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Il chioschetto dell'ebook propone:

mercoledì 30 settembre 2020

Disfida nr. 121: Racconti Svolazzanti di Stefano Amadei VS Gianni Rodari

 


Titolo opera: Racconti Svolazzanti

Autore: Stefano Amadei

Editore: Pubblicazione indipendente

Formato: Ebook e Cartaceo Paperback

Genere: Fiabe e Favole

Pagine: 122

Prezzo: Euro 0,99 Ebook - Euro 5,00 Cartaceo Paperback

Sinossi: 

Una fantasiosa spremuta di canzoni, indovinelli e fiabe in dodici emozionanti racconti.


Stacca un biglietto per il Cinema Bianchini e potrai sapere come si formano i sogni, cosa succede ai genitori quando i bimbi vanno a nanna, qual è la formula del miscuglio che rende invisibili, cosa fanno i gatti quando sono a zonzo.

Riuscirà il diavolo Malinverno a realizzare i suoi diabolici piani?

Vieni a incontrare Alì l'apprendista scriba, la piccola fatina Gaia e, se ne hai il coraggio, a fare quatto passi nel Giardino dell'Orco!

Contiene il racconto "Mai Stata Sognata" vincitore del 2° Premio del concorso di scrittura "Sassi&Parole" 2012 indetto dal Comune di Mercallo (Va).

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Note/commenti/finalità dell'Autore:

Strano sì può sembrare

amo scrivere novelle

per il gusto di donare

le fiabe mie più belle

ai bambini d'ogni dove

raccontare indovinelli

filastrocche, riportare

al cuor momenti belli

e tornare sì a giocare

assieme a veri amici

spensierati, divertiti

mille corse con le bici

nei giardini rifioriti:

della vostra fantasia

vi rivoglio fare dono

e lasciare ch'essa sia

il più ricco e saggio trono.


BIG da sfidare:



Sono fiabe senza pari,

chi sfidar se non Rodari?


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Andrea Zanotti

mercoledì 23 settembre 2020

Recensioni: L'Aleph di Jorge L. Borges

 




Sinossi:
Per molti lettori di questi ultimi decenni "L'Aleph" è il libro dove scoprirono non solo un nuovo grande scrittore, ma un nuovo modo di essere della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise a tutta l'opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi racconti (da "Lo Zahir" a "Deutsches Requiem", da "La ricerca di Averroè" a "L'immortale") entravano nella geografia mentale dei lettori come luoghi da sempre familiari e misteriosi.


Recensione:
Mai sinossi fu più azzeccata.
Jorge Luis Borges: la mia confessione, carica di vergogna, è che non lo avevo mai letto prima. La mia, giusta, punizione è insita nella confessione stessa. Non avendolo mai letto non avevo mai potuto apprezzarne la grandezza, godendo della maestosità dei suoi racconti. Una pena severa. Ora, però, non intendo perdere ulteriore tempo e ho già altre due, tre sue opere sul comodino e in lista. 
Oggi vi parlo di questa prima antologia, L'Aleph, che me l’ha fatto scoprire. C'è Magia in questo testo, ve lo dico subito. La vicinanza che ho provato con l'autore, e le sue tematiche, mi ha colpito profondamente. Sono stato letteralmente travolto da una sensazione di dejà vu animico, una familiarità che ha del sorprendente.
Si tratta di una raccolta di racconti dello scrittore argentino incentrata su quelle che sono delle tematiche ricorrenti, a lui molto care. Si potrebbero definire racconti del fantastico speculativo, nei quali l’autore non lesina con le riflessioni legate a spiritualità profonde, affrontando tematiche come la morte, la trasmigrazione delle anime, il tema del labirinto e del tempo, e le rispettive simbologie. Il tutto fatto in modo profondo, ma non pesante, lasciando sia il lettore a compiere i passi più incerti e ardui, decidendo autonomamente se addentrarsi nelle ombre del proprio inconscio. 
C’è azione, ambientazioni ben curate che spaziano dall’antichità ai tempi moderni, colpi di scena e vicende capaci di far vibrare l’anima. 
Un’antologia che ho divorato e che consiglio assolutamente a tutti. Ora mi sto leggendo il suo saggio “Cos’è il Buddismo”. Non mi stupisco che l'autore si sia cimentato con un tale argomento, visto che ne L’Aleph le tematiche care a questa corrente spirituale sono sempre presenti. 
Assolutamente un autore da leggere e rileggere e custodire con orgoglio nella propria biblioteca.

