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martedì 10 settembre 2013

Strategia di Scrittura nº17: Semina indizi


Gran parte del materiale di questo articolo - esempi esclusi - è tratto e/o riadattato dal manuale “Writing Tools” dell’insegnante di scrittura Roy Peter Clark, che ringrazio immensamente!

Immagina di dare il là a un racconto con la seguente descrizione:

L’erba di Kirkshire era ogni anno la più verde del contado, un verde grasso e lucido che dava invidia a tutti.

Niente di strano, vero?
E se più avanti nel racconto compare questa scena?

Il detective Rijkaard arretrò con una mano sulla bocca, cercando di resistere ai conati di vomito. Inciampò sui talloni e cadde di schiena tra quell’erba morbida, accogliente, lanosa come il vello di un tappeto. Scattò in piedi con un moto di ribrezzo. Ormai sapeva perché l’erba di Kirkshire fosse di un verde così osceno.
Quante fosse comuni si aprivano sotto i suoi piedi, uguali a quella che la sua pala aveva appena messo a nudo?

È una bella sorpresa per il lettore - si fa per dire - ma il punto interessante è che la rivelazione sia già stata adombrata nelle primissime righe del testo, a sua insaputa.

Gli indizi seminati tra le righe di un racconto, soprattutto verso l’inizio, offrono una vaga, subliminale indicazione di ciò che accadrà in futuro, e trasmettono a chi legge quell'ineffabile sensazione di: “Uhm... Possibile che sia proprio così? O me lo sto sognando? Devo continuare a leggere, devo sapere!”

Questa è la prima di quattro tecniche di stretta parentela, o quantomeno collegate, che considereremo una per una nel corso delle prossime settimane, e che ci aiuteranno a “spingere” il lettore con entusiasmo attraverso il testo.

È una strategia di uso comune anche nel cinema, che non di rado convince lo spettatore, una volta terminata la pellicola, a pigiare sul tasto rewind. Chi di noi non è tornato a guardarsi le scene con Bruce Willis e il bambino, dopo aver visto “Il Sesto Senso”? O chi ha resistito alla tentazione di un fermo immagine nel corridoio della vittima di “Profondo Rosso”?

Un altro esempio pratico:

Tutti gli ripetevano che il volo era la forma più sicura di viaggiare. Sua sorella volava due volte a settimana. Suo zio tutte le estati, quand'era tempo di vacanze. Diamine, persino sua zia Patty sonnecchiava il volo intero da New York a LA, senza sprecare una goccia di sudore.
“Basta, ci vado anch'io” annunciò Ben a sua moglie con aria trionfale.

Piuttosto palese, neh? Sappiamo tutti che succede dopo. O forse no.
Nulla ci impedisce di cambiare un po’ le carte in tavola, per spiazzare e divertire il nostro lettore.

Il Boeing 747 atterrò a Miami senza neanche uno scossone. Poco dopo, mentre era in fila ad attendere i bagagli con un sorriso ebete stampato in volto, Ben si sentì un perfetto idiota. Gli era persino piaciuto, ammirare i castelli di nuvole bianche da lassù.
Pensava già con allegria al viaggio di ritorno, quando sui monitor comparvero le prime scene del disastro.
Un Boeing in fiamme, uguale al suo. Riconobbe il numero del volo sul trafiletto di notizie che scorreva in fondo al video: giusto quello che non era riuscito a prenotare, a causa della sua lentissima connessione web.

L’anticipazione è utile anche a scopo persuasivo. Se voglio convincere qualcuno di qualcosa, posso aprir le danze con  un’affermazione:

“Il potere logora chi non ce l’ha” diceva un saggio, e l’esperienza mi ha insegnato a crederlo.

Da qui in avanti - anche mooolto più avanti, se voglio tenerlo sulle spine - posso mostrare al lettore il perché di questa amara conclusione. Evvai di intrighi di stato, mafiosi, polizieschi, cospirazioni aliene e così via.

Dobbiamo però stare attenti a non provocare un effetto opposto a quello sperato, per via di anticipazioni “dimenticate” o mai concretizzate. È quella che chiamano “la Pistola  di Chekhov”, o in due parole: “Non piazzare un fucile carico sul palco se nessuno ha intenzione di far fuoco”.

Inutile, anzi dannoso e frustrante, inserire nel testo elementi che ammiccano al lettore, per poi rivelarsi del tutto superflui o semplicemente dissolversi nel nulla. È un problema spinoso soprattutto nel caso di romanzi lunghi o saghe... chiedete a me, ne so qualcosa. :)) Niente di meglio di un team di volenterosi editor, per aiutare lo scrittore a non spararsi in testa con l’odiosissima Pistola.

 Image courtesy of digitalart / FreeDigitalPhotos.net

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