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domenica 31 dicembre 2017

Recensione: I manoscritti di Enoch [Rating 7]


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Titolo: I Manoscritti di Enoch, La Stella a Sette Punte


Genere: Urban Fantasy

Prezzo: Ebook 4,99 - Cartaceo 18,70

Rating: 7

Sinossi: Su Alorit, un'isola nascosta al resto del mondo e popolata da creature protagoniste di leggende, favole e folklore, la presenza di demoni è in rapido aumento. Dietro agli attacchi si cela un gruppo di evocatori: gli Adepti. È per questo che Ish, un giovane Nephilim solitario, si reca a Emenrose, una delle città più grandi e importanti di Alorit. Lui e Charis, la voce che sente dentro la sua testa fin da quando era bambino, vogliono indagare sul motivo di tutti questi attacchi. Le loro ricerche li porteranno a stretto contatto con le autorità, a cui dovranno tenere nascosta la natura angelica del ragazzo, e Ish dovrà imparare in fretta cosa significa convivere con altre persone e, soprattutto, quanto può essere pericoloso per uno come lui instaurare dei legami.

Video Presentazione dell'autore:




Recensione: 



Oggi vi presento un urban fantasy bello corposo, più di 500 pagine per la precisione: I Manoscritti di Enoch. La Stella a Sette Punte di Giulio Fortini.

Premetto che non si tratta del mio genere prediletto, quindi inevitabilmente la recensione potrebbe aver risentito di questa mia attitudine, anche se ho cercato di mantenermi il più oggettivo possibile. 

Inizio con il dirvi che l’autore scrive bene e il suo testo scorre senza intoppi nel corso dell’intero arco narrativo. Non pare certo di trovarsi innanzi ad un esordiente. La prosa è semplice e pulita, priva di sbavature così come di espedienti eccentrici. Non rimarrà impressa per originalità, ma di certo non noterete alcuno dei difetti che solitamente vengono attribuiti ai testi autoprodotti. Forse verso il finale ho notato qualche refuso, ma nulla di troppo fastidioso. 

Ci troviamo su un ipotetico continente nel quale si sono ritirate le razze mistiche al fine di condurre una vita al riparo dalla follia umana, una sorta di post Atlantede, dove convivono pacificamente elfi, nani, licantropi, uomini e altre strane razze. Questa sorta di autoesilio però non è una fuga egoistica dai problemi dell’umanità, anzi, tali razze “diverse” si sono assunte l’onere di proteggere il mondo dai gesti sconsiderati degli adoratori del maligno. Assisteremo quindi alle gesta di tali custodi nel tentativo di sventare un piano orchestrato da un branco di accoliti evocatori di demoni, i cui fini non ci saranno svelati sino alla conclusione, alimentando così il senso di suspance. 

Certo, Ish, il nephilim protagonista della storia, a me pare spesso arrogante e spocchioso, privo di qualsivoglia forma di rispetto per gli altri. Considerando anche i poteri dei quali è dotato, che lo rendono praticamente invincibile, ho trovato difficile provare empatia nei suoi confronti. Tenete conto però che ho 40 anni, mentre il giovincello raggiunge a malapena la maggiore età. Il testo è più adatto alle nuove generazioni, che forse troveranno in questo personaggio un modello cui confrontarsi più facilmente, forse un ribelle nel quale immedesimarsi, allergico ad ogni forma di autorità, pur mantenendosi nella schiera dei “buoni”. 

Io, pur comprendendo la sua difficile infanzia, e nonostante la battuta pronta alle volte divertente, lo ho trovato per lo più irritante, anche perché, come detto, praticamente imbattibile. 

C’è anche la storia d’amore, che tanto piacerà alle potenziali lettrici e ai romantici giovani adulti. In questo contesto tale love story mi pare ben gestita nel suo sviluppo, tenera nell’imbarazzo dei giovani protagonisti e capace di rievocare le prime “cotte” adolescenziali. Non mancano le scene d’azione, le morti violente, e più in generale sequenze di scontri ben fatte. Ben gestita anche la “voce” nella testa del protagonista, sia da un punto di vista tecnico, che per dar spessore al personaggio di Ish. Forse la parte che più mi è piaciuta. 

Insomma un buon testo, forse un po’ troppo lungo per il suo genere, e privo di particolari slanci di quell’originalità che ci si potrebbe attendere da un testo autoprodotto, svincolato dalle logiche di mercato imposte dalle case editrici. 

Ah, punto non secondario, ci tengo ad evidenziare che non si tratta di un romanzo autoconclusivo, anzi il finale mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca in quando lascia diversi punti aperti. Come ho avuto modo di apprendere dall’autore si tratta del primo capitolo di una lunga serie. 

Un romanzo non nelle mie corde, ma che sicuramente potrà piacere agli amanti del genere “Twilight”, date le doti indiscutibili dell’autore. 

Voto 7 pieno.


mercoledì 27 dicembre 2017

Disfida nr. 53: Lo spirito e l'isola di Simone Giudici


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Titolo:"Lo spirito e l'isola"

Genere: Thriller, soprannaturale

Prezzo: 0,99 edizione Kindle, 13,90 paperback

Pagine:455

Trama: 
Ouija:  tavola di legno sulla quale sono disegnate tutte le lettere dell’alfabeto, i numeri dallo 0 al 9, spesso un “sì” ed un “no” ed altri simboli, il cui utilizzo è abbinato ad una lancetta mobile chiamata “planchette”. Lo scopo di tale tavoletta è porre delle domande alle anime dei defunti, che attraverso un medium, farebbero sì che la lancetta si muova sulla tavola ouija e componga, utilizzando le lettere, la risposta.

