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domenica 24 giugno 2018

Comunicazione: Tempo di ferie!




Anche per noi di scrittorindipendenti è giunto il momento di concederci un meritato periodo di riposo. 
Ma non temete, torneremo presto e con una valanga di nuove recensioni, visto che poche cose danno soddisfazione quanto leggere un buon libro sotto l'ombrellone!

Ci si rilegge l' 8 Luglio!

Recensione: Cuore di tufo di Giuseppe Chiodi [Rating 7,5]


Casa editrice dark zone

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Titolo: Cuore di Tufo

Autore: Giuseppe Chiodi

Editore: Dark Zone

Genere: Urban Fantasy; weird;

Prezzo: Cartaceo 12,49 euro; ebook 2,99 euro

Rating: 7,5


Sinossi: 
Ossessione, superstizione e magia nera. È il vortice in cui sprofonda Pietro Cimmino, il proprietario di un negozio di antiquariato, nel tentativo di riprendersi sua moglie. La separazione l'ha fatto impazzire; l'incontro con Dafne, studentessa beneventana, gli riaccende la fiducia in sé stesso. Ma quella misteriosa ragazza scatena la gelosia della Bella 'Mbriana, a cui l'uomo è devoto. E quando la piccola Sonia, figlia di Pietro, viene coinvolta dalle forze oscure scoperchiate dal padre, egli varca la linea che separa la realtà dall'immaginazione, la città dal sottosuolo, per salvare lei e sé stesso. Una fiaba dark fatta di riscatto e identità. C'è solo un avvertimento di cui tener conto: non fidatevi del monacello.

Recensione:  
Oggi testiamo la casa editrice Dark Zone, della quale ho sentito parlare un gran bene ultimamente, ma come ben sapete, finché non ficco il mio muso irsuto fra le pagine di un loro libro non posso fidarmi appieno.
L’occasione mi viene offerta da Cuore di Tufo di Giuseppe Chiodi, romanzo breve, novella o racconto lungo che dir si voglia. Si tratta di un romanzo weird, e come appreso dalla Disfida pubblicata qualche tempo addietro si candida a sfidare niente meno che American Gods di Neil Gaiman. Forse l’autore ignora il rischio che corre, visto che American Gods è un romanzo capace di farmi sbavare come un bulldog francese dopo una corsa di mezzora sotto il sole a picco.
Bene, allora che dire, rullo di tamburi, predisponete la gogna, lustrate madame guillotine e diamo il là alle danze!
Chiodi è stato capace di conquistarmi sin dalle prime pagine. Bello, bello e tosto, capace di essere lugubre quando serve, e al punto giusto.
Il protagonista e l’ambientazione sono i punti di forza di questo scritto. Pietro, da poco lasciatosi con la compagna, ha una bimba e un negozio d’antiquariato cui occuparsi, ma la sua altra passione è l’occulto. Possiamo dire che Pietro faccia della superstizione un vero e proprio stile di vita. Una superstizione che nasconde però una profonda conoscenza delle tradizioni e del passato, delle radici stesse della sua famiglia e del suo popolo. Insomma, non una superstizione becera e stolta, ma studiata e approfondita, che sarà causa di tutti i suoi mali, ma anche fonte di salvezza.
Uno scritto che ho apprezzato molto, sia per l’originalità e la collocazione spaziale, che per la prosa dell’autore, che non teme l’utilizzo prolungato di frasi brevi e concise per mantenere sempre alto il ritmo, né una ricercatezza che vada oltre il “semplice e pulito” che va tanto di moda oggigiorno. Ah, come dimenticare le frasi in dialetto napoletano, imperdibili e capaci di caratterizzare non solo i personaggi, ma l’ambiente stesso in modo unico.
Ecco, diciamo che questo è quello che mi attendo da un autore coraggioso e dotato di talento. Di certo, temo, il suo stile non lo porterà a pubblicare con qualche casa editrice di primo piano, ma volete mettere? Il suo testo non lascia indifferenti, non è il solito scritto piatto e perfetto stilisticamente tanto da parer esser sfornato da un automa privo di emozioni. Cuore di Tufo racchiude in sé quello che nell’immaginario collettivo è Napoli e di rimando il Mediterraneo e l’italianità stessa. Genio e sregolatezza, tradizione e folclore, ben giostrati e tenuti a freno quasi fossero una belva feroce e pericolosa, dalla penna affilata del Chiodi.
Alle volte il vortice di eventi bizzarri dal quale veniamo travolti finisce forse per lo stordirci, per farci perdere le coordinate spazio/temporali della scena, ma è uno spaesamento assolutamente piacevole, capace di farci entrare in piena sintonia con il protagonista. Un uomo con pregi e difetti, per nulla ineccepibile nelle sue scelte, ma per questo ancor più reale e a cui voler bene.
L’unico dispiacere è che finisca così presto, ma forse anche questa sua “compattezza” contribuisce a mantenerlo inebriante per tutto il corso della narrazione, da leggersi tutta d’un fiato per non perdere il clima che riesce a creare. Ripeto, proprio un bel lavoro, sia dell’autore che della Dark Zone, capace di presentare un testo pulito da refusi e con una cover, a mio parere, molto ben fatta e azzeccata.
Voto 7,5 con l’aggiunta che non vedo l’ora di leggere qualcos’altro da parte di questo autore, il cui parto non sfigura con l’American Gods della Disfida succitata. Un bello scontro, nulla da dire. Complimenti vivissimi a Giuseppe Chiodi quindi e un consiglio a tutti voi di fiondarvi a comprore Cuore di Tufo!

