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domenica 25 agosto 2019

Recensione: Canapa. Una storia incredibile di Matteo Gracis [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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Titolo opera: Canapa. Una storia incredibile

Autore: Matteo Gracis


Formato: cartaceo e ebook

Genere: saggio/autobiografia

Prezzo: ebook 7,99 / cart.  15,30

Rating: 7

Sinossi: 
Una pianta che da migliaia di anni (ovvero da sempre), accompagna l'umanità nella sua storia, ma che da circa un secolo è diventata oggetto delle attenzioni di tutte le forze di polizia del mondo. Un ragazzo che incontra questa pianta e i suoi prodotti, quando sono avvolti di quell'aura illecita che attrae e respinge, ma che non sempre fa riflettere. Due storie che si intrecciano, perché mentre il ragazzo cresce e con lui la sua consapevolezza, insieme si sviluppa anche la curiosità sul perché di quei divieti, sul motivo per cui quella pianta è bandita dall'agricoltura, dall'industria, dalla farmacopea, settori in cui aveva dimorato per secoli. Così l'autore, parallelamente al suo percorso che lo ha portato prima a fondare un sito web con l'obbiettivo di stimolare la discussione verso politiche di liberalizzazione della pianta, e poi a creare e dirigere Dolce Vita, rivista italiana sulla cultura della canapa e gli "stili di vita alternativi", ci racconta la tormentata vicenda del più controverso vegetale nella storia della nostra civiltà, cercando nuove domande e ottenendo alcune significative risposte. Due storie davvero incredibili: quella di Matteo che dai banchi dell'università abbandonati in fretta si è inventato imprenditore nel settore della comunicazione, e quella della canapa che, con estrema fatica ma altrettanta forza, sta riemergendo dal limbo dell'illegalità in molte parti del mondo e da ultimo, almeno in versione "light", anche nel nostro Paese. Una "rivoluzione verde" che ha un solido retroterra culturale, ben oltre il cosiddetto uso ludico, narrata in maniera esemplare da uno dei suoi protagonisti. Prefazione di Beppe Grillo.

Recensione:
Oggi vi presento un libro particolare. Esula dai nostri generi di riferimento, ma rappresenta a suo modo un viaggio in un mondo bizzarro e particolare, del quale credo molti di noi non conoscano i risvolti più nascosti. Matteo Gracis ci presenta “Canapa, una storia incredibile”.
Devo ammettere di essere rimasto colpito dalla diversa prospettiva offertaci dall’autore per analizzare la canapa nel corso della storia. Ignoravo gran parte del percorso di questa pianta sacra nel trascorrere dei secoli, così come ignoravo gran parte degli utilizzi diversi da quelli ricreativi e medici cui potesse tornare ad ambire. Già perché in passato, per chi non lo sapesse, con la canapa e suoi derivati si otteneva tutto. E con tutto intendo proprio tutto quello che serviva all’uomo, dai vestiti ai cibi. 
Quello che più mi ha colpito è l’analisi offertaci dal Gracis con l’intento di dimostrare quanto la via della Canapa avrebbe potuto far risparmiare in fatto di inquinamento, ingiustizie sociali e ipocrisie varie. 
La narrazione procede lungo due direttrici che si intrecciano costantemente per non far perdere mordente alla storia, né annoiare il lettore: una parte analitica nella quale l’autore fornisce dati e prove a sostegno della sua ricostruzione della storia della canapa e una più autobiografica, dedicata a descriverci l’arco evolutivo della vita del Gracis. Una vita di certo interessante, impregnata dalla voglia di fare, e del coraggio per farlo, seguendo sentieri non battuti dalle masse. 
Vengono trattati diversi argomenti, mosse diverse critiche alla società occidentale, insomma il classico insieme di invettive contro il modello produci-consuma-crepa che molti condividono, ma poi seguono in modo pedante. 
Tutto condivisibile ed esposto con grande enfasi e passione dall’autore, il quale però, almeno nel mio caso, non è riuscito a trasmettermi l’empatia che cercava di far nascere. Troppo intransigente sulle proprie posizioni, troppo monolitico nella propria autocelebrazione. Parere personale, pur condividendo appieno la sua visione, il suo desiderio di un ritorno ragionato a un passato più sostenibile, grazie a una decrescita ragionata e a stili di vita alternativi, non sono riuscito a entrare perfettamente in sintonia con il suo "personaggio". Ma questo non conta, ciò che conta sono i contenuti e su quelli non posso che concordare appieno, sposandoli e soprattutto tentando di trasporli in atti concreti, nel quotidiano. Io ci provo tutti i giorni.
Il libro è ben scritto, privo di refusi e si legge in un baleno. L'autore scrive bene, e la sua lunga carriera come direttore della rivista Dolce Vita (vi raccomando di darci un'occhiatina, ne vale veramente la pena) ha forgiato un'ottima penna dalla prosa semplice e diretta.
Il bagaglio di contenuti interessanti che ci rimarranno dopo la lettura va ben oltre quello che ci si potrebbe attendere da un libro di 160 paginette. 
Un libro che consiglio per l’importanza dei temi trattati, capace di far luce su trame e cospirazioni a scapito della Natura stessa e che stimola a ragionare su argomenti che vanno affrontati oggi stesso, senza più attendere.  
Rating 7.

