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mercoledì 26 giugno 2019

Recensione: God Breaker di Luca Tarenzi


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Sinossi:
Gli dei esistono. Camminano in mezzo a noi, vivono dentro e fuori la realtà di tutti i giorni, hanno macchine, uffici, soldi... Ma non tutti. Alcuni stanno morendo, travolti dalla perdita di tutti i loro seguaci; altri combattono una lotta spietata per tenersi il proprio posto nel mondo, usando tutti i loro poteri per conquistarsi l'agiatezza e agire in incognito. Ma un giorno uno di loro, Liathàn, si ritrova coinvolto in una sfida: un ragazzo, giovane e apparentemente potentissimo, è sulle sue tracce, e non si fermerà finché non sarà riuscito ad annientarlo. Chi è questo giovane? Edwin - questo è il nome del ragazzo - mostrerà di essere un nemico estremamente pericoloso, in cerca di una vendetta i cui motivi Liàthan ignora del tutto. Un anno esatto durerà la sfida, e se al termine Liàthan non sarà riuscito a fermare il suo avversario morirà, inesorabilmente e senza che niente possa impedirlo.


Recensione:
Oggi si parla di urban fantasy, genere nel quale rientrano testi disparati e quindi non sempre facili da identificare. 
Garanzia di qualità in questo caso è l’autore, Luca Tarenzi, rispetto al quale, avendo già letto Sentieri di Legno e Sangue, non ho alcun dubbio. Il romanzo, edito da Salani Editore, è God Breaker. 
In perfetto stile American Gods, ci troveremo al cospetto di divinità che circolano liberamente nel nostro mondo, mischiandosi agli inconsapevoli umani. 
L’autore sarà abilissimo nel condurci attraverso questo scenario, rendendolo ben credibile, per quanto i poteri in gioco siano così particolari. La vicenda, come predetto dal sottotitolo La vendetta è il nettare degli Dei, si basa sulla ricerca ossessiva da parte di un figlio mezzosangue della vendetta verso il padre (divinità con più di quattro millenni di storia sul groppone), reo di averlo abbandonato, scatenando così una sequenza di eventi nefasti per il giovane. 
Il romanzo mi è piaciuto molto. La trama, pur nella sua linearità, presenta spunti originali, impreziosita dalla presenza di colpi di scena e personaggi divini alquanto godibili. Il tutto è accompagnato dalla prosa diretta e priva di inutili orpelli del Tarenzi. Mai banale, riesce a rimanere a ottimi livelli per l’intero corso della vicenda, che conta quasi cinquecento pagine. Forse si sarebbe potuto limare qua e là per garantire un ritmo ancora maggiore, ma non andiamo a cercare la pagliuzza. 
La storia è piacevole, così come lo sono i protagonisti. Non solo il dio e il suo figliolo, in merito ai quali è difficile, o almeno per me lo è stato, decidere al fianco di quale schierarsi. Accanto a loro abbiamo Molly, ragazza in vetrina nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, capace di affascinare per caparbietà e coraggio e molti altri, tutto meritevoli di non esser scordati. 
Bello, ben fatto!
Anche i dialoghi sono ben curati, credibili e frizzanti quel che basta per dare valore aggiunto al tutto, eppure quello che veramente fa fare il salto di qualità al testo ritengo sia l’originalità nella rivisitazione di alcuni personaggi/miti, l’Uomo in verde e la Signora della Caccia e la tessitrice del fato. Evocativi e capaci di portare tutto il loro fascino a una storia originale e meritevole di essere letta e fatta conoscere.
Consigliatissimo!

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