Andrea Zanotti

domenica 20 settembre 2020

Recensione: Elantion: Il risveglio delle Legioni di Valentina Massano [Rating 8] - recensione a cura di PegFly



Titolo opera: Elantion: Il risveglio delle Legioni - Volume 2

Saga: La Saga del Discendente

Autore: Valentina Massano

Editore: pubblicazione indipendente

Genere: fantasy – dalle sfumature Horror

Target: young/adult

Prezzo: 2,99 euro il kindle, 18,99 il cartaceo

Sinossi:
Dopo essere stati costretti a fuggire oltre i Monti Erosi a causa di una sanguinosa sconfitta, il Discendente, il suo gruppo e la ribellione tulvar devono impegnarsi per fare in modo che la convivenza con le Genti Libere della Baia funzioni.
Kaj ed i suoi amici saluteranno gli alleati tulvar dirigendosi in Sahelica, nella speranza di riuscire a trovare un altro pezzo della Piastra dell’Esilio. Affronteranno nemici pericolosi ed incontreranno amici preziosi, dovranno esporsi nella speranza di salvare la Sahelica dalla sua imminente disfatta.
Nel frattempo in Draelia, la faida interna alla famiglia di re Athal peggiorerà rischiando di distruggere i piani di conquista. La sete di potere di Zund lo condurrà alla sua definitiva consacrazione e molti inizieranno a tramare nell’ombra desiderosi di vendetta.

Recensione:
Elantion di Valentina Massano è il secondo volume di una saga, seguito di Elantion: Il Discendente, l'Errante e la Ribelle, la cui nostra recensione potete trovare qui. Anche questo secondo libro parte da una buona idea, e l’autrice è riuscita a bissare il successo del primo romanzo. Si tratta di un fantasy gotico i cui personaggi, tanti e variegati, (come un buon gelato all’amarena) agiscono affrontando nemici avvolti dal mistero. 
Le atmosfere oscure accompagnano le azioni guerresche delle razze descritte nella storia: elfi, nani, Troll, e umani, ma è anche colmo di speranza per il futuro. In questa storia, le disuguaglianze di ogni personaggio, umano o elfo che sia, si trasformano in vere e proprie caratteristiche. 
Ho trovato l’intreccio molto originale, una storia narrata con stile abbastanza maturo e  scorrevole, anche se ci sarebbero da rivedere alcuni passaggi, soprattutto di consecutio temporum e refusi sparsi qua e là. Il fulcro della storia si basa soprattutto  tra le forze schierate fra razze di spietati dominatori e predatori, quella dei Tulvar, dove le leggi emanate sono rigidissime. Una civiltà divisa in caste sociali dove ognuno, volente o nolente, ne fa parte senza poter valicare l’altra. "Stai al tuo posto!" questo è secondo me il significato.
L’universo di Elantion è considerevole e davvero assai articolato, e nel quale mitologia e storia si amalgamano tra scenari di battaglie epiche tra le varie razze che abitano in mondi diversi che ogni essenza divina ha creato, permettendo alle varie razze di abitarli. 
Un elogio anche per l’illustrazione delle due mappe:  DRAELIA e  SAHELICA. 
Molteplici, come ripeto, sono i personaggi di cui difficilmente il lettore può ricordare tutti indistintamente. Ma a venire in suo aiuto c’è la Legenda che elenca Elantion, Location dove in gran parte si svolge la vicenda, abitato soprattutto dalla razza elfica, nani ed esseri umani, anche se tra da di essi non regna un'armonia perfetta. Ora che  Elantion è minacciata dai Tulvar, una razza infida di predatori la cui sola bramosia è guerreggiare e conquistare sempre più territori, la coalizione  tra elfi, nani ed esseri umani si vede necessaria.
La psicologia di ogni singolo personaggio si evince non solo dai dialoghi, ma altresì dalle bellissime illustrazioni della stessa autrice, che conferiscono un accento in più a questa nota psicosomatica. 
Ad esempio, i personaggi che mi hanno colpito di più sono stati vari ma non molti, perché ho cercato di concentrarmi più su alcuni che su altri. Kaj Holden, l’umano discendente di Aidan III, Hormang Orsobruno: prode guerriero, il quale ha lasciato la guida della sua tribù per seguire Kaj- Vernon Davey: Signore di Baia Nevosa.
Per non parlare delle Elfe Clarice l'Errante: compagna di viaggio di Kaj. Cilna: giovane elfa amica di Kaj.
Yenven Lamasilente: Re degli Elfi dal 247 d.R, l'ultimo di una lunga dinastia, uno degli elfi più longevi dopo i druidi. Il nano Dente di cristallo: fratello del Re di Vetmark. E non poteva mancare l’antagonista per eccellenza: Zund Khelun. Primogenito, principe ereditario e generale dell'esercito della Draelia, comandante della Guardia Nera. Athal Khelun: re dei tulvar, conquistatore di Elantion, comandante della Guardia Reale e capo della casata Khelun. Oltre ai diversi personaggi delle rispettive casate. E, credetemi, non è facile elaborare un romanzo di tali dimensioni, inserendo e dando vita ai molteplici personaggi come è stata in grado di fare l’autrice. 
Voto: 8 meritatissimo. Lo consiglio, non solo agli amanti del genere, ma a tutti coloro che voglio entrare nel meraviglioso universo di ELANTION. Non vedo l'ora di leggere il terzo libro della saga.