martedì 13 agosto 2019

Disfida nr. 102: Anomalia di Nicola Marco Camedda VS James S.A. Corey




- Titolo opera: Anomalia

- Autore: Nicola Marco Camedda

- Editore: Pubblicazione indipendente 

- Formato: eBook (ePub, MOBI) e cartaceo (Amazon Kindle)

- Genere: Fantascienza (space opera, military sci-fi, cyberpunk, distopia, azione, politica)

- Prezzo: 3,99 €

- Sinossi:
Un brillante studente della Facoltà di Biomechatronica.
Una misteriosa ribelle hackerpunk.
Una giovane e intrepida donna che diventa capitano degli Assaltatori.
Il più grande scienziato ed esperto in IA e robotica.
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Un uomo politico di successo e il suo potente consigliere.
Le loro vite non saranno più le stesse quando un'anomalia nei sistemi predittivi della rete di supercomputer integrata nei pianeti dell'Ammasso Stellare Zero recherà con sé un'oscura minaccia.

Tesla Johnson è un brillante studente di indole pacifica che vive un rapporto di amore e odio verso la propria cultura di origine. Di punto in bianco si trova perseguitato per ragioni a lui oscure.
Shanya Elistarth possiede un’intelligenza fuori dalla norma, ciò la rende un’affascinante quanto pericolosa ribelle. Ma le sue capacità di apprendimento potenziato non sono il frutto di una libera scelta. Si innamora di Tesla, tra loro nasce una storia sentimentale, tuttavia saranno costretti a separarsi pur di mettersi in salvo.
Daigo Van Alesskher è un affermato uomo politico dotato di una propria etica. Sa quando è il momento di sporcarsi le mani in nome di un bene superiore. Ma stavolta si è fatto coinvolgere in qualcosa di più grande di lui.
Lidya Taallher è una giovane donna capitano degli Assaltatori. La sua tempra di guerriera nasconde cicatrici provenienti da un terribile passato. La divisa è la sua ancora di salvezza, la Flotta è la sua casa. Ma il tempo delle certezze sta per terminare.
Il dottor Arkenhost è un geniale uomo di scienza a capo del progetto Bionneq (Bio Neural Network Quantum). La sua vita viene sconvolta dalla stessa spirale di eventi che ha condizionato quella degli altri personaggi. Caparbio e testardo cercherà di scoprire cosa sta realmente accadendo. È deciso ad andare fino in fondo.
Edward è il potente consigliere governativo, nonché ideatore e capo indiscusso della task force clandestina. Nessuno conosce la sua reale identità. Ha deciso di scendere in campo per lottare in nome della sopravvivenza della civiltà. Con ogni mezzo necessario.
Questi personaggi vivono e lottano nell’Ammasso Stellare Zero.


