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domenica 16 luglio 2017

Recensione: Il Ritornante, Vol. 1: Il Primo Ritorno di Lorenzo Manara [Rating 7,5]


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Titolo: 
 Il Ritornante: Il Primo Ritorno



Genere: Fantasy

Prezzo: Euro 2,99

Rating: 7,5

Sinossi: In una città fuori dal mondo, dove i fumi industriali annebbiano i vicoli e i particolati carboniosi oscurano il sole, sta per scoppiare il conflitto. I capoguerra hanno chiamato a raccolta i seguaci, i tamburi hanno suonato, le bande sono pronte alla battaglia.

Nero vive rinchiuso nel suo appartamento, lontano dalla strada, lontano dai ricordi. È un ragazzo normale, o quantomeno è convinto di esserlo, che trascorre le giornate nell'apatia, in attesa. Vorrebbe cambiare vita, ma si ritrova invischiato in un mistero che va al di là della guerra fra bande. Un marchio compare sul suo petto, il simbolo di un quadrato che rivela la sua vera natura: Nero è un ritornante, un essere condannato a scontare una terribile maledizione...

Recensione: Il libro di cui sto per parlarvi è il primo di una saga fantasy dallo stile particolare. Il libro ruota intorno a due figure principali : i "ritornanti", persone che hanno il potere di resuscitare ( anche se con particolari limitazioni) e dei cubi capaci di guarire ogni danno (ma ad un costo).
Nello specifico, questo libro vede la propria trama svolgersi in territorio italiano, ma in due differenti epoche: nel 1500 seguiamo le orme di Jacopo Salviati e Giovanni de'Medici, i primi due ritornanti che ci vengono presentati, la cui storia sembra fare da anticipazione ad eventi ed incontri futuri, come se loro facessero parte di un contesto più grande ed importante di quello del vero protagonista di questo libro; nel 1888, invece, possiamo seguire le vicende di Nero de'Medici, uno scrittore squattrinato che vive in città durante il boom della rivoluzione industriale.
Questa seconda ambientazione è l'effettiva storia principale di questo volume e vede Nero ritrovarsi impelagato all'interno di una guerriglia intestina alla città, dove bande di criminali (piuttosto pittoreschi) la fanno da padrone. Il fulcro di molti degli eventi è legato al possesso di un particolare cubo dai mistici poteri, controbilanciati da terribili maledizioni. Se da una parte il cubo può curare qualsiasi cosa, lo fa convertendo il male guarito in sostanza solida, in un mostro feroce e letale. Il potere del cubo cela un altro potere: consumando tutto il potere dell'oggetto si può trasformare una persona in un "ritornante". Un ritornante è una persona che riceve il "dono" dell'immortalità ma per mantenerla deve pagare la sua esistenza con la vita di altri essere umani (o morire definitivamente). 
L'idea è piuttosto interessante ed il funzionamento del "ritornante" è congeniato abbastanza bene. Questa maledizione ha dei benefici ma le limitazioni la rendono gestibile. I ritornanti possono fare cose fuori dal comune, possono essere un modo per permettere ai personaggi di fare cose altrimenti infattibili, ma non sono invincibili.
Passando allo stile, il libro ne ha due diversi, separati da un punto specifico della trama (la trasformazione di Nero in un ritornante). Prima dell'evento c'è azione, ma il pericolo è palpabile, le minacce sono più pericolose e lo stealth cerca di farla da padrone. Dopo l'evento, invece, la condizione di "ritornante", e la sua meccanica di ricarica tramite uccisioni, permette situazioni più frenetiche, scelte di approccio più avventate, che mostrano effettivamente cosa è in grado di fare un "ritornante" (limiti compresi).
Parlando delle descrizioni, le ho trovate piuttosto accurate. Il clima soffocante della città, l'idea di un ambiente grigio e malsano, tipico degli inizi dell'era industriale (e che in alcune parti ancora persiste) è reso perfettamente. Stessa cosa vale per i personaggi che godono, oltre di una buona descrizione, di una caratterizzazione memorabile (come fai a scordati di un tipo come Rembrant?).
