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venerdì 22 luglio 2016

Recensione: Ibrido di Isa Thid [Rating 7]

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Titolo: Ibrido

Autore: Isa Thid

Editore: GDS

Genere: Urban fantasy

Rating: 7

Prezzo: Euro 2,99



Sinossi
Il Mondo Specchio e il Mondo Umano si sono dissolti originando l’Ibrido.

Lara ha un potere sconfinato, ma nella sua mente ospita un abominio. Vera è la giovane tatuata della Profezia, ma il suo destino le è sconosciuto. Lucia si unisce alla resistenza, ma non può rinunciare alla magia.
Le storie si intrecciano e un mondo nuovo prende forma.


Recensione: Oggi vi presento un urban fantasy dell’autrice Isa Thid edito da GDS edizioni: Ibrido.
Un mondo parallelo chiuso in uno specchio, un mondo nel quale la magia non solo è possibile, ma rientra nelle regole del gioco. Ebbene questo mondo si sta per congiungere al nostro, originando qualcosa di nuovo e imprevedibile, con conseguenze potenzialmente assai pericolose per gli ignari umani.
Un romanzo agile, dalla scrittura fresca e diretta, senza tanti fronzoli, pulita e efficiente. Potrei definirla una fiaba dark, con una trama lineare e un finale inquietante.
Una lettura leggera e appassionante, adatta a chi voglia trascorrere qualche ora di sano intrattenimento senza troppe pretese di approfondimento sul mondo ricreato dall’autrice.
I personaggi sono a loro modo tutti interessanti, ben caratterizzati anche se non sempre i rapporti fra loro sono gestiti in modo cristallino. Per questo dico che a mio avviso il romanzo va preso senza soffermarsi troppo sulla razionalità dei comportamenti dei giovani coinvolti e sul realismo dell’ambientazione. L’attribuzione della fiducia concessa ad amici e rivali è un po’ troppo “alla buona” a mio avviso, così come alcune scelte specifiche lasciano spazio a dubbi, ad esempio le armi in possesso ai giovani ribelli e quant’altro. Questo mi spinge a ritenere che il giusto target per quest’opera sia quello di  un pubblico che ricerca intrattenimento puro, senza troppe elucubrazioni fuori luogo.
La storia infatti riesce a coinvolgere e a questo contribuisce molto la prosa piacevole dell’autrice, capace di imbastire dialoghi sempre credibili e frizzanti, conducendoci sino al finale senza pause inopportune. L’ambiente della Torino magica è un palcoscenico perfetto e anche la ricostruzione degli atteggiamenti delle giovani wiccan mi pare ben fatto, indice forse di un particolare interesse della Thid per questi argomenti.
L’idea del mondo specchio è interessante anche se non viene approfondito più di tanto e gli intrighi, anche se gestiti superficialmente (in senso buono e volutamente non troppo approfonditi), contribuiscono a rendere imprevedibile il tutto senza mai spezzare il ritmo.
Diciamo subito che per un appassionato di mondi fantastici dall’architettura complessa e amante delle dinamiche sociali strutturate e intricate, non posso dire sia il mio genere prediletto, ciò non toglie che per il target giusto, “Ibrido” costituisca un romanzo completo e ben congeniato, capace di mettere in luce i rapporti fra giovani adulti e creare situazioni di sentimenti contrastanti che coinvolgono il lettore. Propendo per un bel 7 quindi, soppesando i vari elementi e tenendo a mente quanto detto pocanzi.
Ho avuto esperienza diretta con la casa editrice GDS (l’antologia Dreamscapes 2 contiene il mio racconto Il Nuovo Dio e l’Abisso) e personalmente non posso dire di essermi trovato bene, spero l’autrice abbia avuto maggior fortuna.
Copertina azzeccata e prezzo sostanzialmente corretto. Il testo presenta poche sbavature, indice che un certo editing deve esserci stato, o che l’autrice sia stata particolarmente accorta di suo. Non so quindi dove finiscano i meriti di GDS e inizino quelli della Thid. Mi piacerebbe avere un suo riscontro in merito e più in generale capire cosa l’abbia spinta ad optare per questa via piuttosto che per l’autopubblicazione.

