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Sinossi:
Pertos era un dio, una specie di dio. Aiutato soltanto da un idiota che nascondeva in sé un oscuro e tragico segreto, Pertos creava dalla Fornace burattini viventi, minuscoli esseri in tutto simili agli uomini, intelligenti ed emotivi, animati da sentimenti di paura e d'odio, di gioia e di lussuria. Ma non era facile sostenere la parte del dio. I burattini, una volta che il loro compito fosse stato espletato, dovevano essere rimessi nella Fornace per esservi annientati e ritornare a essere massa informe di carne sintetica. II ruolo di creatore non poteva essere disgiunto da quello di distruttore. La parte di dio poteva perciò rivelarsi pericolosa. Cosa sarebbe potuto accadere, infatti, se una creatura si fosse opposta alla propria distruzione? Se una razza di esseri raziocinanti ma spietati, che solo nell'infliggere dolore agli altri trovava motivo di felicita, si fosse ribellata al proprio creatore? Dean R. Koontz, uno dei maggiori astri nascenti nel firmamento della science-fiction, coinvolge il lettore di questo libro in una atmosfera di spasmodico terrore e di agghiacciante sadismo.
Recensione:
Carne nella fornace Dean R.Koontz romanzo del 1972, recuperato in un mercatino dell’usato dopo aver letto la sinossi, si è rivelato essere molto diverso da come mi sarei atteso. La sinossi mi aveva a dir poco estasiato. Quando ho letto di un simil Dio, un creatore di burattini dotati di attributi umani, destinati a ribellarsi al proprio dominus, non ho resistito. In realtà il romanzo è altra cosa, una sorta di horror dall’ambientazione weird, non male, ma le attese alle volte sono diaboliche, rischiano di far passare in secondo piano una buona opera, quindi prendete con le molle la mini recensione.
Diciamo che il testo è comunque invecchiato molto bene, il ritmo si fa serrato quando serve e le atmosfere cupe non mancano. Personalmente ho molto apprezzato i brevi estratti dai Testi sacri delle Vonopo, le creature aliene simili a ragni che hanno creato la Fornace della creazione/distruzione dei burattini. Righe decisamente ricche di fascino, che reinterpretano il millenario archetipo della Divinità Padre costretta a nutrirsi dei propri figli per non esserne detronizzata. Veramente ben scritte e ricche di spunti originali di riflessione.
Fra i personaggi spicca l’idiota e la sua gestione da parte dell’autore, veramente ottima e capace di rendere interessante un personaggio che difficilmente, dati i limiti cognitivi, si trova come protagonista assoluto di un intero romanzo.
Caustico e spietato nel suo incedere, Dean Koontz va dritto per la sua strada, stravolgendo aspettative e speranze. Romanzo piacevole quindi, ma credo parecchio soggetto ai gusti personali. La sinossi prendetela con le pinze, e non fatevi troppi castelli in aria, lasciate che siano le pagine e la storia a fornirvi quello che effettivamente nasconde la Fornace. Testo che mi sento di consigliare.
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