giovedì 21 giugno 2018

Recensione: Il carro magico di Joe R. Lansdale


romanzo joe r. lansdale
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SINOSSI:

Il XX secolo è appena iniziato: nel Texas fanno la loro comparsa i primi venditori ambulanti di rimedi miracolosi, mentre i vecchi cowboy sorvegliano le linee di frontiera e gli sceriffi mantengono l'ordine nelle piccole città, dove l'odio razziale fatica a spegnersi, nonostante la liberazione degli schiavi appartenga al passato. La famiglia del giovanissimo Buster Fogg, voce narrante di questo romanzo, viene spazzata via da un tornado insieme alla sua casa, e il ragazzo si unisce - per caso o per volontà del destino - alla compagnia itinerante di Billy Bob Daniels, inventore di medicine prodigiose e tiratore eccezionale, che si proclama figlio illegittimo del leggendario e pistolero Wild Bill Hickok. Insieme all'ex schiavo Albert e ad Alluce Marcio, una scimmia lottatrice, il gruppo di memorabili personaggi viaggia in lungo e in largo per il Texas, inseguito da una tempesta che incombe su di loro come una maledizione indiana, e trascinando il lettore in una spirale di emozioni continue, esilaranti e a tratti tragicomiche. Scritto nel 1986, "Il carro magico" è un'ironica e nostalgica elegia dedicata al selvaggio West.



RECENSIONE:

Oggi recensisco un romanzo che inseguivo da tanto tempo, ma che non riuscivo a trovare in nessuna libreria. Alla fine mi sono dovuto arrendere ricorrendo alle care e vecchie biblioteche. Non potrò aggiungerlo alla mia libreria, ma almeno me lo sono goduto fino in fondo. Sto parlando de “Il carro magico” di Joe R. Lansdale. 
Come alcuni di voi sapranno ho una passione per i romanzi ambientati nelle polverose praterie del vecchio west e in questo caso, aggiungendo all’ambientazione la prosa maestosa di Lansdale, non possiamo che ottenere un romanzo eccellente. 
Joe R. Lansdale è un autore del quale basta leggere un paio di pagine per cogliere la classe cristallina. Basta poco per innamorarsi quando si ha a che fare con la Bellezza vera. La prosa di questo Maestro mette subito a proprio agio, non saprei come meglio spiegarlo, ti invita a metterti comodo al suo fianco attorno ad un fuoco da campo in una notte serena e fresca mentre lui ti narra una storia con voce melodiosa. I dialoghi, così come il narrato, risultano talmente realistici, crudi e ironici a seconda dell’occorrenza, da trasportarti nel vivo dell’azione, con un coinvolgimento paragonabile alle nuove diavolerie di realtà virtuale, se non meglio, almeno dal mio punto di vista. C'è da imparare molto per tutti noi aspiranti scrittori da quanto ci offre questo autore nelle sue opere. 
Insomma, che dire, come avrete capito nutro un rispetto prossimo alla venerazione per Lansdale, e “Il  carro magico” non ha tradito le mie alte aspettative.
La trama non ha nulla di particolarmente originale ma è il modo di raccontarcela a farle assumere valore e prestigio. Ambientata nei primi anni del XX secolo, con il progresso dietro l’angolo e in scia a usi e costumi del vecchio e sporco far west ancora duri a morire, ci troviamo a seguire le gesta della sconclusionata combriccola imbarcata sul carro magico, che ci vengono raccontate dalla voce narrante di uno dei componenti del gruppo. Il capo della combriccola, che si spaccia per figlio illegittimo di Wild Bill Hickok, più conosciuto come Billy the Kid, è un imbonitore, un venditore di rimedi medicamentosi dalle sbalorditive capacità, ma che sogna di emulare il Kid. Al suo seguito il suo fedele servo nero Albert e il giovane narratore. Ah, del gruppo fa parte anche una scimmia lottatrice, dal nome che è tutto un programma: Alluce Marcio. Bene, saranno questi, oltre alla tempesta che li perseguita a seguito di una maledizione, ad accompagnarci in giro per cittadine western e avventure letali, senza un vero perché, anzi no, il motivo c’è ed è molto semplice, nel vecchio west tutto è concesso e tutto può accadere, nel bene e nel male. Insomma, la trama come dicevo è lineare e non presenta particolari spunti, mentre sono i personaggi sul proscenio a sobbarcarsi l'onere di trasformare il romanzo in qualcosa di particolare ed accattivante. Il loro spessore e la brillantezza nelle interazioni li rendono unici, bizzarri e adorabili. Insomma, un gran bel leggere. 
Un romanzo da divorare tutto d’un fiato capace di farci riviere il fascino di un'epoca passata, un'epoca dura, spietata ma capace di affascinare ancor oggi con tutto il carisma dei personaggi leggendari (o meno) che l’hanno popolata. Assolutamente imperdibile. Tanto di cappello anche questa volta al Maestro Lansdale e alla sua abilità nel trasporre in una realtà palpabile quanto partorito dalla sua fervida immaginazione. 