- Note/commenti/finalità dell'Autore:
Anomalia è il romanzo di apertura di una serie chiamata "Star Cluster Zero - Ammasso Stellare Zero". 
Il nome stesso della serie deriva dall'ambientazione. Le storie si svolgono lungo sette sistemi stellari appartenenti a una regione della Galassia colonizzata dall'uomo, nota ai suoi abitanti come Ammasso Stellare Zero, o Star Cluster Zero.
La vicenda è ambientata in una realtà in cui i confini tra umanità e progresso tecnologico appaiono sempre più labili.
Da un giorno all'altro, i protagonisti vedono le loro vite cambiare. Le loro certezze, quello in cui credono, viene messo a dura prova. Così ognuno di loro è costretto a darsi da fare, a mettersi in salvo, combattere, interrogarsi e scoprire ciò che sta accadendo. In questo modo il lettore può divertirsi nel seguire le loro avventure. Ma è presente anche una trama più profonda, il romanzo è infatti costruito su più livelli di narrazione e di significato.

All'inizio, con tutta probabilità, l'aspetto più evidente è quello legato all'azione e alle sfide che i personaggi sono costretti ad affrontare per districarsi nella rete degli eventi in cui sono coinvolti.
Ma c'è dell'altro. Approfondimenti psicologici. Ferite appartenenti al passato, ma che lasciano il segno. Aspetti legati alle dinamiche culturali, tecnologiche, sociali e politiche. E poi qualcosa di ancora più profondo.
Già, perché nell'Ammasso Stellare Zero le cose stanno cambiando. Gli equilibri e la stabilità che tutti si erano abituati a dare per scontate, stanno lentamente e inesorabilmente iniziando a cedere. Un'anomalia scuote le fondamenta dell'Alleanza Interplanetaria, l'organizzazione che unisce e amministra la stragrande maggioranza dei pianeti colonizzati. Di che si tratta?


- BIG da sfidare:
Per Anomalia non credo che esista un'unica fonte di ispirazione, ma è più il frutto di un variegato amalgama di influenze, non solo legate alla Science Fiction letteraria, ma anche anche a quella visiva. 
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Avrei potuto sfidare - o meglio dire, omaggiare - Asimov come maestro assoluto nella costruzione di mondi e società spaziali; oppure Robert A. Heinlein, John Scalzi e David Weber per quanto concerne la "military space opera"... 
Tuttavia, alla fine ho deciso di sfidare James A. Corey (pseudonimo di Daniel Abraham e Ty Franck) con "Caliban, la Guerra" (serie The Expanse - La Distesa). Per quale motivo? Per una narrazione basata sull'alternanza di più punti di vista rappresentati da personaggi reali; per l'impiego di personaggi femminili tosti (io amo i personaggi femminili nella Fantascienza), e per il merito di avere rilanciato la Space Opera verso il grande pubblico. 


domenica 11 agosto 2019

Recensione: Alice nel paese della vaporità di Francesco Dimitri [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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Titolo opera: Alice nel paese della vaporità


Editore: Salani Editore

Formato: cartaceo e ebook

Genere: weird, fantasy

Prezzo: ebook 1,99 / cart.  8,40

Rating: 8

Sinossi: 
Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama "Alice nel Paese della vaporità". Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un'antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c'è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui "giusto" e "sbagliato" sono soltanto parole, e in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c'è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.


