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domenica 12 giugno 2022

Recensione: I 17 mondi. Il capitano di A. R. Alexander [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: I 17 Mondi – il capitano

Autore: A. R. Alexander

Editore: bookabook

Prezzo: cartaceo Euro 17,10

Genere: fantascienza

Target: Young/adult

Rating: 7

Trama:

Quando il generale Cohen, soldato dell’Alleanza, cade in un’imboscata sul pianeta Echuazi, l’ultima cosa che si aspetta è di venire salvato dal pirata più ricercato e misterioso dei 17 Mondi, il Capitano, una bellissima quanto pericolosa combattente in cerca di vendetta personale e giustizia per tutti i popoli della Comunità. Ma la fuorilegge non agisce a caso, Cohen è stato salvato per un motivo: indagare i loschi piani dell’efferata Corporazione Kappa, volti a trasformare l’Ajna – una tecnologia neurale in grado di debellare qualsiasi malattia – in un’arma per il controllo delle masse. Il generale e il Capitano dovranno fare i conti con una cospirazione interplanetaria che cela una minaccia ancora più terrificante...

Contesto storico

In questa storia si narrano le vicende dei discendenti di un numeroso gruppo di esseri umani, per la maggior parte scienziati e storici che, più di un millennio prima dei fatti che qui vengono narrati, approdano in quest’angolo di universo, scappati dalla follia di ciò che è diventata la Terra del XXXIII secolo, con l’intento di fondare una nuova comunità, in un’altra galassia, in altri sistemi di stelle.

Struttura della comunità

I pionieri trovano i sistemi di Xiingjia, di Castor & Pollux & Leda e di Rabraman abbastanza vicini da poterli far comunicare tra loro in modo rapido e agevolmente, grazie alla tecnologia di cui dispongono; inoltre, i pianeti presenti nel sistema posseggono le condizioni necessarie per i bisogni delle nuove colonie. In particolare, uno di questi, Kadefen, ha un bene preziosissimo: un insieme di metalli naturali con l’incredibile capacità di reggere le alte temperature. Utilizzandoli, riescono a costruire tre sofisticati meccanismi di raccolta di energia, ottenendola direttamente da una stella e diventando così una civiltà di tipo KII. 

Una delle leggi imprescindibili dei Fondatori riguarda la relazione tra la tecnologia e l’essere umano, che deve essere adoperata per rendere più facile la vita alle persone, e non per sostituirsi a esse. Non sono permessi né la costruzione di robot bioumanoidi, né l’accanimento terapeutico, con un’eccezione: l’Ajna. Si tratta di un insieme di filamenti biotecnologici che si diramano all’interno del cervello la cui origine avviene tramite un triangolo di metallo, chiamato “Madre dell’Ajna”, appena visibile tra le sopracciglia. In questo modo, non solo riescono a eliminare qualunque malattia di tipo batterico o virale, ma anche ogni genere di cancro, di degenerazioni della memoria, di malattie mentali e molto altro. 

Gli insediamenti umani su ogni pianeta sono costruiti all’interno di quelle che vengono chiamate “bolle di abitabilità”, cioè delle enormi sfere la cui funzione è di rendere l’aria adatta alla vita umana e di proteggere dal freddo eccessivo o dal calore estremo. 

L’Unione Alpha e l’Impero Cardian sono stati i primi due schieramenti a nascere. 

L’Unione fa sfoggio della propria tecnologia e comprende tre pianeti, Alpha I, Anturius e Arling, gestiti per carica ereditaria da un governatore e due dirigenti. 

L’Impero, invece, pur utilizzando un’invisibile ma avanzata tecnologia, che si rifà a un misto tra l’epoca feudale e il tardo Ottocento europeo. A capo dello schieramento, composto da quattro pianeti, vi è l’imperatore, che dirige direttamente il pianeta di Calimon, affiancato dalla Corte Imperiale, formata dai tre duchi che a loro volta dirigono Halleveh, Feraygo e Zarphael, e dai feudatari, che si occupano dell’amministrazione locale. 

