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domenica 19 febbraio 2017

Recensione: Halo. La caduta di Reach di Eric Nylund


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Sinossi:
L'umanità si è espansa oltre il Sistema Solare. Esistono centinaia di pianeti che ora chiamiamo "casa". Il Comando Spaziale delle Nazioni Unite ora fatica a controllare un così vasto impero. Dopo aver esaurito tutte le strategie utili a evitare che le insurrezioni nei vari mondi si tramutino in una guerra civile interplanetaria, l'UNSC ha un'ultima speranza: la dottoressa Catherine Halsey, dell'ONI, ha lavorato duramente a un programma top secret che potrebbe mettere fine a questo conflitto...un programma che inizia con settantacinque bambini, tra cui un ragazzino di sei anni di nome John. La Halsey non avrebbe mai potuto immaginare che quel bambino sarebbe diventato la sola chance dell'umanità contro una potente forza aliena decisa a spazzarla via. Questa è la storia di Master Chief e delle battaglie che condussero l'umanità faccia a faccia con la sua possibile estinzione.

Recensione:
Spesso in passato abbiamo assistito alla trasposizione videoludica dei grandi romanzi del fantastico, oggi invece vi presento un caso che ha seguito la via inversa: dal videogame al romanzo. “Halo, la caduta di Reach” è l’esordio di una saga che si è rivelata un gran successo, sia sulla carta che sul video, collezionando migliaia di appassionati. Confesso che mi ero approcciato titubante a questo romanzo, attratto dalle immagini del videogioco, al quale non ho mai giocato in prima persona, ma ne esco realmente sorpreso: un ottimo lavoro.
Il romanzo, proposto in Italia dalla  multiplayer edizioni, ci narra il traumatico contatto fra l’uomo e una razza aliena a dir poco bellicosa e di come l’umanità abbia dovuto scendere a compromessi con l’etica e la morale per arrivare a formare un elité di soldati capaci di opporvisi.
Una prosa semplice, essenziale e fluida che rende la lettura accattivante, veloce e traboccante azioni mozzafiato. Tanto di cappello insomma. Le scene che ritraggono gli scontri fra le flotte composte dai diversi vascelli spaziali, sono fra le più memorabili che io riesca a ricordare. Ma l’intera narrazione appare ben fatta, con una trama solida e non certo banale, capace di soddisfare appieno gli amanti dei grandi classici della fantascienza.
L’approfondimento dei personaggi, pur figurando in secondo piano rispetto all’azione adrenalinica, non è assolutamente banale, e gli spunti per rendere appetitosi i volumi seguenti non mancano di certo. Anche la parte più “tecnologica” viene approfondita senza mai scadere negli eccessi che spesso finiscono con l’annoiare o appesantire le storie di questo tipo. Altro punto di forza è la fragilità di questi “superuomini” che seppur dotati di un dna potenziato e dei migliori armamenti possibili, finiscono con il risultare alla fine dei conti come qualsiasi mortale, favorendo l’empatia al comune lettore che è portato a sentirli più vicini e finisce con l’essere maggiormente coinvolto nelle loro missioni al limite dell’impossibile.
L’universo immaginato da Eric Nylund non viene approfondito più di tanto in questo primo capitolo, la scelta mi pare ben precisa e mirata, lasciando ampi spazi al disvelarsi graduale dei mondi coinvolti nei seguenti volumi, inutile sovraccaricare il lettore con lunghe dissertazioni spezzando il ritmo. Anche gli avversari dell’umanità rimangono a lungo nell’ombra, avvolti dal mistero e svelati passo per passo, e sono tutt’ora, alla fine di questo primo volume, carichi di lugubri aspettative che ci costringono a scoprirli nei prossimi volumi.
Ad ogni modo, già detto il punto di maggior forza, quello che maggiormente mi ha impedito di staccarmi dalla lettura di questo Halo sono state le battaglie, sia a livello di schermaglia che su più vasta scala e la cosa mi ha stupito positivamente, poiché quando i superuomini sono nel ventre di titanio di un incrociatore spaziale, tutta la loro preparazione e i loro poteri quasi divini sono a tutti gli effetti inutili, ed è proprio allora che ci appaiono maggiormente vicini. Gli scontri fra flotte spaziali sono descritti in modo capillare e dettagliato pur mantenendo tutta l’adrenalina dell’azione convulsa che possiamo ben immaginare quando coinvolti nella pugna risultino centinaia di vascelli delle più disparate dimensioni.
Insomma alla fine dei conti non posso che consigliarvi di cuore questo bel romanzo. Personalmente mi trovo costretto a continuare la lettura anche dei capitoli successivi, andando a rimpinguare la già cospicua coda lettura...

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