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mercoledì 24 marzo 2021

Recensione: John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs

 



SINOSSI:

Misteriosamente trasportato su Marte, l’avventuriero ed ex soldato John Carter si trova proiettato in un mondo sull’orlo del collasso, dove schiere di tribù semibarbariche si combattono senza sosta. Nient’altro resta dell’antica e gloriosa civiltà che abitava il pianeta. In questa decadente realtà, la scienza spesso deve cedere il passo alla forza bruta e saper maneggiare una spada si rivela più utile di qualunque altra conoscenza. Così, tra razze sconosciute, mostri terrificanti, combattimenti all’ultimo sangue e antichi ritrovati, Carter viene coinvolto in un colossale conflitto che sembra non conoscere tregua e deve dimostrare di saper sopravvivere in quell’ambiente violento e ostile. Ma sul Pianeta Rosso il terrestre troverà anche l’amore della bellissima principessa Dejah Thoris e scoprirà che la salvezza di Marte e dei suoi abitanti è nelle sue mani.


RECENSIONE:

Ero molto curioso di leggere il romanzo John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs avendolo visto in molte librerie di amici e conoscenti appassionati del genere. 

Diciamo subito che il protagonista è capace di attirarsi subito la nostra simpatia, rappresentando bene l’eroismo tipico dello spirito del tempo nel quale fu scritto. Impossibile quindi non empatizzare con l’avventuriero ed ex soldato John Carter, sempre pronto a mettere a repentaglio la propria vita per l’onore proprio e dei propri protetti, o della donna che ama. 

Burroughs è molto abile nel tratteggiarne gli atteggiamenti rendendolo ben più reale dello stereotipo che potrebbe far immaginare. Quindi il protagonista è decisamente buono, l’ambientazione anche, seppur non più di tanto particolareggiata, ciò che invece devo notare è che la trama presenta parecchie ingenuità che alcuni giustificano con l’età del testo risalente a oltre un secolo fa. 

In generale alcune trovate per far uscire i protagonisti da situazioni spiacevoli mi sono parse un po’ troppo artificiose, di certo inadatte agli smaliziati occhi dei lettori moderni. Così come alcuni incontri/salvataggi/interventi talmente pilotati da render impossibile sorreggere la sospensione dell'incredulità.

Insomma, pur conscio di attirarmi le invettive degli amanti di questo romanzo, non posso esimermi dal constatare che l’opera risenta parecchio dell’età, e sia invecchiata piuttosto male, rispetto alla concorrenza. Rimane comunque una lettura piacevole, un'avventura ricca di avvenimenti da leggere e consumare spegnendo la razionalità e lasciandosi trasportare con serena fiducia sulle lande rosse del pianeta Marte.  

Rimango tuttavia dell’idea che se siete alla ricerca di godere di avventura pura e volete gustarvi qualcosa dal gusto esotico e polveroso degli inizi del XX secolo vi consiglio caldamente, senza nulla voler togliere al buon Burroughs, di cominciare con il nostrano Emilio Salgari. Nella sua sterminata produzione troverete di certo di che baloccarvi, in quanto a fantasia e azione non è certo da meno.   


Andrea Zanotti

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