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martedì 30 marzo 2021

News: Nuova collaborazione per Peg Fly con Echos Edizioni

 Con gioia e soddisfazione apprendiamo della nuova collaborazione per la nostra Peg Fly, divenuta di recente vera e propria talent scout per la Echos Edizioni

Come avrete letto nelle sue belle recensioni, Peg si è sempre data un gran da fare a scovare autori indipendenti, fornendo loro di vola in volta preziosi consigli sulle loro opere, e garantendo a tutti noi una mole notevole di recensioni sempre accurate e ben strutturate. 

Ah, state tranquilli, Peg non ci abbandonerà, lo sapete, le sue energie sono infinite, per cui niente timori, continuerete a leggere le sue recensioni su queste pagine.  

La sua nuova avventura in compagnia di Echos Edizioni è comunque una bella occasione per tutti i nostri lettori-autori. Qui di seguito riportiamo il link del comunicato che vi invitiamo a leggere per avere tutte le istruzioni del caso per poterle sottoporre nel modo migliore possibile le vostre opere: 

https://alit-grazia.blogspot.com 

L'arte dello scrivere

I libri sono come le lucciole:

 le lucciole illuminano la notte, i libri la nostra mente.

grazia.cormaci@gmail.com

o al numero di cellulare: 3332649688

Un grande in bocca al lupo a Peg Fly e a tutti gli autori che le invieranno la loro opera in valutazione!

domenica 28 marzo 2021

Recensione: Il Mistero del Principe di Giuseppe Chiodi [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 



Titolo opera: Il Mistero del Principe


Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: fantasy, mystery, clockpunk

Rating: 8

Prezzo: ebook 4,99 €

Sinossi:
Eulalie, una ragazza di Grenoble, indaga sui misteri del Principe di Sansevero alla ricerca della Palingenesi, così da resuscitare il suo amato papà. A Napoli, la giovane incontra Pasquale, che lavora come guida presso il museo della cappella Sansevero. I due fanno un’incredibile scoperta che li conduce su un cammino irto di trappole, enigmi, rivali e, al contempo, meraviglie dimenticate.
A volte il dolore è insopportabile e rischiamo di perderci. A volte è sufficiente una luce per ritrovare la strada, voltare pagina e rinascere. La coppia riuscirà nell’impresa, o il loro sarà un viaggio senza ritorno?
Include: la Breve nota di quel che si vede in casa di Raimondo di Sangro principe di Sansevero, scritta con tutta probabilità dal Principe in persona; dieci lettere parlanti di Antonio Baldi, incisore napoletano del XVIII secolo; incisioni di Francesco Wenzel, Antoine Aveline e altri artisti; immagini d’epoca, foto e una ricca bibliografia consigliata; Postfazione dell’autore che comprende un’introduzione al genere clockpunk, un breve saggio su Napoli (contrasti, estremi, identità) e tanto altro.

