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venerdì 27 aprile 2012

"Le porte senza meta" di Eldies [Rating A]




Titolo: Le porte senza meta
Autore: Eldies
Genere: Fantascienza
Rating: A
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Oggi, per variare l’offerta, ci intratteniamo con un romanzo di Fantascienza, opera di un autore che utilizza lo pseudonimo Eldies per firmarsi.

La versione di “Porte senza meta” che mi accingo a recensire è quella definitiva, come apprendo dal sito dell’autore, dove potere scaricare il testo gratuitamente. Rilevo questo particolare perché tempo addietro ho avuto modo di avvicinarmi a questo romanzo, e se la memoria non mi inganna, trovo quest’ultima versione decisamente migliorata, sia da un punto di vista formale che di leggibilità generale.

Partiamo quindi, che di cose da dire ce ne sono parecchie.
Ci troviamo in un futuro prossimo venturo, non tanto difficile da immaginare in realtà: il clima è impazzito e la nostra civiltà ha subito una bella batosta. Tifoni, tornado, siccità e calamità varie, ben peggiori delle risibili piaghe d’Egitto, l’hanno messa in ginocchio, sennonché a darle il colpo di grazia ci ha pensato una razza di alieni tutt’altro che amichevoli. Gli uomini si sono ritrovati così nuovamente schiavi, costretti a lavorare nei campi di concentramento della nuova razza padrona: quella dei Godran.

E’ in questo contesto che si muove il gruppo di soldati protagonista della nostra vicenda. Sono professionisti scelti del neo costituito esercito ribelle, un gruppo d’elite al quale è affidata la missione di scovare altre “cellule” della resistenza umana in giro per il globo. Nel corso della narrazione tale compito muterà in qualcosa di ancor più rilevante: la salvezza stessa del genere umano. Una nuova, possibile, speranza, che affonda le sue radici in miti antichi, donandogli nuovo lustro e al contempo stravolgendoli.

Accompagneremo i nostri eroi nel giro del mondo, sempre tallonati da un nemico (sulla carta) imbattibile, ma dal quale riusciranno di volta in volta a scampare.

Bello, avvincente, da leggersi tutto d’un fiato, ma per quanto concerne il rating, non posso andare oltre a una A piena.

Vi aspettavate di più? Purtroppo non me la sento di dare di più e vi spiegherò il perché naturalmente!

L’autore è sicuramente preparato, i dialoghi sono fluidi e mai forzati, la caratterizzazione dei personaggi è ben fatta e ben studiata, bene anche le descrizioni delle azioni di guerra e dei mezzi militari utilizzati. Eldies da l’impressione di “sapere quello che dice” e questo è fondamentale per la credibilità del tutto, facendoci godere appieno delle abilità dispiegate dai protagonisti nel corso del romanzo.

Eppure qualcosa non torna, e per il mio gusto personale è un aspetto fondamentale di ogni romanzo d’evasione: i cattivi, gli alieni di turno.

Risultano “inconsistenti”, dipinti nelle narrazioni come alieni imbattibili e risultati in concreto sempre sconfitti facilmente dal gruppo degli avventurieri. Inoltre questi alieni non hanno nulla che li differenzi sostanzialmente dagli umani: stessi difetti, stessi comportamenti, stessa struttura gerarchica militare. Insomma era lecito attendersi decisamente di più da un autore indipendente e quindi libero di spaziare appieno con la fantasia. Certo, sono rossi invece che verdi, ma qui la fantasia è stata tenuta al guinzaglio corto. E’ questo, a mio parere, il vero limite del testo, e che lo penalizza in sede di rating. In realtà ritengo non si tratti solo di gusto personale, ma di una lacuna vera e propria, che intacca un voto che sarebbe potuto essere più elevato. La pochezza degli avversari, finisce inoltre con lo sminuire le imprese dei nostri eroi.

Per tornare a soffermarci sugli aspetti positivi, che certo non mancano, sottolineo l’esuberanza della trama, con l’idea degli Antichi che sicuramente incuriosisce e spinge a voler sapere come andrà a finire la questione, spalancando queste porte senza meta…

Non aggiungo altro per non svelarvi troppo, ma vi dico solo che dalle pagine del libro traspare l’amore che l’autore deve avere per la mitologia, la storia e l’archeologia, citando luoghi sacri e tradizioni passate altamente evocative.

A tal proposito avrei gradito un maggior dettaglio nelle descrizioni delle diverse location visitate dal gruppo. Pur essendo questi stati oggetto delle devastazioni dei Godran, si sarebbe potuto trovare il modo di sfruttare ancor più l’aura di mistero e il fascino di cui questi luoghi sono impregnati. Probabile che la scelta dell’autore di non soffermarsi maggiormente sia stata ben precisa, per non “spezzare” il ritmo narrativo incalzante.

Ad ogni modo una lettura piacevole, una trama che pur nell’ambito della fantascienza risulta assolutamente credibile, e qualche sano spunto di riflessione in tema ambientalista, che di questi tempi non fa mai male!

Per concludere spero che l’autore riesca a “dar spessore” ai malvagi di turno, perché per il resto ha dimostrato di sapere il fatto suo.


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