Passando al capitolo "scorrevolezza" ci sono alcune note negative da mettere in risalto. Il libro scorre e prende ma ci sono troppi intermezzi che spezzano la narrazione. Il libro parte con Jacopo Salviati e Giovanni de'Medici, ti presentano i personaggi, gli eventi che li porteranno ad essere dei "ritornanti", pensi che siano loro i protagonisti e poi si passa a Nero. Non sai chi sia, quali siano i legami di Nero con gli eventi dei primi capitoli e ti fai mille storie sul perché sia stata fatta tutta quella premessa, perché ti sia stata raccontata la storia di Jacopo e Giovanni, una storia che, per tutto il libro, ho trovato più dannosa che utile. Immagino servirà per eventi che accadranno in altri libri, ma costringe la storia a partire due volte. Oltre a questo, la trama dei due "ritornanti" spiega alcune cose che poi verranno spiegate, di nuovo, nella storia di Nero, cancellando la suspance e la curiosità sul perché o sul come avvengono determinati eventi. L'idea che ci si fa non è quella di due storie narrate per convergere, ma di due trame separate, due libri diversi ma inseriti nello stesso libro per fare massa.
Altra nota negativa che ho notato è la presenza di alcune forzature di trama. Nero si trova spesso coinvolto in determinati eventi per sua scelte. Sembra sempre alla ricerca del modo migliore per farsi ammazzare. Sfida più e più volte il pericolo perché cerca informazioni utili al suo lavoro. Quale lavoro lo costringe a rischiare la vita? È un giornalista? È un detective? No, è un romanziere. Capisco la ricerca della verità, ma chi è che per scrivere un libro di narrativa è disposto a rischiare, più volte, di prendersi una pallottola in testa? Fortunatamente, a metà libro circa, le motivazioni diventano più credibili e questa pseudo scusa viene accantonata, ma risulta comunque fastidiosa.
Passiamo alla parte più "materiale" della recensione.
Il libro si presenta bene. La sinossi è molto chiarificatrice della trama (qualche informazione in più e si sarebbe potuto parlare di spoiler) e dell'ambientazione. La coperina è bellissima e mette in primo piano il volto del protagonista (quando diventa un ritornante). Davvero molto ispirata.
Riassumendo, il libro è molto valido anche se presenta delle scelte narrative (a mio dire) discutibili. Originale nell'ambientazione e nelle meccaniche del potere concesso al protagonista, presenta anche diversi personaggi interessanti. I tempi della narrazione sono quelli tipici di una storia di "origini". Nero deve essere presentato, il lettore deve comprendere chi è il protagonista e come ragiona, deve capire quale sarà il cambiamento che dovrà affrontare nel momento in cui riceverà la maledizione, senza dimenticare tutto quello che è il contesto in cui si dovrà muovere.
In definitiva il libro convince ed intrattiene durante le sue 350 (circa) pagine (la storia parallela nel passato non è molto voluminosa, quindi, anche senza di quella ci si aggirerebbe comunque sulle 300 pagine) ed i 3 euro di prezzo sono più che meritati. Lo consiglio a chi cerca un impegno letterario a lungo termine, chi cerca una saga da iniziare, data l'impronta molto marcata da libro di "origini". La storia è godibilissima anche a sé stante, ma il finale aperto ed i difetti di cui ho parlato vengono ampiamente smussati intendendola come facente parte di una trama di più ampio respiro.
Piccola parentesi sul genere. Ho definito questo libro come "fantasy" anche se non sono riuscito a trovare la catalogazione decisa dall'autore. In altre recensioni è stato definito in mille generi (da un accettabile "horror" ad un incomprensibile "fantascienza"). Ho deciso di incapsularlo nel fantasy dato che si concentra sulla maledizione del "ritornante" in quanto elemento magico/potere sovrannaturale intrinseco di quel mondo, (elemento narrativo tipico del fantasy, appunto).
Voto
7.5/10

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