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lunedì 30 settembre 2019

Presentazione: L'Artiglio. L'oro del dio Hunn di Donato Altomare


Nuova uscita per Italian Sword&Sorcery Books e con piacere noi ne diamo subito notizia: ecco a voi L'Artiglio. L'oro del dio Hunn.


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Titolo: L’Artiglio. L’oro del Dio Hunn


Copertina: Andrea Piparo



Collana: Valusia n.4

Genere: sword and sorcery 

Prezzo: 3,30 euro in offerta




Il volume contiene anche i seguenti apparati critici:
    • Il ritorno dell’Artiglio di Francesco La Manno;
    • Ove regna il fato avverso di Cristiano Saccoccia.

SINOSSI:
Il sogno dell’Artiglio è quello di vivere una vita normale con la donna che ama. Ma è destinato a non invecchiare e a tentare di salvare la sua donna rapita dal Mago della Pioggia. Ogni passo un’avventura, ogni cavalcata una lotta, quasi il mondo intero tenti di non fargli raggiungere il suo scopo. Eppure più ardua si fa la strada, può tremenda la lotta, più il Guerriero centuplica i suoi sforzi per liberare la sua amata. Ma non ha contro solo uomini, mostri, maghi e dei. Ha contro anche il destino.

AUTORE:
Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. Laureato in Ingegneria Civile, esercita la libera professione. Sposato con Loredana Pietrafesa ha tre figli. Narratore, saggista, poeta, ha pubblicato oltre trecento opere (racconti, romanzi, saggi, poesie, prefazioni, recensioni, ecc.) con diversi editori (Mondadori, Tabula Fati, Solfanelli, Fanucci, Giunti, Fazi, Della Vigna, Delos, Perseo, Elara, Altrimedia e molti altri) in Italia ma anche all’estero (Rep. Ceka, Slovacchia, Serbia, Finlandia, Ucraina, Albania, Messico, ecc.). Ha vinto numerosi premi tra i quali il premio della critica Ernesto Vegetti per il Romanzo ‘Sinfonia per l’Imperatore’, (Elara ed. Bologna, 2010)  due volte il Premio Urania di Mondadori con ‘Mater Maxima’ nel 2000 (Mondadori, 2001) e ‘Il dono di Svet’ nel 2007 (Mondadori, 2008), ‘Le Ali della Fantasia’ con ‘Surgeforas’, (Tabula Fati, Chieti, 2006), ma anche il Premio città di Livorno, il Premio città di Andria, e altri.  Ha vinto otto volte il Premio Italia. Fa parte dei ‘Poeti La Vallisa’ di Bari. Molti suoi lavori sono stati rappresentati in teatro, specie in campo umoristico, mentre di recente il suo monologo FIDES è stato rappresentato a Molfetta e a Genova. Ha collaborato con alcune emittenti televisive e radiofoniche locali. E’ stato intervistato durante una trasmissione su RAI Radio 2 e ha partecipato alla trasmissione televisiva di RAI 2 ‘Le città del Giro’ del 2017. Sono state tenute tesi di laurea su di lui. Dal 2013 è Presidente della World SF Italia, l’unica associazione italiana degli operatori della fantascienza e del fantastico legalmente costituita.

PRESENTAZIONE:
Se dopo un lungo anno di lavoro generalmente si attendono i mesi estivi per godere di un meritato riposo, per Italian Sword&Sorcery la calura ha portato invece una serie di iniziative che hanno contribuito a rendere ancora più incandescente questo periodo.
Andiamo con ordine. 
Il 6 luglio siamo entrati a far parte – in qualità di ente sostenitore – di Cultura Identità, associazione fondata da Edoardo Sylos Labini il cui obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio culturale e artistico italiano attraverso manifestazioni, convegni, riviste e social network, nonché di aggregare tutti coloro che intendono portare avanti questi ideali. 
Il 3 agosto Il Giornale1 ha ospitato un mio articolo nel quale ho illustrato succintamente la nostra visione della narrativa dell’Immaginario (importata in Italia da Gianfranco de Turris e da Sebastiano Fusco2), che vuole differenziarsi dalla letteratura di mera evasione, o “di genere,” come amava definirla Benedetto Croce. Nella fattispecie, è stato evidenziato che essa – come ci insegna Mircea Eliade – ha nobili natali perché discende dal mito, che nel tempo si è degradato in epopea, saga, romanzo cavalleresco, leggenda, folklore e fiaba fino a raggiungere la forma moderna3.
Il 6 settembre 2019 sulla rivista Cultura Identità, diretta da Alessandro Sansoni, all’interno del numero dedicato all’Impresa di Fiume, Giorgia Tabbita4 ha scritto un bell’articolo su Italian Sword&Sorcery, mettendo in luce la meritoria opera di divulgazione dell’heroic fantasy che da anni svolgiamo nel Belpaese attraverso le innumerevoli attività che poniamo in essere.
Se pensiamo che solo qualche anno fa era impensabile ottenere tanto spazio nel mainstream, non possiamo che essere orgogliosi per l’attenzione che siamo riusciti a suscitare nei media. Troppo spesso nel piccolo mondo della speculative fiction le antipatie personali hanno precluso ottime opportunità di crescita, pertanto mettiamo infine da parte le gelosie e collaboriamo per diffondere il fantastico italiano.