Chestertown, Maryland, 1889. Ernest Christian Reiche, bizzarro inventore di origini tedesche, costruisce la prima tavola Ouija della storia, allo scopo di dare il via ad una lucrosa attività commerciale. Quando però la proverà per la prima volta, ne verrà lui stesso terrorizzato.

Isola di Marettimo, estate 1989. La giovane e bella Annele Morris manda avanti da sola la pensione “Stella Marina”, aperta anni prima dalla mamma e dal nonno, trasferitosi sull’isola dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Notte di San Lorenzo Annele acquista da un misterioso individuo una vecchia tavola Ouija. Cosa accadrà quando deciderà di provarla? E perché continua a sognare la madre Alexandra, morta 15 anni prima? Grazie al fortuito ritrovamento del prezioso diario di guerra del nonno Alfred e alla saggezza della sua amica Angelina, Annele riuscirà finalmente a svelare il mistero che avvolge da tempo la sua famiglia e liberare la magia che si cela da più di un secolo nella tavola ouija.

Da Monterey a Baltimora, attraverso l’infernale deserto del Marocco, fino alla magica Isola di Marettimo: questo libro vi terrà incollati alle sue pagine fino all’imprevedibile e sconvolgente rivelazione finale.


Note/commenti/finalità dell'Autore:
Da vorace lettore, per anni ho sognato di scrivere un libro. Avevo tanti "incipit", ma poi le storie si perdevano. Nel 2013 ho sentito l'urgenza di raccontare questa storia che mi è arrivata improvvisamente un giorno d'estate, completa e finita nella mia testa. Ci ho messo un po' di tempo per congegnare la trama e incastrare gli eventi fittizi che si svolgono con quelli reali e dopo 4 anni, il libro ha visto la luce.

BIG da sfidare: 



Stephen King con "Mucchio d'ossa"


domenica 24 dicembre 2017

Recensione: La vecchia religione di Dragon Rouge


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Sinossi: 
Volgarmente nota come stregoneria la Vecchia Religione in realtà non è affatto come viene descritta a seguito di questo secolare malinteso storico. Il libro si propone di dissipare tali incomprensioni mettendo in luce, in maniera comprensibile, la visione filosofica, religiosa ed esoterica di questa spontanea religiosità. - Cenni storici - La Wicca - Vivere la Vecchia Religione - Percorso iniziatico - Gli Dei della Vecchia Religione - La Dea - Il Calendario Sacro - Rituali e Cerimonie - Lo Spazio Sacro ... e molto altro.

Recensione:
Cosa c'è di meglio di un post natalizio dedicato alla recensione di un libro che tratta della Vecchia Religione? 
Senza alcun intento polemico, né di analisi dei casi di cristianizzazione di preesistenti festività "pagane", vi voglio presentare il testo di Dragon Rounge
Se c'è qualcosa che mi sento di sottolineare, prima di chiudere questa doverosa parentesi dovuta alla concomitanza della Vigilia di questo Santo Natale, è l'orrore crescente che, di anno in anno, provo nel vedere le masse di persone accapigliarsi in acquisti compulsivi, in futili diatribe sulla presenza o meno di crocifissi in classe (per poi non prendersi neppure la briga di spiegarne il significato ai figli), insomma, in breve alla superficialità che traspare dalla società che ci circonda. Questa filippica, che ovviamente è diretta anzitutto al sottoscritto, perché nessuno è immune alle nevrosi di questo periodo, mi permette di introdurre la recensione vera e propria. La Vecchia Religione, con i suoi pochi (ma buoni) precetti rappresenta una valida alternativa a quello che il moderno natale consumistico è diventato.  
La Vecchia Religione è un culto basato sulla Natura, intesa come manifestazione degli Dei stessi. Il fatto stesso di sradicare un abete per agghindarlo di palline in materie plastiche non è un buon inizio direi, ma ben peggiore mi appare l'offesa del gettare le tonnellate di cibo acquistate per cenoni e pranzi pantagruelici. Per non parlare dei quintali di imballaggi e confezioni che, prima o dopo, finiranno nei mari trasformandosi in trappole mortali per qualche specie acquatica. Ma sto divagando...