Recensione:
Non è il primo romanzo di Dimitri che leggo e posso confermare che anche in questo caso la sua opera mi sia piaciuta molto. Ricordo ancora con soddisfazione quanto mi fosse piaciuto il suo Pan, e non era certo semplice eguagliarne il successo. Ebbene Dimitri ci riesce appieno. Ah, scordavo, Dimitri è anche saggista e mi sono gustato anche il suo ottimo Neopaganesimo, perché gli dèi sono tornati. In realtà, a dirla tutta, credo che Francesco Dimitri sia uno dei migliori autori italiani. 
Lui, Luca Tarenzi e Alessandro Manzetti (ossia Caleb Battiago) scrivono i romanzi che più mi appagano e meritano di essere letti da tutti almeno una volta.
Tornando all’opera odierna, Alice nel paese della Vaporità, ci troviamo ad affrontare il viaggio di Alice al di fuori delle sicure mura di una Londra alternativa. La città è circondata delle steamland, ossia un luogo avvolto dal mistero e dalla vaportià appunto, una sostanza capace di sconvolgere i sensi, modificando percezioni e realtà. 
Tutta la nostra mente è una nebbia che i Toltechi chiamano mitote. La mente è un sogno in cui migliaia di persone parlano allo stesso tempo e nessuno capisce. Ecco questa definizione offertaci da Don Miguel Ruiz, ma presente in molte scuole di pensiero esoterico, è la base sulla quale Dimitri costruisce le sue steamland, riuscendo a offrirci scenari finalmente originali nei quali la fantasia e l’intelletto possono trovare il loro habitat e dove realmente il sentore che possa accadere qualunque cosa pervade il lettore. 
Di pagina in pagina la voglia di capire cosa potrà capitare ai nostri beniamini aumenta e con essa l’empatia verso la protagonista e le sue fragilità.
Un testo e una storia che non possono essere collocati in un genere specifico. Un altro pregio dal mio punto di vista, avendo elementi fantasy, weird, horror e stemapunk. Una trasversalità di generi che appaga, non presentando forzature o incongruenze di sorta.
I personaggi secondari sono ben tratteggiati e particolari grazie alle distorsioni offerteci dalla vaporità e contribuiscono a questo senso di bizzarro e di originalità.
Come accennato diversi sono i livelli di lettura e le riflessioni che questo romanzo può offrire al lettore attento, cosa certamente da apprezzare. 
Insomma il mio consiglio è di acquistare questo bel romanzo e di godervelo appieno. Spero di cuore che l’autore torni presto a offrici altre opere di questo calibro. 
Voto 8.   



mercoledì 7 agosto 2019

Recensione: Il Dio delle nebbie di Alan Campbell


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Sinossi:
Dopo la grande battaglia contro le Spine, la città di Deepgate è stata soggiogata. Gran parte delle catene che la tengono sospesa sopra l'Abisso hanno ceduto e il Tempio - un labirinto di torri, edifici in pietra e sotterranei da dove i sacerdoti della Chiesa di Ulcis, il Raccoglitore d'anime, avevano amministrato la teocrazia che governava la città - sembra ormai sul punto di precipitare nelle profondità della terra... Anche il giovane angelo Dill, l'ultimo degli arconti, è impotente e rassegnato: a causa della morte di Ulcis, infatti, le anime intrappolate nell'Abisso stanno invadendo Deepgate, portando morte e distruzione. L'unico essere che potrebbe fronteggiare e neutralizzare questa minaccia è Cospirici, il dio della nebbia, ma il giorno del suo arrivo è ancora lontano e la città è ormai soffocata da una spirale di violenza.


Recensione:
Sono trascorsi diversi anni da quando lessi Il Raccoglitore di Anime, primo volume della Saga di Deepgate di Alan Campbell e devo confessare che non ricordavo fosse così affascinante. 
E’ probabile che i miei gusti siano nel frattempo mutati, ma ho trovato questo secondo volume, Il Dio delle Nebbie, eccellente. Soprattutto mi ha colpito la varietà dei personaggi e l’originalità dell’ambientazione. Non è poco, direi! 
Le vicende coinvolgono infatti oltre ai poveri mortali, creature angeliche, demoniache, mesmeristi, taumaturghi dai grandi poteri, divinità più o meno fuori di testa, e commistioni fra tutti questi, capaci di dar vita a soggetti unici, innovativi, carismatici e ricchi di fascino.
Inoltre, quando ci si mettono di mezzo bizzarre deità capricciose io vado in brodo di giuggiole. 
Mi piace osservare come i diversi autori facciano reagire i mortali al cospetto del capriccio divino, visto che ne tratto abitualmente nei miei romanzi. 
Per tornare a Campbell non posso che esprimergli la mia stima più convinta e lo consiglio a ogni lettore curioso di scoprire un mondo finalmente nuovo e ricco di peculiarità ben studiate. 
Quella di Campell è una trilogia fantasy weird nel senso più intimo della parola, con elementi horror, dark e stempunk, mescolati in modo certosino e capaci di lasciare il segno. 
Certo i puristi del fantasy faranno meglio a volgere le loro attenzioni altrove, qui bisogno essere dotato di più ampie vedute, digerire commistioni fra macchine a vapore e gilde di assassini, giganti che trascinano immani galeoni volanti e armature fatte di moltitudini di granchi. Insomma, bisogna essere pronti a tutto. 
Il Labirinto, ossia l’inferno del mondo partorito dall’immaginazione dell’auotre, mi ha portato alla mente un altro romanzo che ho molto apprezzato a suo tempo, Il Demone di Dio di Wayne Barlowe, dal quale potrei giurare il Campbell abbia preso parecchi spunti per imbastire la sua creazione. 
Scene horror con profusione di sangue e arti mozzi, si alternano a scontri epici a carattere prettamente fantasy, per poi confluire nell’immane scontro finale, colmo di aspettative e drammaticità. 
Bello e originale, assolutamente consigliato!