martedì 19 luglio 2016

Disfida nr 24: L'ultimo demone di Mirco Tondi

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Titolo: L'Ultimo Demone

Autore: Mirco Tondi

Genere: fantasy postapocalittico

Editore: autopubblicato con Streetlib

Prezzo: 1.99 E


Sinossi:
Tanti nella propria vita, specialmente da piccoli, hanno avuto un supereroe in cui credere. Sperando, desiderando, soprattutto nei momenti di difficoltà, che comparisse e si mettesse al loro fianco, proteggendoli, confortandoli, guidandoli.
Tutti sanno che questo è e rimarrà soltanto un sogno. Un sogno da bambini.
Ma se fosse possibile? Se non fosse solo una fantasticheria, ma un desiderio realizzabile, cosa cambierebbe nella propria esistenza? E come si trasformerebbe la realtà circostante?
In una Terra post-apocalittica dominata dalla violenza e dall’orrore, dove è impensabile che ci sia posto per le favole, dove sembra impossibile che possa esserci luce nelle tenebre dilaganti create dai Vizi, una fiammella brilla ancora e cresce d’intensità, attirando a sé chi non vuole più essere intrappolato in un modo di vivere bestiale, dove il massimo cui si può aspirare è la sopravvivenza.
In una storia sempre più oscura e sempre più luminosa, un piccolo gruppo di uomini, donne e bambini prende il testimone lasciato da Maestro e Guerriero, continuando la lotta per liberare il mondo e l’umanità dal dominio dei Demoni, nella speranza di arrivare a dare il via a un’epoca migliore. Un’epoca dove il mondo sarà forgiato dai sognatori e non più da burocrati, politici e persone volte a interessi economici e di potere per il solo vantaggio personale. Un’Era di Utopie, di Creatori, dove nuovi mondi, nuovi universi nasceranno e la vita acquisirà il suo reale senso d’esistenza.

Note/commenti/finalità dell'Autore:
L’Ultimo Demone, secondo romanzo del ciclo fantasy post-apocalittico I Tempi della Caduta, è il seguito diretto di L’Ultimo Potere: gli eventi si svolgono poco dopo i fatti del primo volume. Prima di continuare a parlare dell'opera faccio un piccolo salto indietro nel tempo, riportando un pezzo che ho postato sul mio sito un paio di anni fa.
"Ancora una volta, lo scrittore s’incammina, scoprendo strada facendo dove lo conduce il cammino che sta percorrendo, accorgendosi cosa il percorso gli ha tenuto in serbo. Certo, sa da dove è partito e dove vuole arrivare, ma cosa incontrerà nel viaggio è una sorpresa anche per lui: alle volte sa quello che accade perché lo va a cercare. Altre volte invece è lui a essere trovato e non può fare altro che raccontare cosa ha visto e vissuto. Ma alla fine del viaggio, avrà vissuto un’esperienza che l’ha cambiato, magari maturato: di certo gli ha conferito uno sguardo diverso sul mondo.
Così scrivevo nel giugno del 2013, allorché cominciavo a mettere giù le idee per scrivere quanto non era stato narrato in L’Ultimo Potere (stesura che sarebbe cominciata ad agosto); l’idea iniziale, quando iniziai a scrivere di quest’ultimo, era di realizzare un romanzo unico, ma nello sviluppare la storia mi sono trovato dinanzi a un’opera più ampia di quella che avevo preventivato. Non mi spaventa realizzare romanzi di mille pagine, l’ho già fatto con Storie di Asklivion, ma non è stato questo a farmi riflettere sul creare due volumi invece di uno unico, quanto di dare a ogni parte il suo spazio. Anche se appartenenti allo stesso tempo e mondo, anche se legate da diversi fili, le storie da narrare dovevano essere due, dove ognuna doveva fare il suo percorso singolarmente; una separazione giusta non solo per quanto appena scritto, ma anche per una questione tecnica, dato che sarebbe risultato difficile riuscire ad amalgamare nell’intreccio di un solo volume i diversi elementi, rischiando di divenire confusionaria per la troppa carne al fuoco, troppa frammentarietà con gli eventi e i punti di vista.
La scelta si è rivelata giusta: concentrandomi su una parte per volta ho potuto fare un lavoro più approfondito, dove, libero del preoccuparmi di una storia o dell’altra, ho avuto maggiore spazio per la creatività, per il suo sviluppo. Partito con la stesura del secondo romanzo, ero dell’idea che sarebbe stato sulle duecento pagine: quando ho terminato l’epilogo, mi sono trovato dinanzi un lavoro di uguale lunghezza del precedente (tra le quattro e le cinquecento pagine). Come già scritto nell’altro post, si può programmare, si possono gettare le basi del progetto, ma durante i lavori si possono incontrare delle modifiche, ci si può espandere e andare verso direzioni inaspettate come se il progetto avesse vita propria.
Attraverso esso mi sono focalizzato sugli effetti generati dalle cause e di come essi determinino l’andamento della storia e del mondo (e si sa che per mondo non s’intende solo il pianeta in senso fisico, ma la mentalità che pervade una civiltà, che la guida e la condiziona). Da questo è nato L’Ultimo Demone, romanzo che riprende i punti lasciati in sospeso e non chiariti di L’Ultimo Potere: ambientato qualche mese dopo i fatti narrati dal suo predecessore, è un’opera più corale, che mostra ancora di più gli effetti dei Vizi sulla natura umana. Mentre L’Ultimo Potere era concentrato prevalentemente su Guerriero, L’Ultimo Demone mostra la realtà da più punti di vista: è più articolato e se si vuole meno lineare del precedente, permettendo alla storia di essere più varia e più ricca. Questo apparteneva già al progetto di partenza, ma nello scrivere pagina dopo pagina, i capitoli si sono arricchiti di personaggi secondari che sono diventati primari e di nuovi personaggi che all’inizio del viaggio non pensavo nemmeno d’incontrare, figurarsi di averci a che fare: è stato un buon incontro, perché hanno dato una sfumatura diversa alle vicende, una freschezza che altrimenti non ci sarebbe stata, permettendo di tirare i fili che altrimenti sarebbero stati lasciati indietro. Chi era una comparsa nel precedente volume in questo ha uno spazio importante e chi era stato protagonista farà la sua apparizione, ma avrà un ruolo marginale, perché la sua parte nei fatti salienti è conclusa, passando il testimone ad altri per arrivare alla fine del percorso."

