Un contenitore sconclusionato per tutto quello che aiuta ad estraniarsi dalla realtà, senza dover ricorrere all'utilizzo di sostanze psicotrope
Il chioschetto dell'ebook propone:
domenica 31 gennaio 2021
Recensione: Veleno di Andrea Ferrari [Rating 8] - recensione a cura di Peg Fly
martedì 26 gennaio 2021
Recensione: Il libro dei teschi di Robert Silverberg
sabato 23 gennaio 2021
Recensione: Ossessione di Laura Gronchi [Rating 7] - recensione a cura di Peg FLy
Titolo: Ossessione
Autore:Laura Gronchi
Editore:Porto Seguro
Genere:Giallo
Target:adult
Rating:7
Prezzo:cartaceo Euro 17,90
Sinossi:
Le vicende dell’infermiera Sara Toni e del maggiore dell’aeronautica Sergio Morelli, dopo il loro incontro in Etiopia e il ritorno a Pisa, s’intrecciano con un passato burrascoso e con il rapimento di lei da parte dei terroristi; il presente appare sereno, ma si rivela quanto mai labile, messo a rischio da un ex marito violento e da una ex fiamma talmente vendicativa da risultare patologica, mentre il futuro li riporterà in Africa, dove li attendono altre vicissitudini.
Leggendo la trama mi è venuto spontaneo riflettere a tutte le realtà dei diversi confini, dove la protagonista femminile, Sara, è rapita dai terroristi durante una missione umanitaria in Africa. Una vicenda vivida e atroce che le sconvolgerà l’esistenza e soprattutto il sistema nervoso nonché il nuovo modo di guardare alla vita.
Dopo la lunga prigionia, la protagonista viene finalmente liberata dal dottor Sergio Morelli, con il quale ha una relazione nata nella missione dove entrambi svolgono il proprio servizio.
La coppia rientra in Italia, nella loro città toscana: “Pisa”. A questo punto, Sergio chiede a Sara di trasferirsi da lui, sperando di poterle ridare un po’ di pace.
Sara accetta, ma durante la notte continua ad avere incubi che la tormentano, e per questo motivo non riesce a recuperare del tutto la lucidità mentale. Ma un’altra cosa che l’affligge, e il divorzio intrapreso con il suo ex, Marco, un giovane avvocato molto in auge, tuttavia violento e despota e principalmente determinato a non rinunciare a lei. Nondimeno, non solo Sara deve fare i conti con il suo marito stalker, anche Sergio è minacciato dalla sua ex Samantha, una donna psicologicamente fragile, la quale non riuscendo a riconquistarlo poiché innamorato di Sara, trama la sua vendetta al fine di rendere difficile la vita dei due protagonisti.
Perseguitati dai due ex Samantha e Marco, i due protagonisti Sergio e Sara vivranno l’incubo peggiore della loro vita. In questa storia i temi principiali trattati sono l’eroismo, l’amore, la gelosia, il tradimento, lo stolkeraggio folle di altrettanti personaggi in preda alla pazzia, l’attaccamento al proprio dovere; ossessioni perverse od opportuniste che siano, scivolano a volte nell’assurdo da teatro Ionescano. Un punto a favore per la descrizione psicofisica dei personaggi e delle loro ossessioni, soprattutto degli ex, capaci di cambiare aspetto e comportamenti pur di raggiungere lo scopo irrefrenabile di vendetta.
Recensione:
Inizio col dire che Il romanzo di Laura Gronchi per quanto riguarda lo stile, non mi ha lasciato indifferente. Meno soddisfatta sono rimasta in riferimento all’intreccio giallo, un po’ scontato. Piacevole invece l’ambientazione paesaggistica africana, sempre e comunque suggestiva da scegliere come location.
Non posso dire che la trama non sia buona, e che molti degli elementi del romanzo non si intreccino correttamente, ma in alcuni passaggi si evince la forzatura di una narrazione stilizzata e non proprio naturale per intenderci, alla “Bukowski”.
Un cogente narrativo, che se si fosse lasciato libero sfogo, sarebbe risultato più realistico, più vero, come appunto in taluni dialoghi stringati che sembrano essere stati studiati a tavolino.