sabato 3 agosto 2019

Recensione: L'occhio sinistro di Dio di Massimiliano Zorzi [Rating 7,5] - Recensione di Andrea Zanotti


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Titolo opera: L'occhio sinistro di Dio



Collana: Ossessioni

Formato: cartaceo e ebook

Genere: horror

Prezzo: ebook 6,49 / cart.  14,45

Sinossi: 
Impiccato lo chiamano, da quando, appena ragazzino, una banda di teppisti lo ha lasciato a penzolare per il collo da un salice piangente. Appeso a quell'albero, tuttavia, la sua vita è cambiata per sempre, legata indissolubilmente a qualcosa a cui è difficile dare un nome. Sarà un criminale a impartirgli delle regole di vita, insegnandogli che un uomo vale quanto la sua parola e che la parola infranta è sempre punita da una lama tagliente. In un viaggio lungo vent'anni per le nebbiose strade di Padova, tra scalcinati banditi di quartiere, misteri sepolti agli angoli delle strade, affascinanti zingare, pugili al tramonto, spacciatori senza scrupoli e stregoni, l'Impiccato scoprirà che il mondo è molto differente da come gli è stato descritto. Apprenderà che esistono poteri dimenticati che si fanno beffe dell'ambizione degli uomini e ne plasmano il cammino trascinandoli nel buio. Affronterà il suo destino sino a scontrarsi con un Dio eterno che non conosce la pietà, l'unico ad aver vinto il Tempo.

Recensione:

