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domenica 11 agosto 2019

Recensione: Alice nel paese della vaporità di Francesco Dimitri [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti


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Titolo opera: Alice nel paese della vaporità


Editore: Salani Editore

Formato: cartaceo e ebook

Genere: weird, fantasy

Prezzo: ebook 1,99 / cart.  8,40

Rating: 8

Sinossi: 
Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama "Alice nel Paese della vaporità". Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un'antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c'è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui "giusto" e "sbagliato" sono soltanto parole, e in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c'è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.


Recensione:
Non è il primo romanzo di Dimitri che leggo e posso confermare che anche in questo caso la sua opera mi sia piaciuta molto. Ricordo ancora con soddisfazione quanto mi fosse piaciuto il suo Pan, e non era certo semplice eguagliarne il successo. Ebbene Dimitri ci riesce appieno. Ah, scordavo, Dimitri è anche saggista e mi sono gustato anche il suo ottimo Neopaganesimo, perché gli dèi sono tornati. In realtà, a dirla tutta, credo che Francesco Dimitri sia uno dei migliori autori italiani. 
Lui, Luca Tarenzi e Alessandro Manzetti (ossia Caleb Battiago) scrivono i romanzi che più mi appagano e meritano di essere letti da tutti almeno una volta.
Tornando all’opera odierna, Alice nel paese della Vaporità, ci troviamo ad affrontare il viaggio di Alice al di fuori delle sicure mura di una Londra alternativa. La città è circondata delle steamland, ossia un luogo avvolto dal mistero e dalla vaportià appunto, una sostanza capace di sconvolgere i sensi, modificando percezioni e realtà. 
Tutta la nostra mente è una nebbia che i Toltechi chiamano mitote. La mente è un sogno in cui migliaia di persone parlano allo stesso tempo e nessuno capisce. Ecco questa definizione offertaci da Don Miguel Ruiz, ma presente in molte scuole di pensiero esoterico, è la base sulla quale Dimitri costruisce le sue steamland, riuscendo a offrirci scenari finalmente originali nei quali la fantasia e l’intelletto possono trovare il loro habitat e dove realmente il sentore che possa accadere qualunque cosa pervade il lettore. 
Di pagina in pagina la voglia di capire cosa potrà capitare ai nostri beniamini aumenta e con essa l’empatia verso la protagonista e le sue fragilità.
Un testo e una storia che non possono essere collocati in un genere specifico. Un altro pregio dal mio punto di vista, avendo elementi fantasy, weird, horror e stemapunk. Una trasversalità di generi che appaga, non presentando forzature o incongruenze di sorta.
I personaggi secondari sono ben tratteggiati e particolari grazie alle distorsioni offerteci dalla vaporità e contribuiscono a questo senso di bizzarro e di originalità.
Come accennato diversi sono i livelli di lettura e le riflessioni che questo romanzo può offrire al lettore attento, cosa certamente da apprezzare. 
Insomma il mio consiglio è di acquistare questo bel romanzo e di godervelo appieno. Spero di cuore che l’autore torni presto a offrici altre opere di questo calibro. 
Voto 8.   



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