Storia

Dopo più di mille anni dal primo insediamento dei Fondatori, sono stati colonizzati diciassette pianeti dei diciannove che orbitano intorno ai tre sistemi di stelle. 

Nell’anno comunitario 1193, su Kadefen, che nel frattempo è diventato un pianeta prigione, scoppia una rivolta. I galeotti riescono a sbaragliare non solo i sorveglianti del pianeta, ma anche gli eserciti dell’Unione, dell’Impero e di altri pianeti indipendenti che sono intervenuti in soccorso. Dopo mesi di battaglie e perdite di vite umane, l’intera Comunità si piega ai ribelli, permettendo loro di mantenere il possesso del pianeta e stipulando un accordo economico di condivisione delle risorse.

Passati all’incirca centocinquanta anni di pace, nel 1340, Kadefen torna a farsi sentire grazie alle macchinazioni di Lord Charama, consigliere del capo, che conclude un accordo speciale con Lord Liasura, capo di Yurdite, pianeta da cui tutta la Comunità dipende per buona parte delle risorse alimentari. Viene così costituita la Corporazione Kappa. 

Quattro anni dopo, la Corporazione attacca Gorgjian, uno dei pianeti indipendenti, conquistandolo. L’evento dà uno scossone all’intera Comunità, ma, soprattutto, agli altri sette pianeti indipendenti, che per la maggior parte non sono preparati a una tale violenza. Di conseguenza si rivolgono tutti e sette al governatore dell’Unione, che li mette in guardia riguardo al potere della Corporazione.

Nasce così, per merito del giovane governatore Faygan, l’Alleanza Indipendente, che comprende: Xirthego, Jamaris, Bagoha, Llofh, Seranjaz, Ershanum ed Echuazi, oltre ai pianeti dell’Unione, la quale, con loro, condivide l’esercito e tiene rapporti economici privilegiati.

In risposta, Lord Charama e Lord Liasura gettano la colpa di tale atto di forza al capo di Kadefen, destituendolo in favore del giovane e valido generale Longaran, nativo del pianeta, e chiedendo alla popolazione di Gorgjian di scegliere se tornare a essere indipendente o restare sotto l’egida della Corporazione. Inaspettatamente, i rappresentanti del pianeta invaso decidono di restare con i loro aggressori, nominando Lord Charama capo a vita.

Da questo momento in poi, i rapporti tra Alleanza e Corporazione si fanno meno tesi, nonostante il governatore continui a non fidarsi né di Lord Charama né del nuovo capo, Lord Longaran. Anche l’Impero, rimasto tagliato fuori dalle recenti azioni per problemi interni, inizia a dare maggior credito alla buona fede della Corporazione, soprattutto grazie all’opera del duca Jilan, signore di Halleveh e capo della Corte.

Quando, nel 1359, la Corporazione propone a Impero e Alleanza migliori condizioni per gli scambi economici tra i tre schieramenti, in cambio dell’immunità per le sue attività commerciali, non riscontra grossi problemi a ottenerla. L’unico che si rifiuta categoricamente di concederla è il governatore Faygan che, a quel punto, si dimette dalla sua carica di presidente del Consiglio dell’Alleanza, e l’Unione si costituisce come quarto schieramento della Comunità.

L’Alleanza decide allora che non ci sarebbe più stato un unico capo fisso, ma che ognuno dei suoi sette pianeti avrebbe fatto ricoprire tale carica a un proprio rappresentante con un sistema di turnazione, di modo che sede e presidente del Consiglio sarebbero cambiati ogni due anni.

Dopo quasi otto, tale ruolo viene ricoperto da Lord Gadhasas, capo politico di Bagoha...