La Vecchia religione è nata spontaneamente, è "innata" direi io, essendo possibile far risalire le diverse tradizioni succedutesi nei millenni a quelli che vengono comunemente definiti gli Archetipi, da sempre costituenti la natura umana. 
Non ha intermediari, eliminando così le distorsioni dovute alla gestione del potere da parte di chi si ritiene un mediatore fra il fedele e il divino, così come non pretende di far proseliti e non pretende fede cieca, ma, attraverso lo strumento della magia, basa la propria autenticità sull'esperienza diretta e qui cito:
"Se comportandoti in una determinata maniera ottieni un determinato risultato prendine atto, può darsi che nel tempo arrivi anche a capirne il perché, ma se questo non dovesse succedere, evita di costruire miti e accetta semplicemente le cose per come in realtà stanno." 
La Vecchia Religione crede nel libero arbitrio, e nella diretta attribuzione di meriti e responsabilità. Il libero arbitrio mi permette di collegarmi all'omologazione oramai imperante e supportata da campagne pubblicitarie volte a indirizzare "il gregge" sin dalla più tenera età. Può essere un caso se su 12 bimbe della classe di mia figlia, tutte abbiano chiesto a Babbo Natale i medesimi regali? Insomma, se il libero arbitrio viene meno sin dall'età dei 6 anni, è meglio non pensare a cosa stiamo andando incontro. 
Torniamo a noi, a questo saggio nel quale l'autore si concentra sulle argomentazioni storico/teorico/filosofiche che stanno alla base di queste Credenze. Un testo semplice, agile e ben scritto che fa una rapida panoramica sul Mondo della Vecchia Religione, senza particolari slanci di originalità, a mio avviso, ma che rimanda gran parte della "ciccia" al volume successivo. 
Infatti, quella dedicata da Dragon Rouge alla Vecchia Religione, è una trilogia, composta appunto dal presente testo, dal successivo "Autoiniziazione alla Vecchia Religione" e dal conclusivo "Vivere la Vecchia Religione". Avendoli letti tutti, posso affermare che questo prima volume rappresenta un'introduzione adatta a chi non si sia mai interessato a tali argomenti, mentre a tutti gli altri consiglierei di iniziare direttamente dal seguito, che ho trovato veramente illuminante ed al quale dedicherò una recensione apposita a breve, anticipandovi solo che si tratta di un manualetto pratico, colmo di esercizi volti a far sviluppare i sensi necessari a progredire nella pratica concreta della Vecchia Religione. 
Non mi resta che augurarvi di trascorrere buone feste, dimenticando le inevitabili corse sfrenate degli ultimi giorni e concentrandoci sulla Magia che, guardando bene, è ancora possibile scorgere negli occhi dei nostri bambini.

BUONE  FESTE  DA  SCRITTORINDIPENDENTI.COM


giovedì 21 dicembre 2017

Disfida nr. 52: I Manoscritti di Enoch. La stella a sette punte di Giulio Fortini


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– Titolo: I Manoscritti di Enoch – La stella a sette punte

– Autore: Giulio Fortini 

– Formato: Cartaceo e ebook 

– Genere:  Fantasy, Urban fantasy

– Prezzo: 22€ cartaceo/ 4,99€ ebook

 – Sinossi: "Su Alorit, un'isola nascosta al resto del mondo e popolata da creature protagoniste di leggende, favole e folklore, la presenza di demoni è in rapido aumento. Dietro agli attacchi si cela un gruppo di evocatori: gli Adepti. È per questo che Ish, un giovane Nephilim solitario, si reca a Emenrose, una delle città più grandi e importanti di Alorit. Lui e Charis, la voce che sente dentro la sua testa fin da quando era bambino, vogliono indagare sul motivo di tutti questi attacchi. Le loro ricerche li porteranno a stretto contatto con le autorità, a cui dovranno tenere nascosta la natura angelica del ragazzo, e Ish dovrà imparare in fretta cosa significa convivere con altre persone e, soprattutto, quanto può essere pericoloso per uno come lui instaurare dei legami." 

– Note/Commenti dell'autore:  In questo libro, che presenta sia elementi del fantasy classico sia di quello più contemporaneo, troverete molte figure mitologiche e leggendarie. Si passa dai più classici come elfi, orchi, e anche angeli ad altri un po' meno diffusi come wendigo, banshee, creature orientali (ad esempio i naga), con in più un tocco personale. Il luogo stesso in cui si svolgono le vicende è una sorta di parallelo di Atlantide. Il tutto è contornato da una trama che si sviluppa come un'indagine e da tanto umorismo, senza far mancare tensione e azione. Se vi faccio sognare (e ridere un po'), allora ho raggiunto il mio obiettivo. 

– BIG da sfidare: 


Shadowhunters – Città di ossa [NOTA PERSONALE: so che Città di ossa è uno young adult e il mio libro no (molti elementi tipici, compreso il protagonista "ordinario" che in realtà è speciale e che scopre il mondo segreto, non ci sono) però è la cosa più vicina che ho trovato sotto certi aspetti di costruzione del mondo]


domenica 17 dicembre 2017

Recensione: Le Cronache di Ràvanphis: L'isola nera di Alessandro Bugliazzini [Rating 6]


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Titolo: Le Cronache di Ràvanphis: L'isola nera


Genere: Fantasy

Prezzo: FREE

Rating: 6

Sinossi: Le vicende di un mondo immaginario, il disegno di un grande inganno e il viaggio di molti ingannatori. Alla ricerca dell’arma più potente del loro mondo.


Il mondo di Ràvanphis è profondamente diviso dal mare e da insormontabili montagne.