Detto ciò, non riteniamo affatto di poterci sedere sugli allori, e vogliamo invece adoperarci per migliorare ulteriormente la nostra pubblicistica. Proprio per questo vi proponiamo un nuovo volume di Italian Sword&Sorcery Books, facente parte della collana Valusia. Si tratta de L’Artiglio. L’oro del Dio Hunn, terzo romanzo avente come protagonista l’omonimo guerriero, che segue rispettivamente L’Artiglio5 e Il gran sole radioso6, opere nate dalla prodigiosa penna di Donato Altomare, presidente della World SF Italia, vincitore del Premio Vegetti, di otto Premi Italia, di due Premi Urania (nel 2001 con il romanzo Mater Maxima7, e nel 2008 con il romanzo Il dono di Svet8), autore tradotto in svariati paesi del globo e che è stato inserito tra i più importanti scrittori italiani dell’immaginario all’interno della Guida ai narratori del fantastico, edita da Odoya9.


domenica 29 settembre 2019

Recensione: Love kaputt di Antonio Giugliano [Rating 9] - recensione a cura di Gianfranco Pereno


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Titolo: Love kaputt

Autore: Antonio Giugliano

Editore: Augh!

Collana: Ombre

Genere: narrativa contemporanea

Prezzo: cartaceo Euro 9,75

Rating: 9

Sinossi: 
Maurizio Marullo è un agente di commercio. Durante un viaggio in treno conosce Elena, una bella donna. I due si piacciono, si frequentano e in breve si sposano. Dopo soli due anni, però, il matrimonio si logora: Elena appare scostante, distratta, ambigua, quando non indecifrabile. Tempo dopo, viene trovata morta nell'ospedale in cui lavora, appesa ai tubi del riscaldamento. Gli inquirenti sospettano di suo marito, ma il caso viene archiviato come suicidio. Con stile asciutto e senza fronzoli, Antonio Giugliano descrive lucidamente il degrado umano e morale dell'hinterland napoletano in cui non sembra scorgersi alcuna possibilità di riscatto. I veli, che nascondono i personaggi dietro un'apparente vita normale, lentamente scivolano e lasciano allo scoperto passioni furibonde, vizi ed eccessi. Con assoluto disincanto l'autore muove il protagonista, un cinico misantropo, fra le dinamiche di un microuniverso in cui è l'istinto di sopravvivenza, fisica e psichica, a dominare la scena. Un impulso animalesco che non conosce ostacoli. Fino alle estreme conseguenze. 