Recensione:
Quando Giuseppe Chiodi mi ha annunciato l’uscita del suo nuovo romanzo e ci ha chiesto di recensirlo sono subito corso a leggere la sinossi. Avevo già avuto modo di apprezzare, e molto, il suo romanzo Cuore di Tufo edito da DZ Edizioni. Questa volta Chiodi ha deciso di procedere con una pubblicazione indipendente, ma posso assicurarvi che la qualità del “prodotto libro” è di primissimo ordine. 
Cover, impaginazione, contenuto iconografico, postfazione ed editing risultano degne di un grande editore. 
Ora che ci siamo tolti dai piedi gli aspetti meramente materiali, promuovendoli appieno, passiamo al contenuto che è quello che maggiormente ci interessa. Anche su questo posso garantirvi che siamo ad alto livello. 
Un  romanzo coinvolgente, ben strutturato, di piacevolissima lettura che non ha fatto altro che confermare la mia grande stima per l’autore. Se proprio devo, e devo proprio, questo è il mio compito, trovare un’ombra è che prima ancora della metà del romanzo ho temuto che il finale fosse già scritto. Ho sperato l’autore ci regalasse qualche colpo di scena, che almeno parzialmente c’è stato, eccome! A parte questa parziale pecca, il resto è al top. 
Ci troveremo catapultati nella vita del protagonista, giovane giuda del Museo di Sansevero a Napoli,  il luogo che custodisce, fra le altre meraviglie il Cristo Velato. Inizia così un viaggio fra arte e archeologia misteriosa, alchimia, macchine anatomiche e leggende varie. Una vicenda che il Chiodi riesce a rendere pulsante e palpitante, verace e passionale così come tutti noi “stranieri” siamo soliti immaginarci la bella Napule. 
In questo palcoscenico sontuoso, contaminato da quello che ho scoperto chiamarsi clockpunk, c’è spazio per la storia d’amore, con tutta la passione giovanile e gli eccessi che ne lega i protagonisti.  
Percorreremo i vicoletti di Napoli, alternando stupore e rimpianto per le zone più disastrate, ma il cuore del racconto rimarrà il museo e i suoi misteri, con tanto di automi a fungere da Guardiani della Soglia per realtà “altre”, prossime alla nostra ma tanto irraggiungibili quanto può essere il miracoloso processo della palingenesi che i nostri protagonisti si arrabattano per realizzare. Molto bello, emozionante, e gestito a ritmi vertiginosi, tali da far dimenticare persino il fatto che il protagonista appare un po’ troppo resistente ai colpi subiti… ma si sa, l’amore concede energie inspiegabili!   
Il viaggio all’interno del Museo, divenuto un’immensa Wunderkammer piena zeppa di automi bizzarri e marchingegni da fiaba è magistralmente descritto, tutto da godere. Accompagnato da una prosa piacevole a tal punto da far scorrere la storia in un lampo. Insomma, consigliatissimo, voto 8, pieno e meritato per un autore da tenere costantemente monitorato. Una gran penna. Complimenti vivissimi!


mercoledì 24 marzo 2021

Recensione: John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs

 



SINOSSI:

Misteriosamente trasportato su Marte, l’avventuriero ed ex soldato John Carter si trova proiettato in un mondo sull’orlo del collasso, dove schiere di tribù semibarbariche si combattono senza sosta. Nient’altro resta dell’antica e gloriosa civiltà che abitava il pianeta. In questa decadente realtà, la scienza spesso deve cedere il passo alla forza bruta e saper maneggiare una spada si rivela più utile di qualunque altra conoscenza. Così, tra razze sconosciute, mostri terrificanti, combattimenti all’ultimo sangue e antichi ritrovati, Carter viene coinvolto in un colossale conflitto che sembra non conoscere tregua e deve dimostrare di saper sopravvivere in quell’ambiente violento e ostile. Ma sul Pianeta Rosso il terrestre troverà anche l’amore della bellissima principessa Dejah Thoris e scoprirà che la salvezza di Marte e dei suoi abitanti è nelle sue mani.


RECENSIONE:

Ero molto curioso di leggere il romanzo John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs avendolo visto in molte librerie di amici e conoscenti appassionati del genere. 

Diciamo subito che il protagonista è capace di attirarsi subito la nostra simpatia, rappresentando bene l’eroismo tipico dello spirito del tempo nel quale fu scritto. Impossibile quindi non empatizzare con l’avventuriero ed ex soldato John Carter, sempre pronto a mettere a repentaglio la propria vita per l’onore proprio e dei propri protetti, o della donna che ama. 

Burroughs è molto abile nel tratteggiarne gli atteggiamenti rendendolo ben più reale dello stereotipo che potrebbe far immaginare. Quindi il protagonista è decisamente buono, l’ambientazione anche, seppur non più di tanto particolareggiata, ciò che invece devo notare è che la trama presenta parecchie ingenuità che alcuni giustificano con l’età del testo risalente a oltre un secolo fa. 

In generale alcune trovate per far uscire i protagonisti da situazioni spiacevoli mi sono parse un po’ troppo artificiose, di certo inadatte agli smaliziati occhi dei lettori moderni. Così come alcuni incontri/salvataggi/interventi talmente pilotati da render impossibile sorreggere la sospensione dell'incredulità.

Insomma, pur conscio di attirarmi le invettive degli amanti di questo romanzo, non posso esimermi dal constatare che l’opera risenta parecchio dell’età, e sia invecchiata piuttosto male, rispetto alla concorrenza. Rimane comunque una lettura piacevole, un'avventura ricca di avvenimenti da leggere e consumare spegnendo la razionalità e lasciandosi trasportare con serena fiducia sulle lande rosse del pianeta Marte.  

