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domenica 29 settembre 2019

Recensione: Love kaputt di Antonio Giugliano [Rating 9] - recensione a cura di Gianfranco Pereno


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Titolo: Love kaputt

Autore: Antonio Giugliano

Editore: Augh!

Collana: Ombre

Genere: narrativa contemporanea

Prezzo: cartaceo Euro 9,75

Rating: 9

Sinossi: 
Maurizio Marullo è un agente di commercio. Durante un viaggio in treno conosce Elena, una bella donna. I due si piacciono, si frequentano e in breve si sposano. Dopo soli due anni, però, il matrimonio si logora: Elena appare scostante, distratta, ambigua, quando non indecifrabile. Tempo dopo, viene trovata morta nell'ospedale in cui lavora, appesa ai tubi del riscaldamento. Gli inquirenti sospettano di suo marito, ma il caso viene archiviato come suicidio. Con stile asciutto e senza fronzoli, Antonio Giugliano descrive lucidamente il degrado umano e morale dell'hinterland napoletano in cui non sembra scorgersi alcuna possibilità di riscatto. I veli, che nascondono i personaggi dietro un'apparente vita normale, lentamente scivolano e lasciano allo scoperto passioni furibonde, vizi ed eccessi. Con assoluto disincanto l'autore muove il protagonista, un cinico misantropo, fra le dinamiche di un microuniverso in cui è l'istinto di sopravvivenza, fisica e psichica, a dominare la scena. Un impulso animalesco che non conosce ostacoli. Fino alle estreme conseguenze. 

Recensione:
Leggetelo!
Leggetelo e basta, anche se non è il vostro genere leggetelo comunque, sicuramente vi rimarrà la consapevolezza di non aver sprecato il vostro tempo.
Intanto Giugliano sa scrivere, e scrive bene, poi è intelligente e tra le righe si cela un’arguzia di ottimo livello.
Un amore folle, quindi la routine del matrimonio che si fa sentire, il suicidio inspiegabile di una moglie e la conseguente faticosa sopravvivenza fisica e mentale del protagonista.
Trama non innovativa ma trattata benissimo, godibile dalla prima all’ultima riga.
Finalmente uno scrittore che non cede al lezioso ma che va al sodo, sia nello stile asciutto e diretto, sia nel trattare i temi che via via si affacciano nel racconto, quando si parla di sentimenti c’è il sentimento con le sue sfumature e quando si parla di sesso c’è il sesso con tutta la dolcezza e la crudezza  che le varie situazioni richiedono.
Ripeto, è un piacere leggerlo e le varie incursioni nel dialetto napoletano non fanno altro che accentuare piacevolmente la concretezza dello stile narrativo.
Sinceramente, quello affrontato da Antonio Giuliano non è il mio genere letterario preferito, ma l’Autore ha saputo così bene entrare nella personalità del protagonista che non ho potuto far altro che seguirlo riga dopo riga.
E dal momento che sono e rimango convinto che un autore non può fare a meno, per essere credibile, di scrivere di quello che sa e che conosce bene, Giugliano è uno di quei personaggi con cui, senza alcun dubbio, vale il piacere di condividere una spaghettata e qualche buon bicchiere di vino.
Leggetelo!
Ma fatemi il piacere di fermarvi prima delle ultime 40 righe.
Qui mi assumo tutte le mie responsabilità e proprio le cancellerei dal libro.
Per quanto può valere il mio giudizio, l’Autore fa uno scivolone che a onor del vero hanno già fatto Autori molto più blasonati e osannati di lui, ma che personalmente non riesco a digerire.
Un libro bellissimo, vero, perfetto come stile e come tempi, non può annacquarsi nelle ultime righe con un finale a sorpresa tra i più triti che l’Autore poteva raccattare nei più nefasti angoli della narrativa, il lettore non lo merita.
Ripeto, ne assumo tutte le responsabilità, perché sicuramente a qualcuno il finale proposto può piacere e molto forse, ma che certamente non è all’altezza di quello che l’Autore ha saputo mettere nero su bianco in tutte le righe precedenti.
Un libro è il risultato anche degli innumerevoli ripensamenti e valutazioni che ogni autore compie sul proprio lavoro, e sicuramente Giugliano ha ponderato con attenzione il finale che propone, ma forse non si è accorto che, se quelle ultime righe possono essere divertenti in un raccontino da sfogliare distrattamente prima di dormire, sono assolutamente inadatte per la qualità del libro che propone, dove il lettore non può essere liquidato da un giochetto di prestigio tirato fuori dal cilindro all’ultimo momento.
Comunque questa è veramente solo una mia riflessione personale, dal momento che il libro merita di essere letto, con tanto di cappello alle capacità narrative di Antonio Giuliano.
Voto 9 ( escluse le ultime 40 righe)


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