Recensione:
Leggetelo!
Leggetelo e basta, anche se non è il vostro genere leggetelo comunque, sicuramente vi rimarrà la consapevolezza di non aver sprecato il vostro tempo.
Intanto Giugliano sa scrivere, e scrive bene, poi è intelligente e tra le righe si cela un’arguzia di ottimo livello.
Un amore folle, quindi la routine del matrimonio che si fa sentire, il suicidio inspiegabile di una moglie e la conseguente faticosa sopravvivenza fisica e mentale del protagonista.
Trama non innovativa ma trattata benissimo, godibile dalla prima all’ultima riga.
Finalmente uno scrittore che non cede al lezioso ma che va al sodo, sia nello stile asciutto e diretto, sia nel trattare i temi che via via si affacciano nel racconto, quando si parla di sentimenti c’è il sentimento con le sue sfumature e quando si parla di sesso c’è il sesso con tutta la dolcezza e la crudezza  che le varie situazioni richiedono.
Ripeto, è un piacere leggerlo e le varie incursioni nel dialetto napoletano non fanno altro che accentuare piacevolmente la concretezza dello stile narrativo.
Sinceramente, quello affrontato da Antonio Giuliano non è il mio genere letterario preferito, ma l’Autore ha saputo così bene entrare nella personalità del protagonista che non ho potuto far altro che seguirlo riga dopo riga.
E dal momento che sono e rimango convinto che un autore non può fare a meno, per essere credibile, di scrivere di quello che sa e che conosce bene, Giugliano è uno di quei personaggi con cui, senza alcun dubbio, vale il piacere di condividere una spaghettata e qualche buon bicchiere di vino.
Leggetelo!
Ma fatemi il piacere di fermarvi prima delle ultime 40 righe.
Qui mi assumo tutte le mie responsabilità e proprio le cancellerei dal libro.
Per quanto può valere il mio giudizio, l’Autore fa uno scivolone che a onor del vero hanno già fatto Autori molto più blasonati e osannati di lui, ma che personalmente non riesco a digerire.
Un libro bellissimo, vero, perfetto come stile e come tempi, non può annacquarsi nelle ultime righe con un finale a sorpresa tra i più triti che l’Autore poteva raccattare nei più nefasti angoli della narrativa, il lettore non lo merita.
Ripeto, ne assumo tutte le responsabilità, perché sicuramente a qualcuno il finale proposto può piacere e molto forse, ma che certamente non è all’altezza di quello che l’Autore ha saputo mettere nero su bianco in tutte le righe precedenti.
Un libro è il risultato anche degli innumerevoli ripensamenti e valutazioni che ogni autore compie sul proprio lavoro, e sicuramente Giugliano ha ponderato con attenzione il finale che propone, ma forse non si è accorto che, se quelle ultime righe possono essere divertenti in un raccontino da sfogliare distrattamente prima di dormire, sono assolutamente inadatte per la qualità del libro che propone, dove il lettore non può essere liquidato da un giochetto di prestigio tirato fuori dal cilindro all’ultimo momento.
Comunque questa è veramente solo una mia riflessione personale, dal momento che il libro merita di essere letto, con tanto di cappello alle capacità narrative di Antonio Giuliano.
Voto 9 ( escluse le ultime 40 righe)


martedì 24 settembre 2019

Recensione: Stati di allucinazione di Paddy Chayefsky


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Sinossi:
Professore di medicina e ricercatore Eddie Jessup conduce su se stesso degli esperimenti restando in sospensione dentro una vasca di deprivazione sensoriale[esiste realmente], ossia in un ambiente isolato per ottenere la massima assenza di percezioni esterne. Eliminando ogni elemento di distrazione, egli ritiene di poter condurre un'analisi introspettiva della propria coscienza, un vero viaggio esplorativo nel proprio passato. Ispirato alla vita del ricercatore e psichiatra statunitense John Lilly.


Recensione:
Stati di allucinazione di Paddy Chayefsky è un gran libro, punto. L’ho divorato. 
Ok, piacerà sicuramente di più a chi si balocca con (non saprei utilizzare termine più adatto, anche se non molto elegante) seghe mentali quali la natura umana, l’evoluzione e il nostro rapporto con la galassia, e di conseguenza con il nostro inconscio illimitato, e inesplorato. 
I viaggi che il protagonista effettua abbinando a una sostanza psicotropa, scoperta grazie a sciamani del mesoamerica, alla vasca di deprivazione sensoriale, utilizzata per esperimenti scientifici dalla NASA, conducono a riflessioni e scoperte capaci di sconvolgere la vita a lui e ai suoi cari. 
Si sconfina nella fantascienza, certo, ma tutto il costrutto è edificato con solide basi scientifiche e credo possa risultare gradevole anche per i più esperti nei campi toccati dalla bizzarra indagine. Ciò che resta innegabilmente affascinante è il valore “filosofico” di tali esplorazioni. 
E che dire della gestione dei personaggi? A mio parere assolutamente grandiosa. Non solo il protagonista, con la sua evidente fissazione per la scoperta eclatante, capace di ribaltare le leggi dello scibile umano, e la sua evoluzione molto ben congegnata, ma anche le comparse che gli gravitano attorno. 
Bello, credibile, affascinante e coinvolgente. Commovente, a tratti. 
Ma non temete, non c’è spazio solo per la riflessione filosofico/esistenziale, anche se è questa il nocciolo duro del lavoro del Chayefsky. Fra tutti gli aspetti scientifico-asettici che caratterizzano il progredire dell’indagine a base di trip allucinogeni, l’adrenalina avrà occasione di scorrere abbondante, cogliendoci spesso di sorpresa, dando origine a sequenze degne di un film dell’orrore. 
In perfetto omaggio alla Tavola Smeraldina, “è vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa”, l’azione si mescola al pensiero più elevato, il fantastico al reale, l’inspiegabile alla più razionale e indefessa catalogazione degli eventi, secondo regole ferree. 
Chayefsky ci condurrà, a ritmi serrati, lungo un viaggio denso di significati e di possibilità capaci di farci sognare a occhi aperti. Cosa si può chiedere di meglio? 
Assolutamente consigliato!  

