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sabato 23 aprile 2022

Recensione: L'uomo che affittava i libri di Giancarlo Catania [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: L’uomo che affittava i libri 

Autore: Giancarlo Catania

Editore: ‎ Pubblicazione indipendente (24 gennaio 2019)

Genere: narrativa contemporanea

Target: Young/adult

Rating: 7

Prezzo: ebook 5,49 Euro - cartaceo 15,10

Sinossi:

Un dirigente lascia improvvisamente la splendida carriera per mettersi alla ricerca della sconosciuta dimensione ideale; acquista un motocarro destinato alla pressa, lo carica dei suoi tanti romanzi mai letti e inizia a girare per i piccoli paesi del circondario, fermandosi nelle piazze per affittare i libri. Così scopre nuove realtà, ragiona sui sentimenti, sulle sensazioni e viene in contatto con tante caratteristiche umane: rabbia, ingenuità, indifferenza ma conosce anche l’amicizia, emozione quasi mai provata e l’amore, attentamente evitato nella vita precedente.

Una fotografia dai toni morbidi sulla società contemporanea, prendendo spunto dagli eventi, dagli atteggiamenti, dalle situazioni che fanno così parte della vita quotidiana da essere quasi invisibili.


Recensione:

“L’uomo che affittava i libri”, è un libro che introduce il lettore ai vari aspetti amicali, all’amore per i libri, all’incanto della magia della lettura, con la quale la nostra mente può viaggiare standosene comodamente seduto sul proprio divano di casa. È la prima volta che mi capita di leggere opere di questo autore e, se devo classificare il suo romanzo in un genere narrativo, potrei affermare con certezza che si tratta di una storia pura e semplice, narrata con stile non altrettanto semplice ma chiaro. Infatti, ho colto nell’espressione stilistica dell’autore tratti molto vicini a quello del verismo di Verga. 

Un realismo basato sulla realtà umana, che racconta eventi di vita quotidiana reali, così come sono, per lo più con l’occhio di un personaggio delle classi sociali meno agiate, come ad esempio quella contadina.

Alla base del pensiero di Verga, come in quella dell’autore, c’è una concezione pessimistica della realtà, secondo cui la vita è mossa da un cieco meccanismo ed è vista come una dura lotta per la sopravvivenza in cui i più forti sopraffanno i più deboli. I cosiddetti “vinti” che sono il soggetto dell’opera; essi non sarebbero soltanto i ceti più umili, ma tutti, ovvero gli sconfitti del processo economico.

Con la poetica di Giovanni Verga e il Verismo, l’autore ritrova la verità reale della vita e riesce a rappresentarla senza intrusioni autobiografiche e individuali. Il Verga, come il Catania, sentono che il progresso inesorabile della specie è costruito sull’infelicità della persona.

Alla base del pessimismo verghiano sta la profonda convinzione che la società moderna sia dominata dal meccanismo della lotta per la vita; così è per l’autore dell’uomo che affittava i libri. Alla fine, quello che il Catania ci vuol fare comprendere, è che non dobbiamo mai lasciare quello che abbiamo per aspirare ad altro, perché di sicuro saremo sconfitti in partenza. (I Malavoglia)

Cosa hanno in comune Verga e l’autore, Catania?

Ciò che accomuna le due opere sono i protagonisti i quali rappresentano uomini sconfitti dalla vita, uomini che nella loro lotta per l’esistenza restano ai margini, vivono situazioni dolorose e desolanti e ne escono battuti, vinti.

Il venditore di libri, secondo il mio modesto parere, è un libro che attraverso gli occhi del protagonista cerca di scrutare l’anima delle persone, l’essere umano e i suoi comportamenti, come agisce, come si relaziona, evidenziando soprattutto i molti difetti, prerogativa solo dell’essere umano.