Che cosa aggiungere a quanto scritto in precedenza?
Che questa volta tra i protagonisti ci sono dei bambini. L’idea c’era già, ma doveva essere usata in un altro romanzo; succede però che le storie prendono piede da sé, in maniera alle volte quasi naturale, e si sviluppano inaspettatamente. In questa parte mi è piaciuto prendere ispirazione dal gruppo degli Spettri mostrati da Terry Brooks in La Genesi di Shannara: è una delle ultime parti veramente ben realizzate dallo scrittore americano, andato purtroppo in discesa in fatto di qualità di trame e personaggi negli ultimi anni. Mi è piaciuta l’atmosfera del gruppo, come vivevano all’interno delle città in rovina, come cercavano di trovare qualcosa che rendesse la loro vita più sopportabile: per questo, benché in maniera diversa, ho voluto dare spazio a un gruppo nel quale c’erano anche dei bambini, con le loro diversità, i loro problemi, i loro sogni. E grazie alla loro presenza è nato un altro protagonista, un personaggio con una capacità particolare, inusuale e in apparenza fuori luogo in un mondo come la Terra post apocalittica in cui si svolgono le vicende, ma non per questo meno importante, perché la parola ha un ruolo importante, se usata nel modo giusto.
Ho parlato di un punto d’ispirazione, ma non è stato l’unico. Una parte di un certo rilievo nella storia ce l’hanno i fumetti, ma non nel senso che mi hanno ispirato, nel senso che c’è un personaggio che è attratto da essi, al punto da credere che siano qualcosa di vero (come si svilupperà questa cosa, la lascio al lettore, se vorrà scoprirla). Un’altra parte di rilievo ce l’ha la figura mitologica del Leviatano. Altro spunto è venuto dal cinema (La sfida del samurai di Akira Kurosawa).
Naturalmente ci sono i Demoni, con le loro caratteristiche, i loro Vizi: questa volta ho voluto addentrarmi nell’oscurità del loro animo e mostrarla, perché il male non è qualcosa che nasce per capriccio, ma c’è sempre un’origine, una causa al suo scatenarsi. In questo romanzo saranno affrontati i Vizi rimasti e naturalmente non può mancare quello della Lussuria. E come promesso nella disfida di L’Ultimo Potere…sesso sfrenato! Senza limiti, senza confini, senza ritegno! Gente, accorrete a leggere un vortice di sfrenata passione, piacere ed estasi! Dimenticatevi di Rocco Siffredi, John Holmes, del fantomatico e leggendario superdotato Mozambo che camminava con la pura forza della sua terza gamba e del mitico Ublala Pung: il sesso come mai l’avete conosciuto!*
Ora i lettori dovrebbero essere contenti di aver avuto quello che più vogliono. Ma bisogna fare attenzione a quello che si vuole, perché lo si potrebbe ottenere…(e a diventare dei Posseduti non è mai una buona cosa…)
Chiusa la parentesi goduriosa, due piccole note per concludere.
Una sulla copertina, sempre realizzata da me. L’immagine non solo è bella e suggestiva (ho avuto il merito di essere al posto giusto al momento giusto, di aver colto l’attimo fotografando, ma il gran merito di tutto ciò è della natura e va ringraziata per lo spettacolo cui ha dato vita), ma è pertinente a quanto avviene in L’Ultimo Demone: chi avrà modo di leggere il romanzo lo capirà, basta pensare al colore e alla forma delle nubi. Ho già dato abbastanza indizi: a chi lo vorrà, il resto della scoperta.
L’altra sulla dedica, breve, ma significativa: “Per chi è e vuole essere libero.” Non credo si debba aggiungere altro.


