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mercoledì 26 dicembre 2012

Francesco Barbi - Il Burattinaio





Titolo: Il Burattinaio
Autore: Francesco Barbi
Genere: low fantasy
Pagine: 525
Editore: Baldini & Castoldi
Rating: 6/10
Link acquisto (3,99€ ebook)





C'è un problema che affligge la maggior parte delle saghe fantasy: la maledizione del secondo libro. Per svariati motivi il sequel non è mai all'altezza del primo romanzo. Esistono delle eccezioni, pochissime, specialmente per gli autori affermati. Purtroppo “Il Burattinaio” di Barbi cade nella stessa trappola di molti suoi illustri colleghi, ed è un peccato, perchè L'Acchiapparatti era un libro magnifico.


Al contrario di come faccio di solito, non vi posto la trama, perchè è zeppa di spoiler. Invito gli utenti a non leggerla nemmeno su Amazon se non si vogliono guastare parte degli eventi, alcuni molto importanti come il finale de “L'acchiapparatti”. Le vicende infatti vengono messe in moto dal finale del primo libro e si svolgono 4 anni dopo la storia del Boia di Giloc.
Molti personaggi riappaiono, alcuni con ruoli più importanti, ad esempio Gamara, altri passano in secondo piano. Zaccaria su tutti è lasciato in disparte, pur avendo un ruolo chiave nella vicenda.
Il problema con “Il Burattinaio” è che Barbi non ha continuato ad usare gli stessi punti vincenti del primo libro. Tutto il romanzo è scritto in funzione della trama, con la diretta conseguenza della perdita della caratterizzazione dei personaggi e del mondo circostante. Specialmente nella prima metà del libro mi sono stupito di questa scelta dell'autore, che potremmo definire più “commerciale”. Forse riuscirà a raggiungere un maggior numero di lettori, ma la trovo una scelta pericolosa se va a scapito dei pilastri su cui ha fondato la sua fama.
Il romanzo entra nel vivo nella seconda metà, riuscendo a farsi in parte perdonare questo discutibile cambio di rotta. Resta il rammarico nel sapere come sarebbe uscito questo scritto con gli elementi cardine del primo libro e la trama del secondo.
Le basi di partenza erano eccellenti: vecchi personaggi, un nuovo Regno da esplorare, nuove credenze religiose, nemici diversi e potenzialmente fantastici, le rivolte.
Oltre alla repentina caduta qualitativa dei personaggi, anche la scrittura peggiora rispetto al primo libro. Particolarmente fastidiosi sono i vaneggiamenti del gigante ritardato, espressi in una specie di dialetto italiano meridionale. Anche il resto dei dialoghi, quando l'autore esce dai canoni dell'italiano standard per caratterizzare meglio i personaggi, sembrano artificiali e totalmente fuori contesto.
Causa velocità della storia non abbiamo più quelle descrizioni acute e fantastiche viste nel primo romanzo, in cui Barbi riusciva a far risultare interessanti anche le normali vicende di un'ordinaria famiglia di contadini. Immaginate come sarebbe stata descritta la Cittadella degli Arconti di Olm con lo stile di scrittura del prequel...
E pensare che gli bastava veramente poco per fare il salto di qualità e raggiungere senza troppi problemi anche autori di fama internazionale.

Quello che veramente mi ha lasciato basito è la caratterizzazione dei personaggi. Il punto forte dell'Acchiapparatti, le fondamenta su cui poggiava tutto lo scritto. Dopo aver visto personaggi del calibro di Zaccaria e Gheshik mi sarei aspettato molto di più in questo sequel. Invece l'unico trattato con un certo rispetto è Gamara, tutti gli altri, a partire da Zaccaria, sono bellamente ignorati. Sembra quasi che Barbi abbia pensato: ”Nel primo libro ho presentato i personaggi, adesso è l'ora di confezionare una trama esemplare”.
Non è così che funziona. Proprio perchè i personaggi erano così importanti doveva continuare ad usarli come motore delle vicende, non come pupazzi (o burattini) mossi dalla trama. Ci sono delle novità che si potevano rivelare eccezionali in questo secondo libro, basti pensare ad Ar-Gular, Zaccaria con la multi-personalità, l'Indice dei Guardiani dell'Equilibrio, il Comandante della Guardia di Giloc, il capo dei Girovaghi e tonnellate di individui nella solo città di Medara.
E' un peccato che non sia stato sfruttato tutto questo potenziale, il testo avrebbe ricevuto un'iniezione di qualità non da poco.

L'unico punto su cui è migliorato il libro rispetto al prequel è nella qualità della versione ebook. Rimangono ancora dei paragrafi senza spazio e qualche errore grammaticale (tra cui uno gravissimo verso la fine), ma nel complesso ora è decisamente accettabile. Unito al prezzo non esorbitante di 4€, è la versione che consiglio, visto che il cartaceo non è così diffuso e costa caro.

Il Burattinaio” è uno scritto solido, ma si è persa la dose di pazzia e brillantezza del suo predecessore, a favore di una trama piuttosto buona e sapientemente svelata. L'anima dell'Acchiapparatti ne è uscita stravolta ed è un vero peccato. Un'occasione persa per un grande autore di fantasy italiano che poteva far sentire la sua voce nel mondo intero.

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