Pharados, un uomo dai poteri quasi divini e mosso dal rancore più profondo, viene cacciato dal luogo in cui è nato fino ad arrivare ad una terra lontana, dove non può essere ostacolato e sulla quale costituisce il proprio impero. La crudeltà e il potere dei suoi discendenti si affievolisce con il passare dei secoli, fino al giorno in cui uno di questi, l'imperatore Tusna, inizia a comprendere quanto gli è stato segretamente tramandato e il desiderio di vendetta all'interno della propria essenza.
Un uomo coraggioso, Farthan, accompagnato da Kalatur, uno strano e misterioso criminale che lui considera come la propria nemesi, partiranno per volere di Tusna alla volta di Tyrnémos, le terre ad ovest dell'impero oltre un grande mare. Tanto lontane da essere sconosciute agli abitanti dell'impero e cariche di una magia che tutti credono inesistente.
Ma Tyrnémos si rivelerà il luogo peggiore nel quale potessero capitare; l'influenza degli antichi poteri di quelle terre, le maledizioni e un terribile esercito nero, si riveleranno tanto forti da rendere la sorte di ogni abitante o viaggiatore, una continua sfida contro la mortale natura di quei luoghi.


Recensione:  Le Cronache di Ràvanphis - 01: L'isola nera di Alessandro Bugliazzini è un romanzo fantasy offerto dall’autore in download gratuito. E’ il primo volume di una trilogia, già ultimata e disponibile sui diversi store.
Il punto di forza di questo romanzo risiede nella storia imbastita dall'autore: il binomio avventure di mare e misteri soprannaturali riesce, almeno in parte, a distogliere l'attenzione del lettore dalla prosa troppo carica dell’autore.
Non sono certo un amante dello scriver semplice a tutti i costi, anzi credo che in alcuni casi offrire descrizioni ben fatte e corpose possa essere addirittura indispensabile, ma in questo caso ci troviamo innanzi a un eccesso oggettivo. Troppi aggettivi e avverbi inutili che appesantiscono un testo la cui narrazione procede lenta, per scelta legittima dell’autore. Bugliazzini però aggiunge a questo stile barocco troppe spiegazioni alle scene narrate, sottovalutando a mio avviso il lettore. Credo sia l'inesperienza, ci siamo passati tutti, e credo possa essere utile segnalarlo. Lo dico avendo avuto lo stesso problema nel mio primo romanzo, Forze Ancestrali, che soffriva della stessa mole di fardelli ad appesantirlo, quindi non certo per spocchia, ma per aver vissuto in prima persona lo stesso problema.
Insomma un romanzo da scartare, quindi, verrebbe da pensare? E invece no, perché la storia prende, istiga la curiosità ed i personaggi sono ben costruiti. I "cattivi" sono effettivamente insopportabili e capaci di far salire la pressione dalla rabbia, quindi l'autore da questo punto di vista è molto abile e riesce bene nel suo intento. Ho apprezzato molto il capitano dei mercenari, la sua imprevedibilità e la sua forza e determinazione, un personaggio capace di rimanere nell'immaginario del lettore in modo indelebile, quindi altro punto a favore dell'autore. Così come la vicenda del totem e della perla, oltre ai misteri che attendono il lettore nel secondo volume.
Insomma pregi e difetti, per un testo che in ogni caso a mio avviso necessiterebbe di una cura dimagrante importante per renderlo più scorrevole, eliminando una miriade di aggettivi e avverbi che nulla forniscono in più alla storia, se non il fatto di appesantirla. Per poter rientrare nei gusti del grande pubblico un intervento in tal senso sarebbe necessario. Chi proprio non digerisce gli stili di scrittura un po’ densi ed i ritmi tendenti alla lentezza, è avvisato, farà bene a volgersi altrove.
Il mondo generato dall’autore è di sicuro reale e credibile, oltre ad essere avvincente e… spietato. Si perché del canonico buonismo serpeggiante nei classici del genere, non c’è proprio traccia e ve ne accorgerete sin dall’introduzione. Qui i protagonisti vanno dritti ai propri obbiettivi, forti del motto che il fine giustifichi i mezzi. Non ci sono espedienti bizzarri e calati dall’alto in grado di far trionfare in modo irrazionale i “buoni”. Sudore e sangue sono la loro unica possibilità insomma.
Il soprannaturale c’è, e nelle giuste dosi, ossia quel tanto che basta per calamitare l’attenzione del lettore, che giunto alla fine del lungo viaggio, si troverà a desiderare di esplorare il continente raggiungo dopo tanti sacrifici.
Per concludere, quindi, non posso andare oltre la sufficienza per un testo che al momento risulta di faticosa lettura. A mio avviso l’autore ha però le carte in regola per poter dispensare del piacevole intrattenimento, delle buone storie, che come avrete capito seguendo il blog, sono per me il fattore più importante, ma manca ancora di quella malizia necessaria a rendere un testo più appetibile, o perlomeno di un ottimo editor capace di smussarne gli eccessi. Rating 6.

domenica 10 dicembre 2017

Disfida nr. 51: Ambrose di Fabio Carta


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Titolo: Ambrose
 
Autore: Fabio Carta
 
Casa editrice: Scatole Parlanti
 
Collana: Mondi
 
ISBN: 978-88-3281-027-1
 
Data di pubblicazione: 07 giugno 2017
 
Formato: cartaceo, brossura 16x22
 
Prezzo: 15,00 €
 
Genere: fantascienza
 
Pagine: 212
  
Quarta di copertina:
Controllore Ausiliario – CA – è uno dei pionieri ad aver sposato la causa della missione Nexus, la frontiera virtuale dove scrivere un nuovo e pacifico capitolo della storia umana. Ma durante la preparazione terapeutica, il suo corpo rimane vittima di danni irreparabili. Logorato dalle metastasi, è costretto a vivere in una speciale tuta eterodiretta da pazzi esaltati, che combattono una guerra in bilico tra realtà e spettacolo. Il suo destino è la morte, mentre un suo gemello elettronico continuerà a simulare la sua esistenza nel ciberspazio.
L’infelicità di CA – figlio delle stelle, alieno agli usi terrestri – subisce uno stravolgimento con la comparsa di Ambrose. Un’entità che si presenta come una rosa stillante ambra, una irriverente voce che lo guida verso sviluppi imprevedibili. Come ribellarsi al proprio destino e scoprire cosa si cela realmente dietro i grandi cambiamenti ai quali l’umanità dovrà far fronte.
 
