghezza.

Ottima l’idea della nota critica a piè di pagina a cura di Guido Borghi.

Consigliatissimo. Voto: 8

Peg Fly

martedì 23 novembre 2021

Disfida nr. 149: La Medaglia di Pietro Castellini VS George Orwell

 



Titolo opera: La Medaglia


Editore: Delos Digital

Genere: Racconto distopico

Prezzo: ebook 1,99 euro

Sinossi: 


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Ambientato in un contesto fantapolitico il dittatore narra la propria storia attraverso una storia intima e provocatoria. Parlerà della sua infanzia e di come sia arrivato al potere, suo malgrado. Si scoprirà che anche il dittatore è umano e prova delle emozioni molto simili alle nostre.

Note dell'autore: 

L'intento di questo racconto è di non soffermarci mai sulle apparenze, anche le vite più lussuose e agiate possono nascondere insidie, e ritrovarsi a vivere in una gabbia dorata è un attimo.

Big da sfidare: 


1984 di George Orwell, non tanto per la somiglianza ma perché è il libro che mi ha ispirato nel mio scritto.

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Andrea Zanotti

sabato 20 novembre 2021

Recensione: Rasputin. L'ombra del monaco di Miriam Palombi [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

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Genere: storia alternativa, weird, neo realismo magico

Editore‏: Watson Edizioni

Collana: Ritratti

Prezzo: Cartaceo 11,40 - ebook 2,69 

Rating: 8

Sinossi:

L'esistenza di Grigorij è costellata da eventi soprannaturali. Dalla nascita, segnata tal tocco della Babajaga, alla sua appartenenza all'ordine eretico dei Flagellanti, fino ad arrivare ai fatti tragici, che la notte del 16 dicembre del 1916, lo condussero alla morte. Da quel momento l'ombra del monaco incomberà su tutti coloro che lo hanno conosciuto; dalle ceneri di Grigorij, nasce Rasputin e la sua leggenda, in bilico tra realtà e finzione. Ma cosa sarebbe accaduto se quel corpo gettato tra le gelide acque del fiume Nevka fosse rimasto incorrotto? Se la Morte avesse agito su di lui in modo misterioso. Quale terribile compito avrebbe potuto assolvere nell'Operazione Barbarossa, sotto l'egemonia del Terzo Reich? Chi riuscisse ad allearsi con le forze ataviche che popolano le terre siberiane vincerebbe ogni conflitto.


Recensione:

Ero proprio curioso di scoprire i contenuti della collana Ritratti della Watson Edizioni e ho deciso di iniziare da Rasputin, l’ombra del monaco di Miriam Palombi. Avendo già avuto modo di sperimentare le opere della prolifica autrice milanese, ammetto che l'aspettativa era elevata.
Tornando alla collana Ritratti, essa si occupa della rivisitazione in chiave “fantastica” di personaggi più o meno famosi, ma di certo capaci di imprimere un’orma indelebile sul loro tempo. Visto che, lo ammetto con un po’ di vergogna, la mia conoscenza di Rasputin e della storia della Russia è decisamente ricca di lacune, ho optato per iniziare da questo, ma devo dire che l’offerta è piuttosto ricca, e si passa da Annibale a Lombroso, da Van Gogh a molti altri. Si tratta di romanzi brevi, tascabili dalla pregevole fattura, almeno a giudicare da quello che mi trovo fra le mani. 
Detto questo però, ciò che maggiormente ci interessa è il contenuto del prodotto libro, vediamo quindi come si è comportata la Palombi. L’autrice che, come anticipato, abbiamo già recensito, e apprezzato, su queste pagine, non tradisce neppure in questa occasione, confermandosi abilissima nell’intessere scenografie cariche di elementi oscuri, quando non propriamente horror. 
Considerando la naturale inquietudine promanante dal monaco e mistico Grigorij Rasputin, dalle cupe e fredde lande delle steppe russe, e dei suoi monasteri abbandonati nel gelo, non ci sarebbe da stare allegri. Se poi vogliamo aggiungerci un progetto occulto delle schiere naziste e di loro ambiziosi e scriteriati gerarchi, possiamo ben capire come le occasioni a disposizione dell’autrice siano effettivamente state vaste, e lei non se le è lasciate di certo sfuggire. 
Un volumetto che si legge d’un fiato e che alternerà scenari onirici, con relativi orrori legati a leggende e miti dell’est, ad orrori del tutto terreni e concreti, frutto delle menti deviate di uomini corrotti dal potere e dalla bramosia di dominio. 
Insomma, un gran bel lavoro, una prosa a tratti molto ricercata e ricca di fascino. Assolutamente consigliato. Voto 8.

mercoledì 17 novembre 2021

Recensione: Illusioni, Le avventure di un Messia riluttante di Richard Bach

 


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Sinossi:

Donald Shimoda è davvero un'insolita creatura: possiede doni misteriosi e regala illusioni. Apparentemente è uguale a tutti gli altri, ma compie cose strane: guarisce paralitici, attraversa i muri, cammina sull'acqua, nuota nella terra, pilota un aeroplano che non consuma benzina, atterra su un francobollo... Per capire questo libro bisogna non aver paura di essere felici e di volare nel mondo sconfinato della fantasia e dell'immaginazione.