Recensione:

Inizia così il primo capitolo del primo libro della pentalogia con qualche aggiunta della sottoscritta: “Homo homini lupus – L’uomo è lupo per l’uomo” scriveva Hobbes, nella sua opera De cive, per designare lo stato di natura in cui gli uomini, soggiogati dall’egoismo, si combattono l’un l’altro per sopravvivere, principio che sembra essere estremamente attuale ancora oggi, dopo oltre duemila e trecento anni. E tra tremila anni, perché le cose dovrebbero essere diverse? Cosa succederebbe se quello che ci salva da tutti i mali, fisici e mentali, diventasse il nostro peggior incubo? Non è così che accade sempre? L’essere umano è in grado di costruire cose meravigliose per poi ritorcerle contro i propri simili. L’uomo resta di fondo un animale, né buono né cattivo, a volte altruista, a volte egoista; ma, alla fine, semplicemente umano. O no?”

Ecco, prendendo spunto dalla lettura di questo romanzo fantascientifico dalle caratteristiche Manga a tutti gli effetti, posso sostenere che l’autrice ha costruito una storia complessa e ben congeniata che ci porta dalla Terra su altri pianeti, dove gli uomini cercheranno di ambientarsi e continuare a vivere.

Primo della pentalogia “I 17 Mondi”- il Capitano è un libro dalla complessità affascinante e insieme profondo, coinvolgente e ricco di quel fascino speciale che solo le grandi storie possono trasmettere.

L’autrice, grazie al suo stile coinvolgente e raffinato, riesce a immergere il lettore nella storia e nei diciassette fantastici universi descritti magistralmente, tant’è che fin da subito vieni spinto  all’interno di un intreccio considerevole dove il mistero di frasi sospese, di dubbi che si insinuano nella mente dei personaggi, i lettori le fanno proprie.  

Tuttavia, la storia non deve essere considerata solo e semplicemente un genere fantasy, perché ci troviamo bensì di fronte a una varietà ben alternata di storia, politica, strategia, avventura, fantascienza e, perché no, una coinvolgente Love story. 

Tanti personaggi popolano i 17 pianeti che hanno un certo ascendente sugli altri, ambigui e articolati, che vengono presentati al lettore uno dopo l’altro. Il Capitano, l’affascinante Elisabeth (una Tomb Raider, per chi conosce il games) esteriormente appare fredda e distaccata nonché spietata e del cui passato non si sa niente, ci conduce attraverso una serie movimentata di vicende suddivise in capitoli dei diciassette pianeti, narrandoci cosa avviene in ognuno di essi, qual è il loro futuro, ‘se ci sarà’. A mano a mano che si va avanti nella storia non si riesce a smettere, perché la voglia nel lettore di scoprire di più è talmente tanta, che si continua imperterriti a sfogliarne le pagine. La serie di colpi di scena e di flashback ti tengono incollati alle pagine del libro, nel quale, pagina dopo pagina faremo la conoscenza di nuovi e tanti personaggi il cui aspetto psicofisico è talmente descritto bene, che al lettore sembra di conoscerli da sempre, come se fossero i vicini di casa. La narrazione in terza persona al passato (secondo me la migliore) ci aiuta a capire meglio gli aspetti più nascosti di ogni personaggio sia per il modo di pensare molto dissimili tra di essi, come del resto riguardo alla loro fisionomia. Tutta questa differenza si evince soprattutto nei dialoghi ben impostati.  «Vuole che i ribelli si uccidano tra loro?» chiese il tecnico, con l’aria di un cameriere che prende le ordinazioni.

 Ci sono i ribelli che riescono a manipolare le menti più deboli, i sottomessi che si fanno manipolare. I dittatori, e gli scienziati che lavorano all’interno dell’efferata Corporazione Kappa volti a trasformare l’Ajna – una tecnologia neurale in grado di debellare qualsiasi malattia – in un’arma per il controllo delle masse, impiantando nei loro cervelli dei microchip a filamenti biotecnologici privando così gli esseri umani del libero arbitrio e di conseguenza della loro libertà ma preservandoli dalle malattie. Tuttavia Elisabeth scopre l’intento dell’efferata organizzazione e avvisa il generale Ed Cohen, altro soggetto affascinante e perno centrale della storia, del piano diabolico che metterà in pericolo l’integrità della comunità. 