martedì 19 giugno 2018

Disfida nr. 67: Le guerre delle piramidi di Lorenzo Camerini e Andrea Gualchierotti


libro storico fantasy
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Titolo opera: Le guerre delle Piramidi

Autore: Lorenzo Camerini – Andrea Gualchierotti


Formato: cartaceo e ebook

Genere: avventura  storico-fantastica

Prezzo: ebook 3,99 / cart. 13,60

Sinossi: La vicenda delle Le guerre delle Piramidi è ambientata nel periodo misterioso prima dell'inizio della storiografia canonica, intorno al 10.000 a.C., ed è il seguito di parte dei fatti raccontati nel precedente Gli Eredi di Atlantide.
Più di vent’anni sono passati da quando, dopo lunghe traversie, un gruppo di sopravvissuti alla catastrofe che ha distrutto Atlantide, ha raggiunto le terre fertili attorno al Nilo . 
Qui, in un mondo primitivo e selvaggio, che dopo il cataclisma ha in parte cambiato aspetto, avviene la fondazione di una grande metropoli, Adhan-dar, simile alle primeve città dell’età del bronzo, che diventa presto la capitale di un nuovo regno. 
Nessuno però immagina che un altro gruppo di atlantidei sia sopravvissuto alla catastrofe e, guidato dal sanguinario monarca Dheineros, abbia ricreato nell’isola di Creta una nuova Atlantide. 
Convinto di avere la missione di ridare vita all’antico impero atlantideo a qualunque costo, Dheineros percorre una spietata via verso il potere, dando inizio ad una catena di sangue che condurrà al conflitto con i suoi stessi compatrioti, divisi da incomprensioni e tradimento. 
E mentre le ombre della guerra tra i due popoli consanguinei si addensano, il Maestro, misteriosa figura al vertice di una confraternita di sicari e spie, il Velo Nero, tesse la sua tela di inganni spinto da segrete motivazioni, accelerando il precipitare degli eventi fino alla fatale conclusione.

Note/ commenti/finalità dell’Autore: l’obiettivo che ci siamo posti scrivendo questo secondo romanzo della nostra saga di Atlantide è stato quello ricreare il fascino di ambientazioni esotiche lontane e di antiche civiltà perdute, unendolo all’azione e al senso del meravigliso tipico dei pulp anni 30’. Amiamo l’avventura classica, a metà fra Conan il barbaro e Ben-hur, e speriamo che un pizzico di queste influenze si ritrovi anche fra le nostre pagine!

BIG da sfidare: Valerio Massimo Manfredi




Valerio Massimo Manfredi - Il Faraone delle sabbie








Biografia Autori:

Lorenzo Camerini ha 39 anni. Amante della storia e del fantastico fin dalla più tenera età,
sogna e cresce con le grandi saghe della letteratura medievale. Dopo la laurea in storia, si
trasferisce nella città di Vancouver (Canada), dove opera come insegnante di lingua
italiana.

Andrea Gualchierotti ha 39 anni, e vive e lavora in provincia di Roma. Dopo gli studi classici
e la laurea in sociologia, opera come collaboratore editoriale per diverse testate. Quando
non scrive si dedica alla numismatica, ai viaggi e al mai dimenticato amore per i romanzi
d'avventura.