Minirecensione:

Oggi vi propongo un romanzo che ho apprezzato veramente tanto. Si tratta di Illusioni, di Richard Bach, autore affermatosi grazie a “Il gabbiano Jonathan Livingston”. 

Illusioni, Le avventure di un Messia riluttante, prosegue in un certo senso quanto sotteso alla narrazione del suo illustre predecessore: la ricerca della libertà e della propria realizzazione, dell’affermazione del proprio sé superiore, più profondo, a prescindere da tutto il resto. 

L’autore ci espone così le sue idee in modo genuino e diretto, utilizzando al tal fine una vicenda piacevole da seguire e ricca di spunti di riflessione. 

Non c’è molto da dilungarsi, meglio prendere direttamente il libro e leggerlo. Si tratta infatti di centocinquanta pagine che scorrono armoniose e cariche d’ispirazione, dalla prima all’ultima. Credo possa piacere a chiunque sia disposto a fermarsi un istante a riflettere sulle profonde questioni sollevate dall’autore per bocca del Messia riluttante. Adatto anche ad un pubblico giovane, dovrebbe essere una lettura presente e consigliata in tutti gli istituti superiori, offrendo diversi livelli di lettura. Poche volte mi sono trovato a consigliare un romanzo così apertamente e senza remore, sono certo sarà una piacevole sorpresa.


Andrea Zanotti

domenica 14 novembre 2021

Recensione: Ombre di Valentino Appoloni [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: Ombre

Autore: Valentino Appoloni 

Genere: Narrativa, neo realismo magico

Target: Young/adult

Editore‏: ‎ Pubblicazione indipendente

Prezzo: Cartaceo 14,71 - ebook 0,99 

Rating: 7

Sinossi:

Può un trascrittore (non uno scrittore) diventare un simbolo di libertà? Cosa può fare un uomo che si accorge che un altro se stesso (forse) lo accompagna in ogni momento della sua giornata? L'individuo deve accodarsi alla massa nel plauso acritico al despota? Bisogna passare tranquillamente su un ponte che si dice costruito dal demonio? La razionalità è spesso un'arma spuntata. Bisogna ricorrere all'irrazionalità, al sogno e alla fantasia per muoversi nell'intrico della realtà. Anche perchè la linfa stenta ad arrivare ai rami più alti.

Recensione:

“Ombre”, di Valentino Appoloni, raccoglie ventisette racconti brevi, che suscitano nel lettore fantastici viaggi tra passato, presente e futuro, riuscendo a immergerti in quello che io definisco: “Magic World”. I personaggi, sapientemente narrati dall’autore, soffrono di continui dubbi e caos interiore, dovuto per altro più al mistero che circonda la loro vita. 

 Tra i protagonisti troviamo: cani, molti cani, che non si sa da dove sbucano fuori. Karl, Joseph, Rudolf, Hans, soldati, fuggiaschi, re – tutti uomini però che soffrono di solitudine -, che, grazie allo stile narrativo sobrio e intrigante dell’autore, vengono narrati come se stessero vivendo in un sogno, o incubo che fosse. 

Spesso troviamo situazioni alquanto stravaganti. Ombre che vagano e vivono una vita parallela a quella umana. A tratti, questo lato dell’irrazionale, assomiglia alla vena teatrale dell’assurdo jonescana venata di humor sarcastico nonché ombrato da lugubri considerazioni pittoresche e ambigue; ambientazioni velate da antichi presagi che la fanno da padrona, grazie alle caratteristiche umane sapientemente narrate dall’autore. 

Le atmosfere si attengono ai passaggi clou di ogni racconto, facendo di esso un vero piccolo capolavoro. I Pdv dei personaggi riescono a immergere il lettore, in quella che considero: “Empatia focalizzata”, perché ogni personaggio cattura e ammalia la mente, richiamando in scena autori come Lovecraft, Poe e soprattutto una in particolare: Oates, che con la sua vena horror, offre al lettore la visuale di quanto possano essere potenti i sentimenti e a che punto possono arrivare le persone per raggiungere i loro scopi, o la felicità che dir si voglia.  

