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domenica 6 gennaio 2013

"Il destino attende a Canyon Apache" di Laura Costantini e Loredana Falcone [Rating 7]



Titolo: Il destino attende a Canyon Apache
Autore: Laura Costantini e Loredana Falcone
Genere: Western
Pagine: 328
Rating: 7/10
Linkacquisto (3,99€ ebook)






 
Proseguo sul sentiero che mi sta consentendo di esplorare il panorama western italico (weird o meno che sia), presentandovi un interessante testo proposto dalla Las Vegas Edizioni, giovane casa editrice non a pagamento: Il destino attende a Canyon Apache di Laura Costantini e Loredana Falcone.In estrema sintesi: un testo interessante e di piacevole lettura, cui però manca il guizzo di genialità per svettare sul coro.

Il lavoro delle due promettenti autrici è decisamente ben fatto, l’intreccio è complesso e ben gestito, trascinando il lettore nelle avventure che legano indissolubilmente due coppie di giovani: l’agente dell’Indian Office Cassidy, la ricca aristocratica decaduta Kelly, la mezzosangue Shenandoa e l’inquietante Occhi d’Inverno.I destini dei quattro corrono sugli stessi binari, incrociandosi e intrecciandosi secondo il volere del Grande Spirito.
A far da palcoscenico alle loro avventure abbiamo uno scenario di guerra imminente fra i tinde (gli indiani) ed i lunghi coltelli (i visi pallidi).I personaggi principali sono ben tratteggiati, i loro sentimenti analizzati a fondo e tutto sommato credibili in un contesto in cui l’amore, alla fine, riesce a prevalere su tutto.
Un western particolare in questo senso, che lascia spazio a sentimenti capaci di spezzare tabù come la diversità razziale e la brutalità insita nel concetto stesso di selvaggio West.Pur con questa premessa, che potrebbe far storcere il naso ai più “duri e crudi” puristi del genere, non crediate che manchino le scene cupe e cruente e che tutto si trasformi in un romanzetto rosa.Le autrici non lesinano nelle descrizioni delle atrocità figlie di un epoca così turbolenta e hanno il pregio di presentarci le due società contrapposte in modo equilibrato, senza mai scendere in giudizi sulla superiorità dell’una piuttosto che dell’altra.Ci pensano i personaggi "secondari" a riportarci entro i confini della dura realtà: proprietari terrieri senza scrupoli, ufficiali dell'esercito arrivisti, messicani tutt'altro che paciosi e dediti alla siesta e infine selvaggi veramente tali, capaci di ogni atrocità.Nulla da dire neppure sui dialoghi che scorrono fluidi e credibili nella grande maggioranza dei casi, né sulla preparazione delle autrici sull’ambientazione in cui operano le loro creature.
Parecchi infatti sono gli spunti interessanti per approfondire la cultura dei pellerossa, i loro usi e costumui e quella parte di spiritualità visionaria che concede un tocco di  "fantastico" in un western che altrimenti non devia mai verso il werid. Ma allora cosa manca a quest’opera per il salto di qualità definitivo?A mio parere lo stile delle autrici e, forse, la scelta di non “osare” troppo.
La prosa è scorrevole e lineare, la lettura procede a meraviglia, eppure gli mancano quegli affondi capaci di rendere indimenticabili le scene.A mio parere, considerando l'indubbio talento delle autrici e le solide basi, forse si tratta solo di lasciarsi andare, senza pensare che lo scritto debba essere pubblicato a tutti i costi e quindi debba giocoforza risultare il più omogeneo possibile, limando le stoccate più audaci che possono non sempre riuscire.Ultimo appunto su un'altra sensazione personale: a differenza dei personaggi, l’ambientazione, pur curata e corretta, trasmette poco “dell’odore del vecchio west” e questo è un peccato.Chiudo comunque con i complimenti alla Costantini ed alla Falcone, che hanno invece mostrato grande coraggio impegnandosi in un genere che non è molto di moda di questi tempi.Ultima cosa, vi segnalo il concorso indetto dalla Las Vegas Edizioni legato a questo romanzo: si tratta di trovare un finale che concluda la vicenda di una delle protagoniste del romanzo rimasto in sospeso.
Quitrovate tutti i dettagli del caso.

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