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domenica 8 maggio 2022

Recensione: Incubi grotteschi di Antonio Pilato [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: Incubi grotteschi

Autore: Antonio Pilato

Editore: Mario Vallone

Prezzo: cartaceo 10,00 Euro

Genere: Horror

Target: Young/adult

Rating: 7

Trama:

“Le menti più normali penseranno sicuramente che la mia codardia sia in grado di superare i misteri delle oscure volte celesti che occupano latenti l’infinito cosmo, ma è quando si acquisisce il temporaneo coraggio di sbirciare al di là dell’universo che tutto diviene inevitabilmente follia”. Racconti.


Recensione:

Con “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”, l’autore introduce il lettore attraverso un nostos che ha del grottesco, una dimensione sospesa tra realtà e immaginazione, dove oscuri presagi e presenze hanno origine dalla nostra psiche, o per essere più precisi, dal nostro subconscio: parte dove vengono rimossi i ricordi e le esperienze negative, insopportabili, che non vogliamo riemergano per non causarci sofferenza. 

Per questo la nostra mente li bandisce, relegandoli nella parte più nascosta della nostra psiche.

Antonio Pilato, con il suo stile ricco ed elegante, se vogliamo alla D’Annunzio (conversazioni silvane – racconto: La notte più buia) ci ricorda quelli che sono stati i grandi maestri della letteratura Horror e gotica del passato; per citarne alcuni: Lovecraft o il mio amato Poe, che di ogni sua pagina ne faceva un capolavoro. (Il gatto) per citarne uno. Ma non voglio dimenticare nemmeno gli scrittori made in Italy come il nostro Italo Calvino. E già, che con il suo “Il Lampo” estratto da: Prima che tu dica pronto, racconta la vicenda di un uomo che all’improvviso, mentre cammina in mezzo alla strada, è colto da una sensazione che lo pervade: vede il mondo sotto una luce nuova, raggiunge per pochi secondi una realtà nuova di consapevolezza, vede le cose che lo circondano per come sono, scorge la follia, l’insensatezza del mondo e della vita propria delle persone che gli stanno attorno. 

La lettura è scorrevole, senza intoppi tranne qualche refuso. Buona e ben impostata la suspense, con la quale l’autore riesce a emozionarti e a lasciarti con il fiato sospeso fino all’ultima riga di ciascun racconto. 

Buona l’idea di associare le tre parti con le quali sono state raggruppati i racconti e dedicati agli amici dell’autore: “I guerrieri”, che insieme a tutti gli altri protagonisti delle storie, mi sembrano caratteristicamente parlando, simili a quelli teatrali jonescani, come ad esempio l’insegnante Josefína Borovský, descritta magistralmente dall’autore. Il piccolo Jakub, un bambino iperattivo che il protagonista incontra nella scuola di Okerreko Arkanoa. O il signor Puyol, che nella descrizione psicofisica mi ricorda vagamente il racconto “Il Cappotto” di Gogol.  Azzeccata per la scomparsa del piccolo Jakub la sentenzia originale di Publilio Sirio, drammaturgo romano: (la) Mors infanti felix, iuveni acerba, sera nimis seni.

I bambini muoiono felici, i giovani amaramente, i vecchi troppo tardi. 

Racconti irrazionali che scavano nella mente umana come una pala meccanica, portandoci a riflettere su quanto possa essere sottile la linea che separa la realtà dall’immaginazione. Devo dire che ogni racconto è originale e unico, sia per contenuto, personaggi, sia per l’osservazione psicologica che l’autore inserisce in ognuno di essi. Ogni frase, ogni racconto è pensato con finitezza di particolari e di termini specifici, comprese le rappresentazioni oniriche. Buona l’idea di dividere la raccolta in tre parti: Le Confusioni innate – Le circostanze curiose e Le razionalità colorate – (riferimento, come dicevo prima – paragonate ai tre guerrieri, amici dell’autore). 

Nella prima parte mi ha colpito molto il racconto “Cacofonie da appartamento” fenomeni sonori che lasciano a chi li sente qualcosa di misterioso e magico allo stesso tempo. Un dono, chissà, sceso dal cielo per aprire gli occhi a noi esseri umani? Forse.  

“Sai Edgardo che il cielo mi ha offerto un dono? Ora vedo con i suoi occhi: quando c’è il sole, si scottano, quando piove, piangono, quando soffia il vento, si seccano, …” Un dono per far sì che noi possiamo comprendere gli altri, infondendo nel nostro animo quella resilienza che molto spesso manca. Nella seconda parte, dal titolo: Le circostanze curiose, mi ha colpito il racconto: “La scomparsa del piccolo Jakub Vančura” e nella terza: Le razionalità colorate, il racconto: “La mosca democratica”.

Devo ammetterlo; non ho mai letto nulla di questo autore e, credo che da oggi in poi lo farò, perché quando un’opera di genere narrativo come questa ti porta a riflettere, non puoi non farlo. È d’obbligo. 

Consigliatissimo a chi ama sia il genere Horror-weird arricchito da buone dosi di psicologia.

Voto: sette

Peg Fly

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