L’autore:
Fabio Carta, classe 1975, è appassionato di fantascienza e dei classici della letteratura. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico, ha al suo attivo la saga fantascientifica Arma Infero, una serie che a oggi conta due romanzi (Il mastro di forgia, 2015 e I cieli di Muareb, 2016) e il racconto lungo Megalomachia (Delos Books, 2016), scritto unitamente alla finalista del premio “Urania 2016”, Emanuela Valentini. Ha inoltre partecipato con importanti firme della fantascienza italiana all’iniziativa benefica Penny Steampunk (2016), da cui è nato un volume di racconti fantastico-weird a cura di Roberto Cera.

Note:
Questo romanzo nasce dal mio desiderio di coniugare in un altro contesto planetario e storico la stessa, articolata ambientazione fantascientifica da me immaginata in ArmaInfero. È stata per me una sfida notevole, perché quando cominciai a scrivere lo feci negli stringenti limiti di battute dettati dal concorso Urania, a cui volevo partecipare. Qui non c'è spazio per spiegazioni, non accompagno per mano il lettore in ogni retroscena della trama o nel contesto dietro ogni innovazione fanta-tecnologica. È più complesso e insieme più agile e veloce, quantomeno nelle intenzioni. Non più epica da planetary romance e space opera, ma il ritmo serrato e visionario del cyberpunk. È per questo che ritengo Ambrose il mio primo, vero romanzo; anche perché è il mio primo libro realmente stampato su carta. 

Big da sfidare:




"Pace eterna" di Joe Haldeman

domenica 3 dicembre 2017

Recensione: Dio 2.0 di Danilo Conti [Rating 7,5]



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Titolo: Dio 2.0

Autore: Danilo Conti

Genere: Fantascienza


Rating: 7,5

Sinossi: A Gift Town, cittadina che rimanda alle realtà suburbane americane degli anni '50, la popolazione vive nella costante adorazione e nel timore di Dio, figura manifestatasi nel cosiddetto "Giorno della Rivelazione". L'umanità è tenuta a seguire alla lettera le regole di un nuovo testo sacro, pena la perdita di "punti sociali" e il rischio di finire all'Inferno, un luogo di cui poco si conosce e da dove la gente raramente torna indietro. Brian, un ragazzino di tredici anni pervaso di dubbi e ossessionato dal ruolo di Dio, inizia a mettere in discussione la società di cui fa parte e a tastare le pareti di quella che avverte come una gabbia invisibile. Dio 2.0 è un romanzo fantascientifico in cui gli echi dell'orwelliano 1984 vanno a braccetto con i temi della letteratura americana del profondo sud, in cui senso del peccato, fanatismo religioso e pulsioni pansessuali sono pronte a deflagrare. Un'opera originale, pregna di idee e volutamente ambigua, che ci rivela un autore che alla sua opera prima centra il bersaglio, dimostrando quanto una letteratura di "genere" possa essere una delle strade da seguire per i giovani narratori italiani.

Recensione: Dio 2.0 non è un libro facile da recensire, anche e soprattutto per evitare spoiler, perciò cosa posso dire?
Si tratta di un romanzo fantascientifico distopico e post-apocalittico, con profonde influenze dei grandi maestri del genere ma una vena creativa propria che lo rende un lavoro gradevole anche ai non appassionati del genere. È un lavoro di spessore, profondo e che invita a riflettere su temi importanti come filosofia, religione, storia, dando al lettore chiavi di interpretazione esclusive e che calzano perfettamente più paia di scarpe.
I personaggi sono strutturati con coerenza e credibilità, anche se ho apprezzato alcuni più di altri. In particolare il protagonista assume un ruolo da Deux Ex Machina e tutto ciò che gli succede attorno è profondamente catalizzato sulla sua persona e questa l’ho trovata una forzatura anche in molti dialoghi.
Le descrizioni degli ambienti e la narrazione sono scorrevoli e mai pesanti, anzi spesso mi sarebbe piaciuto approfondire alcuni temi che vengono lasciati in sospeso o ignorati del tutto.
Comunque, il punto forte di questo romanzo è senza dubbio l’idea originale e la sua disposizione, che è senza dubbio eccellente, soprattutto per un giovane autore autoprodotto.
Se ti piace questo romanzo, troverai gradevole anche “1984” di Orwell e “il padrone del mondo” di Benson.
Voto 7,5.


mercoledì 29 novembre 2017

Disfida nr. 50: Il giudizio della notte - Parte I: Di toghe e d'orgoglio di Vin Santo


