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lunedì 2 novembre 2015

La Vendetta di Augusto di Roberto Genovesi

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Oggi vi presento il romanzo storico di Roberto Genovesi intitolato “La Vendetta di Augusto”, seguito de “La Legione Occulta”, testo che personalmente ho trovato assolutamente imperdibile. Chi fosse interessato lo può trovare qui a un prezzo imperdibile, Euro 0,99.





















Sinossi:
La Legione Occulta è tornata per combattere una nuova battaglia decisiva per le sorti dell'impero. Nel 14 d.C. muore Ottaviano Augusto. Poco tempo prima il suo esercito di sacerdoti – la leggendaria Legio Occulta– era stato sterminato da una congiura di palazzo ordita dai pretoriani. Tutto sembra perduto. Ma l’imperatore, in punto di morte, ordina a Victor Iulius Felix, il suo ragazzo fortunato, di trafugare dal Tempio di Apollo i libri sibillini che raccolgono tutte le più importanti profezie sul futuro di Roma. Tra le righe degli oracoli si nasconde un grande segreto che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’impero. Accompagnato da un allievo balbuziente e dai fantasmi del passato, il comandante della Legio Occulta intraprenderà un lungo viaggio che lo porterà dalla Moesia all’Africa Superior, dalle regioni ribelli della Germania fino alle montagne della Dacia, guidato dall’invisibile itinerario tracciato dagli antichi versi delle sibille. Sul suo cammino troverà spie e assassini, prostitute e traditori ma, soprattutto, una nuova compagnia di eroi che lo seguiranno fino alla scoperta dell’incredibile verità, custodita da un uomo che non può più parlare.



 Sullo sfondo le gesta delle legioni di Germanico (decise a vendicare la disfatta di Teutoburgo e a riprendersi le aquile catturate da Arminio), ignare che il loro destino e quello del loro comandante sono legati a una legio sine nota che solo le parole incomprensibili di una profezia si ostinano a tenere in vita. Anche nel secondo capitolo della saga, la storia di Roma e quella dei suoi principali protagonisti si ammantano di atmosfere fantastiche in un susseguirsi di incalzanti colpi di scena.

Recensione:

Ciò che maggiormente ammiro in Genovesi è la capacità di fondere il soprannaturale con il rigore della narrazione storica in modo così realistico e credibile. I membri della Legio Occulta hanno poteri, alcuni riescono persino a intavolare un discorso con le diverse divinità, ma sono capacità che non possono da sole stravolgere gli eventi.
Gli Dei stessi rimangono defilati, alteri, e imprevedibili. I loro scambi di battute con i negromanti della Legio Occulta sono le parti che prediligo, anche se in questo secondo capitolo sono per gran parte dell’opera assenti. La trasposizione che l’autore ne fornisce è a mio parere azzeccatissima, inserendosi alla perfezione nel tessuto storico narrato e contribuendo a far percepire al lettore quelli che potevano essere i credi, le superstizioni e le leggende degli uomini dell’epoca, un epoca nella quale il soprannaturale era ben più presente e marcato, risiedendo in tutti gli eventi naturali che la “scienza e tecnica” del periodo non erano in grado di spiegare.
In alcune recensioni il libro viene catalogato come storico/fantasy a causa di queste incursioni delle divinità. Non mi trovo d’accordo. Anche gli storici più tradizionalisti non possono fare a meno di riconoscere l’importanza di cui godevano riti vari, divinazione e oracoli all’epoca dei fatti narrati. L’accuratezza storica impressa dall’autore a descrizioni ed eventi è indiscutibile, le “licenze narrative” che si concede sono assolutamente marginali e non certo pervasive, oltre che del tutto plausibili nel contesto storico.
Detto questo analizziamo meglio l’opera, che a mio avviso non è esente da qualche problemino ben più rilevante.
Anzitutto l’inizio è decisamente lento, la vicenda dei versi delle sibille è costruita a mio parere in modo piuttosto goffo per essere opera di un autore con l’esperienza di Genovesi. Anche l’alternanza spazio/temporale dei capitoli non riesce a rendere appieno, creando più confusione che altro.
In casi come questo a mio avviso una narrazione lineare è del tutto preferibile visto che l’escamotage di presentare fatti avvenuti non solo in luoghi, ma anche in tempi differenti, non apporta nulla di così grandioso da giustificare la “fatica” del lettore a mettere insieme i diversi pezzi del puzzle.
L’impressione che ne ho avuto è quindi quella di trovarci al cospetto di un romanzo realizzato in modo frettoloso, con una trama non certo solidissima e personaggi non sufficientemente approfonditi (ad esclusione di quelli che ci erano ben noti dal primo volume). A tal proposito è proprio l’idea che l’autore viva sugli allori del primo romanzo a far dispiacere di più visto che la commistione fra rigore storico e misticismo evocato dalla Legio Occulta è stata una trovata veramente superba, mi sarei atteso qualche altro spunto di originalità che invece è venuto a mancare in questo “La Vendetta di Augusto”.
Ad ogni modo l’autore riesce a compensare parzialmente queste pecche con il gran finale, con un centinaio di pagine dedicata al solo scontro fra i Cherusci di Arminio e le legioni di Germanico, chiamato a vendicare l’ignominiosa disfatta di Publio Quintilio Varo a Teutoburgo.
Gli scontri al cospetto delle inospitali e tetre foreste dell’antica Germania sono un vero spettacolo, cruenti e brutali ma capaci di lasciare lo spazio a slanci di eroismo che ci fanno palpitare per scoprire come andrà a finire.
Epicità e carisma che vengono amplificati ogni qual volta entra in scena la Legio Occulta, garantendole un posto d’onore nell’immaginario dei romanzi di storia alternativa. In questo l’autore è maestro, riuscendo a rievocare in modo lampante lo spirito di grandezza che doveva aver animato la gens italica nell’espandere l’influenza dell’Urbe e che la spinse a imprese mirabolanti.
Per concludere quindi posso solo consigliarvi di leggere il romanzo capostipite, “La Legione Occulta dell’Impero Romano”, quello sì, assolutamente imperdibile. Poi lascio a voi decidere se proseguire con questo, avvertendovi però che i fasti percepiti nel primo non vengono più raggiunti.

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