martedì 15 settembre 2020

Disfida nr. 120: Il leopardo silenzioso di Mita Fumagatti VS Fred Vargas

 



Titolo opera: Il leopardo silenzioso

Autore: Mita Fumagatti

Editore: pubblicazione indipendente

Genere: giallo/thriller

Prezzo: 2.99 euro il kindle, 12,29 il cartaceo

Sinossi:

Non accettava di dover sempre prendere le distanze fino a scomparire. Ma era quello che faceva quando non veniva presa sul serio dal momento che, su certe cose, lei era serissima.

Entrava in punta di piedi e se ne usciva sempre con lo stesso passo silenzioso.(cit. ) 



La dottoressa Marilena Macciò, introversa psicologa quarantenne (“e con un master in criminologia che non le era servito a nulla, come tanti altri titoli appesi al muro”) vive, solitaria e indolente, col suo inseparabile compagno canino, Roy, in una placida città ligure. Sta attraversando un periodo di crisi specialmente sul piano lavorativo ed economico che la rende stanca e forse depressa. “Forse” perché non accetta di venire etichettata senza poter spiegare la complessità di ciò che sente dentro. Viene però risvegliata dal suo torpore dall'inflessibile e granitico procuratore Riccardo Castori che la contatta per una consulenza su un misterioso ed insolito omicidio. La tranquilla cittadina sta per essere sconvolta dalle imprese di un feroce serial killer? L'assassinio di un diciottenne, fragile ed isolato, la condurrà ad inoltrarsi tra le insidie del mondo virtuale dove chiunque può crearsi una doppia vita, dimenticando la differenza tra realtà e finzione, ed entrare a far parte di comunità per intrattenere relazioni pericolose, come una psico-setta. Per indagare in questo mondo parallelo dovrà trasformare sé stessa in qualcosa di inaspettato. Chi è l'assassino? Chi è veramente Marilena?

Note/commenti/finalità dell'Autore:

Ho scritto un giallo con un intreccio che spero coinvolgente e complesso. La mia protagonista non è un'eroina anche se si troverà a comportarsi come tale. E' una donna alle prese con i problemi della vita quotidiana, le incertezze e una certa sensibilità, delicatezza d'animo, per poi rivelare anche un carattere a tratti irascibile e permaloso, come qualsiasi persona reale. 


BIG da sfidare:




Fred Vargas 

La Trilogia Adamsberg

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Andrea Zanotti

domenica 13 settembre 2020

Recensione: Dracophobia di Andrea Zanotti [Rating 8] - recensione a cura di Dada Montarolo

 



Titolo: Dracophobia

Autore: Andrea Zanotti

Editore: Plesio Editore

Genere: fantasy classico

Prezzo: Cartaceo 12,35 

Rating: 8

Sinossi:

I draghi sono impazziti. Da custodi della Natura e della saggezza sono divenuti belve assassine, mosse da appetiti smodati. Hanno banchettato col mondo sino a svuotarlo. Solo i clan dei nani sopravvivono, conducendo un'esistenza tormentata nelle miniere, lontani dal calore del sole e prede della dracophobia. È in questo clima di terrore che la principessa Tormento dei Draghi comanda spericolate razzie nel sopra-mondo, mentre il fratello Nurin parte per un viaggio alla ricerca degli Dei del loro popolo. Un viaggio che lo condurrà negli abissi della terra e in quelli della sua anima.