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  • Titolo opera: Il giudizio della notte - Parte I: Di toghe e d'orgoglio
  • Autore: Vin Santo
  • Formato: ebook
  • Genere: Thriller/Legal/Spy-story/Mistero
  • Prezzo: € 2,99
  • Sinossi: Federico Agrò è uno dei tanti giovani che in giacca e cravatta ogni mattina affollano i corridoi del Palazzo di Giustizia di Palermo. La sua è una vita tutto sommato tranquilla: gli amici, una ragazza di cui è innamorato e una famiglia che gli permette di vivere decorosamente nell’attesa che realizzi le comuni aspettative divenendo un avvocato a tutti gli effetti. La sparizione di uno dei titolari dello studio in cui fa da praticante sarà però la scintilla che innescherà una serie di eventi inaspettati, quanto pericolosi, in cui Federico si troverà coinvolto essendo venuto in possesso per beffa del caso di documenti che non dovrebbero esistere. La fuga del colonnello Kappler, responsabile dell’eccidio delle fosse ardeatine, e i salvacondotti vaticani verso il Sudamerica per i nazisti; l’omicidio Pisciotta e quello di Albino Luciani, personaggi così diversi, ma ugualmente scomodi, entrambi avvelenati con un caffè; il tentato golpe Borghese, il terrorismo rosso e quello nero e nel mezzo Moro, la Gladio e l’onnipresente CIA; gli anni novanta, i corpi dilaniati di due giudici integerrimi e della loro scorta, le commemorazioni, gli applausi della folla e l’accordo Stato-Mafia a mettere fine alla stagione delle stragi; la fine della Prima Repubblica, il controllo mediatico delle masse e il piano di rinascita democratica della P2 e del suo vero gran maestro. Queste alcune delle pagine trovate, tra le più buie della storia d’Italia. Dove finisce la storia e dove iniziano le dietrologie, le strumentalizzazioni, gli insabbiamenti, i miti? Quid est veritas? La vita del praticante così come quella dei suoi cari è ora in pericolo, minacciata dagli emissari dell’Anello, un servizio segreto creduto estinto e invece ancora potente e pronto a qualsiasi cosa pur di mantenere segreta la verità. Sentendosi braccato il ragazzo crede di poter trovare riparo nella massoneria, dove persone già conosciute diventano compagni e maestri, accogliendolo nel loro circolo e facendo di lui un apprendista. Davanti a Federico si disvelano ora miraggi di grandezza e oscuri pericoli, che si compongono come in una scacchiera dove bianco e nero si alternano e dove ciascuno può essere pedina più o meno consapevole di un terribile complotto, che pare inghiottire tutto dal basso sotto lo strato di una luminosa apparenza. Tutto diventa scenario dove simboli, volti e verità più o meno verosimili fanno da teatrino all’opera di misteriosi pupari. Federico si muove così lungo il filo sospeso che separa necessità e desiderio e dovrà arrivare fino in fondo al percorso per scoprire cosa nasconde e cosa ha in serbo per lui, mettendo in gioco sé stesso e il suo mondo. Tornare indietro è impossibile, pena perdere la posta. Pena la vita.
  • Note/commenti/finalità dell'Autore:  
    Nell’ 800 per sopperire ai forti costi di stampa molti autori ricorsero al feuilleton; com’è noto, si trattava di pubblicazioni a ”puntate” su giornali e riviste. L’intento di costoro era raggiungere il pubblico e tenerlo legato a sé attraverso una trama avvincente, dei personaggi ben caratterizzati a cui il lettore potesse affezionarsi, e utilizzando la suspense e altri espedienti narrativi.