Rimango tuttavia dell’idea che se siete alla ricerca di godere di avventura pura e volete gustarvi qualcosa dal gusto esotico e polveroso degli inizi del XX secolo vi consiglio caldamente, senza nulla voler togliere al buon Burroughs, di cominciare con il nostrano Emilio Salgari. Nella sua sterminata produzione troverete di certo di che baloccarvi, in quanto a fantasia e azione non è certo da meno.   


Andrea Zanotti

domenica 21 marzo 2021

Recensione: Il gioco degli scacchi di Chiara Barbieri [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 



Opera: Il gioco degli scacchi

Autore: Chiara Barbieri

Genere: giallo, thriller, romance

Target: adult

Editore: Segreti in giallo Edizioni

Sinossi:

L’ispettore Francesco Bianco si risveglia in un letto di un reparto di rianimazione, ferito alla testa; si troverà ad attraversare un mondo sconosciuto, fatto di sofferenza, riflessioni e incontri, in un viaggio, immobile, che lo porterà a una profonda riscoperta di sé.

Nel frattempo i suoi colleghi, guidati dal burbero commissario Bruni, cercano di far luce sull’accaduto; a mano a mano che procedono con l’indagine, tuttavia, le domande si moltiplicano e il mistero sembra non fare altro che infittirsi.


Recensione:

Buongiorno e bentornati sul blog con la recensione del romanzo “Il gioco degli scacchi” di Chiara Barbieri. Ho letto questo romanzo praticamente d’amblè! 

Ho trovato la trama più che interessante. I misteri e la suspense ti catturano come quando ti accingi a mangiare le ciliegie. 

Un romanzo che fa riflettere sul perché possano accadere fatti del genere. Le indagini proseguono tra domande senza risposte. Casi collegati, che scorrono tra le pagine silenziose di una storia umana oltre che gialla, dove l’assassino si insinua invisibile tra i personaggi che impersonificano il bene. 

Il gioco degli scacchi può essere definito un giallo-thriller ambientato in Italia, dove si intrecciano le indagini del commissario Bruni e l’ambiente ospedaliero, nel quale si evince la grande forza d’animo e la responsabilità di chi ci lavora. 

Con la sua storia, l’autrice lascia il lettore di stucco, soprattutto per lo stile semplice ma appassionante e una scrittura senza intoppi, con la quale descrive azioni, vicende e universi reali, dove si muovono leggeri i personaggi, tant’è che il lettore si sente coinvolto nella storia a tutto tondo. Il ritmo narrativo è scorrevole, né lento, né troppo veloce. 

Le vicende coinvolgono, tengono con il fiato sospeso, fanno riflettere, che a tutti quanti noi potrebbe succedere di essere coinvolti in una sparatoria. Una pallottola volante può cambiare la nostra vita, com’è successo a Francesco, il poliziotto, ma nel romanzo, ferito volutamente dal misterioso assassino.

Perché, all’inizio ci si chiede. Non voglio però fare spoiler, vi consiglio solo di leggerlo, ne vale veramente la pena. 

Il titolo, poi, ti aiuta a entrare subito all’interno dell’intreccio, dove amore, passioni e amicizia si amalgamano, per dipanare il caso di un assassino che agisce nell’ombra, freddo e impassibile. Buona la descrizione dei personaggi che lasciano il segno con le loro vite private e allo stesso tempo legate da un fine unico: ottenere giustizia.

Che altro aggiungere; lo consiglio agli appassionati del genere, ma anche a chi vuole leggere qualcosa di diverso dal solito romance. Voto: 7


Peg Fly

mercoledì 17 marzo 2021

Disfida nr. 135: La condanna di John Doyle di Letizia Sebastiani VS Blake Crouch

 



Titolo opera: La condanna di John Doyle


Editore: bookabook

Genere: Thriller/sci-fi

Prezzo: 11 cartaceo, 6,99 e-book

Sinossi: 
Quando il mite e insignificante John aveva trovato quello strano simbolo rosso sulla parete della sua nuova casa, l’unica cosa che aveva pensato di fare era stata coprirlo con un’abbondante passata di vernice bianca, nonostante le perplessità di sua moglie Cynthia.