Recensione:

Dare per scontato che draghi e nani siano soggetti “facili” per un autore fantasy è una delle argomentazioni più usate dai detrattori del genere. A ognuno di loro vorrei regalare una copia di “Dracophobia” e poi vedere di nascosto l’effetto che fa. Con ogni probabilità mi imbatterei in stupore, attenzione, inquietudine e infine una resa incondizionata al lasciarsi andare fra le onde misteriose della seduzione di storie che tutto sono, tranne che semplici frutti della fantasia. Come sempre, un lavoro di Zanotti si presta a diversi livelli di lettura, esplorarne i contenuti è ritrovarsi in un’incisione di M. C. Escher, muoversi lungo le salite e le discese dell’inconscio indossando i costumi di scena che magari vanno un po’ stretti ma che sono, nonostante ogni sforzo, le copie fedeli di ciò che ogni giorno indossiamo per mostrare quel che riteniamo essere il meglio di noi.

L’attore principale di “Dracophobia” è il nano Nurin, inquieto principe figlio di Re Daran il Legislatore, grande monarca del regno nanico. Il suo popolo vive sotto la minaccia costante delle aggressioni dei feroci krellen, incestuosi e mostruosi figli dei draghi, un tempo sagge sentinelle del mondo dei nani al fianco degli Antichi Dei e poi diventati loro nemici. Asserragliati nel sottosuolo, sempre al limite della sopravvivenza, i nani sembrano senza speranza, nonostante il coraggio e lo spirito di sacrificio dei loro guerrieri guidati dalla primogenita del re, Roìmila Tormento dei Draghi. Nurin, in disaccordo con il padre e determinato a trovare una soluzione al disastro, parte alla ricerca di colui che potrebbe salvarli tutti. E fin qui, appare una storia intrigante sì, ma come tante altre.

Invece il racconto subito si schiude, parola dopo parola, frase dopo frase, come un bozzolo da cui fuoriescono situazioni, emozioni e risonanze che fanno vibrare le corde più nascoste della nostra mente, costringendoci al confronto con noi stessi e le nostre azioni, nel gioco delle false prospettive, degli specchi deformanti, dei paradossi magmatici in cui rischiamo di annegare e soffocare, immedesimandoci nel protagonista e nei suoi comprimari. 

Nella narrazione di Zanotti non c’è nulla di scontato, di sottinteso, di appena accennato: le suggestioni vengono dall’abilità della scrittura e dall’originalità del testo e scegliere i nani come unici attori del suo lavoro credo sia un mezzo geniale per rapportare la fatica di vivere al loro costante e faticoso picconare nelle profondità della terra. 

Il linguaggio è secco, essenziale, sembra inciso con il diamante sul vetro spesso dietro cui crediamo di proteggerci e che invece mette in evidenza - con i chiaroscuri dell’introspezione - le piaghe, le cicatrici e le debolezze con cui ci forgiamo versando il sangue nascosto delle nostre esperienze. Le viscere, i cunicoli in cui si svolge una buona parte del libro sono la rappresentazione delle nostre timorose tortuosità esistenziali (“Il buoi genera labirinti nei quali si annida il mostro della paura” spiega Celnor, uno dei personaggi). Le descrizioni sono nitide, lucidamente analitiche, spietatamente efficaci. Il ritmo è quello di un tamburo da guerra con la sua implacabile progressione, e quasi toglie il fiato al lettore, in apnea come Nurin e con Nurin.

In tanto epico e sotterraneo avvicendarsi scintilla qua e là qualche sorridente concessione di ruvide, amichevoli confidenze e una pennellata di splendente colore nel gesto fraterno di un dono (non vi dico quale, scopritelo e godetevelo come ho fatto io), inaspettato tocco alla Goya nella caligine che permea un episodio.