Il successo di pubblico fu enorme e rendeva contenti tutti: gli editori, le cui vendite avevano raggiunto picchi altissimi; i lettori, che evitavano così di pagare per intero il prezzo dell’opera; e, naturalmente, gli scrittori stessi.
Questo meccanismo segnò il successo, commerciale oltre che artistico, di mostri sacri della letteratura. Basti citare Dostoevskij, Dickens, o Dumas. Quest’ultimo, in particolare, fu spesso criticato come prezzolato: i detrattori affermavano che la sua produzione era dettata più che da ragioni artistiche, da ragioni di marketing, per utilizzare un termine moderno. Tuttavia, due secoli dopo, sappiamo con certezza che il Conte di Montecristo o I tre moschettieri sono pietre della letteratura senza tempo.
Oggi, complici le infinite possibilità offerte da internet, dai social e dalle piattaforme di distribuzione online che hanno permesso lo sdoganamento a livello mondiale del self-publishing, il feuilleton è tornato. Oggi si parla di serial, che dalle serie TV o sul web sta pian piano (ri)contaminando la produzione letteraria.
Come autore ho scelto anch’io la serialità. Senza ipocrisia alcuna confesso di essermi convinto anche sulla base di studi di mercato e di costume, seri e accreditati: gli italiani (non tutti eh!) leggono poco e hanno una scarsa soglia di attenzione secondo le statistiche, tanto da vere paura di opere troppo voluminose; i ragazzi under 25 sono incapaci di mettere da parte i loro dispositivi, smartphone o tablet, per cui prediligono il formato elettronico; anche gli adulti, a fronte del minor costo di e-pub e mobi rispetto al cartaceo, scelgono il secondo solo se si tratta di un acquisto “sicuro” e da tenere in libreria, prediligendo i primi nel caso di un autore da scoprire.
Vi sono poi -e non sono certo le ultime in ordine di importanza- ragioni puramente legate all’opera. Il mio romanzo “Il giudizio della notte” è un thriller, ma non puro, avendo contaminazioni di più generi: vi sono elementi del legal, dei romanzi di mistero e della spy-story. Considerando anche l’evolversi della trama (ma evitiamo gli spoiler!) anche elementi del romanzo di ambientazione storico-contemporaneo, ripercorrendo alcuni importanti e oscuri avvenimenti degli ultimi cinquant’anni del secolo scorso della storia d’Italia. Mi piace pensare che non sia un’opera facilmente etichettabile. Per quanto possa apparire inusuale che un thriller esca “a puntate” ho voluto incentrare ognuna delle tre parti in cui è diviso in un determinato contesto. La Parte I, “Di toghe e d’orgoglio”, è ambientata nel mondo dell’avvocatura palermitana e nei corridoi del Palazzo di Giustizia. Ho voluto scegliere di caratterizzare i personaggi (almeno quelli finora comparsi) nel loro contesto, evitando di tenerlo sullo sfondo, affinché il lettore possa immedesimarsi e capirne più compiutamente gli stati d’animo, oltre che le azioni, sperando di innescare una certa empatia.
La Parte II, "L'apprendista", - giusto per fare una piccola anticipazione- sarà invece incentrata sull’ambiente della massoneria e delle lobby elitarie in cui la storia si addentrerà. Sparizioni, misteri e altri colpi di scena saranno il filo conduttore lungo cui si svilupperà la trama e attraverso cui raccontare e, in un certo senso, analizzare gravi episodi storici di cui ad oggi non è dato conoscere la verità attraverso lo sguardo dei personaggi del romanzo.
Voglio da ultimo anticipare una domanda che mi potrebbe legittimamente essere posta: perché dare un prezzo alla parte di un romanzo e non pubblicarlo gratuitamente, magari su Wattpad? Perché la pubblicazione esiste sul mercato e il mercato ha dei costi: correzione di bozze, editing, copertina, formattazione e conversione del testo fatti bene costano. Soldi o energie, ma costano. Pubblicare gratuitamente significa, spesso, dare da leggere un prodotto non finito, stilisticamente non gradevole e, talora, anche con errori di sintassi e refusi di grammatica.
A mia difesa dico che mai utilizzerò espedienti poco ortodossi; mai commissionerò recensioni imbonite o peggio acquisterò (o farò acquistare per mio conto) copie per scalare le classifiche degli store. Mai farò altre porcherie del genere. Scrivo senza nessuna velleità e scrivo dietro uno pseudonimo a cui permetto il lusso di essere sincero, anzitutto con sé stesso, e di sognare; lusso che forse non potrei permettermi utilizzando il mio vero nome. Certe porcherie le lascio volentieri ad altri.


  • BIG da sfidare: 


    dopo quanto detto sopra non posso che "sfidare" Alexandre Dumas padre, sperando che D'Artagnan non vi veda un affronto e non mi passi a fil di spada.
I Tre Moschettieri


domenica 26 novembre 2017

Recensione: La notte del Corvo: Le Cronache del Corvo [vol. 3] di James Barclay


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Sinossi:
Sono passati cinque anni da quando il gruppo di mercenari conosciuto come il Corvo ha neutralizzato gli effetti del terribile incantesimo Rubaurora. Cinque anni di pace, che hanno consentito all'Ignoto e ai suoi compagni di riprendere un'esistenza normale, e alla maga Erienne e al mago Denser di coronare il loro sogno d'amore con la nascita di una bellissima bambina, Lyanna. Ma quell'immensa gioia rischia di diventare una spaventosa minaccia per il mondo di Balaia. La piccola, infatti, è dotata di poteri devastanti, che stanno causando fortissimi terremoti e irreversibili cambiamenti climatici. I draghi sono stati i primi a soffrirne, tuttavia adesso anche gli uomini temono il peggio. Ecco perché i sovrani dei regni di Balaia decidono di richiamare in servizio il Corvo, affidandogli una missione ben precisa: neutralizzare gli effetti collaterali della magia di Lyanna, a qualunque costo. Temendo che i mercenari vogliano uccidere lei e la figlia, Erienne fugge insieme con Lyanna, lasciando al Corvo una terribile scelta: darle la caccia come a un qualsiasi nemico, oppure tradire la fiducia dei governanti in nome della loro amicizia.