domenica 22 settembre 2019

Recensione: La stirpe di Herakles di Andrea Gualchierotti [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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Titolo: La Stirpe di Herakles

Autore: Andrea Gualchierotti

Editore: Il Ciliegio Edizioni

Genere: Fantasy, Sword & Sorcery

Prezzo: cartaceo Euro 11,00

Rating: 7,5

Sinossi: 
I grandi guerrieri che hanno combattuto davanti alle mura di Troia sono caduti, e rivali ambiziosi insidiano i troni rimasti vacanti. Tradito dai suoi, anche il principe Arethes, reggente di Cencrea, viene detronizzato, proprio mentre dal passato riemerge una stirpe d'invasori feroci e invincibili. Per riavere ciò che è suo, Arethes dovrà così incamminarsi lungo una via sanguinosa, una strada che lo condurrà a sfidare persino gli dèi stessi, in una lotta che unisce la suggestione dei miti antichi alla potenza dello Sword & Sorcery.

Recensione:
Oggi torniamo ad occuparci di un autore che oramai è di casa sulle pagine di scrittorindipendenti. Si tratta di Andrea Gualchierotti con il romanzo La stirpe di Herakles edito da Il Ciliegio Editore.
In questo lavoro lo ritroviamo alle prese con l’Ellade ed i reduci della guerra di Troia. Verremo catapultati al cospetto di lotte dinastiche, tradimenti e atti di sangue, il tutto accompagnato dalla giusta dose di interventi divini e negromanzia. 
Come da abitudine dell’autore, l’ambientazione mescola in modo a dir poco perfetto una ricostruzione storica ineccepibile al palesarsi degli effetti di antichi culti. 
Divinità e oracoli che mostrano la loro potenza dispiegandosi in modo reale al cospetto dei mortali, che per quanto sorretti da determinazione e forza, eroismo anche, non possono che rimanere atterriti dal palesarsi della potenza divina. 
Che dire, le storie di Gualchierotti mi hanno oramai conquistato. 
Il linguaggio aulico, la prosa forbita, e pertinente, sono perfette per edificare un mondo coerente e credibile dotato di un'anima propria. I toni marcatamente solenni ricreano un’epopea aurea, seppur funestata da terribili malie e giochi di potere, ma pur sempre carica di fascino eroico. 
Chi leggerà questo autore per la prima volta potrà impiegare qualche pagina a entrare in sintonia con una modalità di scrittura che prende a calci le teorie dello scriver semplice, ma ne varrà di certo la pena, garantito. 
Rimango dell’idea che nei discorsi diretti, almeno per alcuni personaggi, i toni andrebbero smorzati, ma questa è una opinione del tutto personale, sta di fatto che il romanzo prende e riserva una buona dose di sorprese e atmosfere tanto lugubri quanto fascinose
Ciò che maggiormente riesce a catturare è, come nei precedenti romanzi dell’autore, la bontà del contesto nel quale sono immersi i personaggi. 
Sono infatti le scenografie raffinate e l’atmosfera cupa e struggente a dar profondità a una vicenda che non presenta particolari slanci di originalità, ma capace di catturare il lettore in modo profondo. 
Quando il Gualchierotti si lascia sopraffare dalla magia dei tempi descritti si toccano livelli realmente elevati, passi capaci di far vibrare e di parlare direttamente all’ardore che, spesso sopito, alberga nel cuore di ognuno di noi. 
Insomma, non credo si possa chiedere di meglio. Consigliato vivamente! 
Voto 7,5

mercoledì 18 settembre 2019

Disfida nr. 104: Sotto la città e altre storie di Stefano Frigieri VS Thomas Ligotti