BIG da sfidare:
Visto che l’ho citato, I Figli di Armageddon di Terry Brooks. 
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In fondo trattiamo lo stesso tema: umanità allo sbando e ridotta ai minimi termini, mondo devastato, civiltà sparita, Demoni…Ma c’è una piccola differenza: io non faccio saltare fuori elfi all’improvviso, dicendo che sono sempre esistiti sulla Terra, solo che non si facevano vedere. 
Maledetta pigrizia e cercare le vie facili: questo mai uno scrittore dovrebbe fare. Può sembrare un voler vincere facile dato quanto Brooks negli ultimi anni è andato in declino, eppure con I Figli di Armageddon sembrava essersi ripreso e tornare ai fasti di Le Pietre Magiche diShannara, sua opera migliore. E per metà libro è davvero così: le parti di Tom Logan e degli Spettri sono molto buone. Ecco, la sfida la voglio fare con questa parte; il resto (quello che riguarda gli elfi) lo lascio perdere. Non c’è gusto a competere con qualcosa di scarso.


venerdì 15 luglio 2016

Recensione: Neopaganesimo. Perché gli dèi sono tornati di Francesco Dimitri

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Sinossi:


Jung pensava che gli dèi della Grecia, di Roma e dell'India, relegati dal mondo moderno ai margini della vita sociale, si fossero trasformati in malattie, tensioni psicologiche, processi inconsci. Oggi Jung vedrebbe invece che Artemide Cacciatrice scorrazza a braccetto con la dea Kali nelle metropoli di tutto il mondo, e che i miti celtici, romani ed egizi sono quanto di più ricercato da giovani tecnocrati e internettiani. Cosa sta succedendo? Chi sono i Neopagani? In quante correnti si suddividono? Cosa li distingue dai satanisti e dalle sette misteriche? Cos'è la Wicca? Questo libro è una guida aggiornata e documentata su un fenomeno che sarà in costante espansione nei prossimi anni.

Recensione:

Altra incursione nel mondo delle tradizioni religiose e dell’occulto, reale e non romanzato, anche se l’autore, Francesco Dimitri, è anche un ottimo romanziere. Qui trovate la recensione che ho fatto al suo “Pan” per il blog http://evasioneletteraria.blogspot.it, romanzo assolutamente imperdibile a mio modo di vedere e nel quale l’autore infonde molte delle sue conoscenze del campo rendendo il tutto ancor più appetitoso e realistico.
Oggi però vi presento un suo saggio molto interessante, intitolato “Neopaganesimo”.
L’argomento trattato è piuttosto di nicchia e viene affrontato con un rapido excursus su quelli che sono i protagonisti ed i pilastri sui quali questa dottrina multiforme basa le proprie origini, che siano effettivamente o meno di antica memoria.
Crowley, i wiccan,  i discordiani, la magia del caos,  sono solo alcuni degli argomenti che introducono a una rielaborazione originale del Dimitri, volta a mostrare la varietà del panorama e la diversità fra le multicolori correnti del paganesimo in salsa moderna.
Religione e magia, realtà immaginate e realtà plasmate dalla volontà di chi detiene “potere” spirituale, molti sono gli spunti di riflessione legati alle argomentazioni addotte dall’autore e ricca è la bibliografia che viene analizzata. 
Mi sono ritrovato ad appuntarmi un sacco di testi che mi piacerebbe leggere, anche se non so quando mai troverò il tempo necessario.
Aneddoti illuminanti, vicende reali e un’infinità di spunti, un tesoro per chi come me ama condire i propri scritti attingendo ai credi del nostro mondo per riportali nei mondi immaginati e per renderli più credibili, ma non solo, anche spunti di riflessione per affrontare la realtà, per fugare i preconcetti che spesso accomunano pagani e satanisti con grande superficialità. 
Il solo fatto che gli adepti di queste religioni/filosofie di pensiero/stili di vita, mostrino un grande rispetto per la natura e le tematiche ambientaliste dovrebbe far riflettere chi sostiene invece la pericolosità di questi culti alternativi.
“Neopaganesimo” è un saggio che consiglio a tutti i curiosi, a tutti coloro che intendono accostarsi a un mondo culturale differente, che mescola antichi saperi e conoscenze, a nuove teorie capaci di accomunare la vita nelle moderne giungle metropolitane a quella delle foreste dei primordi, dove l’uomo si trovava a confrontarsi con le forze ancestrali capaci di vessarlo, ma anche di risvegliarne l’innata spiritualità.
Consigliatissimo, anche per le ridotte dimensioni, come introduzione a un mondo di visioni alternative e che potrebbe destare più di una coscienza sopita. 
Se sentite nell’anima un briciolo di curiosità a gettare una fugace occhiata a una realtà diversa da quella che vi circonda con suo subdolo meccanismo del produci-consuma-crepa, Neopaganesimo è il testo che fa per voi.

