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Sinossi:
Dopo la grande battaglia contro le Spine, la città di Deepgate è stata soggiogata. Gran parte delle catene che la tengono sospesa sopra l'Abisso hanno ceduto e il Tempio - un labirinto di torri, edifici in pietra e sotterranei da dove i sacerdoti della Chiesa di Ulcis, il Raccoglitore d'anime, avevano amministrato la teocrazia che governava la città - sembra ormai sul punto di precipitare nelle profondità della terra... Anche il giovane angelo Dill, l'ultimo degli arconti, è impotente e rassegnato: a causa della morte di Ulcis, infatti, le anime intrappolate nell'Abisso stanno invadendo Deepgate, portando morte e distruzione. L'unico essere che potrebbe fronteggiare e neutralizzare questa minaccia è Cospirici, il dio della nebbia, ma il giorno del suo arrivo è ancora lontano e la città è ormai soffocata da una spirale di violenza.
Recensione:
Sono trascorsi diversi anni da quando lessi Il Raccoglitore di Anime, primo volume della Saga di Deepgate di Alan Campbell e devo confessare che non ricordavo fosse così affascinante.
E’ probabile che i miei gusti siano nel frattempo mutati, ma ho trovato questo secondo volume, Il Dio delle Nebbie, eccellente. Soprattutto mi ha colpito la varietà dei personaggi e l’originalità dell’ambientazione. Non è poco, direi!
Le vicende coinvolgono infatti oltre ai poveri mortali, creature angeliche, demoniache, mesmeristi, taumaturghi dai grandi poteri, divinità più o meno fuori di testa, e commistioni fra tutti questi, capaci di dar vita a soggetti unici, innovativi, carismatici e ricchi di fascino.
Inoltre, quando ci si mettono di mezzo bizzarre deità capricciose io vado in brodo di giuggiole.
Mi piace osservare come i diversi autori facciano reagire i mortali al cospetto del capriccio divino, visto che ne tratto abitualmente nei miei romanzi.
Per tornare a Campbell non posso che esprimergli la mia stima più convinta e lo consiglio a ogni lettore curioso di scoprire un mondo finalmente nuovo e ricco di peculiarità ben studiate.
Quella di Campell è una trilogia fantasy weird nel senso più intimo della parola, con elementi horror, dark e stempunk, mescolati in modo certosino e capaci di lasciare il segno.
Certo i puristi del fantasy faranno meglio a volgere le loro attenzioni altrove, qui bisogno essere dotato di più ampie vedute, digerire commistioni fra macchine a vapore e gilde di assassini, giganti che trascinano immani galeoni volanti e armature fatte di moltitudini di granchi. Insomma, bisogna essere pronti a tutto.
Il Labirinto, ossia l’inferno del mondo partorito dall’immaginazione dell’auotre, mi ha portato alla mente un altro romanzo che ho molto apprezzato a suo tempo, Il Demone di Dio di Wayne Barlowe, dal quale potrei giurare il Campbell abbia preso parecchi spunti per imbastire la sua creazione.
Scene horror con profusione di sangue e arti mozzi, si alternano a scontri epici a carattere prettamente fantasy, per poi confluire nell’immane scontro finale, colmo di aspettative e drammaticità.
Bello e originale, assolutamente consigliato!
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