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domenica 22 maggio 2016

Il collare di fuoco di Valerio Evangelisti

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Sinossi:


In questo libro Valerio Evangelisti abbandona temporaneamente la sua creatura più celebre, l'inquisitore Eymerich, per regalarci un romanzo storico di amplissimo respiro che narra in chiave avventurosa la formazione del Messico come Stato moderno.

Il racconto inizia nel 1859, quando un possidente messicano guida in Texas una rivolta contro le discriminazioni cui i suoi connazionali sono sottoposti, per poi ampliare lo sguardo e raccontare la lotta di Benito Juárez contro Massimiliano d'Austria, la dittatura di Porfirio Díaz, la modernizzazione forzata del paese, le rivolte contadine, le stragi e le deportazioni di indigeni, fino al 1890. Filo conduttore, il rapporto contraddittorio, di odio e amore, tra Messico e Stati Uniti (il "collare di fuoco" del titolo, secondo l'espressione di un uomo politico ottocentesco); ma anche il lento formarsi di un'identità nazionale e di una cultura unitaria adatta a darle espressione. Il tutto visto attraverso le vicende di molti personaggi, tutti realmente vissuti, che a tratti intrecciano le loro esistenze e che verranno profondamente trasformati dalla grandiosa epopea di cui sono attori non sempre consapevoli.



Recensione:

Valerio Evangelisti è uno degli autori italiani che prediligo, e non tanto per il suo più famoso personaggio, l’Inquisitore Eymerich, quanto per le serie “minori” che l’autore romagnolo ha partorito, il suo ciclo western con il personaggio del palero messicano Pantera su tutti.
Forte di questa preferenza mi sono imbarcato nella lettura de “Il Collare di Fuoco” con grandi aspettative. Da troppo tempo svernava nel mio lettore ebook.
Devo dire subito che mi sono trovato innanzi a qualcosa di molto diverso. Una tipologia di romanzo totalmente differente dalle precedenti esperienze con Evangelisti.
Il Collare di Fuoco è un romanzo privo di personaggi principali, dove abbondano invece innumerevoli trame che necessitano di molte pagine per essere assorbite, e che mano a mano vanno a formare un ordito piacevole e complesso sia nella progettazione che nella fruizione da parte del lettore finale.
I personaggi fanno la loro comparsa più o meno fugace, ritornano e si ritrovano fra loro con lo scorrere delle pagine che scandisce anni di grande travaglio per il Messico. Una nazione che cerca la propria strada verso lo sviluppo e il progresso, triturando speranze e annegando sogni nel sangue delle continue ribellioni e rivoluzioni che la percorrono da nord a sud.
Profondo e denso, il racconto di Evangelisti sfiora i connotati di un saggio romanzato. Una rivisitazione storica carica di sottesi, un approfondimento su vicende non certo conosciute ai più che lasciano il lettore da principio spiazzato, ma che alla lunga lo sanno colpire e coinvolgere con continui ribaltamenti di sorte, bagni di sangue e tradimenti.
Ogni personaggio coinvolto condensa in se spezzoni di realtà brutale, smascherando le ipocrisie che velano le diverse azioni intraprese per alti ideali ma che celano istinti e scopi ben più bassi e caratteristici del genere umano. Microcosmo e macrocosmo si guardano allo specchio così come le ambizioni prive di scrupoli dei singoli si riverberano nelle potenze coloniali Europee così come nella mano armata degli Stati Uniti, sempre pronti a garantire il loro “aiuto” ai fratelli messicani.
Ammetto di non conoscere così a fondo le vicissitudini del Messico del XIX secolo, ma ne sono rimasto affascinato.
Le descrizioni dell’autore sono ficcanti, sempre pertinenti, capaci di evocare un passato carico di lezioni da apprendere e rileggere in chiave moderna per spiegare ciò che accade anche ai giorni nostri, spesso con i medesimi protagonisti.
Ci troviamo innanzi a un tourbillon di potenze più o meno influenti, di piccoli e medi signori locali, bandoleros e malavitosi, ricchi che si atteggiano a monarchi, di posse furiose che calano sullo scenario della vicenda come orde demoniache. Queste forze contrastanti e sempre pronte alla pugna, si alternano alle vite dei singoli, ai loro problemi quotidiani e aspirazioni più o meno arriviste, originando un epopea del tutto particolare.
Superato l’inizio effettivamente piuttosto caotico e pesante, la storia prende, facendoci palpitare e portandoci a conoscere brani di storia ai più poco noti.
Tutto sommato quindi non ci si può lamentare di quest’opera, certo l’importante, come spesso accade, è sapere sin da principio a cosa si va incontro. Un’opera ad ampio respiro, senza un protagonista principale cui affezionarsi, né un nemico cui fare il “tifo contro”. La prosa dell’autore è quella di sempre, semplice e diretta, ma mai banale, un piacere insomma.
Io lo consiglio, soprattutto a chi ama l’ambientazione polverosa e violenta del vecchio west, rivista in una chiave nuova e originale.

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