Zanotti è un creativo puro: non si lascia mai prendere la mano dai suoi personaggi, li doma e li domina con esperto equilibrio, senza permettere alcuna ridondanza, alcun eccesso. Pur appartenendo a mondi (forse) paralleli, sembrano più adatti loro a questo, di mondo, di quanto lo siano le creature che ci circondano. Voto 8.

Dada Montarolo    



giovedì 10 settembre 2020

Recensione: 1849. I guerrieri della libertà di Valerio Evangelisti

 



Sinossi:

Pochi lo sanno, ma nell'autunno del 1848 giovani in ogni parte d'Italia lasciarono lavoro e famiglie e si misero in marcia, destinazione Roma. Andavano a difendere l'insurrezione popolare che da lì a pochi mesi avrebbe visto nascere la Repubblica Romana, crocevia di idee democratiche e diritti civili quasi impensabili per la società del tempo. La quotidianità di quella manciata di mesi fu però molto lontana dalla retorica con cui certa Storiografia oggi li restituisce. Le strade in cui si batterono Mazzini, Garibaldi e Mameli erano ingombre di spazzatura e povertà, e con l'arrivo dei volontari si gonfiarono di grandi afflati e ancor più gratuiti assassini. A cavalcare la rivolta ci furono in pari misura eroi e banditi, visionari e faccendieri, gente di pistola, di mano e di coltello ma anche tante persone semplici, sprovveduti idealisti che rischiarono la vita inconsapevoli del ruolo che stavano avendo nella storia. Proprio come Folco, immaginario panettiere che arriva a Roma alla vigilia dei tumulti e diventa testimone di ogni più turpe nefandezza l'uomo sia capace ma anche di ogni suo più elevato slancio. E così, mentre fuori dalla città tuonano i cannoni della restaurazione, e il passato cerca di soffocare il presente per disinnescare il futuro, Folco si rende conto che, pur non capendo fino in fondo quel che succede intorno a lui, respira un'aria nuova, la sensazione, mai provata, di fare parte di qualcosa di pulito...


Recensione:

Valerio Evangelisti per me è sempre una garanzia. Provo grande ammirazione per la sua capacità di spaziare con maestria fra generi tento diversi, che coprono l’intero parco del fantastico, senza per questo tralasciare le ottime ricostruzioni storiche che stanno dietro ad ogni sua opera. Che abbandoni gli slanci fantastici per concentrarsi sulla crudezza della Storia poco cambia, il risultato è sempre più che buono. 

1849 fa parte di questo gruppo di opere e si concentra su un periodo storico, che mio malgrado, ammetto di non conoscere approfonditamente. La mia passione per la storia antica mi ha portato a non approfondire mai decentemente quella più recente. Come spesso accade, un romanzo storico ben fatto è meglio di molti libri di storia, ed Evangelisti non tradisce neppure in questo caso. 

La proclamazione della repubblica romana del 1849, durante il Risorgimento a seguito di una rivolta interna che nei territori dello Stato Pontificio ebbe come esito la fuga di papa Pio IX a Gaeta, ci viene narrata dall’autore con gli occhi di un popolano, un fornaio romagnolo che si ritrova, più seguendo il corso degli eventi che per reale convinzione, a vivere quelle giornate tremende ed eroiche che videro i nostri opporsi all’offensiva francese. 

Il pregio di questo romanzo che fila liscio come un fuso, è proprio quello di farci riflettere sulla complessità degli eventi e sull’intrecciarsi di cause e concause, più o meno fortuite, che portarono all’esito finale, compresa la mutevolezza dello spirito umano esemplificato splendidamente da Folco, il protagonista. Unitosi alla causa in modo casuale, sballottato fra le diverse correnti di pensiero, senza mai decidersi ad approfondirne una e men che meno a sposarla, rappresenta splendidamente anche l’italiano moderno, sempre pronto a lanciarsi in una causa, ma senza mai aver la forza e la volontà di affrontarla di petto senza limitarsi alle parole ed alle buone intenzioni. Almeno finché non è alle strette, così come avviene nel romanzo, dove il popolo ha modo di rifarsi in modo epico, così come il nostro protagonista, e così come si spera riusciremo a fare noi in questo periodi di crisi. 

Le parole di Evangelisti non possono non toccare corde profonde. L’inno alla rivolta anticlericale non può non essere visto e trasposto con facilità ai giorni nostri. E senza violenza, nessuna rivolta può esser portata a termine in modo profittevole... 