Titolo opera: Sotto la citta' ed altre storie


Formato: ebook e cartaceo

Genere: Racconti di genere fantastico

Prezzo: 13,00 cartaceo - 3,49 ebook

Sinossi: 
Stefano Frigieri si addentra in una dimensione del terrore che non è fatta di paura, ma di ombre e ambiguità, di coincidenze inquietanti e misteri irrisolvibili. 
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Si serve del fascino dell'anormale e del misterioso per avvincere il lettore e tenerlo inchiodato alla pagina, all'erta e pronto a reagire se alzando lo sguardo incontra quello di uno sconosciuto che lo osserva a sua volta... È il fascino proprio di un evento bizzarro, di quel qualcosa di indefinito che pare essere in procinto di verificarsi facendosi beffa della nostra razionalità. Un fascino a cui sottrarsi è impossibile perché in ognuno di noi c'è il mostro cattivo relegato al sicuro in una stanzetta a tenuta stagna che ambisce a confrontarsi coi suoi simili. E solo noi ne siamo la chiave. Lo scrittore ci offre le indicazioni per trovare la porta. Oltre quella porta, creature che si nutrono di cellule umane, di sudari, che sopravvivono grazie a trasfusioni di sangue giovane, in agguato per vendicarsi di un torto, spiriti che ritornano dall'aldilà, che non riescono ad abbandonare i propri affetti, una strega che frequenta lo studio di un medico e un frate che dà fuoco alla propria abbazia... Dieci racconti per una silloge che chiama in gioco le nostre più ataviche paure e ci invita a prudenti riflessioni su quella realtà oltre il visibile a cui si può decidere di prestare attenzione oppure no.

Note/commenti/finalità dell'Autore: 
Uno di questi racconti (Sotto la citta') ha vinto il concorso Giovane Holden del 2018, sezione racconti inediti. Questo mi ha dato la spinta per completare il libro con altre nove storie. Tre mesi di duro, ma divertentissimo lavoro. Scrivo da sempre ma mai prima d'ora in modo semi professionale, ameno nelle intenzioni. Scrivo nei ritagli di tempo che mi concede il mio lavoro (faccio l'agente di commercio), anche per superare la routine e lo stress che esso comporta.
Scrivo, prevalentemente, perche' mi piace. La mia ambizione sarebbe quella che si divertisse anche il lettore. Se ci si accontentasse delle buone intenzioni...

BIG da sfidare: 




Esagerando mi piacerebbe sfidare "I canti di un sognatore morto" di Thomas Ligotti. 







lunedì 16 settembre 2019

Recensione: Ambrose di Fabio Carta [Rating 7,5] - recensione a cura di Gianfranco Pereno


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Titolo: Ambrose

Autore: Fabio Carta


Genere: Fantascienza

Prezzo: cartaceo Euro 12,75

Rating: 7,5

Sinossi: 
Controllore Ausiliario - CA - è uno dei pionieri ad aver sposato la causa della missione Nexus, la frontiera virtuale dove scrivere un nuovo e pacifico capitolo della storia umana. Ma durante la preparazione terapeutica, il suo corpo rimane vittima di danni irreparabili. Logorato dalle metastasi, è costretto a vivere in una speciale tuta eterodiretta da pazzi esaltati, che combattono una guerra in bilico tra realtà e spettacolo. Il suo destino è la morte, mentre un suo gemello elettronico continuerà a simulare la sua esistenza nel ciberspazio. L'infelicità di CA - figlio delle stelle, alieno agli usi terrestri - subisce uno stravolgimento con la comparsa di Ambrose. Un'entità che si presenta come una rosa stillante ambra, una irriverente voce che lo guida verso sviluppi imprevedibili. Come ribellarsi al proprio destino e scoprire cosa si cela realmente dietro i grandi cambiamenti ai quali l'umanità dovrà far fronte.

