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Sinossi:
La guerra con i Parshendi è giunta a una nuova e più pericolosa fase, da quando Dalinar ha deciso di condurre le armate di Alethkar nel cuore delle Pianure Infrante, nell'audace tentativo di porre fine alle ostilità. Shallan farà di nuovo la sua comparsa alla ricerca della leggendaria, forse mitica, città di Urithuru, che Jasnah crede custodire un segreto vitale per la sopravvivenza di Roshar. I Parshendi a loro volta non esiteranno a cercare un modo per rendersi più forti e rispondere alla sfida umana, rischiando però di aprire la strada al ritorno dei Nichiliferi. In questa lotta tra intrepidi generali e spaventose armate, a Kaladin spetta il compito di difendere Dalinar da Szeth, il temibile Assassino in Bianco, e per farlo dovrà imparare a padroneggiare il potere dei Corrivento, uno degli Ordini che assistevano gli Araldi durante le Desolazioni contro i Nichiliferi.
Recensione
Eccoci giunti al seguito dell’ottimo “La via dei Re” di Brandon Sanderson, da noi recensito a questo link.
Inizio subito con il frenare i vostri entusiasmi, dicendo che per me è stata una mezza delusione. Intendiamoci, il buon Sanderson ha scritto un bel romanzo, con qualche succulenta chicca e sorprese difficili da prevedere, eppure i livelli di empatia raggiunti con il primo volume, almeno per quanto mi riguarda, non sono più stati toccati.
Le mie aspettative erano elevatissime, quindi ammetto che potrei eccedere nelle critiche proprio per questa ragione.
La storia si mantiene infatti interessante, ma ritengo che l’autore avrebbe potuto tranquillamente apportare una bella limata alle 1.200 pagine che compongono questo secondo episodio, alleggerendo il compito ai lettori e rendendo il tutto più avvincente.
Di certo si è smarrito lo slancio del primo volume, con l’autore che si dilunga in mille diatribe e giochi di potere fra le diverse fazioni, senza mai entrare nel merito degli stessi, demandando a attori terzi che agiscono nell’ombra piuttosto che facendoci vivere le scoperte in prima persona. Molti capitoli sono all’insegna del “beato far nulla” con i protagonisti che cincischiano fastidiosamente.
Personalmente ho trovato ridondanti quelli che riguardano l’infanzia di Shallan, ma forse anche questo è solo un “problema mio”, anche se effettivamente è un dato oggettivo che aggiungano assai poco alla narrazione.
E’ proprio nei confronti dei personaggi principali che manca qualcosa rispetto al primo episodio.
Le vicende struggenti del duo Kaladin e Shallan non hanno lo stesso mordente e Sanderson finisce ugualmente col perdere innumerevoli pagine a ribadire ciò che era già chiaro a tutti i lettori.
Non riesco a togliermi dalla testa che questo secondo capitolo sia un’occasione persa, perché il mondo ricreato, e che mano a mano si svela agli occhi del lettore, è interessantissimo e l’autore avrebbe potuto più profittevolmente sfruttare gli spazi per approfondirlo ulteriormente, regalandoci qualcosa di diverso. Le possibilità erano infinite in proposito.
Ci vengono finalmente presentati in modo più approfondito i rivali dei protagonisti, il popolo dei Parshendi (originale la loro struttura sociale, ottima la pensata di Sanderson), e ci vengono date imbeccate stuzzicanti su cosa si celi dietro gli spren e le divinità di questo mondo.
Le visioni dal passato di Dalinar rimangono fra le scene che preferisco, dotate di grande potere evocativo e capaci di stimolare la curiosità del lettore.
Quando queste tematiche vengono messe in primo piano il fascino dell’opera lievita tornando a farci rivivere per brevi sprazzi i fasti de “La Via dei Re”, facendo al contempo aumentare i rimpianti per le pagine “meno ispirate”.
Dietro al costrutto impostato dall’autore si vede tutta la classe di Sanderson, con trame che trovano i loro intrecci in modo naturale, vicende che giungono al loro coronamento dopo lunghe peripezie, ecc.
Non sono certo qui a mettere in dubbio le doti di uno dei migliori autori fantasy in circolazione, capace di imbastire una storia complessa e un mondo originale, solo che forse avrebbe potuto impiegare meglio le numerose pagine del romanzo.
E’ un parere personalissimo e mi piacerebbe sentire le vostre opinioni a riguardo.
Le scene memorabili sono comunque numerose nel corso delle famigerate 1.200 pagine, quindi mi sento ugualmente di consigliarlo a tutti, ma confido che il prossimo episodio sia meno dispersivo e ben più incisivo.
Molti nodi dovranno essere sbrogliati e i fronti aperti sono numerosi rendendo il tutto incerto e affascinante.
La parte finale del volume è un crescendo effettivamente entusiasmante, l’azione si fa spasmodica e le scoperte si susseguono aizzando la nostra curiosità per scoprirne il seguito nel terzo episodio.
Fortunatamente Sanderson non è Martin, quindi l’attesa non dovrebbe essere troppo logorante!