L’incipit della storia parte proprio da qui, da eventi e situazioni che i personaggi del racconto vivono quotidianamente ma all’ombra di una società nella quale esistono da invisibili, perché è pur vero che alcuni li percepiscono non come persone, ma rifiuti umani, è pur vero che non sempre è così. Ognuno fa parte della nostra vita, visibile, intelligente, colto o meno colto, invisibile e intelligente che sia, come appunto il nostro protagonista, un dirigente di mezz’età, il quale lascia il lavoro alla ricerca di un’ignota realtà, forse che ritiene adatta a sé, ai suoi pensieri, a come percepisce il mondo che lo circonda, non sempre bello e ideale, ma è pur vero, che anche gli invisibili hanno un peso nella società e come tali andrebbero rispettati, non messi all’angolo e dimenticati.

Ogni essere umano può dare qualcosa all’altro senza ricevere niente in cambio; perché “donare” è di per sé ricevere qualcosa... 

Ed ecco il radicale cambiamento del protagonista che osserva, scruta e alla fine decide di acquistare un motocarro e lo carica dei suoi libri, che non aveva mai letto fino a quel momento. Il nostro personaggio si imbarca con il suo motocarro e inizia a girare nelle piazze dei paesi invogliando soprattutto i cittadini, non tanto a comprarli quanto a leggerli e diffondere nei bifolchi la cultura, perché il sapere è forza, le parole espresse in modo corretto sono il modo migliore per difendersi dai soprusi, dai raggiri dei furbetti che promettono e mai mantengono. A questo punto, l’autore racconta e descrive in modo fluido i ragionamenti che fa sulle sensazioni e le caratteristiche espresse dall’essere umano: rabbia, indifferenza, ingenuità; tuttavia, scopre per la prima volta anche l’importanza dell’amicizia, dell’amore evitato e allontanato durante tutto il corso della sua vita e dal suo futuro. E già, il nostro protagonista, probabilmente non aveva mai messo in conto di vivere il suo futuro con accanto una donna da amare, donarsi con tutto sé stesso. Diciamo, forse per timore di essere disilluso, di soffrire per l’ennesima volta? 

Vite vissute in prima persona che a lungo andare deteriorano, lasciano l’amaro in bocca e sino alla fine, inaspettata. 

Ho apprezzato molto il modo in cui l’autore descrive l’aspetto psicofisico dei personaggi; i commenti sul bel sedere di Tiziana la farmacista, un capolavoro di femmina che inizia dallo splendido sorriso e finisce con due gambe affusolate. Elegante ma lontana dall’ostentarla. Una donna dal carattere forte e ribelle, alla quale non sono mai mancate le occasioni, ma come ogni donna innamorata del proprio uomo, suo marito, ha occhi solo per lui. Beh, un amore idilliaco, fin quando, lui la lascia per andare a studiare lingue insieme alla giovane badante ucraina dell’anziana madre del calzolaio del paese, Giovanna. A questo punto, Tiziana, da donna innamorata diventa la vendetta fatta persona. Una vera Lady Macbeth shakespeariana.  

Un altro personaggio tra i tanti azzeccatissimo, è la figura Don Giacomo Barberio. (Ricorda vagamente la figura di Don Abbondio dei Promessi Sposi)

Una persona avida, vigliacca astuta e tirchia, talmente taccagna, che di certo non si è mai dimostrato un buon cliente per il nostro protagonista, visto che non ha mai tirato fuori un cent per pagare l’affitto e leggere le opere del nostro affittuario di libri.

Voto: sette, solo per come l’autore narra e descrive i personaggi, anche se ho evidenziato qualche refuso ed errata consecutio, ma il contenuto supera queste inesattezze. Posso dire davvero che sia un bel libro: avrebbe potuto esserlo ancora di più. Le idee c’erano tutte. 


Peg Fly


domenica 10 aprile 2022

Recensione: Armilla Meccanica 1: Nel Cielo Formato Kindle di Carta Fabio [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: Armilla Meccanica 1: Nel Cielo 

Autore: Carta Fabio  

Editore: Inspired Digital Publishing (4 novembre 2021)

Genere: fantascienza

Rating: 7

Target: Young/adult

Prezzo: ebook 2,99

Sinossi:

“I Meka incarnavano un’idea, quasi un’ideologia in verità, quella del gigantismo meccanico dell’umanità alla conquista delle stelle. Troppo grande l'universo per affrontarlo con le sole piccole membra fornite all’uomo dalla natura”. 