Ora Doyle è in un carcere di massima sicurezza, accusato di aver ucciso la moglie: è stato trovato chino sul suo corpo con l’arma del delitto in mano. 
Nel diario che scrive in cella tenta di raccontare la verità sull’omicidio e su quel simbolo rosso apparso dal nulla che cela un pericoloso mistero.
Nessuno crederebbe mai a una storia tanto assurda, ma John non ha nessuna intenzione di morire in prigione…





Note/commenti/finalità dell'Autore:
Questo racconto è stato scritto tanto tempo fa e poi abbandonato per un lungo periodo. Ha subito, nel frattempo, l'attacco di un hacker che ha cancellato TUTTI i miei scritti sul pc escluso questo; ho pensato fosse un segno e mi sono decisa a proporlo ad una casa editrice, ed eccolo qui; aveva proprio voglia di farsi leggere....
Per esser pubblicato ha partecipato a una campagna di Crowdfinding a cui non credevo neanche molto, e invece ce l'ha fatta; raggiungendo le 200 copie prenotate in meno di 100 giorni; poi i lettori hanno chiesto il secondo volume, in corso di lavorazione e già finanziato, il cui titolo sarà La fuga di John Doyle.

BIG da sfidare:
Non riesco a trovarne uno... forse Blake Crouch, anche lui ha scritto un thriller che poi ha risvolti fantascientifici... ma non so se è abbastanza Big; sennò, una signora una volta mi ha detto di averle ricordato Asimov...


Recursion di Blake Crouch

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Andrea Zanotti

domenica 14 marzo 2021

Recensione: Il bestiario di Lovecraft di Antonella Romaniello [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 



Titolo: Il bestiario di Lovecraft


Editore: Delos Digital

Collana: I Coriandoli 

Genere: Saggio horror/mitologia/fantastico

Rating: 7


Sinossi:

 Gettando lo sguardo oltre gli abissi insondati dello spazio, è possibile dare una forma agli incubi più impenetrabili? 

Questo è quanto il “Bestiario di Lovecraft” tenta di fare: descrivere le creature della mitologia del solitario di Providence a partire dai suoi scritti. 

Attenzione a quello che leggerete, perché non esiste mente che non si smarrisca una volta messa a parte del Mito.


Recensione:

Il bestiario di Lovecraf di Antonella Romaniello, edito da Delos Digital e con le illustrazioni di Pietro Rotelli è un libello agile, comprensivo delle diverse entità che popolano l’immaginario di  H.P. Lovecraft. Una per una, ognuna in una paginetta di questo pregevole tascabile. Ecco, la recensione più breve della storia, eppure semplicemente di questo si tratta, né più né meno.

Le mie impressioni? Difficile dirlo. Al prezzo di Euro 9,5 non era certo lecito attendersi molto di più, ma almeno qualcosina di più forse sì. 

110 paginette striminzite con una sintesi ipotrofica delle diverse creature che francamente mi pare eccessiva. Diamine, almeno ai grandi protagonisti la si sarebbe potuta dedicare qualche paginetta di più. Soprattutto, a mio avviso, sarebbe stato utile dare qualche indicazione e riferimento sui racconti nei quali le creature si sarebbero potute approfondire. 

Intendiamoci, il libricino è ben fatto, le illustrazioni gradevoli, l’impaginazione elegante, ma quanti fiumi di parole ci sarebbero da spendere su un Hastur o su Yog-Sothoth? D’accordo, sicuramente l’obiettivo dell’autrice non era quello di creare un compendio esaustivo e approfondito, quanto di fornire una giuda rapida, giusto per cogliere lo spunto. Il lampo dell’illuminazione della citazione che precede ogni descrizione dell’entità presa ad esame è di certo molto utile a riguardo. Rimane il fatto che mi sarei atteso qualcosa di più. 

Testo utile per chi non ha avuto esperienze con il Solitario di Providence, così da potersi impratichire con il suo immaginario, giusto per capire se tali entità possano o meno risvegliarne l’interesse e il desiderio di essere approfondite.

Voto 7


Andrea Zanotti

martedì 9 marzo 2021

Disfida nr. 134: Il Mistero del Principe di Giuseppe Chiodi VS Brian Selznick

 



Titolo opera: Il Mistero del Principe


Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: fantasy, mystery, clockpunk

Prezzo: ebook 4,99 €

Sinossi:
 
Eulalie, una ragazza di Grenoble, indaga sui misteri del Principe di Sansevero alla ricerca della Palingenesi, così da resuscitare il suo amato papà. 


