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domenica 4 ottobre 2020

Recensione: Braccati di Eleonora Pescarolo [Rating 7] - recensione a cura di PegFly

 



Titolo opera: Braccati

Autore: Eleonora Pescarolo

Editore: Adiaphora Edizioni 

Genere: Fantascienza

Target: adult

Prezzo: Euro 12

Sinossi:

La Caccia alla Volpe è di nuovo aperta. Dopo tre anni di apparente quiete e inosservato contrabbando, Ireen Devar fugge a bordo della Ruvak assieme al copilota Korrar Tammon, nel disperato tentativo di proteggere ciò che in mani nemiche potrebbe far risorgere la tirannia nella Galassia. La Sirena di Jannar. Il cristallo alieno da sempre al centro di miti e complotti. Il passato, però, non dà loro tregua. Un tormentato passato di schiavitù e soprusi, di perdite e addii. Un passato da cui risorge la figura della Cacciatrice di Schiavi Calhar Redna, sadica e inarrestabile, e l'incubo dell'esplosione che ha dilaniato corpo e anima dell'astronave Ruvak. Un passato di tradimenti, come quello architettato da Nardim, un tempo amico e ora spietato omicida votato al folle Culto di Gaanar. La ragione di ogni cosa sembra risiedere nel DNA di una creatura ambigua, aliena e incredibilmente potente: un'adolescente di nome Nouv'al. La Caccia alla Volpe è aperta e Ireen Devar dovrà tornare a combattere.

Recensione:

La scrittura veloce e limpida della giovane autrice, ci conduce per mano nel mondo variegato e immenso della fantascienza. Ottima la successione tra le descrizioni scrupolose a volte un po’ troppo rigorose dell’ambientazione in cui si svolgono i fatti. Un appunto sui dialoghi tra i protagonisti a volte meno credibili di altri disinvolti, che danno l’idea di opera fantascientifica nel suo insieme. Non faccio spoiler, ma in alcuni passaggi mi è sembrato di avere dei flashback di storie cinematografiche,  - sorvolo su questo punto -  poiché la lettura devo dire molto suggestiva e dalle pieghe riflessive cui l’autrice abilmente si serve e inserisce tra un’azione e l’altra. I temi sono quasi tutti gli stessi quando si tratta di romanzi fantascientifici: libertà, fughe dagli oppressori, diversità di specie considerate inferiori rispetto ad altre ecc.

Inoltre, aggiungerei che la suspense è ben collocata dandoti quell’input a continuare la lettura, ma soprattutto sono le meraviglie di un mondo fantastico come quello descritto dall’autrice che la fa da padrone: astronavi, galassie, e giochi di luce e ombre che affascinano se non incantano, addirittura.

Le disavventure della Volpe, resa schiava e torturata, dopo la sua fuga, vive e ricorda le atrocità subite in prima persona e degli schiavi come lei. Tuttavia, a venire in suo aiuto sono le sue doti innate di guerriera galattica. Non c’è che dire, buono, come inizio per questa giovane autrice, la quale sicuramente si farà strada nel mondo della letteratura fantascientifica.

Qualche appunto su alcuni passaggi nello svolgimento e quasi alla fine della storia, forse scritti troppo in fretta rispetto all’incipit, che danno l’impressione di un ingranaggio narrativo forzato per mettere la parola “fine” alle vicende, non propriamente ricche di indizi e passaggi comprensibili. Peccato, perché avrebbe meritato di più.

Tuttavia, quella della Pescarolo è un genere di fantascienza che si avvicina molto per tematica a quella dei pionieri tra i quali Jacques Sadoul (La storia della fantascienza, 1973) che pone i germi dell’inizio della fantascienza con il viaggio sulla Luna narrato nel dialogo Icaromenippo dello scrittore greco Luciano di Samosata (120 – tra il 180 e il 192 d. C.). E Le avventure del barone di Münchhausen di Rudolf Erich Hasper (1785) che poi sarebbero una parziale imitazione dell’opera di Luciano.

Secondo alcuni, la fantascienza avrebbe origini antichissime: con la Bibbia, l’Iliade, l’Odissea, o l’epopea di Gilgamesh grazie all’introduzione nella vicenda di elementi antichi, come: i luoghi in cui è ambientata la Saga, ossia pianeti sparsi nella galassia; rapidissime navicelle spaziali; pistole al plasma, laser ed elementi innovativi.

Ne consiglio comunque la lettura di modo che i lettori possano farsi una propria idea sull’intreccio per alcuni versi avvincente e soprattutto, perché dietro alle duecento pagine, credo ci sia uno studio approfondito dell’autrice; dunque, perché non premiarlo?

Voto 7

PegFly


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