Su una remota miniera extrasolare Geuse, un vecchio mek-operaio, giorno dopo giorno vede i frutti del suo duro lavoro sfumare a causa di una crisi economica senza precedenti, che coinvolge tutte le colonie della Via Lattea. Come molti altri medita di prendere ciò che gli spetta e di cambiare vita. Ma non è così facile.

Ad anni luce da lì la Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, è stravolta dallo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. Ora a regnare è un feroce dittatore che si fa chiamare Meklord. I nativi del pianeta, i queer, gli fanno guerra per quanto possono, mentre attendono l’aiuto della Terra o di chiunque avrà il coraggio di sfidare per loro le maree del tempo e le armate meccaniche del tiranno.

Un liberatore, un pirata, un avventuriero… o anche solo un semplice operaio


Recensione:

Oggi vi parlo della serie “Armilla Meccanica”, il cui primo romanzo ha per titolo “Nel cielo”; una narrazione fantascientifica che ha alcuni passaggi abbastanza complicati.

Geuse è un mek-operaio di una certa età ma ancora in grado di comandare la sua nave. Geuse è affiancato da un co-pilota del quale Geuse non si fida e da una ragazza che invece è invaghita del suo comandante e pronta a obbedire a ogni suo comando gettandosi nella lotta come una vera dea della guerra. 

Tuttavia, al peggioramento economico che incombe minaccioso a Metrobubble, la capitale finanziaria della galassia, si aggiunge anche lo slittamento temporale tra sistemi planetari, dai disordini e dalle rivoluzioni. La crisi economica incombente sul pianeta, coinvolge e sconvolge le varie colonie situate nella via lattea. I piani di Geuse vengono così scombinati, ma nonostante questi ostacoli, il protagonista, grazie al suo animo predisposto all’arte della meditazione, riesce negli anni ad affinare la percezione sensoriale che gli permetterà di captare un messaggio da parte di una donna che lo confonderà sulla sua reale esistenza e sulle sue intenzioni. Chi sono? Che cosa sono? (Per esplorare una parte della mente umana come faceva il filosofo Nietzsche in – “Ecce homo”).

Come ogni romanzo di qualsiasi genere, anche in Armilla Meccanica abbiamo l’antagonista, re della capitale finanziaria della galassia, il dittatore Meklord. La capitale è nel caos per i disordini sociali. I nativi del pianeta cercano di contrastare la politica dittatoriale di Meklord con tutte le loro forze. I queer, nel frattempo, sperano e aspettano che sopraggiungono i terrestri in loro aiuto o di altri abitanti della galassia per sfidare e porre fine così alla tirannia di Meklord.

Ed ecco che a questo punto entra in scena Geuse, il ribelle salvatore, un mek-operaio ma che cerca di agire nell’ombra, senza farsi scoprire e soprattutto non far scoprire quali sono le sue vere intenzioni e i suoi propositi.

Comincio col dirvi che si tratta di una storia ambientata in un futuro lontano, nel quale però ho trovato diversi contatti con la nostra realtà storica. Sicuramente è un libro che offre diversi spunti di riflessione su tematiche come la segregazione razziale, il crollo economico e l’autoritarismo.

Devo dire che l’autore è stato abile nell’immaginare una storia complessa e al contempo notevole. La suspense è al centro degli sviluppi scenici e delle azioni che accompagnano i personaggi sino al finale carico di aspettative nel lettore che viene perseguitato dalla curiosità di cosa accadrà nel prosieguo della storia. 

Per dirla in una frase: Un libro che ti mette le ali e ti fa volare con la fantasia.