Faccio un esempio: «Mettilo, è marzo, ma qua fa ancora freddo» l’esortò Sergio, indicando il giubbotto militare da uomo, imbottito. A parte la sintassi della frase che avrei rivisitato: Il giubbotto da uomo alla militare imbottito. «Che aspetti? Indossalo. Siamo a marzo ma qua fa ancora freddo...» Oltre alle ripetizioni superflue ad esempio come: Lei rimase a bocca aperta. «In che senso? Sono qui?» chiese, inquieta. «Certo che sono qui!» Credo che fosse umanamente logico evitare di ripetere “che sono qui” ... ecc. A parte le dimensioni e il tipo del carattere che a volte è a dodici, altre a undici, altre a otto, altre in Palatino, altre in Time new Romans “Accidenti! Dovevo immaginarmelo! Questo viaggio si sta rivelando un vero strazio! Si lagnò Sara tra sé.
O come questo periodo che rielaborerei: fuori si sentivano già le esclamazioni di giubilo con cui erano stati accolti i due piloti (,) che salirono di un tono quando anche lui si affacciò e iniziò a scendere con agilità, per finire dritto nelle braccia dei familiari. Eliminerei la virgola dopo “Piloti”, altrimenti sembra che siano i piloti a salire di un tono. E l’introduzione di un personaggio, un certo “Filippo” che all’inizio non si sa chi è.
Tuttavia, per questa, chiamiamola, “distrazione” non è da incolpare di certo l’autrice. Editor e casa editrice avrebbero dovuto lavorare con maggiore attenzione.
Le scene d’azione sono rappresentate egregiamente, tant’è che il lettore viene immerso in esse come se le vivesse in prima persona, aiutando l'incedere della storia.
Consigliato a chiunque per farsi una propria idea. Voto 7.
mercoledì 20 gennaio 2021
Disfida nr. ∞ : 1984 di George Orwell VS Il Mondo Nuovo Aldous Huxley
domenica 17 gennaio 2021
Recensione: L'ora dei dannati. L'abisso di Luca Tarenzi [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti
mercoledì 13 gennaio 2021
Disfida nr. 130: Oltre il padre di Mimosa da Vinci VS Françoise Sagan
Il romanzo inizia quando Marco scopre di essere affetto da una malattia degenerativa che lo renderà invalido. Sconvolto dalla notizia, non sa come provvedere al futuro del figlio e teme che la moglie non intenda occuparsene per una serie di ragioni a lui non del tutto chiare ma terribili, che verranno esplicitate nel corso della narrazione.
domenica 10 gennaio 2021
Recensione: Il Sospiro del Mistero di Cristiano Venturelli [Rating 6,5] - recensione a cura di Peg Fly
mercoledì 6 gennaio 2021
Recensione: Il paese dello Yann di Lord Dunsany
"Nel nostro secolo di noti scrittori impegnati o di cospiratori che ansiosamente ricercano il proprio cenacolo e vogliono essere gli idoli di una setta, è insolita l'apparizione di un lord Dunsany, che ebbe molto del giullare e si affidò con tanta felicità ai sogni. Non evase dalle circostanze. Fu un uomo d'azione e un soldato; ma anzitutto fu l'artefice di un beato universo, di un regno personale che fu per lui la sostanza intima della sua vita."
J.L.Borges
Recensione:
Oggi vi parlo di un’antologia comprensiva di otto racconti di Lord Dunsany, curata niente meno che da Jorge Luis Borges: Il paese dello Yann.
Lord Dunsany, personaggio controverso e amante dell’azione, ci offre otto storie di pregevole fattura, che alternano luoghi e ambientazioni del fantastico capaci di assurgere a protagonisti incontrastati della trama. Il potere evocativo delle parole dell’autore è innegabile, e il testo, pur nella sua brevità riesce nel non facile compito di trasmettere ben oltre quanto appare a una prima lettura.
Ho trovato la penna del Dunsany molto particolare, elegante e come detto, soprattutto evocativa. Pochi periodi capaci di catapultarci in “mondi altri”, in luoghi lontani e affascinanti quanto possono essere quelli mai esplorati prima dall’uomo.
Un racconto su tutti mi ha colpito maggiormente: Il “Bureau d’Echange de Maux”. L’idea è semplice quanto geniale, come altrettanto profonde le implicazione che ne conseguono.
Assolutamente consigliato, così come l’intera antologia, composta da poco più di un centinaio di pagine da leggere tutte d’un fiato.
Oppure potere direttamente optare per l'incantevole edizione Oscar Draghi Mondadori. Splendida come tutta la serie. E' intitolata Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie.
