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sabato 27 febbraio 2021

Recensione: Ghost hunters: Il villaggio maledetto di Dominik G. Cua [Rating 6] - recensione a cura di Peg Fly

 



Titolo: Ghost Hunters - Il villaggio maledetto (volume I°)


Editore: Pubblicazione Indipendente

Genere: Dark fantasy paranormal

Target: Yong/adult

Rating: 6

Sinossi:
Una e-mail inviata da nessuno porta quattro giovani cacciatori di fantasmi a indagare sui segreti di un antico villaggio irlandese tormentato da una maledizione da oltre 500 anni, segreti celati all’interno di un bosco oscuro dal quale nessuno ha mai fatto ritorno.
Trama
Irlanda, anno 1450.
All’interno dei boschi del monte Carrantuohill, nella contea del Kerry, sorge un piccolo villaggio senza nome che conta poche centinaia di abitanti. La gente conduce una vita tranquilla e pacifica, del tutto ignara dell’esistenza di un oscuro segreto che si cela nelle profondità di una vecchia cripta in cui nessuno mette piede da innumerevoli anni. E quando tre giovani donne a conoscenza di tale segreto giungono alle porte del villaggio, cominciano a verificarsi strani avvenimenti: la notte porta con sé fitti manti di nebbia al cui interno si muovono ombre sinistre, gli animali del bosco spariscono nel nulla e la gente inizia a morire nei modi più spaventosi e incomprensibili, tanto da far sospettare che il villaggio sia caduto vittima della stregoneria.
Chi sono quelle donne? E cosa si nasconde all’interno della cripta?


Recensione:
Il romanzo che ho recensito è il primo volume di un Dark Fantasy scritto dall’autore Dominik G. Cua.
La trama di “Ghost Hunters - Il villaggio maledetto” si svolge su due dimensioni diverse, la prima storia viene presentata nell’anno 1450 in un villaggio irlandese dove fanno l’apparizione tre streghe e a cui subito dopo seguiranno vicende che porteranno le stesse a gettare una maledizione sul villaggio. La seconda parte si svolge nel qui e ora. Un gruppo di cacciatori di fantasmi (Ghost Hunter) si recano al villaggio per indagare e infine risolvere il mistero. 
Quello che scopriranno non piacerà affatto loro, ma ormai ci sono dentro e devono continuare la loro missione. 
La trama segue un percorso articolato ma ben delineato, grazie all’intreccio delle disavventure descritte. 
Per la prima volta, devo ammettere che non è stato facile recensire un romanzo di questo genere, anche se sono avvezza alla lettura dei vari generi letterari tra cui il dark/paranormal. Perché vi chiederete?
Semplice da spiegare: perché non è facile seguire i continui sbalzi temporali o Flashback tra il passato, il 1400 e la narrazione contemporanea. A volte, proprio per questo il lettore potrebbe perdersi tra i meandri della narrazione suddetta, così come potrebbe perdersi l’autore. Cosa che in fondo è successa in alcuni passaggi. Incongruenze che non mi hanno del tutto convinta al cento per cento della validità della narrazione. Troppi facili passaggi poco spiegati. 
Ad esempio: Perché c’è qualcuno pronto ad aiutare le persone del villaggio senza però prometter loro alcun spostamento materiale quando stavano morendo di fame mentre questo personaggio poteva benissimo permetterselo? Una spiegazione logica l’autore avrebbe dovuto inserirla.
Ma non voglio elencare quei passaggi incongruenzali del testo, non servirebbe al lettore e nemmeno all’autore, il quale credo sia in grado di capirlo da solo e porvi rimedio.
Se devo dirla tutto, ammetto, che leggendo l’incipit non mi ha dato l’impressione di avere davanti una storia da continuare la lettura. Sinceramente avrei voluto mollare, soprattutto per alcuni dialoghi puerili e ripetizioni, che se fossero state eliminate, avrebbe reso più fluida la lettura. 
A Parte la similitudine tra Blade e Black, ci sono riferimenti a film horror che sicuramente non sono ben accetti da alcuni lettori compresa la sottoscritta. Si tratta comunque di opinioni personali, niente di più.
«Oh, porca miseria...» disse Blake, sospirando e portandosi una mano sulla fronte. «Mi rifiuto di assistere alla scena.» videro la piccola figura di una bambina rivolta verso il muro: piangeva. «Blake...» sussurrò Ashling, preoccupata.
Tenendo ben salda la presa sull’asse, Allan corse verso quella bambina, la quale non fece in tempo a voltarsi, mostrare loro il viso scarno e spaventoso e lanciare un freddo urlo contro i ragazzi che si vide arrivare un colpo furioso in testa, che la fece sparire davanti agli occhi scioccati dei presenti. 
«Che c’è?» chiese Allan, voltandosi soddisfatto e vedendo le loro espressioni. «Ho visto abbastanza film horror da sapere che se c’è una bambina che piange nell’angolo buio di una stanza inquietante, devi prenderla a mazzate.»
Ripetizioni di verbi, che a mio avviso potevano essere cambiati con sinonimi e, soprattutto, sono i continui pensieri ribaditi più volte che danno un certo fastidio alla lettura.   
Ora vorrei passare agli aspetti positivi di questo fantasy, ossia, l’ambientazione ben descritta, le varie descrizioni dei luoghi dove si muovono i personaggi e si svolgono le azioni, tanto che il lettore riesce a essere coinvolto all’interno di esse. 
Per quanto riguarda la parte misteriosa, la suspense ci sta tutta fino alla parola fine. E ti prende togliendoti il respiro. Mi è piaciuto molto anche l’ironia che tinge di tinte divertenti alcuni passaggi e dialoghi. 
Sono propensa, sempre, a invogliare i giovani autori a scrivere, nel bene e nel male, perché scrivere fa parte della nostra esistenza, di tutti coloro che amano comunicare ciò che hanno dentro, e se lo fanno con la scrittura, in qualsiasi forma essa si esprima, ben vengano storie come questa.
Voto 6 


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