Entrambi cultori appassionati dei grandi autori fantastici del ‘900 come R.E. Howard, Jack
Vance e H.P. Lovecraft, amano introdurre nei loro lavori spunti tratti dalle tematiche
dell’archeologia misteriosa e dalle leggende del mondo antico, inserendoli negli sgargianti
scenari tipici dello Sword&Sorcery.
Il loro esordio avviene nel 2015 con il romanzo d’avventura Gli Eredi di Atlantide, per le
edizioni Il Ciliegio nel quale viene narrata la drammatica vicenda del continente sommerso
descritto da Platone, e le peripezie dei sopravvissuti alla catastrofe.
Nel 2017 la saga prosegue con Le guerre delle Piramidi, che è insieme sia nuovo capitolo
della storia che romanzo a sé.
Sempre insieme, i due autori hanno pubblicato diversi racconti a tema fantastico nelle
antologie curate da Ailus Editrice (Heroic Fantasy vol.1, Vlad Tepes-la leggenda di Dracula),
Watson Edizioni (Eroica) e Italian Sword&Sorcery (Mediterranea).
Collaborano con la rivista Dimensione Cosmica.


sabato 16 giugno 2018

Recensione: Annientamento di Jeff VanderMeer


romanzo new weird

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SINOSSI: 
Per trent'anni l'Area X - un territorio dove un fenomeno in costante espansione e dall'origine sconosciuta altera le leggi fisiche, trasforma gli animali, le piante, sembra manipolare lo stesso scorrere del tempo - è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo. La Southern Reach, l'agenzia governativa incaricata di indagarne gli enigmi e nasconderla all'opinione pubblica, ha inviato numerose missioni esplorative. Nessuna però è mai tornata davvero dall'Area X: chi, inspiegabilmente, ricompariva al di qua del confine era condannato a un destino peggiore della morte.Questa volta, però, sarà diverso: la dodicesima missione è composta unicamente da donne.Quattro donne che non conoscono nulla l'una dell'altra, nemmeno il nome - sono indicate con la funzione che svolgono: l'antropologa, la topografa, la psicologa e la biologa - accettano di partecipare a un viaggio che assomiglia molto a un suicidio. Cosa le ha spinte a imbarcarsi in una missione tanto pericolosa? La biologa spera di ritrovare il marito, uno dei membri dispersi della spedizione precedente. Ma forse cerca anche di fuggire dai suoi fantasmi. E le altre? Cosa nasconde la psicologa, ambigua leader del gruppo? Quando le quattro esploratrici incappano in una strana costruzione mai segnalata da nessuna mappa, capiranno che fino a quel momento i disturbanti misteri dell'Area X erano stati appena sfiorati.Jeff VanderMeer ha costruito un mondo in cui l'avventura, il fantastico, l'ignoto sono le coordinate per indagare il più alieno dei pianeti: la psiche umana.



RECENSIONE:
Ho deciso di leggere la Trilogia dell'Area X dopo aver visto l'adattamento del primo libro, per la regia di Alex Garland. La mia speranza era che il libro avrebbe chiarito i dubbi lasciati dalla visione, ma così non è stato; anzi, se non avessi visto prima il film, credo che non avrei retto alla confusione e sarei stata tentata di abbandonare la lettura dopo le prime pagine. La sceneggiatura di Garland ha arricchito la trama, forse anche in modi superflui (come la relazione della protagonista con il collega), però è indubbio che abbia ravvivato un ritmo che nel romanzo è veramente troppo lento e monotono.  
Fin dalla prima riga, il lettore si ritrova catapultato nella misteriosa Area X; tutti i dettagli sulla natura dell'ambiente stesso, le spiegazioni, la storia delle spedizioni e l'antefatto che spinge la protagonista a partecipare a una di esse (elementi che nel film vengono proposti prima dell'ingresso vero e proprio), sono sparpagliati per tutta la lunghezza del romanzo, sotto forma di flashback nel diario della protagonista stessa. Per questo dico che, se non avessi già ricevuto le informazioni dal film, accompagnate da un'immagine ben precisa dell'aspetto dell'Area X, la prima parte sarebbe stata un enorme punto interrogativo. 
Forse una narrazione lineare, con i fatti presentati in ordine cronologico, sarebbe stata più efficace e avrebbe facilitato la lettura. 
Il romanzo, come ho detto, non è altro che il diario della protagonista, redatto, come lei stessa afferma nelle ultime pagine, al termine della spedizione; dovrebbe essere un resoconto della missione, ma di fatto si concentra sostanzialmente sull'esplorazione di due luoghi dell'Area X: la Torre e il Faro (la prima assente nella trasposizione cinematografica). Per quanto entrambi questi ambienti offrano rivelazioni interessanti, sono rimasta un po' delusa nel constatare che la maggior parte degli avvenimenti visti nel film esiste, appunto, solo nel film. Potrei dire che la sceneggiatura mi è parsa più creativa del romanzo, e certamente più abile nel creare tensione e qualche brivido. 
Lo stile della protagonista – o, per meglio dire, quello dell'autore – rende tutto piuttosto monotono, quasi estenuante; i tempi si dilatano, come se l'azione si svolgesse al rallentatore. In più, l'autore ha deciso di adottare un espediente narrativo ricorrente a dir poco fastidioso, almeno per me: ogni volta che il lettore si trova di fronte a un climax, o a uno dei pochi colpi di scena, la narrazione si interrompe bruscamente, per riprendere solo dopo un lunghissimo intermezzo in cui la protagonista ricorda qualcosa del suo passato o si perde in riflessioni di varia natura. È una scelta stilistica non casuale, certo, ma a mio parere due facciate di divagazioni piazzate proprio quando finalmente le cose iniziano a farsi interessanti uccidono il ritmo e finiscono per esasperare il lettore.  
Altro elemento che mi ha fatto storcere il naso è l'eccessiva spersonalizzazione dei personaggi. La protagonista, alias “la biologa”, è l'unica sul cui conto scopriamo qualcosa nel corso della lettura e, in quanto voce narrante, la cosa non stupisce, anche per merito delle frequenti parentesi di riflessione a cui ho già accennato. Delle altre tre donne della spedizione – la topografa, l'antropologa e la psicologa – non si sa nulla, né dal punto di vista caratteriale, né della storia personale, e il loro contributo all'azione si esaurisce, in alcuni casi, in uno schiocco di dita. Solo alla psicologa sembra essere stato assegnato il ruolo di antagonista (anche se classificarlo così è sicuramente un azzardo), ma pur provando una naturale diffidenza nei suoi confronti, certamente alimentata dalle sensazioni della biologa, non si riesce mai a considerarla una vera e propria figura minacciosa. 
Mi aspettavo tutt'altro da questa lettura, ma devo comunque riconoscere a Vandermeer una dose non indifferente di originalità, merce rara e preziosa al giorno d'oggi, che mi spinge ad alzare un tantino il voto finale. 
La mia curiosità in merito al mistero dell'Area X è ben lungi dall'essere saziata e spero che i prossimi volumi della trilogia riescano lì dove questo esordio ha fallito. 
Voto 6,5