Un romanzo direi molto originale, dovuto soprattutto all’idioma studiato nei mini dettagli dall’autore nonché ottimo per l’originalità dei nomi assegnati ai protagonisti e ai vari strumenti ultra planetari, futuristici descritti nell’intreccio. Un romanzo fantascientifico che scaraventa il lettore a chilometri lontano anni luce dalla realtà terrena, per rendervi l’idea, un viaggio interplanetario tipo: “Il Sopravvissuto” di Andy Wear

E con i personaggi di questo stupendo romanzo, anche la nostra mente vola con l’immaginazione, grazie soprattutto alla bravura dell’autore che introduce la storia in media res, così, d’emblée, sebbene la miriade dei termini scientifici e tecnologici ti disorientano all’inizio obbligandoti a fare marcia indietro per comprendere bene di cosa si sta parlando, il romanzo merita davvero di essere letto.

Diciamo che nell’incipit ho avuto qualche difficoltà, proprio per il linguaggio specifico al quale, diciamocelo pure, non sono avvezza. 

Ciò nonostante, posso affermare che questa storia è stata una piacevole scoperta e sono certa che lo sarà anche per tutti i lettori che si accingeranno a leggerla, proprio perché la trama risulta molto interessante e intrigante, nella quale si affrontano temi di una società che versa, se vogliamo, nella stessa realtà terrestre contemporanea, database che spiano la privacy del comune cittadino, politiche dittatoriali, (sappiamo bene quanti ne sono passati nel corso della storia sul nostro pianeta...) e chi più ne ha più ne metta! 

Scorrendo tra le pagine di questo romanzo, ho trovato la scrittura molto attenta, spesso impegnativa ma che non annoia. 

Una storia coinvolgente, suggestiva che trascina il lettore a riflettere su cosa ci circonda e cosa c’è al di là del nostro sistema solare, per affrontare un possibile nemico e deviare il triste destino del genere umano.

Alla fine abbiamo un duello tra il protagonista e l’antagonista a passo della marcia di Radetzky che avvolge e chiude il romanzo simile al rombo di un tuono. 

Premetto che non leggo molto i romanzi di fantascienza, ma questo libro ha saputo catturare la mia attenzione, soprattutto i passaggi dialogici nei quali i protagonisti esprimono i loro stati d’animo e l’autoanalisi che ognuno di loro riesce a fare su sé stesso, valutando i propri errori, ma con i quali acquisiranno esperienza che probabilmente li farà meditare per non commetterne altri.

L’unico appunto che posso fare, è nella lentezza tra una scena e l’altra con cui si descrivono le azioni dei protagonisti, forse dovuta alle esagerate esposizioni, e per alcuni personaggi che non hanno avuto il tempo nella storia di essere caratterizzati a livello psicofisico, ma che tuttavia risultano essere per lo più interessanti tra i quali Geuse, l’antagonista dittatore Meklord (che più malvagio è, più conflitto e climax ascendente abbiamo nella storia) e Ahanata.

Per il resto, Armilla Meccanica: Nel cielo di Fabio Carta mi ha fatto veramente lievitare la mente, trasportandomi in un mondo utopistico che tutti gli esseri umani sognano prima o poi di esplorare. 

Ora non mi resta che aspettare cosa ci racconterà l’autore con il sequel.

Lo consiglio anche ai non amanti del genere.

Voto: sette con la “V” maiuscola.


Peg Fly

domenica 3 aprile 2022

Recensione: La devastazione di Baal di Guy Haley [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Titolo opera: La Devastazione di Baal 

Autore: Guy Haley

 Editore: Alanera Edizioni
      
 Rating: 7,5
      
 Genere: Fantascienza
      
 Prezzo: 15,90 Euro 
      
 Sinossi:

Il Capitolo dei Blood Angels è in pericolo. Dopo aver annientato la vita umana nel settore dello Sfregio Rosso, la Leviathan, il più grande tentacolo della Flotta Alveare mai visto nell’Imperium, sta convergendo rapidamente su Baal.

Per affrontare questo terribile nemico, il Comandante Dante ha chiamato i Capitoli Successori dell’antica Nona Legione. I Figli di Sanguinius si radunano. Solo dai giorni bui dell’eresia di Horus erano riuniti nello stesso luogo in così gran numero. Ora, trentamila Space Marines, sono pronti a contrastare la Grande Divoratrice, salvare il mondo natale del loro Primarca e impedire che miliardi di mondi vengano consumati nell’Ultima Segmentum.

