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mercoledì 5 giugno 2013

Strategia di Scrittura nº12: Scegli il numero di elementi con uno scopo


Gran parte del materiale di questo articolo - esempi esclusi - è tratto e/o riadattato dal manuale “Writing Tools” dell’insegnante di scrittura Roy Peter Clark, che ringrazio immensamente!

Caro scrittore consapevole, lo sappiamo, quando metti giù una frase o un paragrafo ti tocca affrontare mille volte lo stesso problema: quanti elementi usare? In quale ordine? La questione non è riducibile a una scienza, eppure nulla ci impedisce di attivare i raggi X e cominciare a “dare i numeri”...

Il Linguaggio dell’Uno

Quel tipo è paziente.
In questa semplice frase, definiamo quel tipo in base a una sola caratteristica: la sua pazienza. Forse dovremmo fornire delle prove, ma per ora vogliamo appena che il lettore si concentri su quella specifica qualità.

È proprio questo effetto di singolarità, di unilateralità, di mancanza di alternative, che caratterizza il Linguaggio dell’Uno.

Gesù pianse.
Va’ all’inferno.
Dopo.
Fallo e basta.
Tornerò! (I’ll be back!! :))
Sono felice.
Se vuoi che il lettore interpreti qualcosa come una verità assoluta, esprimilo con la frase più corta possibile. Parola di Tom Wolfe.

Il Linguaggio del Due

Che succede quando scopriamo che:

Quel tipo è paziente e scaltro.
Lo scrittore ha cambiato la nostra prospettiva. Il lettore, comunque, non è costretto a scegliere tra le due caratteristiche: deve piazzarle sulla bilancia, confrontarle e metterle in contrasto.

Mamma e papà.
Bud Spencer e Terence Hill. (e come suona male se invertiamo l’ordine!)
Acqua e vino.
Io e te.
Rock ’n’ Roll!
Il Linguaggio del Due divide il mondo.

Il Linguaggio del Tre

Quel tipo è paziente, scaltro e privo di scrupoli.
Via via che la frase cresce, conosciamo quel tipo in modo sempre più completo. Piuttosto che ridurlo a un personaggio di grande pazienza, o evidenziare il contrasto tra la sua pazienza e la sua scaltrezza, decidiamo di “triangolare” le dimensioni del suo carattere.

Nella nostra cultura, il Tre trasmette una sensazione di completezza.

Padre, Figlio e Spirito Santo.
Qui, Quo e Qua.
Un francese, un tedesco e un italiano (entrano in un bar... :)
Gullit, Rijkaard e Van Basten. (e manco sono milanista :)
Il Buono, il Brutto e il Cattivo.
“Sono cattivo, incazzato e stanco.”
Se dico:

Odio la fame, la sete e il freddo, ma più di tutto odio John Smith.
creo un efficace passaggio dal trino all’uno, da una visione del tutto alla comprensione di ciò che davvero conta.

Il Linguaggio del Quattro e più

Nell’anti-matematica della scrittura, il tre è maggiore del quattro. Tre trasmette il senso della totalità molto meglio di quattro o più.

Quel tipo è paziente, scaltro, privo di scrupoli e nevrotico.
Troppa roba, abbiamo rotto il cerchio!

Ciò non significa che il Linguaggio del Quattro sia inutile, anzi. Quattro o più elementi in un solo passaggio aiutano a produrre un effetto di fluidità letteraria che già Omero utilizzava nel descrivere le tribù greche.

ZAP frigge le persone, HOT le incendia, FOF crea una barriera, WAL un muro ancor più spesso, FAL ti fa cader leggero, GOB crea un esercito di goblin, YOB un battaglione di giganti inferociti, e potrei continuare fino a domani. Volevi un mago? L’hai trovato.
(Hai riconosciuto il grimorio di provenienza degli incantesimi? Se sì, devi essere un vecchio lettore di LibriGame come me, complimenti!)

Ricapitolando:
  • usa Uno per la forza;
  • usa Due per la comparazione e il contrasto;
  • usa Tre per la completezza, la pienezza, la rotondità;
  • usa Quattro e più per elencare, inventariare, compilare ed espandere.

Facile, no? Come contare fino a quattro. (magari!)

Se ti va, invece dei soliti esercizi, prova ad aggiungere qualche esempietto pratico nella sezione dei commenti (tipo quelli che hai trovato in questo articolo).

Tre, due, uno, via, buon divertimento!

Image courtesy of digitalart / FreeDigitalPhotos.net

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