“Il vero orrore è radicato non nel soprannaturale – il che sarebbe quasi rassicurante – ma nelle cose che le persone fanno le une alle altre sotto l’incantesimo dell’attrazione.” 

Joyce Carol Oates

Gli scenari della narrazione spaziano tra oscure ombre labirintiche, e le azioni si svolgono tra le macerie di luoghi distrutti. In quasi tutti i personaggi dei vari racconti prevale un pessimismo alla Kafka, (George Samsa – La metamorfosi) in cui l’unica via di uscita è la morte, o la trasformazione fisica in simboli avvolti nel mistero più totale. 

Un plauso all’illustratore, il quale è riuscito a estrapolare dalle parole dei singoli racconti, le immagini della cover, che lascia spazio all’immaginazione apocalittica e spettrale. 

Lo stile coinvolge grazie alla narrazione fluida, senza intoppi o granché di refusi che la rallentano, creando un’intesa perfetta tra passaggi ben studiati e suspense. 

L’autore, infatti, ci regala immagini di vita reale che, amalgamati alla irrealtà di cui le ombre la fanno da padrona. Racconti nei quali la psiche Junghiana e suoi archetipi “Ombra, persona e animus” incarnano persone, comportamenti o personalità, un ruolo fondamentale e influenzabile nelle scelte e del comportamento umano.  

Jung credeva che l’anima e l’animus si manifestassero apparendo nei sogni e influenzando gli atteggiamenti e le interazioni di una persona con il sesso opposto. Jung affermava che «l’incontro con l’ombra è il “pezzo da apprendista” nello sviluppo dell’individuo... che con l’anima è il “capolavoro”». 

Ed è grazie a queste meditazioni alla junghiana, che l’autore ci porta a riflettere su noi stessi, sulle azioni che compiamo, spesso nascondendoci dietro una maschera di fronte alla società per reprimere le nostre paure, di mostrare ciò che siamo veramente nella realtà.  

Nei racconti di Appoloni non esistono regole che disciplinano l’universo, dove si muovono i suoi personaggi, il cui destino sembra essere già segnato.

Che dirvi altro: vi consiglio questa lettura che, grazie alle capacità descrittive e narratologiche dell’autore, riesce a suscitare nel lettore sentimenti contrastanti ma anche forti emozioni che difficilmente arriverete a scrollarvi da dosso.

Voto: sette

Peg Fly



mercoledì 10 novembre 2021

Disfida nr. 148: Gli Eredi di Naétole - La Prima Luna di Nick Lost VS Licia Troisi

 



   Titolo opera: Gli Eredi di Naétole – La Prima Luna
      
    • Autore: Nick Lost

    • Editore: Pubblicazione indipendente
      
    • Formato: Ebook e Cartaceo (356 pagine)
      
    • Genere: High Fantasy – Heroic Fantasy – Portal Quest Fantasy
      
    • Prezzo: 3,99 euro ebook; 18 euro cartaceo
      
    • Sinossi:
      
      Gli Eredi di Naétole è un romanzo fantasy ambientato in parte nel nostro mondo e in parte nel Mondo delle Tre Lune, terra di draghi, Potere e antichi popoli.

     

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Qui vivono Aren e Ariste, due giovani guerrieri ai quali viene affidata una missione segreta: recuperare gli Occhi di Lëmasi, un misterioso tesoro perduto da tempo. 
Guidati solo da echi di memorie, frammenti di leggende e dall’incrollabile fiducia nel loro Maestro, i due discepoli si preparano ad affrontare un viaggio pericoloso che li conduce fino al Portale di Naétole. Intanto, in un luogo molto più familiare, Alex è solo un ragazzo che sta per compiere vent’anni ed è ossessionato da una donna che gli appare in sogno. Fra segreti e tradimenti, uomini d’Ombra e Assassini, Aren e Ariste, apparentemente per sbaglio, finiscono per intrecciare il loro destino con quello di Alex.    

   Nessuno di loro lo sa ancora, ma tutte le loro certezze stanno per crollare e le loro vite cambieranno per sempre.    Ma la domanda è: l’onore rimarrà con loro fino alla fine?
      
    • Note/commenti/finalità dell'Autore:
  Who’s Nick The Lost?
  Nick si è perso in qualche frammento di sogno, sospeso in mondi immaginari.
  Ancora convinto che la vita così com’è non basti.
 Una sola cosa è certa: Nick Lost non è un nome, ma è un inno a tutti coloro che ogni giorno combattono e ce la mettono tutta per resistere e dare un senso a questo mondo.
Nick Lost è la ricerca di qualcosa di più, un significato più profondo, un sogno più grande, senza pretese, senza arroganza.
Nick Lost è la speranza che ognuno di voi, quando è a terra, trovi la forza di rialzarsi più forte, perché ne vale sempre la pena.
      
