un portale verso mondi "altri"

Il chioschetto dell'ebook propone:

domenica 22 gennaio 2017

Recensione: La Cappella Nera (Saga del Pozzo Vol. 3) di Gianluca Turconi [Rating 7]


Link Acquisto Amazon




Titolo: La Cappella Nera

Saga: Saga del Pozzo

Autore: Gianluca Turconi 


Genere: Sience Fantasy


Prezzo: Euro 0,99


Rating: 7/10

Sinossi: Il Tempo e la Morte sono confini che si possono violare.

Ne è cosciente Walbert Tredita, il guerriero sassone Pelle-di-lupo alla guida degli ultimi sopravvissuti dei Popoli del Nord - Franchi, Celti e Sassoni - che nel IX secolo d.C. hanno trovato rifugio in Irlanda, nel regno di Osraige. Essi fuggono dai Risorti, coloro che hanno eluso la vera morte grazie al potere smisurato del loro Signore, il Demone dai Cento Nomi, come viene chiamato l'uomo che li controlla, perché al momento del suo Ritorno nel Tempo si nascose dietro la falsa identità di Loki, il Dio ingannatore, e molti altri appellativi, ignaro egli stesso della propria origine.
Quei pochi superstiti in terra d'Irlanda sanno di essere condannati all'estinzione, non solo perché dal cielo ha ricominciato a cadere la Manna dei Risorti, la sostanza che rianima i defunti, ma anche a causa della Maledizione dei Nati, l'inspiegabile evento che non permette alle madri di partorire figli vivi. Ogni speranza pare ormai perduta, in vista dell'ultima battaglia campale contro le schiere del Signore dei Risorti.
Tuttavia, in altri luoghi e in altri tempi, uomini e donne coraggiosi lottano affinché il Signore dei Risorti non abbia la meglio.
A Konstantinoupolis, Harald Haraldsson, mercenario vichingo della Guardia imperiale bizantina sopravvissuto insieme al fratello alla calamità sovrannaturale che ha travolto l'Europa medievale, è impegnato nella caccia a Fenrir, il mutaforma figlio di Loki, in possesso di uno strumento per uccidere il padre: la Pietra che conserva una traccia del suo sangue, perduto prima che la sua natura si rivelasse. Per aiutarlo nell'impresa, gli è stato affidato un prigioniero con poteri eccezionali e un destino particolare. Si tratta dell'ultimo bambino nato vivo sulla Terra, un Sassone di cui i sacerdoti del suo popolo ebbero così tanta paura da forgiare una Catena munita di sigilli runici che lo soggiogassero.
Eppure, qualcosa di inaspettato si inserirà in quest'epica lotta. E se il Signore dei Risorti non fosse il nemico più pericoloso, ma qualcosa di ignoto avesse violato il Tempo, a partire dal XX secolo della Guerra Fredda tra USA e URSS, approfittando del Creato in disfacimento generato dall'esistenza del negromante e perseguendo propri fini?
Per opporsi a questa nuova minaccia, non rimarrebbe altro da fare che comprendere quanto è scritto sul Muro dei Ricordi alla Cappella Nera, la dimora scelta dal Signore dei Risorti a Konstantinoupolis. E' una frase breve, ma dal significato molto ambiguo, destinata a tutti coloro che ancora credono nella salvezza dell'Umanità, in qualunque tempo e luogo vivano: "Seguite il bambino, egli sa".

Recensione: Oggi recensisco il capitolo finale della “Saga del Pozzo” di Gianluca Turconi. Per chi non avesse letto le precedenti puntate, ecco i rimandi alla recensione de “Gli Dei del Pozzo”, e a quella de “Il Cavaliere del Tempio”.