Recensione:
Dopo due mesi passati tra poesie di ogni genere, trovo finalmente il tempo da dedicare a questo Blog e apro il romanzo di Fabio Carta.
Inizio a leggere: 
“Tre tonnellate di acciaio, nanocarbonio e policeramica.
Non molte per un mezzo corazzato, ma bastanti a vestire un singolo uomo per la battaglia…” 
Non resisto e mi verso un dito abbondante di whiskey (rigorosamente irlandese).
«Finalmente… » sospiro, quindi appoggio direttamente i piedi sulla scrivania e il mondo sparisce.
Immediatamente però vengo sopraffatto dall’uso esagerato degli aggettivi che si affollano nelle pagine (a volte forse utilizzati anche in modo improprio) che ne appesantiscono la scrittura, ma poi mi abituo e mi addentro in quel prato esageratamente fiorito. 
Presa confidenza con il registro linguistico di Fabio, tra l’altro curatissimo, inizio finalmente a godermi il racconto.
Che dire? L’idea è geniale e confesso che mi sarebbe piaciuto averla avuta prima io.
La trama praticamente non esiste, a parte un canovaccio indispensabile per reggere il tutto, ma il condensare l’intero libro sulla psiche del protagonista è assolutamente vincente.
Mister x, non importa chi in realtà esso sia veramente, è solo all’interno della formidabile macchina da guerra che comanda, un fantascientifico soldato meccanico che giganteggia sulla scena interstellare.
E neppure importa molto che attorno a loro esista un mondo in guerra, dal momento che un enorme scontro già alberga dentro quell’esoscheletro meccanico, così come nella mente e nel cuore del protagonista.
Un conflitto fatto di psicoanalisi mescolata ad allucinazioni, degenerazioni fisiche dovute a tumori maligni, radiazioni dagli effetti devastanti, introspezioni emotive e introspezioni virtuali, controfigure digitali e super controllori che galleggiano in realtà lontane anni luce.
L’idea di condensare il romanzo nella mente del protagonista, permette all’Autore di vagare liberamente in una vastità di campi e di tematiche veramente sorprendente, dove non solo il protagonista è relegato in una gabbia biomeccanica, che fa di lui nel medesimo tempo un superuomo e un prigioniero, ma è anche legato a filo doppio con controllori umani distanti leghe spaziali sia dal luogo in cui si trova che dai suoi pensieri e sentimenti.
Se voleva gettare uno sguardo sulla solitudine dell’uomo moderno, già pesantemente condizionato da una tecnologia sempre più invasiva, Fabio Carta con questo libro ci riesce benissimo, è impossibile non riconoscere le interminabili quanto superflue divagazioni, ondeggianti a scelta tra bar e special televisivi, che giornalmente ci dobbiamo sorbire e i ragionamenti del protagonista sulla politica militare ed economica del libro, e ancor di più le implicazioni morali che esse comportano.
Le nuove frontiere delle applicazioni virtuali poi, (che vanno dal sesso alla duplicazione della personalità) trasportate in una realtà palesemente fantascientifica, accentuano la sconfortante verità che il più delle volte, al posto di agevolare la vita di un essere umano, ne condizionano invece l’esistenza, sia per la rapidità con cui sopraggiungono, sia per la portata (il più delle volte nascosta) delle loro potenzialità latenti.
Interessantissima è poi la comparsa di Ambrose, vera chicca del romanzo, che sembra voler scostare addirittura i veli esoterici dello "spirito guida".
Questo è un racconto di fantascienza visto dall’interno di un robot soldato che contiene a sua volta un  pilota che rappresenta in realtà ognuno di noi, con le nostre paure e il nostro coraggio, il coraggio di guardare le stelle come il coraggio di guardarsi dentro.
Ma con un unico amore, l’ignoto.

Contro: da rivedere a parer mio la tecnica narrativa, anche se la struttura della trama è fluida e convincente.

Pro: Idea vincente che andrebbe doverosamente ampliata e approfondita.
Voto finale: 7,5

mercoledì 11 settembre 2019

Recensione: Inferi on net di Roberto Genovesi


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Sinossi:
Un uomo con un microchip nel cervello può fare molto. Collegarsi a Internet senza avere un computer, per esempio; vedere gli ultimi dati direttamente sulla retina. Ed "entrare", senza il corpo, nella rete mondiale. Ma questa straordinaria esperienza di disincarnazione può essere compiuta anche alla rovescia, da entità abominevoli che pensano di sfruttare il web per invadere il mondo. E' per ciò che padre Elifas Mandai, esorcista, si prepara con strumenti tecnologici d'avanguardia alla sfida più terribile che l'umanità abbia dovuto affrontare. La sfida degli inferi, il cui portale può apparire da un momento all'altro sul vostro computer con l'icona di un coniglio mascherato da clown. Se appare, le legioni del Nemico divoreranno - non solo virtualmente - il vostro pianeta e la vostra anima.


Recensione:
Roberto Genovesi è un autore noto soprattutto per i suoi romanzi ad ambientazione storica, la cui particolarità è la presenza di aspetti sovrannaturali legati ai pantheon delle civiltà coinvolte. Molto belli a mio parere quelli legati alla Legione Occulta. Oggi però voglio presentarvi un testo meno noto al grande pubblico ma che ho trovato di piacevole lettura. Si tratta di Inferi on Net. L’ho trovato piacevole soprattutto per l’idea originale di piazzare le forze oscure, i demoni nello specifico, all’interno della rete. Internet come fucina diabolica dalla quale far partire incursioni tutt’altro che virtuali, capaci di depredare gli ignari uomini della propria sanità mentale, nonché dell’anima.
L’idea a me è piaciuta parecchio, considerando inoltre che il romanzo è del 2000, credo possa parlarsi di un’ottima intuizione. Oggi sarebbe stato troppo facile abbinare il Deep Web con una branca degli inferi con tutti i suoi loschi traffici fra denaro sporco, compra vendita di organi e nuovi schiavi. 
Torniamo a noi quindi. L’idea è buona, la prosa altrettanto, il ritmo pure, allora cosa stona in questo condensato di buone impressioni e complimenti? 
Pure il protagonista, l’esorcista veterano Elifas Mandai, con i suoi immancabili problemi d’alcoolismo non sarebbe stato malvagio, eppure qualcosa non mi convince appieno. 
Il submondo informatico all’interno del quale si svolge la vicenda è ben ricostruito, evitando inutili tecnicismi che avrebbero solo annoiato i non addetti ai lavori, e si svela in modo del tutto naturale e credibile. 
Allora cosa manca? Forse proprio un briciolo di approfondimento sui nostri eroi. Tratteggiati in modo troppo rapido e superficiale per far si che una loro eventuale dipartita possa smuovere lo smaliziato lettore. 
Certo, possiamo prendere il testo come un romanzo da leggersi in grande relax sotto l’ombrellone, anche se qui a Bolzano purtroppo pare l’inverno sia arrivato anzitempo, catapultandomi dai 30 gradi degli scorsi giorni a giornate cupe con massime sui 13… 
A mio avviso l’opera del Genovesi avrebbe meritato uno sviluppo più ampio, una maggiore attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, un approfondimento ai loro vissuti ecc… insomma, ci siamo capiti. 
Può benissimo essere che la rapidità con la quale le vite pregresse dei personaggi di spalla a Elifas Mandai sia dovuta a un diktat dell’editore, ma credo si sia persa un’occasione per donare spessore a un testo che per la bontà dell’idea avrebbe meritato miglior sorte. 
A quanto ho capito era in effetti prevista una trilogia, ma se ne sono perse le tracce. Peccato, ad ogni modo il presente volume è autoconlusivo e merita una lettura. Non vi farà perdere molto tempo e scorrerà via rapida e gradevole. Un testo che mescola elementi fantastici e fantascientifici e capace di accalappiare i lettori di ambo i generi.
Consigliato.

domenica 8 settembre 2019

Recensione: A un passo dalla vita di Thomas Melis [Rating 7] - recensione a cura di Giuliano Parisi


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Titolo: A un passo dalla vita.

Autore: Thomas Melis


Genere: Vita da strada, Romanzo.

Prezzo: ebook 0,99 Euro - cartaceo 8,25

Rating: 7

Sinossi:
È una Firenze fredda, notturna e mai nominata quella che fa da palcoscenico alla storia di Calisto e dei suoi sodali, il Secco e Tamagotchi. La città è segnata dalla crisi globale, dietro l’opulenza patinata del glorioso centro storico si nasconde la miseria dei quartieri periferici. Calisto è intelligente, ambizioso, arriva dal Meridione con un piano in mente e non ha intenzione di trasformarsi in una statistica sul mondo del precariato. Vuole tutto: tutto quello che la vita può offrire. Vuole lasciarsi alle spalle lo squallore della periferia – gli spacciatori albanesi, la prostituzione, il degrado, i rave illegali –, per conquistare lo scintillio delle bottiglie di champagne che innaffiano i privè del Nabucco e del Platinum, i due locali fashion più in voga della città. Calisto vuole tutto e sa come vincere la partita: diventando un pezzo da novanta del narcotraffico. "Questo libro ha le qualità di un piccolo capolavoro". scrittura-mania.blogspot.it"Una storia nuda e cruda, raccontata in modo magistrale". paroleacolori.com "Un libro bellissimo, carico di spunti di riflessione, ma anche di adrenalina e di sentimenti." conilibriinparadiso.wordpress.com "Melis ha uno stile, una capacità di narrare i fatti e di tenere con il fiato sospeso i lettori propri di uno scrittore affermato". lamaisondeilibri.blogspot.it "Da leggere e rileggere". ithinkmagazine.com