Le ambientazioni, poi, ti ammaliano e conducono all’interno di mondi immaginari veramente originali. Il grande aiuto per orientarsi all’interno dei diciassette mondi ce lo fornisce anche la serie di mappe introdotte all’interno del libro. 

Siamo nel il 1368 sul pianeta Omega 4, il satellite artificiale dell’esercito dell’Alleanza che orbita intorno a Bagoha. Gli insediamenti umani su ogni pianeta sono costruiti all’interno di quelle che vengono chiamate “bolle di abitabilità”, cioè delle enormi sfere che hanno la funzione di rendere l’aria adatta alla vita umana e di proteggere dal freddo eccessivo o dal calore estremo nonché sede temporanea del Consiglio e dove avviene la Festa dell’Acqua giorno in cui gli abitanti riceveranno per le proprie bolle abitative situate sotto di Bagoha doppia razione di acqua e ossigeno, accuratamente drogati. 

Ciò nonostante da quel lontano 1368 sono trascorsi molti anni ma non tutti i pianeti soddisfano le necessità e le riserve necessarie per vivere. Cominciano così una serie di insurrezioni che porterà a scontri con le forze dell’ordine.

Nei diciassette Mondi si racconta una storia dove la lotta tra il bene e il male è sempre presente quando si tratta di uomini mai sazi di potere, egoisti e approfittatori. Gli animi sono messi a nudo e come nella realtà, niente cambia, (già sta succedendo sulla Terra, perché chi comanda, quando non avrà nient’altro da conquistare sul pianeta, vorranno espandere la loro supremazia in altri mondi. (Marte è uno di questi e non solo, Kim Jong-un e Putin sono alcuni dei dittatori, per citarne alcuni) 

 Un tema direi fondamentale questo della supremazia sugli altri popoli, che rendono la storia ancor più interessante, non solo un fantasy. Argomenti e verità che l’autrice affronta dimostrandosi una vera intenditrice sia di animo umano che di diritti sacrosanti dei popoli, come libertà e autodeterminazione, quel principio in base al quale i popoli hanno il diritto di scegliere liberamente da chi farsi governare, soprattutto dal dominio coloniale. Inoltre, ho riscontrato che in molti romanzi di fantascienza vengono introdotte delle telecamere che registrano tutto.

A questo punto mi chiedo: “Perché non inserire dei droni invisibili invece delle solite videocamere di sorveglianza? Okay, scherzi a parte, la dinamica narratologica secondo me è fin troppo rapida. I punti di vista dei vari personaggi a volte confondono un po’ e non lasciano il tempo necessario al lettore di riflettere nel proseguo della trama. Amici, nemici che dialogano, combattono e si infilano nelle file degli uni e degli altri nemiche – e amiche – per carpire strategie. 

Direi che, in questo libro siamo di fronte non solo a una narrazione fantasy, ma a una trama spionistica tipica alla James Bond ma in chiave fumettistica, solo che le azioni di conflitto si svolgono nell’universo, ossia, tra i diciassette mondi dove alcuni dei personaggi vivono nelle loro case fatte di bolle.  E in effetti, per quanto riguarda ciò che intendevo, il lettore non ha il tempo di riflettere su alcuni passaggi, proprio perché siamo di fronte a una storia articolata che ti fa salire l’adrenalina a mille, grazie soprattutto all’abbondanza di sotto-storie che fanno da cornice a quella principale. E dunque, la lettura avrà bisogno di molta attenzione da parte del lettore, il quale non dovrà farsi sfuggire un benché minimo passaggio riportato nel romanzo, ma vi assicuro che, dopo che lo avrete finito di leggere, tirerete un sospiro di sollievo ed esclamerete: “Ne è valsa veramente la pena!” 

Consigliato voto: 7