 Recensione:
Oggi recensisco un romanzo che avevo nel cassetto da un bel po’ di tempo: La Notte del Corvo di James Barclay.
Forse non si tratta del migliore della serie dedicata all’unità mercenaria denominata appunto Il Corvo, ma anche questo scritto di Barclay si rivela a mio avviso molto ben fatto. Stiamo parlando di un fantasy classico, nel quale sono presenti elfi e maghi che lanciano palle di fuoco, nonché una suddivisione relativamente chiara fra buoni e cattivi, per intenderci. A queste caratteristiche più classiche l’autore però affianca elementi innovativi, come la crudezza delle scene e l’imprevedibilità. E’ proprio quest’ultimo elemento a permetterci di assistere alle vicende con la consapevolezza che, alle volte, ci possa scappare il morto, anche fra i paladini della giustizia e del bene e fra i protagonisti principali. In realtà questo romanzo è tutto incentrato su una scelta drammatica che i nostri eroi dovranno compiere, una scelta capace di mettere in difficoltà la razionalità del lettore stesso, data la mancanza di soluzioni “positive”.  Questo espediente, sicuramente intrigante, contribuisce a creare la giusta tensione all’interno del gruppo di mercenari, rendendo il racconto realistico e profondo, oltre che aumentando la drammaticità del tutto.
Ammetto che Barclay e il suo “Corvo” sono stati per me di grande ispirazione, tanto che alcuni lettori mi hanno fatto notare la cosa, riferendosi al mio “Il Nuovo Quarto” e l’unità mercenaria La Centuria. Il tutto posso garantire sia avvenuto in modo inconscio, ad ogni modo l’ho preso come un bel complimento. Chiusa la parentesi, posso aggiungere che le scene dedicate agli scontri sono gestite ottimamente, sempre tese e palpitanti. Piacevole anche la pianificazione tattica dello scontro finale, affidata al generale Darrik, altro personaggio, seppur secondario, ben riuscito e di spessore.
Abbiamo detto dell’ottima caratterizzazione dei personaggi principali quindi e della loro evoluzione, a volte imprevista, nel corso della storia, ma non da meno risultano quelli secondari, che alle volte meriterebbero la stesura di uno spin off a loro dedicato. Che dire poi dei Protettori Xeteskiani e della loro organizzazione? Decisamente una trovata azzeccata. 
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Personalmente l’ho apprezzata moltissimo, sin dal primo romanzo, del quale per completezza riporto il titolo: “La Compagnia del Corvo”.  
Ultima nota dedicata alla magia, che in questi romanzi ha il suo bel peso. Anche ne “La Notte del Corvo”, così come nel secondo volume, “Il Sortilegio del Corvo”, è proprio da essa che scaturiscono i problemi. Devo dire che spesso nei fantasy sia proprio l’aspetto legato a questa a costituire il principale discrimine fra un romanzo ben fatto e un’accozzaglia di effetti speciali. 
La magia è un elemento cardine nei romanzi di genere, ma va dosata sapientemente per rendere bilanciato il racconto e mantenerlo nel solco della “credibilità”. 
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Barclay calca parecchio la mano sull’importanza della magia e lo fa rischiando spesso di andare oltre il lecito, almeno dal mio punto di vista. Ad ogni modo, tutto considerato, mi sento di potergli perdonare queste esuberanze, visto che il prodotto finale garantisce pur sempre dell’ottimo intrattenimento. Romanzo, anzi trilogia, consigliata senza remore quindi, da considerarsi alla stregua di uno dei veri classici del fantasy.

mercoledì 22 novembre 2017

Disfida 49: Cellule impazzite di Claudio A. Colombrita


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  • Titolo opera: CELLULE IMPAZZITE
  • Formato: EBOOK E CARTACEO
  • Genere: DRAMMATICO - ROMANZO SENTIMENTALE
  • Prezzo: EBOOK 1,99 € - CARTACEO 14,50€
  • Sinossi: 
    Clara è un’adolescente malata di leucemia, Luca un ragazzo difficile, in conflitto con sé stesso.
    La prima trova nell’ospedale la sua casa, la discoteca ospita invece le notti brave del secondo, fatte di sesso, alcool e droga. Dopo un inverno di sofferenze Clara riesce a vincere il primo round contro la malattia, Luca si salva invece da un terribile incidente in auto. Imprigionati nuovamente nei rispettivi tunnel, come cellule impazzite, i due si incrociano in ospedale, lei paziente e lui volontario di un’associazione che si occupa di bambini ricoverati. Tra regole da rispettare e diffidenza del mondo circostante, un amore impossibile nasce nel luogo più improbabile. La malattia di Clara non arretra, le dipendenze costringono Luca a rivolgersi ad uno psicologo. La forza del sentimento alimenta lo spirito da leonessa dell’una, gli insegnamenti dei piccoli pazienti sostengono la voglia di riscatto dell’altro.
    Nonostante un destino già scritto, Luca trova la forza per credere di poter salvare la sua amata, quella stessa forza che Clara sembra ormai aver definitivamente disperso in quel letto d’ospedale.
  • Note/commenti/finalità dell'Autore: 
    Clara combatte contro una leucemia, Luca contro la sua fame di popolarità. Si incontrano in ospedale, lui volontario di un’associazione, lei tristemente affezionata al solito letto della stanza n. 1. La speranza fa a pugni con la realtà, il sorriso e la forza non si arrendono al destino, l’amore vuole prepotentemente trionfare nonostante le difficoltà.
    “Cellule Impazzite” parla di un ospedale in cui si respira umanità, in cui si possono trovare anche bellissime storie, come gli insegnamenti dei piccoli bambini ricoverati.
    Un romanzo che esalta il volontariato, l'altruismo e l'amore nella sua forma più pura, una "cellula impazzita" caratterizzata da alti e bassi, un flipper continuo che rispecchia la vita, imprevedibile perché vera, inestimabile perché unica.
  • BIG da sfidare: 





Ogni storia è una storia d'amore di Alessandro D'Avenia