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sabato 18 settembre 2021

Recensione: Nel ventre di Enghquondo di Martina Tognon [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 

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Opera: Nel ventre di Enghquondo

Autore: Martina Tognon

Editore‏: Pubblicazione indipendente

Genere: fantascienza

Target: Young/adult

Prezzo: ebook 2,99 - cartaceo 9,99

Rating: 7

Sinossi:

Ci sono più forme di vita nell’universo di quante la mente umana possa immaginare, alcune letteralmente inconcepibili. Quando un Impero decide di espandersi, distruggendo sul suo percorso tutto quello che non si conforma, c’è solo una via di uscita.

La ribellione.

Ci sono molte forme di ribellione. La storia Terrestre è piena di rivoluzioni, chissà perché l’Imperatore presumeva di essere al sicuro. 

Quando la rivoluzione la fanno i deboli non è detto che riesca, ma quando a fare la rivoluzione sono gli esseri potenzialmente più potenti del Quadrante, le cose possono prendere pieghe inaspettate.

Recensione:

Eccomi qui a recensire il primo libro di una saga di fantascienza, di una delle più poliedriche autrici, che spazia dal fantasy al romance. Non c’è che dire. 

In questa storia, non troviamo la solita narrativa fantascientifica, dove extraterrestri attraenti seducono o si fanno sedurre dalla terrestre di turno. Direi che andiamo oltre le aspettative dei soliti romanzi science fiction. Qui la storia è di tutt’altro livello, ben pensata, complessa, visto che i protagonisti combattono per ottenere la libertà del proprio popolo e liberarlo dalla condizione di schiavitù. 

In questo primo volume, la potenza è costituita da persone avide, impietose e sfruttatrici di un popolo ormai ridotto alla miseria e alla disperazione; un’afflizione che spingerà il popolo di una stirpe evoluta e alquanto portata nell’arte della guerra, “gli Enghquondo”, a ribellarsi poiché sopraffatti dall’intolleranza, che la potenza totalitaria ha messo in atto contro i ribelli e la gente che non vuole sottostare al loro dominio.

Di certo il coraggio non mancherà a due dei protagonisti di questa storia: Jianijix e Mashar, descritti in modo particolare e ben delineati in ogni sfaccettatura.  

Il registro colloquiale non è mai scialbo, anzi, è costruito in modo attento e riflessivo. Questo si evince dalle frasi dialogiche di ogni protagonista.  Ad esempio: capitolo primo: “BioAI Xandar 999 non ha consentito l’accesso. In nessuna delle due modalità.”

“Le starai antipatica. Invia una richiesta di contatto a nome mio.”

“Eseguo. Risposta affermativa. L’Ammiraglio Jeb sullo schermo.”

Capitolo quinto: “Bella la teoria, peccato manchi la pratica.”

“Come siete passati da volontari a schiavi? E prima ancora, perché essere volontari?”

Questa del capitolo sei, poi, coinvolge il lettore alla massima potenza: “Che ora, non è che la situazione sia cambiata. Ho scelto questa vita, questa uniforme, questa nave e sono ancora uno schiavo. Cosa vuoi che faccia? Cosa pensi che io possa fare?”  

Capitolo 7

Anello Orbitale.

Jianijix allungò la mano per aprire la semi cupola e si fermò di colpo.

 “Spegni i sensori devo vestirmi.”

“Fino a ieri non ti preoccupavi di girare nudo.”

“Fino a ieri non sapevo che mi guardavi!”

 La riproduzione di un sogghigno invase l’alloggio.

 “Quindi sapete anche ridere, – riprese Jianijix – mi fa piacere. Ora per favore, potresti chiudere gli occhi?” 

Ipov dei personaggi sono ben delineati a livello psicofisico. Sono audaci, a volte si perdono nelle loro insicurezze, e questo fa di loro dei protagonisti che hanno del reale. Il personaggio di Ekaterina, mamma di Dzheyms non lascia indifferente il lettore.

Lo stile dell’autrice, ulteriormente, aiuta a introdurre il lettore in quelle che sono le caratteristiche di un genere – non proprio facile – come quello fantascientifico, aprendo alla lettura d’amblè. Infatti, le pagine scorrono allo sguardo del lettore come un movie: leggero e stupefacente. 

L’idea di fondo è ben strutturata, ben studiata; peccato che, trattandosi di un primo volume, - come spesso accade – l’autrice ha dovuto sottostare alle spiegazioni per presentare la vita dei vari personaggi, lasciandosi andare a ripetizioni, sicuramente e umanamente “sfuggite” (Parker e Jianijix sapevano che in quel momento erano soli perché, in quel momento, anche il loro compagno era totalmente concentrato... Avverbio di luogo usato molto spesso dall’autrice nel corso della narrazione es: Tutti stavano lasciando indietro qualcosa in quel momento, lui lasciava un figlio su Kandar.

Quando Mashar si avvicinò a loro lo fece in assoluto silenzio. Compresero entrambi quanto fosse forte il suo dolore in quel momento, ecc).

A volte, in alcuni punti, la trama è meno sviluppata, e lascia qualcosa di indefinito nella mente del lettore; in altri passaggi, invece, scorre troppo in fretta. Inoltre, manca un po’ di quella suspense, che se invece fosse stata dosata e collocata al punto giusto della storia, avrebbe avuto un altro effetto sul lettore. Anche le scene di ribellione riepilogano troppo in fretta. Ci sarebbe voluto un minimo di action war, non so, delle armi tecnologiche forgiate e da chi, colpi di spada laser di rovescio, dritto, dal basso in alto, dall’alto in basso ecc. Anche se qui si parla di armi futuristiche, -tanto meglio! – Probabilmente, se è come penso, l’autrice ha voluto lasciare nel sequel il prosieguo dei combattimenti veri e propri...

Molto realistica la narrazione, dove il protagonista racconta il tradimento di suo padre ai danni, non solo di sua moglie, ma dell’intera razza. Non solo non aveva difeso lei e i suoi figli, addirittura aveva lasciato che le guardie dell’Impero li catturassero. 

Comunque, se ho evidenziato alcuni punti, è stato solo per dare modo all’autore di rivedere certi passaggi, - sempre se lo desidera – Ma veniamo a noi! 

Vi starete chiedendo, perché dopo tutte le mie puntualizzazioni precedenti abbia assegnato un voto discreto? Eccovi la risposta: sono state le parti discorsive a farmi giungere a questa conclusione; dialoghi che ho apprezzato molto. Libro consigliato: 

Ora attendo di leggere il sequel... 

Voto: sette


Peg Fly

2 commenti:

  1. Ringrazio per la recensione, di certo prenderò nota dei commenti... tutto quello che è fatto con intenzioni costruttive fa sempre piacere.

    Questo libro è stato uno dei miei primi, spero di essere gà migliorata, ma non smetterò certo di ascoltare i suggerimenti dei lettori.

    Ancora grazie.
    Martina

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  2. Grazie a te Martina. Condivido appieno il tuo modus cogitandi. Credo sia fondamentale per ogni autore che desideri migliorare la propria scrittura. Alla prossima allora!

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