domenica 3 luglio 2016

Disfida nr. 23:Fughe di Mario Pacchiarotti

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Titolo: FUGHE

Autore: Mario Pacchiarotti

Genere: Raccolta di racconti di fantascienza e dintorni

Editore: Sad Dog Project

Prezzo: 2,99 € ebook, 9,99 €cartaceo 

Sinossi: Si tratta di un totale di quattordici racconti, alcuni dei quali già pubblicati in varia forma, sia con editori che come indie, altri del tutto inediti. Ho utilizzato in vario modo l’ambientazione fantastica per giocare con le situazioni, spesso ribaltandole, cercando così di coinvolgere il lettore nella ricerca di risposte alle domande che mi interessava affrontare.
Ho cercato di utilizzare l’ironia come una nota costante nella maggior parte di queste storie anche se in alcune ho abbandonato la mia consueta leggerezza per affrontare temi più impegnativi. Il sorriso allora tende a farsi amaro, nonostante un’eco canzonatoria rimanga comunque percettibile.
Tutto gira intorno ai difetti dell’uomo: razzismo, odio, passioni carnali, guerre, avidità e sfruttamento, egocentrismo. Per ogni situazione, per ogni racconto, un piccolo stralcio di fantastico viene creato solo per accogliere la storia che voglio raccontare.
Questo perché penso che porsi domande fuori dagli schemi, immaginare situazioni diverse da quelle che affrontiamo tutti i giorni, mettersi nei panni degli altri, siano tutti passi imprescindibile per la ricerca di qualsiasi risposta. Specialmente di quelle che coinvolgono l’animo umano e le sue mille sfaccettature.
Spero che troverete queste letture divertenti ma allo stesso tempo che vi diano modo di trovare spunti di riflessione.
Ecco di seguito qualche nota sui singoli racconti inclusi, da leggere se siete curiosi di sapere cosa mi ha spinto a scriverli.

Come ai vecchi tempi nasce dalla mia completa sfiducia nell’idea che Dio, ammesso che esista, abbia un qualsiasi connotato umano: ira, dispetto, compiacimento, riconoscenza. Niente di meglio quindi che fare ironia supponendo invece di avere di fronte un Dio che sia proprio così.
Il racconto è stato pubblicato da Historica Edizioni in un’antologia dedicata a racconti di autori dell’area romana, “Racconti Capitolini”.

Teutovirus prende per il naso l’idea che gli uomini si possano giudicare per categorie razziali, piuttosto che religiose o di altro tipo. Lo fa alla maniera dei matematici, assumendo che la genetica davvero determini senza fallo i comportamenti umani. Ho pubblicato questo racconto nella collana “Short Dogs” del Sad Dog Project.

Dente per dente ha avuto origine dal fastidio che provo ogni volta che, di fronte a certe situazioni, reati, violenze, sento le persone parlare di contrappasso. Qui creo la situazione perfetta per applicare questa legge e dimostro, spero, quanto sia in realtà difficile essere giusti anche avendo a disposizione un’arma così potente. Il racconto si è classificato secondo nell’edizione 35 del Premio Writers Magazine ed è stato pubblicato nel numero 43 di quella rivista.