martedì 12 giugno 2018

Disfida nr. 66: I figli delle ninfe di Mauro Barbarito


ebook fantasy
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    • Titolo opera: I figli delle Ninfe
    • Autore: Mauro Barbarito

    • Formato: ebook/cartaceo

    • Genere: Fantasy

    • Prezzo: Euro 3.49/14.00

    • Sinossi: Sono passati cinquant’anni dalla guerra scatenata dalle ninfe. Eretria è stata sconfitta e le razze convivono in armonia. Ma l’ombra di un nuovo conflitto si staglia all’orizzonte. Alleati si tramuteranno in nemici e vecchi eroi dovranno brandire nuovamente le armi, quando la Fratellanza minaccerà la pace tra i regni, guidata da forze oscure e assetata di vendetta. Soltanto l’antica magia ed il coraggio degli uomini potranno contrastare la furia dell’Oracolo…

    • Note/commenti/finalità dell'Autore: Il primo libro di una saga fantasy pensata per accompagnare il lettore in maniera leggera, immergendolo in un mondo parallelo in cui le moltitudini di razze sono presentate in vesti nuove, scevre dai cliché di genere!

    • BIG da sfidare:


licia troisi romanzo fantasy




domenica 10 giugno 2018

Recensione: Cuori di stelle di Perseus Starr [Rating 7]


recensione libro fantascienza
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Titolo: Fireborn - Cuori di Stelle

AutorePerseus Starr


Genere: fantascienza

Prezzo: Cartaceo 12 euro; ebook 1,99 euro

Rating: 7

Sinossi: Naufragio.
È ciò che a Elias viene in mente appena barcolla fuori dall’astronave. Tutto perde senso, quando vede dei fori di cannonate laser lungo lo scafo della ESS Pegasus, capitanata dal padre Perseus Starr.
Perché attaccare un’astronave in missione di esplorazione verso le antiche rovine di una luna dimenticata ai confini della galassia?
Elias non ha il tempo di indagare, perché il padre lo costringe a una fuga precipitosa nella fitta giungla che ricopre la luna, braccati da sonde cacciatrici e soldati nemici. Un oscuro esercito li insegue.
Lo stesso esercito che assalta i caccia giunti in soccorso della Pegasus, uno dei quali pilotato dalla ranger Jade Blaze, una ragazza straordinaria senza passato e senza paura.
Le loro strade portano in un’unica direzione: le antiche rovine di Moonserray.
Una volta qui, Perseus, Elias e la coraggiosa Jade, saranno condotti al cospetto dell’ultimo Guerriero della Galassia, il solo in grado di contrastare un potente nemico: Malagon Walar il Feroce, il terribile Imperatore ossessionato dalla ricerca dei Cuori di Stelle per ottenere… l’immortalità.