Anzitutto una doverosa premessa: sono passati due anni dalla recensione al secondo episodio e questo è un fattore da tenere in considerazione, soprattutto alla luce della premessa che mi accingo a scrivere. L’inizio de “La Cappella Nera” mi ha lasciato spiazzato.
Complice la mia pessima memoria, e il succitato ampio lasso temporale, ho impiegato più del dovuto a riprendere in mano il filo del discorso e certamente mi sono perso delle parti salienti, impegnato come ero a tentare di ricordare. L’opera del Turconi è infatti una saga complessa, con diverse linee narrative che si dipanano in diverse finestre temporali. Sicuramente parte della colpa per questo spiazzamento iniziale è quindi mia, ciò non toglie che un bel riassuntino iniziale sarebbe stato molto utile, e forse non solo a me. Personalmente ritengo che quando il seguito di una saga tardi ad arrivare, o comunque superi l’anno (certo peccati veniali a confronto di campioni del calibro del buon vecchio G.R.R.Martin!), sia cosa buona agevolare il lettore. Ho trovato diversi casi di autori indie che hanno intrapreso questa scelta e personalmente l’ho sempre apprezzata. Certo la sinossi è d'aiuto e risulta una giusta intuizione dell'autore, che forse ha avuto in parte la mia stessa idea. 
Detto questo, passiamo alla recensione vera e propria.
L’autore, come in precedenza, mostra le sue doti con una prosa fluida e capace di evocare immagini chiare anche nei momenti più visionari del suo romanzo, che a mio avviso rimangono uno dei punti di maggior forza dell’opera del Turconi. Nei tomi precedenti avevo segnalato una complessità sia nelle scelte lessicali che nella costruzione delle frasi che avrebbe potuto dar noia a qualche amante del “semplice è bello”, invece mi pare l’autore abbia optato in questo caso per una prosa più snella che agevola il dipanarsi della trama, senza nulla togliere alle belle atmosfere create con grande maestria. Che si tratti di santuari dell’antichità, moderni drugstore o fetide paludi, l’autore si trova sempre a proprio agio regalandoci la sensazione di vivere in prima persona le avventure narrate.  
Non c’è che dire, il tourbillon degli eventi che hanno luogo in periodi diversi e negli scenari più disparati, mantiene il suo fascino inalterato rispetto ai capitoli precedenti e non mancheranno certo le sorprese. Scene cruente e crude si alternano ad approfondimenti psicologici dando origine ad un mix affascinante e ben congeniato. In questo capitolo infatti l’autore si concentra maggiormente sull’aspetto psicologico e sulla tempra morale dei diversi protagonisti, che si vengono a trovare innanzi ad eventi che trascendono l’umana forza e determinazione. Fede, forza di spirito, determinazione, amicizia, spirito di sacrificio e amore vengono scandagliati sino alle viscere, estrapolando i sentimenti e le emozioni dei protagonisti, che fortunatamente annoverano personaggi in chiaroscuro, capaci di farci trepidare senza mai schierarsi apertamente sino al gran finale. Un’incertezza che contribuisce grandemente alla buona riuscita della storia con quelle posizioni in chiaroscuro che, a mio avviso, fanno la differenza fra un romanzo ben congeniato e la massa di romanzi fotocopia con buoni e cattivi.
Insomma un’opera ben riuscita che si cala in una trilogia assolutamente imperdibile.
Ammetto che i primi due tomi dell’epopea, complici le battaglie che contenevano e le idee originali e brillanti poste a pilastro del mondo immaginato e descritto dal Turconi, mi avevano conquistato maggiormente, ma si sa, ogni trilogia non può mantenersi sempre al medesimo livello e in questo caso, il terzo capitolo mi ha dato qualcosa in meno rispetto al solito, anche perché alcuni retroscena erano stati svelati in precedenza. Considerando però che si partiva da livelli assolutamente d’eccellenza non posso certo ritenermi insoddisfatto, quindi mi sento di consigliarvi assolutamente anche questo volume.
Nulla da segnalare sulla cura del prodotto in sé, cover molto bella, testo curato e privo di refusi, impaginazione impeccabile, prezzo assolutamente incentivante, un regalo in pratica. Voto 7 per una autore che dà lustro a tutta la categoria degli indie e del quale, vedrete, vi troverete ad attendere con ansia il prossimo lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento