Sinossi:
"Quando l'amico Graham Nolan le annuncia di avere finalmente ritrovato, dopo due anni di ricerche, 'La torre della paura', un vecchio film dell'orrore mai trasmesso e, anzi, addirittura censurato dal governo inglese, Sandy, affascinata dalla scoperta, accetta l'invito ad assistere ad una proiezione privata. Ma la morte improvvisa e inspiegabile di Graham, l'unico ad aver visto il lungometraggio, e la strana scomparsa della pellicola spingono Sandy a cercare di far luce sul mistero che sembra avvolgere i due avvenimenti. Ma nell'ombra qualcuna tenta di ostacolarla con ogni mezzo, mentre tutti quelli che hanno partecipato alla lavorazione del film muoiono in oscure circostanze. La caccia all'inquietante bobina conduce infine Sandy nella sinistra cittadina di Redfield, dominata da un'alta e tenebrosa torre, e teatro di sacrifici umani e di morti sconvolgenti: un luogo terrificante dal quale la stessa Sandy e l'amico Roger, che l'aiuta nelle indagini, rischiano di non uscire vivi.
Recensione:
Si tratta del primo romanzo di Ramsay Campbell che leggo e devo ancora decidere se mi sia piaciuto o meno. Per la verità se non fosse per le ultime cinquanta pagine non avrei avuto dubbi e l’avrei archiviato come non adatto a me. Invece devo dire che il finale mi è piaciuto parecchio, bello ed evocativo, ora resta da valutare se la gran parte del romanzo fosse realmente indispensabile per allestire questo gran finale. A mio parere Campbell ha esagerato nel tirare per le lunghe il tutto, ovviamente si tratta di puro gusto personale, ma credo si possa dire che la prosa dell’autore non presenti quell’esuberanza che mi sarei atteso da un peso massimo come lui.
L’autore sceglie di allestire pezzo per pezzo il suo palcoscenico con cura artigianale, fornendo quelli che dovrebbero essere gli indizi per giustificare un finale che, esulando comunque dalla razionalità, non necessitava di tali lungaggini.
Le ricerche della protagonista mi hanno francamente annoiato, a tratti, e questo nonostante la paura evocata dall’autore sia in parte quella irrazionale che colpisce la mente, rimanendo celata agli occhi e al cervello razionale. L’evoluzione psicologia della protagonista è quindi un aspetto importante, ma che non mi ha convinto del tutto.
Come detto invece la conclusione legata alla storia/leggenda di Redfield mi è piaciuta molto e l’ho trovata ricca di spunti e di fascino.
Insomma, un libro che consiglio agli amanti degli horror privi di fiumi di sangue e desiderosi di conoscere quello che è considerato uno dei maestri del genere.
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