Recensione: 
Oggi ci occupiamo di un romanzo breve, o racconto lungo, come dir si voglia, giuntoci dalla casa editrice Adiaphora Edizioni.  Una nuova realtà che a giudicare da questo primo testo che ho per le mani, merita  e pare abbia tutte le carte in regola per fare bene.
Partiamo quindi, come nostra abitudine in questi casi, dal “prodotto ebook”. Cover gradevole e in linea con il target del pubblico ricercato, impaginazione ed editing ben fatti, zero refusi (forse 2 in tutto il libro!), prezzo accattivante.  Insomma, tutto a regola d’arte per quel che mi riguarda. 
Passiamo quindi alla storia che ci viene narrata, cosa che dovrebbe a tutti gli effetti essere ciò che conta davvero, ma oramai molte case editrici, e non solo autori self, ci hanno abituato a non dare per scontata la bontà del “prodotto” offertoci.
Il romanzo, a mio avviso, rivolto ad un pubblico di giovani e/o giovanissimi, è ben scritto e costituisce un testo introduttivo ad una saga fantascientifica che si comporrà di diversi capitoli. Magari l'autore potrà venirci incontro regalandoci qualche anticipazione a riguardo.  La prosa semplice e diretta è l’ideale per una vicenda piuttosto lineare, adatta a catturare nuovi lettori da indirizzare alla scoperta della letteratura sci-fi, senza complicare loro troppo l’impatto con questo genere narrativo.
L’azione è concitata sin dai primi istanti, coinvolgendo il lettore senza costringerlo a tonnellate di di informazioni sullo stato politico/socio/econimico dell’universo nel quale viene calato.
La lettura risulta quindi coinvolgente e immediata e le poco meno di 100 pagine si divorano in un baleno. 
Riporto quello che è a mio parere l’unico limite di questa pubblicazione: l’originalità. E’ proprio questa carenza che mi porta ad individuare il target di pubblico di quest’opera. I giovani predestinati protagonisti della vicenda non hanno caratteristiche peculiari tali da differenziarsi dai tanti presenti in testi di questa tipologia e cari anche al genere fantasy.
Confidiamo che i prossimi capitoli della saga possano offrire occasioni di maggiore originalità. Ad ogni modo, complice la fluidità nei dialoghi e la pulizia del testo che non eccede mai in descrizioni superflue, il giudizio è positivo, un 7 direi, consigliandolo sicuramente a chi volesse approcciare il genere sperimentando qualcosa di rapido ben scritto e a chi cerca un’occasione di evasione e intrattenimento senza friggersi il cervello sotto l’ombrellone nel tentativo di ricordare pianeti, fazioni, modelli di astronavi e quant’altro. Un testo che invece non posso consigliare a chi preferisce masticare universi e galassie dagli ordinamenti complessi in stile Herbert, Asimov o Simmons, per intenderci. 


giovedì 7 giugno 2018

Recensione: Sikelia. La Sicilia orientale nel periodo bizantino di Susanna Valpreda


recensione saggio storico
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Titolo: Sikelia. La Sicilia orientale nel periodo bizantino

AutoreSusannaValpreda

Editore: Bonanno

Formato: cartaceo

Genere: saggio storico

Prezzo: 13,60 euro

Valutazione: Positiva

Descrizione:
La cultura fiorita nell'Impero di Bisanzio, che affondava le sue radici nella filosofia greca, dando vita alle sottili speculazioni teologiche, era lontana ed estranea all'Occidente, ma non alla Sicilia; la tendenza a concepire la vita monastica come isolamento ascetico dal mondo accomunava i monaci siciliani e quelli greci; tutte le manifestazioni artistiche prodotte in Sicilia, dall'architettura alla miniatura, dall'oreficeria alla scultura, anche le meno raffinate, erano molto più simili alle opere prodotte dai popoli mediorientali che non a quelle più europee della penisola italiana, dominata prima dai goti, poi dai longobardi e dai franchi. Diviene perciò plausibile considerare la Sicilia di quel periodo come l'estrema propaggine dell'Impero bizantino piuttosto che della penisola italica.