Cena Vegana è uno dei tanti giochi sul cibo, un tema che mi affascina molto, in special modo nei suoi estremi, sia in eccesso che in difetto. La domanda riguarda più in generale le passioni assopite e il prezzo che si è disposti a pagare per rianimarle. Con un pizzico di follia e ironia, naturalmente.

La soluzione è una mia farneticazione sulla guerra e le sue armi. La tentazione di sfruttare la propria presunta superiorità e l’estremo distacco che la tecnologia ci può garantire mentre si uccidono altri esseri umani sono temi centrali e pongono domande difficili. La tecnologia che descrivo temo potrebbe diventare prima o poi fin troppo realistica.

La valigia color ciclamino e Acqua su Marte rientrano nella mia abitudine di prendere un po’ in giro la supponenza di certi potenti. L’idea molto diffusa in certi popoli di essere al centro di tutto. Scoprire che non lo siamo può essere piuttosto duro.

Macellai ha di nuovo a che fare con il cibo. Rimango basito quando le persone, per difendere una posizione non violenta, dimostrano odio nei confronti di altri esseri umani. C’è una evidente incoerenza che tuttavia costoro non sembrano percepire. Questa storia non fa che esasperare il problema e mostrarne le conseguenze finali. Rappresenta anche, come di certo avrete colto, un omaggio a un cantautore che amo molto.

La preda perfetta racconta la brutta fine di un predatore sessuale che qui rappresenta tutta la classe dei predatori, quelli che usano la forza, qualsiasi forza, come mezzo per ottenere quello che si vuole senza riguardo per gli altri. A loro si ricorda che, per quanto si possa essere forti, esiste sempre un predatore più grosso e cattivo di noi.
Lo stesso tema è ripreso nel racconto Il cacciatore, dove un diverso genere di predatore si trova di fronte qualcuno più feroce e spietato di lui. Anche qui i ruoli vengono scambiati, un po’ per gioco, un po’ per far riflettere sul modo in cui trattiamo questo nostro pianeta e le specie con cui coabitiamo.

Inshallah affronta un tema molto attuale, quello del grande esodo di profughi che investe l’Europa, ma lo fa ancora una volta ribaltando il tavolo. Una glaciazione abbraccia la Terra e stavolta sono gli europei, un tempo più ricchi e fortunati, a dover fuggire per salvare la propria vita. E su tutto spira forte il tema del karma.

Paleocoder è una storia dove, con toni spero divertenti, descrivo un possibile futuro remoto attraverso il quale raccontare un nostro probabile futuro prossimo. Qui il gioco assume un suo ruolo importante ma molti elementi che hanno una valenza comica rappresentano anche spunti di riflessione sul nostro mondo e le sue follie. È il più recente dei miei racconti e si coglie qualche sprazzo di quello che potrebbe arrivare in seguito.


Infine ho inserito nella raccolta anche Madre Terra e La Strada, due vecchi racconti già presenti nella mia prima pubblicazione indie. Mostrano il mio stile di scrittura degli anni novanta dello scorso secolo. Considerateli come un bonus aggiuntivo.

  • Note/commenti/finalità dell'Autore:
L'intento è quello di riunire e pubblicare i racconti che ho scritto negli ultimi due anni e che sono stati in parte pubblicati, hanno partecipato con vari esiti a premi letterari o semplicemente sono stati messi da parte in attesa di trovare una collocazione. Sono racconti che spaziano molto ma hanno in comune la voglia di ribaltare le situazioni e mostrare il mondo da un punto di vista diverso. In alcuni casi sono più orientati al puro divertimento, in altri alla riflessione.
  • BIG da sfidare:
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Le grandi storie della Fantascienza a cura di Isaac Asimov

Mi rendo conto che è la regola del gioco trovare un big con cui confrontarsi, ma ho qualche difficoltà a fare un nome preciso. Quasi tutti i racconti che ho inserito in questa raccolta hanno un approccio molto "classico" quindi mi verrebbe da dire che un elemento di confronto potrebbero essere le raccolte che curava Asimov ai bei tempi, mettendo insieme quanto di meglio veniva pubblicato in termini di racconti brevi. Io non credo di essere all'altezza di quei grandi, ma è il tipo di "oggetto" che ho preso a riferimento in questa operazione.