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SINOSSI:
Questa è una storia di emozioni mostruose e di ambizioni sfrenate. È una storia di sortilegi, di tradimenti e d'ideali onorevoli, di sofferenze e piaceri spaventosi, di amore amaro e di dolce odio. Questa è la storia di Elric di Melniboné.
RECENSIONE:
Elric di Michael Moorcock, saga che vede i natali nel lontano 1961 rappresenta un gran bel lavoro. Un classico del fantasy che per lunghi anni ha conosciuto in Italia un certo oblio, essendo uscito di produzione sino alla ristampa in edizione Oscar Valult, con tanto di illustrazioni ad accompagnare i diversi racconti che vanno a formare l’epopea di Elric di Melniboné. Un personaggio questo di assoluto spessore, capace di incunearsi nell’immaginario collettivo differendo grandemente dai soliti eroi senza macchia, o gli stucchevoli giovinetti predestinati in cerca di far evolvere i rispettivi poteri in nuce.
Elric è tutt’altro. Albino, malaticcio, aduso all’uso di sostanze psicotrope, figlio del Caos e di una schiatta che fa dell’arrogante altezzosità un segno distintivo e imprescindibile, è assolutamente uno spettacolo di personaggio. Capace dei più grandi slanci di onore e nobiltà, sbalordisce poi per cadere nelle più becere vendette. Alterna amori grandiosi e affetti verso amici e alleati a veri assassini e torture spietate, indice di un odio viscerale e incontenibile. Detto così mi rendo conto possa sembrare di essersi imbattuti in un pazzo da manicomio, ma l’abilità dell’autore sta proprio nel rendere assolutamente credibile l’animo tormentato di questo personaggio. Struggente dall’inizio alla fine. Un paladino del Caos, sorretto dalle misture stupefacenti e dall’energia vitale fornitagli dalla sua spada, risucchiandola dalle anime dei nemici, vivrà talmente tante avventure, tragedie e scelte destabilizzanti da finire spesso attratto dagli oppositori dei suoi protettori divini. Quello che maggiormente mi affascina di Moorcock sono proprio gli aspetti legati alle intelligenze cosmiche che pilotano i mondi nei quali Elric si trova a barcamenarsi. Non mi stupirei se l’autore fosse un cultore di qualche via “esoterica” e abbia infarcito le sue storie di dottrine che spesso affiorano nei passaggi più filosofici dei suoi racconti.
Ok, i dialoghi risentono pesantemente del tempo passato da quando sono stati scritti, risultando un po’ troppo ingessati e altisonanti, ma per il resto, sia le ambientazioni, sia cattivi di turno, quanto i comprimari, sono tutti godibilissimi. Assolutamente da leggere e rileggere!
Personalmente ritengo che Elric faccia almeno una scelta assolutamente idiota, quella di lasciare la sua amata nella mani del cugino Yrkoon causandone la morte, e non mi bastano giustificazioni tipo "eh, ma Elric è un personaggio contraddittorio e complesso" per cambiare opinioni.
RispondiEliminaPer quanto riguarda aver risparmiato lo stesso Yrkoon dopo il tentativo da parte sua di impadronirsi del potere, potrebbe essere una scelta "magnanima," ma per esserlo dovrebbe essere stata corredata di provvedimenti tali da renderlo inoffensivo. Per cui anche questa mi sembra una parte assai debole della trama.
Poi è chiaro che il personaggio sia seducente e certe atmosfere indimenticabili, ma a una seconda lettura, anni dopo averla preso in mano per la prima volta, la saga di Elric mi sembra un po' meno convincente.