In tempi di clausura imposta, almeno facciamo viaggiare la mente!
Come affermato da Dunsany, “non scrivo mai sopra ciò che ho visto; scrivo sopra ciò che ho sognato” e questa è la miglior garanzia della bontà del risultato finale.
domenica 3 gennaio 2021
Recensione: Zaineb Tehrani di Lorenzo Davia [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti
Titolo: Zaineb Tehrani
Autore: Lorenzo Davia
Editore: Watson Edizioni
Genere: weird western
Prezzo: € 14
Rating: 7
Sinossi:
Zaineb Tehrani è nata nella Persia del 1800 ed è cresciuta nel rispetto dell'Islam. Da giovane dimostra un'insaziabile curiosità e suo padre, un ricco commerciante, le insegna a leggere. Zaineb impara anche l'inglese e grazie ai contatti di suo padre s'innamora e divora le dime novels con protagonisti cowboy e fuorilegge degli Stati Uniti d'America. Ma, nella chiusa e tradizionalista Persia, una ragazza non ha speranza di trovare le stessa libertà delle praterie americane. Per tenerla lontano dai fanatici religiosi, suo padre la porta con sé in un viaggio d'affari in America. Si realizza così il sogno della giovane: visitare il Far West. Divenuta sceriffa di Doomtown per un suo capriccio, scopre di credere veramente nei valori dell'Ordine e della Legge. Ma nella violenta Frontiera popolata da mostri e stregoni, quale giustizia può prevalere? La Sceriffa Velata deve decidere tra la Legge degli Uomini, quella di Allah e la sua coscienza.
Recensione:
Il weird western non è mai stato così bizzarro. Già, perché non solo ci troveremo innanzi ai classici sciamani nativi dai poteri sbalorditivi, ma avremo a che fare con un ordine massonico penetrato così a fondo nel nuovo mondo, da spingersi sino ai confini del vecchio west. Per non parlare poi della protagonista, la Zaineb Tehrani ritratta nella splendida copertina, una ribelle fedele alle Sacre Scritture, ma non disposta ad accettare di essere relegata al “semplice” ruolo di moglie e sposa predestinata.
Detto della meravigliosa cover, prima di scendere nel dettaglio, segnalo invece la presenza di un numero eccessivo di refusi nel testo, che andrebbe senz’altro rivisto.
Ma partiamo con la storia, che è l’argomento di maggior interesse per noi lettori. Ve lo dico subito, Davia inserisce delle chicche nel corso della narrazione tutte da scoprire. Infatti non si tratta di un romanzo vero e proprio ma una serie di racconti, più o meno collegati, con Zaineb a fungere da perno attorno al quale farli ruotare. Una di queste storie è uno splendido omaggio allo spaghetti western di Sergio Leone. Ecco allora che i Rojo e i Baxter, le due famiglie in lotta fra loro per il possesso della città, ed alle quali il mitico Clint Eastwood scombussola i piani, vengono sostituiti da stirpi di vampiri e licantropi, in eterna lotta fra loro, con al centro Zaineb a farle impazzire. Godibilissimo, anche perché contiene delle belle variazioni al tema, non limitandosi a riproporre pedissequamente la trama della pellicola.
Fra mostri e magie perfettamente calate nell’atmosfera da frontiera sporca e polverosa fanno capolino rimandi a testi di lovecraftiana memoria, con tanto di citazioni per autori contemporanei nelle vesti di autori di pseudobiblia maledetti. Divertente e ben fatto.
Insomma un testo che nel complesso mi ha intrattenuto ben benino, essendo io un super appassionato dal genere, eppure mi è rimasto una sorta di retrogusto amarognolo. Finisco la lettura con la certezza che l’autore avrebbe potuto dare qualcosa di più, quasi si fosse limitato a svolgere un buon tema, senza volerlo effettivamente approfondire come avrebbe potuto. Avendo tirato in ballo addirittura una fedele di Allah mi sarei atteso un qualche tipo di approfondimento che andasse oltre alle quotidiane preghiere verso La Mecca, altrimenti l'espediente perde purtroppo di spessore. Idea del tutto personale, e forse neppure tanto razionale, ma la sensazione forte che ho avuto è stata questa. Un leggero rammarico per qualcosa che avrebbe potuto essere ancora migliore.
Voto 7. Un autore sicuramente da seguire.