Valutazione:
Questo è il primo saggio che mi è capitato di recensire, e chiaramente i metri di valutazione rispetto ad un romanzo di narrativa sono molto diversi, certamente più complessi. Anche esprimere una valutazione in cifre sarebbe stato per me impossibile, perché se un lavoro è ben fatto non ho di certo la competenza per stabilire se si tratta di 8 o 10, quindi ho preferito lasciare un generico “approvato”.
Ma andiamo al sodo e parliamo del testo. Il libro è una revisione della tesi di laurea dell’autrice, trasformata in libro vero e proprio. Purtroppo la natura stessa dello scritto non lo rende così corposo quanto avrei sperato, ma questa è solo una piccola precisazione personale.
Riguardo lo stile di scrittura, la Valpreda è capace di rendere l’idea di quello che sta scrivendo con precisione e marziale senso di serietà, senza mai risultare troppo pesante o boriosa, infatti non mi è capitato neanche una volta di voler saltare qualche riga per “arrivare al sodo”. Il volume tratta, come detto, della Sicilia bizantina abbracciandola però a tutto tondo, anche nelle arti, strutture, liturgia e monetazione, perciò non aspettatevi un saggio monolitico come descrizioni su descrizioni di nomi di esarchi, generali e simili. Lo spezzare il ritmo in capitoli diversi, che si occupano di fatti differenti ma comunque collegati, da un lato genera una forte visione d’insieme, dall’altro non stanca e differenzia lo scritto da un qualunque saggio storico generico. Se vi state domandando “ma quanto ci posso capire io, lettore non esperto, dell’argomento trattato?”, bene, la risposta che vi do è che la Valpreda non ha imbastito un testo per professionisti, a mio parere, ma comprensibilissimo anche da un profano o da un curioso che si vuole avvicinare per la prima volta al mondo bizantino in Occidente.
Riguardo le fonti, chiaramente non posso dire molto al di fuori che sono numerosissime e ben inserite, perciò non è un testo fatto a braccia dalle conoscenza dell’autore, ma una vera e propria ricerca storica che segue i migliori criteri. Nonostante la Valpreda non sia una storica di professione, il suo lavoro è certamente professionale.
Arrivando al punto, cosa vorrà mai comunicarci questo saggio. Quello che mi ha trasmesso è la voglia di scoprire e approfondire le bellezze della Sicilia medioevale, che troppo spesso passano in secondo piano e anzi non ricevono la giusta valorizzazione.
Concludendo: un saggio ben strutturato e solido, per stuzzicare la curiosità del lettore, con una visione a trecentosessanta gradi sul mondo siculo-bizantino, scorrevole e di facile lettura.


martedì 5 giugno 2018

Disfida nr. 65: Cuore di tufo di Giuseppe Chiodi


dark zone editore

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    • Titolo opera: Cuore di Tufo

    • Autore: Giuseppe Chiodi

    • Editore: Dark Zone

    • Genere: Urban/dark fantasy

    • Prezzo: 2,99 ebook & 12,90 cartaceo

   • Sinossi:
Ossessione, superstizione e magia nera. È il vortice in cui sprofonda Pietro Cimmino, il proprietario di un negozio di antiquariato, nel tentativo di riprendersi sua moglie. La separazione l’ha fatto impazzire; l’incontro con Dafne, studentessa beneventana, gli riaccende la fiducia in sé stesso.
Ma quella misteriosa ragazza scatena la gelosia della Bella ‘Mbriana, a cui l’uomo è devoto. E quando la piccola Sonia, figlia di Pietro, viene coinvolta dalle forze oscure scoperchiate dal padre, egli varca la linea che separa la realtà dall’immaginazione, la città dal sottosuolo, per salvare lei e sé stesso.
Una fiaba dark fatta di riscatto e identità. C’è solo un avvertimento di cui tener conto: non fidatevi del monacello.

    • Note/commenti/finalità dell'Autore:
Cuore di Tufo è stato definito «troppo originale» da un certo editore, e me ne fregio (citando Petrolini). Si tratta di un Dark fantasy con elementi Urban/New weird in cui i miti popolari e il folklore occulto napoletano sono raccontati, per la prima volta, in chiave moderna. Cioè cruda, realistica, avvincente. È una modalità inedita per tale soggetto. In particolare, la figura della Bella ‘Mbriana non è mai stata oggetto della narrativa contemporanea, che io sappia.
Gli elementi tradizionali, invece, risiedono nella struttura mitica che sottostà al romanzo, un tipico viaggio dell’eroe nel Mondo straordinario dell’inconscio e, parallelamente, della fiaba. Inoltre, il fantasy che pesca dalla cultura italiana si sta affermando da alcuni anni, ormai, sul solco della ripresa delle nostre peculiarità. È il caso, per esempio, dei romanzi di Luca Tarenzi, ŠRDN - Dal bronzo e dalla tenebra di Andrea Atzori eccetera.
Cuore di Tufo è ambientato a Napoli. È la città in cui vivo e si prestava alla perfezione per ciò che avevo in mente. Napoli è tutt’oggi ricca di luoghi occulti, segreti, magici per i tanti superstiziosi, ed è da sempre uno dei poli esoterici d’Italia. Per di più, ha una storia millenaria in cui i misteri irrisolti abbondano (come gran parte d’Italia, per altro).
L’ambientazione s’ispira principalmente al sottosuolo napoletano. Per chi non lo sapesse, Napoli è attraversata da più di un milione di metri quadrati di cunicoli sotterranei, scavati a più riprese durante la sua storia e utilizzati nei modi più disparati. Dalle case sotterranee delle popolazioni antiche alle cave e gli ipogei funerari dei Greci, agli acquedotti dei Romani (ben 400 km), ai depositi di veicoli, le vie di fuga, i rifugi antiaerei eccetera.
La storia è nata dalla mia voglia di raccontare una realtà. Il fatalismo. Il senso di smarrimento. E i mezzi attraverso i quali superarlo, che sono tutt’intorno a noi. Occorre realizzare che non siamo soli, che non siamo soltanto individui. Siamo parte di qualcosa di grande in cui tutto è collegato.
Napoli, la mia città. Le sue leggende assurde e numerosissime, che ancora oggi la animano. L’Italia, che amo da morire, nelle sue infinite declinazioni culturali. Ma anche Sonia, la figlia di Pietro, ovvero ciò che abbiamo fatto con le nostre mani. Volevo parlare di radici e di azione: le fondamenta, secondo me, per realizzarsi.
Ed ecco perché sfido American Gods di Neil Gaiman. Si tratta di un classico del genere, ora portato alla ribalta grazie alla serie tv. Un romanzo che opera un’americanizzazione fortissima sui miti nostrani e non solo, così da metterli alla portata di tutti gli Americani. Il mio, invece, è il tentativo di mettere il folklore partenopeo e l’urban fantasy alla portata degli Italiani.