Mai come in questo romanzo l’eroe dei due mondi, Garibaldi, ci viene presentato come un avventuriero spericolato, un eroe caparbio e capace di instradare la furia dei suoi “bravacci da osteria” e le sue garibaldine licenziose, quanto eroiche, sulle aleatorie vie tracciate da una visione strategica e tattica non facile da riscontrare in altri condottieri. Tali qualità unite alle indiscusse capacità di comando, e resistenza, fanno sorgere il più classico degli eroi-maledetti, di cui risulta impossibile non innamorarsi. 

Assolutamente consigliato, forse non la migliore opera di Evangelisti, ma ugualmente godibile.


Andrea Zanotti


domenica 6 settembre 2020

Recensione: 1NR1 - IL CODICE DELL'ESPIAZIONE di Ben Bamboo Korami [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 



Titolo: 1NR1 - IL CODICE DELL'ESPIAZIONE


Editore: Acheron Books

Genere: fantascienza

Prezzo: Ebook Euro 4,99 - Cartaceo 13,30 

Rating: 8

Sinossi:
Terra, anno 3065. La razza umana si è trasferita nelle basi spaziali orbitanti attorno al pianeta, reso invivibile dall'infestazione degli Angeli Neri, creature mostruose che sembrano uscite dall'Apocalisse biblica. Eppure sulla superficie terrestre esiste ancora qualcosa di valore: l’Unonoctio, il petrolio del terzo millennio, conteso da due forze avversarie, Vatican City e la Confederazione degli Orbitanti.
Dopo che l’ultima estrazione si è trasformata in una carneficina, il mercenario Ron Kasemero, accusato di aver sabotato la missione, viene condannato alla reclusione sulla Terra. Viene quindi bandito dal suo spazioporto e separato da Lavinia, altra superstite del massacro e sua compagna. Comincia così la sua nuova vita da prigioniero, nella landa pestilenziale che un tempo era stata un gioiello dell'Europa: la Toscana. Anche Lavinia è stata imprigionata da qualche parte, e l'unico scopo di Ron diventa quello di salvarla da un destino peggiore della morte...
Tra creature apocalittiche, umani ricombinati e guerriglieri hybridpunk, Ron metterà a rischio il bene più prezioso che ha, e che forse rappresenta anche l'ultima speranza della specie umana...

Recensione:
Visto che ancora non ho mai inviato alcun mio romanzo ai Signori di Acheron Books, a causa della modalità della consegna unicamente dal vivo in fiera, posso affermare, senza timore di incorrere in conflitti di interesse, che si tratta di una casa editrice super. Una vera e propria garanzia. Dopo aver letto numerosi dei loro lavori la convinzione si è oramai consolidata: si tratta immancabilmente di opere originali, alcune veramente uniche nel proprio genere. 
Mi sono approcciato quindi con elevate aspettative a questo 1RN1, incuriosito anche dal fatto che sino ad oggi non avevo ancora letto lavori di fantascienza pubblicati da questo editore. Ebbene, nonostante i rischi corsi dal lavoro di Bamboo, quando le aspettative sono elevate è più facile scottarsi, devo ammettere che anche il suo 1RN1 sia riuscito a stupirmi. 
Un sassolino dalla scarpa però me lo voglio togliere, subito, prima di iniziare la sviolinata più che meritata. Il mondo accennato nel romanzo merita di essere assolutamente approfondito, spero vivamente l’autore non lo lasci andare alla deriva fino a farlo risucchiare da qualche buco nero sprecando così un background da pelle d’oca. La visione distorta di quelli che potrei definire neo-cristiani con tanto di Papa invasato pronto a evocare belve bibliche pur di far trionfare il Caos simboleggiato dal suo signore, contrapposta alle schiere angeliche (angeliche solo nel nome, intendiamoci) merita di essere approfondita e sfruttata appieno. Il lettore non può ritenersi soddisfatto dalle epiche battaglie appena accennate sul finale, sono certo di non essere l’unico a pretendere maggiori informazioni a riguardo. Per non parlare poi dei diversi tocchi di classe che devono essere sfruttati appieno e ampliati, non ultimo quello dei “putti incistatori”. Spettacolo deviante.
A parte questo appunto, il romanzo scorre che è un piacere. Un lavoro tosto, una fantascienza volta all’azione, che sfocia spesso nelle atmosfere cupe di una post apocalisse torbida e pervasa da creature distorte, da visioni dissenate. La prosa del Bamboo si allinea alla perfezione con le scene ritratte, alternando sequenze più soft a vere e proprie maratone dell’orrore, volte a fiaccare la resistenza del lettore, a travolgerlo con scenografie vivide e prive di censure. Un incalzare torrenziale che mi ha ricordato a tratti il grande Alan Altieri, sia per i ritmi serrati che per l’attenzione posta nella scelta delle parole, tutte volte a ricreare un’atmosfera senza scampo. 
Complimenti all’autore. Voto 8.