Ma lo sciame, composto di migliaia di miliardi di tiranidi, non è l’unica minaccia per il futuro del Capitolo. Mentre la galassia scivola verso una nuova terrificante era, eventi lontani rischiano di scatenare un male più terribile. Bisogna affrontare anche un nemico che si annida nelle anime di tutta la stirpe di Sanguinius: la Rabbia Nera.

Può Dante, tra i più grandi eroi dell’umanità, arginare l’inarrestabile marea? O il suo lungo regno come Maestro Capitolare finirà con l’estinzione del suo Capitolo? Se Baal dovesse cadere, l’Imperium riceverebbe un colpo dal quale potrebbe non riprendersi mai.


Recensione:

Da vecchio appassionato degli universi di Warhammer della Games Workshop quando ho scoperto la nascita di Alanera edizioni ho fatto festa. Questo editore, nato con il dichiarato fine di portare in Italia l’infinita serie di romanzi incentrati sui mondi di Warhammer è subito entrato nel mio cuore e ho deciso di assaporare un loro prodotto, iniziando da La Devastazione di Baal di Guy Haley. 

Che dire, un romanzo potente, così come impone l’oscuro universo di Warhammer 40.000. Per chi non conoscesse questa ambientazione, vastissima a livelli inimmaginabili, non c’è miglior sintesi di quella fatta dai creatori stessi di questa realtà: “nella tetra oscurità del lontano futuro c’è solo guerra.” Punto. Semplice e conciso, una promessa che non si smentisce. Vi lascio questo trailer a dir poco spettacolare, come ulteriore chiarimento della situazione nella quale verremo catapultati.


Guerra senza confini e senza tempo, e di guerra parla anche La Devastazione di Baal. Uno scontro che vede l’intero sistema di Baal, pianeta nativo di uno dei capitoli più rinomati dell’Impero, quello dei Blood Angels, messo sotto assedio dalla Leviathan, il più grande tentacolo della Flotta Alveare. 

Lo sciame, composto di migliaia di miliardi di tiranidi, guidati da una mente collettiva inconosibile per l’umanità, è una minaccia che non prevede esito differente dalla sconfitta per le legioni radunate dal Comandante Dante. I nemici sono letteralmente infiniti, si tratta solo di resistere e di trovare una fine gloriosa. Assisteremo a un assedio in grande stile, uno scontro su più fronti degno delle migliori saghe fantascientifiche di stampo militaresco, con in più gli elementi fantastici dati dal Warp, una sorta di dimensione alternativa all'interno dell'universo di Warhammer 40.000 dominata dalle ribollenti forze del Caos e totalmente imprevedibile. 

Un romanzo adrenalinico, ricco di azioni eroiche e di orrori di ogni tipo, una sorpresa capace di tenermi incollato dalla prima all’ultima pagina, riportandomi ai beati tempi nei quali mi baloccavo fra centinaia di miniature della Citadel. 

Bello e ben fatto, pochi refusi e del tutto trascurabili data la rapidità dell’azione e la bravura della penna di Guy Haley, del quale spero di leggere al più presto qualche altra opera tradotta in Italiano. L’unico dubbio che mi rimane è se il romanzo possa essere altrettanto appetibile per chi è proprio a digiuno dell’universo di Warhammer 40K, pur precisando che io non sia certo un esperto, tutt’altro. Mi sento comunque di consigliarlo di cuore a tutti gli appassionati di sci-fi, non ne rimarrete delusi. 

Menzione d’onore per i cattivi di turno. La mente collettiva non è forse una trovata del tutto originale, ma la gestione, anche a livello di tattiche e di armamenti biologico/genetici, mi è piaciuta veramente un sacco e la trovo di ottima fattura.

Assolutamente da provare, per iniziare ad innamorarsi dell’universo di Warhammer.

Andrea Zanotti