    • BIG da sfidare:


American Gods, di Neil Gaiman


domenica 3 giugno 2018

Recensione: LA MANTIDE REGINA Di Fabrizio Braggion [Rating 6]


recensione fantascienza
Link Acquisto PDF Lulu

TITOLO: La Mantide Regina

AUTORE: Fabrizio Braggion

EDITORE: Lulu

PREZZO: PDF 4 Euro

PAGINE: 40

GENERE: fantascienza

RATING: 6

SINOSSI: 
Los Angeles: un gruppo di Mantidi Religiose, subiscono una violenta metamorfosi a causa di una forte esposizione radioattiva, che ne dilata in maniera sproporzionata i tessuti, trasformandosi in pericolose cannibali. Una di esse, si autoproclama Regina della sua specie, e rivelandosi dotata di una straordinaria intelligenza, inietta a sé e alle sue compagne, cellule staminali umane, dando vita a delle creature ibride dalle sembianze simili alle donne comuni, incredibilmente forti e resistenti. Il suo scopo finale, è annientare gli umani, ritenuti colpevoli di averle trattate senza il minimo rispetto utilizzandole come semplici cavie da laboratorio.
Toccherà al Dottor David Curtis, l’entomologo responsabile del Centro dov’è avvenuta la mutazione, trovare un rimedio per invertire la metamorfosi, per fermare lo sterminio di massa, sfidando giganteschi insetti mutati geneticamente, assetati di sangue e vendetta.


RECENSIONE: 
Oggi vi presento un racconto di una quarantina di pagine dal titolo “La Mantide Regina”. Definirei il racconto scritto da Fabrizio Braggion un omaggio a quelle produzioni tv che andavano di moda negli anni ‘80 con mostri giganti di cartapesta, o almeno questo è quanto mi ha riportato alla mente. Il racconto comincia infatti con il classico “problemino in un laboratorio di ricerche sperimentali” a causa del quale l’umanità dovrà confrontarsi con una nuova specie di mantidi giganti. Insomma, non certo il massimo dell’originalità…
L’utilizzo della prima persona per narrare la vicenda “in tempo reale” contribuisce indubbiamente a calare il lettore maggiormente nella storia e ad aumentare l’empatia verso il protagonista. Sicuramente una scelta vincente in questo tipo di narrazione. I dialoghi, a mio parere, potrebbero invece essere migliorati. Non sempre fluidi e naturali, appaiono in alcuni casi artefatti e forzati.  

La prosa dell’autore è semplice e diretta, adatta al target di pubblico al quale il racconto si rivolge, costituito a mio avviso da giovani e giovanissimi, interessati ad una storia d’azione rapida senza particolari approfondimenti e senza lungaggini descrittive, sia ambientali che dei nessi causa-effetto. Oltre naturalmente agli appassionati delle succitate trasmissioni tv!
Pregevole l’arco di sviluppo che contraddistingue le nuove società di mantidi e aracnidi e l’inevitabile parallelo a quello dell’umanità tutta, con lotte al vertice per il potere e desiderio di vendetta.
Finale adatto agli amanti delle sorprese e che sa di grottesco, almeno per me, parlando da padre di una bimba, così come il protagonista del racconto. Ecco diciamo che indubbiamente il finale è  originale, nessuno potrà sostenere il contrario.
Infine un appunto sul prezzo dell’ebook. 4 Euro per un racconto di 40 pagine è un prezzo assolutamente fuori mercato, anche alla luce del fatto che stiamo parlando di un PDF... 
Tutto considerato, fattore prezzo fuori luogo, l’indisponibilità di file diversi dal PDF, la cover non propriamente professionale, non posso andare oltre al 6 per questo racconto.