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sabato 27 novembre 2021

Recensione: Lo stendardo di Giove di Emanuele Rizzardi [Rating 8] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Opera: Lo Stendardo di Giove

Autore: Emanuele Rizzardi

Genere: romanzo storico

Editore: Assobyz

Target: Young/adult

Rating: 8

Sinossi:

Anno 392: l’Impero Romano è funestato dalla pressione dei barbari oltre il confine e da terribili lotte interne tra le forze pagane e l’astro nascente del potere cristiano. I conflitti religiosi sembrano essere il centro di un’importante svolta quando l’imperatore Teodosio dichiara la messa al bando di tutti gli antichi culti, ponendo il cristianesimo come l’unica religione ammissibile.

Mentre i templi e i luoghi di potere dei pagani vengono chiusi, un gruppo di senatori decide di opporre resistenza.

Approfittando dell’improvvisa morte di Valentiniano, il sovrano d’Occidente fantoccio di Costantinopoli, i congiurati prendono il potere a Roma ed ottengono il supporto del magister Arbogaste, che comanda le legioni della Gallia; al suo fianco c’è Flavio Eugenio, uomo di palazzo di fede cristiana, ma dalle posizioni tolleranti, che rappresenta l’ultima speranza nell’imminente guerra contro Teodosio, in un crescendo di intrighi che porterà i pagani a dare un’ultima battaglia per la libertà nella gelida valle del fiume Frigido.

Questa nuova opera, ambientata quasi per intero nel nord Italia, ci trasporta verso la fine dell’Impero Romano, durante i conflitti con le popolazioni barbariche e l’affermazione del cristianesimo come religione di Stato.


Recensione: 

 Scritto con mano ferma e decisa, questo romanzo che guarda alla storia da un punto di vista degli sconfitti, soggiace al volere di un autore la cui narrazione storica approfondita cattura il lettore. 

L’autore si attiene magistralmente al periodo storico con eccellente scioltezza di penna, che ripaga in pieno le aspettative dei lettori.

Il registro colloquiale a volte aulico per motivi tecnici storici, rende la scorrevolezza e il tempo della storia ben leggibile. Ben costruito il conflitto politico tra il partito pagano e cristiano.

Di solito, preferisco leggere storie scritte in terza persona, poiché la prima non aiuta a entrare subito in quelle che sono le dinamiche narrative, ma per quanto mi riguarda, dopo aver letto questo libro, devo ricredermi. Perché vi domanderete? Rispondo subito parlandovi dei personaggi principali che, grazie alla sapiente scelta dell’autore di narrare in prima persona, possiamo giungere a comprendere e fare nostre quelle che sono le loro caratteristiche, possiamo addirittura vederli stampati nella nostra mente come se vivessero di fianco a noi. Giungere a questo livello alto di scrittura, non è poco, soprattutto in un mondo editoriale dove, da un po’ di tempo a questa parte, vengono editate solo striminzite storie scialbe e senza un vero significato, sia morale che letterario.

Parlando dei personaggi, poi, durante il corso della narrazione spicca l’evolversi della loro caratterizzazione, per questo non sono da reputare piatti, anzi, al contrario, sono a tutto tondo, come il magister Arbogaste e Flavio Eugenio, figura emblematica del cristianesimo. Da considerare anche le ambientazioni storiche descritte con vero senso dell’accuratezza e collocazione nella mappa dei luoghi. 

Devo dire che la storia mi ha entusiasmato molto. Ben scritto e ben strutturato nella sua interezza e soprattutto senza incongruenze, nelle quali è facile cadere quando si tratta di un romanzo storico e di questa lunghezza.

Ottima l’idea della nota critica a piè di pagina a cura di Guido Borghi.

Consigliatissimo. Voto: 8

Peg Fly

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