Recensione:
Due universitari cercano una rivincita economica dalla asfittica realtà Italiana attraverso mezzi illeciti, e grazie a una sbarbina hanno la loro occasione. Mentre il business cresce l'autore delinea le caratteristiche dei due ragazzi e della realtà che li circonda. Lo scrittore anche attraverso il protagonista nel testo inserisce dei ragionamenti molto interessanti, il primo ragionamento incontrato è una riflessione sull'umanità arcoriana che appesta l'Italianità; Il secondo ragionamento incontrato invece fa da sfondo al "disagio motore" che spinge il ragazzo ad arrotondare, esso è uno stralcio di lezione universitaria sulle disfunzioni della economia moderna; infine ci sono altre perle come l'accenno alla frontiera ameringo messicana, e verso la fine troviamo un rimando a Joseph Stigliz.
Diciamo che l'habitat dello spacciatore è molto ben rappresentato sia interiormente che esteriormente. L'autore ha voluto rappresentare con chiarezza sia lo sballo proletario descrivendo un grosso rave, sia lo sballo agiato-finto aristocratico dei salotti buoni della città attraverso la discoteca più in voga della città. Ci sono dei picchi geniali come lo svarione da console del Dj Lgbt, e il bagno e le altre sorprese del locale più in della città.
Penso che l'autore abbia fotografato molto bene un specifico nonsense Italico, trasversale ai ceti ma accomunato dalla droga. Una specie umana brava a lamentarsi, morta di fame, senza soldi, ma con vestiti firmati, auto, telefono, rolex, spende un fracasso di soldi in droghe e cazzate e si lamenta delle ingiustizie con le occhiaie da notte brava.
Quando gli spaccini incontrano i giganti il libro accelera e ne succedono di cotte e di crude.
Penso che questo scritto descriva molto bene come sia facile farsi belli prendendo a pretesto motivazioni risarcitorie, stare a un passo dalla vita non capendo che si fanno enormi danni agli altri e comunque sia ci sono i giganti, che appena alzi il tiro, se non hai fatto i conti con loro ti annientano come un moscerino.

PROSA
Grande ricchezza di termini e slang.

PERSONAGGI
I personaggi penso siano tutti molto ben delineati, però quando anche Holli sbrocca ho visto un pezzo di romanzo rovinarsi, diciamo che manca l'effetto Ermione, ovvero che in un libro ci sia almeno una donna con le palle, che sia adulta, bilanciata e non donna soprammobile, donna giocattolo o donna aspira appendici-polveri. Holli come forza femminile ordinatrice non è stata ben valorizzata.

DIALOGHI
I dialoghi sono ricchi quanto la varietà di materiale umano trattato nel libro.

CONCLUSIONE
Merita una sua lettura. Voto 7 pieno.

mercoledì 4 settembre 2019

Disfida nr. 103: Il codice, quando la genetica superò ogni limite di Giuliano Parisi VS Z.A. Recht




Titolo opera: Il codice, quando la genetica superò ogni limite.

Autore: Giuliano Parisi

Casa Editrice: pubblicazione indipendente

Formato: ebook

Genere: Fantascienza apocalittica (estinzione di massa per pandemia)

Prezzo: Euro 2,50

Sinossi:
Per molti lustri gli astronauti osservarono l'inquinamento di alcune zone del pianeta terra dallo spazio. 
Non nel duemila e quarantacinque sul continente Europeo, un Eden densamente popolato senza soluzione di continuità, plasmato fortemente dalla green economy; le nazioni Europee prosperano come non mai, qui c'è la Felicità: E' l'America. 
Questa civiltà orgoglio di ogni bravo cittadino assennato, è assediata da un male crudele ereditato dal passato, gli scienziati chiamano esso: <<Il bioaccumulo da inquinanti>>. 
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Questo fenomeno provoca patologie sanitarie gravissime e mortali a circa il trenta per cento dei nascituri di ogni nuova generazione, tuttavia questi bambini nonostante le loro malattie crescono e diventano adulti... e diventano ingranaggi degli ospedali, ingranaggi di un'enorme macchina medica che li mantiene in vita. 
Nel duemila e quarantacinque un astronauta osserva l'Europa dallo spazio, non vede più i drappi di grigio smog a coprire la pianura padana Italiana, il south east Inglese o parte del belgio e dei paesi bassi. Sembra tutto solamente bello, ma non lo è. 
Quei drappi si sono abbassati fino a toccare il terreno, l'acqua e il verde, ogni animale. 
Si sono infilati nella catena alimentare, scorrono nel nostro sangue.


Note/commenti/finalità dell'Autore:
Ho realizzato questa creatura semantica perché insoddisfatto dal filone "walking dead". La scrittura è iniziata cinque anni fa quando mi sono fissato a voler realizzare una delle mie fantasie, con essa mi sono formato nel tentativo d'assimilare le massime di London e King. Il testo è macelleria nella secondo e terza parte, invece nella prima parte il testo introduce i temi legati al bioaccumolo di inquinanti e vuole comunicare una idea di futuro, futuro pulito e forse migliore. 
A me piace realizzare mondi, non sono scrittore, chi di voi vuole aiutarmi per naturale inclinazione al disegno o alla scrittura mi contatti per accordarsi.  
     
BIG da sfidare: 
Non ho mai letto libri di zombie, quindi penso che questo titolo non possa partecipare alla disfida...
[NdR: inseriamo testo d'ufficio]




Epidemia Zombie di Z.A. Recht