A Napoli, la giovane incontra Pasquale, che lavora come guida presso il museo della cappella Sansevero. I due fanno un’incredibile scoperta che li conduce su un cammino irto di trappole, enigmi, rivali e, al contempo, meraviglie dimenticate. A volte il dolore è insopportabile e rischiamo di perderci. A volte è sufficiente una luce per ritrovare la strada, voltare pagina e rinascere. La coppia riuscirà nell’impresa, o il loro sarà un viaggio senza ritorno?


Note/commenti/finalità dell'Autore: 
Per questa storia ho sudato un bel po'. Ho inventato una timeline alternativa che vede Raimondo di Sangro e Jacques de Vaucanson, il padre delle "anatomie mobili", coinvolti in un progetto segreto. 
Ho elaborato degli enigmi; ho ricreato passaggi, laboratori e rifugi nascosti; ho ideato automi settecenteschi e formule alchemiche... il tutto racchiuso in una storia avventurosa, di amore e rinascita. 
Non è stato facile, ma sono molto soddisfatto del risultato. Credo che il sense of wonder permei questo romanzo e, al contempo, spero di invogliare i lettori a visitare i posti da me descritti.

BIG da sfidare: 


La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, di Brian Selznick - Link Acquisto Amazon


domenica 7 marzo 2021

Recensione: Re Rosso di Roberto Saguatti [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 




Titolo: Re Rosso


Editore: Plesio Editore

Genere: Librogame fantasy

Rating: 7,5

Sinossi:

Sei il Re Rosso, il gatto del signore del castello, ma stai per affrontare la giornata più avventurosa della tua vita e solo le tue scelte potranno salvarti. Un viaggio emozionante fra cani, gatti, draghi, pericoli, tranelli e tradimenti, ma anche aiuti inaspettati. Sarà la rovina o sarà gloria? Sei il padrone delle tue azioni, lancia il dado e comincia la sfida. Riuscirai ad arrivare in fondo senza perdere le tue sette vite? Età di lettura: da 10 anni.


Recensione:

Re Rosso di Roberto Saguatti è un libro game edito da Plesio Editore (già, Plesio si occupa anche di altri librigame, nonché di romanzi per giovanissimi) e destinato a baldi giovanotti e  avventurose fanciulle. 
Un gioco in un libro, per chi non lo sapesse, ossia un percorso a scelte multiple con l’aggiunta dell’utilizzo di un dado a 20 facce per risolvere gli scontri presenti sul nostro cammino. 
Già, noi, e i nostri bimbi, nel mio caso una birbante di 9 anni con scarsa propensione alla lettura, vestiremo i panni del Re Rosso, il gatto del Re e saremo destinati a sventare il piano diabolico del Duca di Dogville, intenzionato a spodestare il nostro umano.
Che dire, per valutare un testo del genere credo il parametro migliore sia proprio il coinvolgimento ottenuto con i giovani lettori. Ci sarà riuscito il nostro prode Saguatti? 
Ebbene, con la mia bimba sì. É la prima volta che l’ho vista seduta, composta addirittura, sul divano con un libro in mano, intenta a leggermi il prosieguo della storia. Il tutto di sua spontanea volontà, ci tengo a sottolinearlo. 
Preciso che per lei è stata la prima esperienza con un libro game e devo dire che ha apprezzato parecchio la possibilità di influire attivamente sull’evoluzione della vicenda. Una modalità sicuramente utile per coinvolgere i piccoli furfantelli, soprattutto quando accompagnata da una storia coinvolgente come quella narrata dall'autore.
Un paio di appunti, giusto per spazzar via il dubbio che il Saguatti mi abbia pagato una lauta gabella. O la mia birba è stata particolarmente fortunata a imbroccare sempre la via giusta, ma mi è parso sia finito tutto un po’ troppo in fretta. Mi riservo di approfondire la cosa, visto che è possibile rigiocare e credo proprio che la piccoletta abbia questa intenzione. 
Altra cosa, i capitoli iniziali sono un po’ troppo lunghi e rischiano di far perdere la motivazione, consiglio quindi agli adulti di seguire i piccoli avventurieri e magari dare loro una mano con la lettura. Capisco la necessità di creare l’ambientazione, ma il rischio con i frugoletti impazienti come la mia è che, se non coinvolti sin da subito in scelte, perdano l’appetito. 
Nulla da ridire sulla prosa dell’autore, sempre all’altezza e di qualità, così come il prodotto realizzato da Plesio, disegni inclusi, capaci di far calare ancor più nell’ambientazione.
Consigliatissimo. Voto 7.5
A conclusione non posso che ringraziare l'autore per aver contribuito a far avvicinare con maggior entusiasmo la mia birbante alla lettura.