E tu cosa farai? Combatterai o scapperai? Cederai o lotterai?
Sappi solo che se avrai bisogno di un Kurie al tuo fianco, Nick ti aspetterà al calare della prima luna.
      
    • BIG da sfidare: 




Licia Troisi - Cronache del Mondo Emerso - La saga completa - Link Acquisto Amazon




Andrea Zanotti

domenica 31 ottobre 2021

Recensione: Fantasmi a Portogreco di Andrea Andorivìr [Rating 7] - recensione a cura di PegFly

 



Opera: Fantasmi a Portogreco

Autore: Andrea Andorivir

Editore: Nulla Die (6 giugno 2020)

Genere: fantastico

Target: Young/adult

Sinossi:

Una strana processione di luci appare in mare aperto e finisce nella Grotta dei Morti, dove è sepolta la “madre più antica del mondo”. Tre ragazzi partono all’avventura: un’aspirante archeologa, un inventore pasticcione e un ristoratore innamorato della propria terra e dell’archeologa. 

Riusciranno a dimostrare che i fantasmi esistono?


Recensione:

Una partenza alla ricerca di una nuova avventura... Quale? La ricerca e la caccia degli spettri. 

Mi ha colpito molto lo stile dell’autore, la scrittura scorrevole, nella quale usa termini che possono incrementare la conoscenza di chi legge. La suspense c’è tutta e inserita al punto giusto. Gli eventi, poi, ricchi di fascino soprattutto nelle descrizioni degli ambienti, sorprendono e ammaliano. 

Praticamente, il lettore non si stanca mai nel continuum della lettura, breve ma intensa. 

I personaggi principali come Cico, Nico e Ludovica sono descritti egregiamente e a tutto tondo. Personaggi che ti restano nel cuore “come nonno Gino” che conosce tutto del mare, le insidie che si nascondono nei suoi splendidi colori. Protagonisti che con le loro emozioni e con i loro timori ti portano a sognare e a viaggiare con la fantasia. Buono il media res, nel quale il lettore affonda immediatamente in quella che è la narrazione di viaggio. 

E alla fine, c’è la domanda che il lettore si pone: Riusciranno i nostri eroi a scoprire l’esistenza dei fantasmi? Beh, basta leggerlo

Voto: sette, meritato. 

Peg Fly


Alla fine del romanzo, l’autore ci spiega com’è nata l’idea del romanzo e mi piace riportarla anche qui:

Come è nato questo libro

La maggior parte dei luoghi che hanno ispirato il romanzo si trova nell’Alto Salento.

La Città Sommersa ha origine da una passeggiata fra le rovine di Egnazia; ci sono delle tombe divelte dal mare.

La Masseria e le Dune sono rielaborazioni della costa a sud di Torre Canne, dove esiste un ponte in legno che si inoltra in un parco dunale; da una staccionata, si può aspettare il tramonto e vedere la spiaggia dall’alto.

Il Sentiero del Cinghiale, il Canneto e la Capanna sul Mare derivano dalla Riserva Naturale di Torre Guaceto.

La costa frastagliata, i promontori e le rocce affioranti hanno come origine il tratto di mare attorno a Torre.

Santa Sabina.

Il paese dei nostri eroi appare arroccato su una scogliera, come spesso capita ai borghi del Gargano, dove ci sono diverse bellissime grotte. Una di queste ha un foro sommitale, dove è cresciuto un pino marittimo. 

Nonno Gino ha una canottiera bianca a spalline strette, a costine, come tanti nonni degli anni ‘90 del secolo scorso.

La madre più antica del mondo si trova in un museo a Ostuni, dove giace con la sua corona di conchiglie rosse. Nei pressi, è possibile visitare anche la grotta dove è stata ritrovata.

La donna migrante che partorisce in mare è ispirata a drammatiche storie di cronaca, una su tutte il naufragio di migranti di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita più di trecento persone, tra cui una mamma di venti anni e suo figlio, nato mentre lei annegava; sono stati ritrovati insieme, legati dal cordone ombelicale nella stiva di un barcone rovesciato.

Come le persone, i libri nascono neonati e crescono e si precisano di revisione in revisione. Questo libro è scaturito da un sogno notturno e si è coagulato attorno a un concetto primordiale, l’eternità della maternità.

Andrea Andorivìr