Partiamo dalla descrizione della collana Ossessioni di Le Mezzelane Casa Editrice che recita: Quando nel quotidiano si insinua l’inspiegabile, il sovrannaturale, oppure la follia, lì nasce l’orrore.
Ottimo, è quello che fa per me, e mentre attendo che anche il mio romanzo “Il Mesmerista” trovi il suo posticino all’interno di Ossessioni (per gli aggiornamenti leggete qui), continuo alla scoperta di quelli che sono i miei colleghi di reparto. 
Dopo l’ottimo V.I.T.R.I.O.L. (L’Artigliatore) di Vito di Taranto, oggi vi presento L’occhio sinistro di Dio di Massimiliano Zorzi.
Che dire. Il romanzo, con spunti autobiografici, da quanto si apprende, è intrigante sin da subito. A tratti veramente entusiasmante. Conosceremo l’Impiccato sin dalla sua travagliata giovinezza e lo accompagneremo fino al capolinea in un viaggio dell'(anti)eroe da manuale. L’autore riesce a tratteggiare l’arco evolutivo del protagonista in modo credibile e concreto, senza perdersi in eccessi descrittivi colpevoli di rallentare il ritmo della vicenda. 
Vi avviso, il romanzo è bello corposo, e il font prescelto per mantenerne il volume entro un numero accettabile di pagine è dannatamente piccolo. Capisco l’esigenza di contenimento dei costi, ma è una scelta che da buon miope, non posso certo condividere. Consiglio quindi chi avesse i miei stessi problemi di procurarsi l’ebook (nonostante il prezzo), piuttosto che il cartaceo. Detto questo, voglio complimentarmi con l’autore per essere riuscito nel non certo semplice obbiettivo di non annoiare, né di far rallentare il ritmo della narrazione nelle 400 pagine fittissime che compongono la sua opera, il piatto forte della quale sono senza ombra di dubbio i personaggi. 
Verremo trasportati nei sobborghi più malfamati di Padova. Luoghi ben lontani dallo splendore del centro cittadino, e nei quali, come accade per ogni agglomerato di palazzoni e cemento, si nascondono quelli che sono i rottami della società. Messi all’angolo e costretti a vivere una realtà i cui connotati sono sostanzialmente differenti da quelli accettati dalla società civile. 
Che sia per pazzia o per semplice differenza di rapporto con la prassi dominante, prendono vita personaggi bizzarri, credibili, a volte crudeli, sempre affascinanti. D’altronde chi può sapere ciò che accade veramente oltre la porta del proprio vicino di pianerottolo? Ogni città da riparo a personaggi borderline, che siano il beone bonaccione o il barbone col vizio di dar fuoco ai cassonetti, o il matto che gira con un carretto di giornali del ‘35 sostenendo che i marziani abbiano aiutato il generale Patton a sbrogliare la seconda guerra mondiale. Anche Bolzano ne è piena. Non c’è da stupirsi e non sempre questi uomini liberi se la passano peggio di tanti impiegati costretti ai ceppi da una vita fatta di produci-consuma-crepa ininterrotto. 
La vita dell’Impiccato è un tripudio di eventi vissuti al limite. Dalle scorribande con la gang di vecchi compari di quartiere alla deriva esoterica in balia di presunti stregoni privi di scrupoli. 
Il soprannaturale c’è e si affaccia nei momenti in cui il caos prende il sopravvento. 
La passione dello Zorzi per gli sport da combattimento e per le ricerche iniziatiche (magia del caos e sigillazione di Spare) si presenta in modo continuativo lungo l’intero arco narrativo, donando spessore a un narrato che non presenta alcuna carenza. 
Scrive bene e riesce a coinvolgere il lettore in modo naturale, trascinandolo nella polvere delle stradine di campagna veneta e nei vicoletti bui che circondano le fabbriche abbandonate. 
Amore e Morte, aspetti opposti della vita eppure motori incessanti, entrambi necessari, per l’evoluzione dell’Impiccato. Un testo crudo, nel finale forse sin troppo, e lo dice un lettore avvezzo a tutto, ma capace di far riflettere. 
Onore, vendetta, ribellione, concetti che vengono sviscerati e analizzati da diverse prospettive grazie alla ricchezza dei personaggi che accompagnano quello principale. Non ci sarà da annoiarsi, questo è garantito. 
E il soprannaturale? Come anticipato c’è, ma rimane poco oltre il campo del plausibile, superandone il confine con passo incerto, giusto per lasciare il lettore sempre nel dubbio. Molto ben fatto. Affascinanti gli squarci di realtà non-ordinaria che ci vengono offerti dallo Zorzi attraverso gli occhi del Tormentatore. Lascio a voi scorprire di chi, o casa, si tratti.
Tutto perfetto quindi? Un paio di sassolini sento di dovermeli togliere, ma nulla che possa compromettere in alcun modo la bontà di un romanzo che mi sento di consigliare a tutti (tranne a chi proprio non sopporta la vista di un cucciolo di cagnolino fatto a brandelli… anche perché qui c’è di molto peggio...). 
Il testo contiene alcuni refusi, errori di battitura e sviste, ai quali la casa editrice non mi aveva abituato. Nulla di eccessivo, ma va segnalato.
Poi una nota relativa ai discorsi diretti. Alcuni personaggi dei bassifondi li avrei dotati di uno slang diverso. Ad esempio mi è parso strano che il Turco, uno spacciatore Marocchino, parlasse un italiano perfetto. Sempre legato a questo aspetto, avrei avuto più coraggio con il dialetto vicentino/veneto. Alcuni personaggi lo utilizzavano, giustamente vista l’ambientazione, per poi subito ripetere il concetto in italiano. Forse si poteva lasciare senza “traduzione”. Ad ogni modo parere personale.
Tutto sommato quindi un’ottima lettura, una bella storia, personaggi memorabili e un autore al fianco del quale sono orgoglioso di piazzare anche il mio testo. Un autore che di certo seguirò anche nelle sue prossime pubblicazioni.
Voto 7,5 e voi lo sapete che non sono mai andato oltre l'8!