martedì 1 settembre 2020

Disfida nr. 119: Quando borg poso' lo sguardo su eve di Annarita Stella Petrino VS Isaac Asimov

 



Titolo opera: Quando Borg posò lo sguardo su Eve

Autore: Annarita Stella Petrino

Editore: Tabula Fati

Formato: cartaceo

Genere: fantascienza

Prezzo: 15,00

Sinossi: 
Lilandra Nassir è una borg cresciuta nella Tenuta di famiglia sita nella Contea Alpigeon insieme ai suoi genitori Andreor e Aurosa. Nell’alternarsi delle due uniche stagioni rimaste, la Primavera e l’Inverno, dopo la fine di una terribile guerra che ha portato alla quasi totale estinzione degli esseri umani, i borg (esseri per metà umani e per metà robot) hanno reso loro schiavi gli esseri umani rimasti e ripopolato le zone devastate dalla guerra.

La Diciottesima Primavera vede apparire piccoli, ma letali, focolai di ribellione di alcuni esseri umani uniti nel Gruppo di Resistenza contro il dominio dei borg. Della loro furia omicida cadono vittime molte famiglie borg e gli stessi genitori di Lilandra che si trova costretta a scappare e a fingersi una ragazza umana di nome Eve Harcheon, per poter aver salva la vita, ma anche per intraprendere una lunga e faticosa ricerca che la porterà a smascherare gli assassini dei suoi genitori e a scoprire la verità sul suo passato.
L’incontro e l’amore nei confronti di Xavier Baldis, uno dei leader del Gruppo di Resistenza, la porta a fare i conti con una parte si sé con cui ha sempre dovuto combattere: la parte umana, dono della sua madre biologica, Marion, morta dopo averla data alla luce. Assunta come domestica da Alanev Fersenbar  presso il “Gatto a Nove Code” di Urbiate, dove la madre lavorava come prostituta, Lilandra riesce a ricostruire tutto il suo passato scoprendo così di appartenere alla “sesta generazione”, quella di bambini nati dalle unioni illegittime di borg ed esseri umani. Insieme al suo passato ricostruisce anche la storia che ha portato all’attuale situazione politica che vede il Governo dei borg contrapposto al Partito degli esseri umani. Decide di raccogliere l’eredità di suo padre, Andreor Nassir, e la sua volontà di cambiare le cose, di migliorare le condizioni di vita degli esseri umani e di modificare le Cinque Leggi che governano la società.
Rivelare la propria identità di fronte al Presidente del Governo Carlo Seldis e al Capo del Partito Ronaldev Williams, le permette, in qualità di unica discendente di Andreor Nassir, di intraprendere un lungo viaggio nei territori un tempo appartenute alle famiglie borg sterminate dal Gruppo di Resistenza e anche di tornare dove tutto ha avuto inizio: la sua Tenuta. Di ritorno dal viaggio il suo compito è quello di stilare il rapporto, che permetterà al sogno di suo padre di diventare realtà e ai suoi assassini di finire in prigione.

Note dell'Autore:
Tengo moltissimo a questo romanzo, perché c'è molto della mia vita. Vorrei perseguire il mio obiettivo di sempre: sdoganare la fantascienza dal pregiudizio di cui soffre da sempre, ossia quello di essere considerato un genere di evasione o un genere difficile e destinato solo ad operatori del settore. Invece i più bei commenti e le più belle recensioni sono arrivate da NON lettori di fantascienza e questo mi ha riempito di gioia!

BIG da sfidare: 





Isaac Asimov

Il Ciclo delle Fondazioni

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Andrea Zanotti