martedì 2 marzo 2021

Recensione: Cose fragili di Neil Gaiman

 




Sinossi:

Un circo misterioso terrorizza il pubblico con una performance straordinaria prima di svanire nella notte, portando con sé uno spettatore... Due anni dopo American Gods, Shadow va a visitare una vecchia villa scozzese e si trova intrappolato in un gioco pericoloso di mostri e omicidi... In un'Inghilterra vittoriana appena un po' alterata, Sherlock Holmes si trova alle prese con il più inquietante delitto della corona mai registrato dalla storia... Due ragazzini si intrufolano in una festa e incontrano le ragazze dei loro sogni e dei loro incubi... I membri di un esclusivo club epicureo si lamentano perché hanno ingerito qualsiasi cosa gli fosse possibile ingerire, tranne il leggendario, rarissimo ed eccezionalmente pericoloso uccello d'Egitto... Un incalzante succedersi di invenzioni - compresa un'avventura ambientata nel mondo di Matrix - affolla questa raccolta che contiene esattamente il tipo di storie che ci si aspetta da Neil Gaiman: brillanti, originali, fantasiose, capaci di fare un salto dall'horror al gotico, di mettere un piede tra i fantasmi e le paure dell'infanzia. Mescolando mitologia e filosofia antica con l'umorismo più pop, queste storie raccontano mondi dove niente è come sembra e c'è sempre il rischio di inciampare in qualche imprevisto, di imbattersi in una vecchia conoscenza, per poi ritrovarsi a casa, confortati dal riconoscere il più puro Gaiman in ogni pagina.



Recensione:

Neil Gaiman è una autore che ho adorato in American Gods e ne I Ragazzi di Anansi. Oggi sono andato a scovare l’antologia Cose Fragili, pur conscio del mio solito problemino con i racconti. Quest’opera, complice anche il fatto di presentarne alcuni di veramente molto brevi, non mi ha particolarmente entusiasmato, lo dico subito. Certo, alcune trovare alla Gaiman sono come al solito brillanti, altre a dir poco geniali, ma nel complesso mi ritengo piuttosto deluso. A dirla tutta il racconto migliore è quello che vede coinvolto Shadow Moon, il protagonista di American Gods. Conoscendolo già, ed avendolo trovato veramente ben fatto, è stato più facile entrare in sintonia con lui e con il narrato. 
Un altro paio di racconti mi sono piaciuti molto, così come una poesia. Già, perché all’interno della raccolta trovano spazio anche questo genere di composizioni. 
Penso di poter affermare, pur non sapendolo con certezza, che quest’antologia contenga opere molto distanti nel tempo, racconti che Gaiman ha estratto dal cassetto, alcuni dei quali risalenti probabilmente a quando era alle prime armi. Forse sbaglio, ma la qualità degli stessi mi pare molto disomogenea. Detto questo ho apprezzato molto il racconto “Come parlare con le ragazze alle feste” e sono ben deciso a scriverne una versione rivista e personalizzata. Molto evocativo. 
In complesso quindi, per chi non conoscesse questo splendido autore, consiglio di dirigersi direttamente verso il romanzo American Gods, a mio avviso su un altro livello. Per chi invece già conosce il genere di Gaiman e intende ampliare la propria conoscenza su questo scrittore di certo può investire un po’ del proprio tempo su questa raccolta. Qualcosa di buono salta fuori sicuramente, miti e leggende antiche ci sono, il magico che sconfina  nell’ordinario c’è, lo spazio per sognare pure, quindi può comunque valerne la pena, pur non trattandosi di un’antologia omogenea legata da un comune tema o filo narrativo.