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sabato 4 maggio 2024

Recensione: After dark di Haruki Murakami [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 

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SINOSSI:

Tokyo, un quartiere che inizia a vivere quando cala il buio, strade dove le insegne di bar e night club restano accese fino all'alba. Dalla mezzanotte alle sette del mattino, alcune persone sono casualmente coinvolte in una squallida vicenda di violenza. All'Alphaville, un love hotel gestito da Kaoru, un'ex campionessa di lotta libera, una giovane prostituta cinese viene picchiata da un cliente che poi fugge. In una caffetteria poco distante, Mari, una diciannovenne studentessa di cinese in cerca di solitudine, sta leggendo un libro; Takahashi, un giovane musicista jazz disinvolto e chiacchierone, vorrebbe attaccare discorso ma si scontra con la sua reticenza. Tuttavia, quando Kaoru cerca qualcuno che faccia da interprete alla prostituta ferita, Takahashi, che con il suo gruppo sta provando in uno scantinato vicino all'albergo, le suggerisce di rivolgersi alla giovane. Mari viene cosi a contatto con un ambiente a lei estraneo, ma paradossalmente riesce a comunicare con le persone che vi incontra in modo spontaneo e profondo: per la prima volta vince la riluttanza a parlare di Eri, la sorella maggiore, caduta in un letargo volontario dal quale non sembra volersi svegliare. L'immagine della bellissima ragazza che sta per essere inghiottita nel nulla attraverso lo schermo di un televisore apre un pericoloso spazio onirico nel quale rischia in ogni momento di scivolare la realtà.


RECENSIONE:

After Dark è il primo romanzo di Haruki Murakami che leggo. Un romanzo asciutto, sia per volume, un 150 pagine, che per stile narrativo. Tutto si svolge a Tokio, nell'arco di una notte, durante la quale si incrociano i destini di diverse persone. Belli i dialoghi, gradevoli i personaggi e alcuni spunti di riflessione molto profondi e stimolanti. L’atmosfera onirica cala di pagina in pagina, avvolgendoci come una nebbia impalpabile senza quasi che ci si renda conto dell’essersi trovati improvvisamente al buio, col fiato corto e con un’angoscia crescente, per quanto difficile da comprendere. Merito dell’autore che mescola realtà e sogno con maestria e naturalezza. 

Mi lascia più perplesso il finale, pieno zeppo di punti di domanda. Non ho idea se sia un marchio di fabbrica di Murakami, assegnare al lettore il compito di darsi delle risposte, ma a me ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, perché vanno bene i finali aperti, ma qui mi pare si siano sospese in aria intere linee narrative. Ad ogni modo, quando il viaggio è stato così piacevole, poco male se la meta finale non lo sia stata altrettanto, l’importante è esserci goduti il tragitto, e in questo Murakami non ha certo fallito. Un autore che approfondirò sicuramente. Voto 7


Andrea Zanotti