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domenica 19 aprile 2020

Recensione: Cavalier Hak di Hagar Lane [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

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Titolo: Cavalier Hak

Autore: Hagar Lane

Editore: Pubblicazione Indipendente

Genere: Fantasy

Prezzo: 2,99 ebook, 11,99 Cartaceo

Rating: 8

Sinossi: 
Cavalier Hak è un fantasy storico, ambientato in parte nel Medioevo e in parte nel Rinascimento, dove fantasia, storia e realtà si intrecciano sapientemente.
Nel Libro Primo (La Nascita dei Draschi) i Regni, fatti di uomini liberi, spariscono uno dopo l’altro per lasciare il posto ai Draschi, fatti di padroni e schiavi. È Hak, un cavaliere errante donna, che prova a sconfiggere il male, lottando contro un Governatore del Regno dei Folli che vuol trasformare il suo Casato del Pellame in Drasco, certo che “possedere le persone” fosse l’unico modo possibile per arricchirsi velocemente senza render conto a nessuno.
Nel Libro Secondo (Sapere aude) Hak diventa Re del Drasco delle Scienze. Affiancata da una saggia strega di nome Mercuria e da quattro validi e fidati cavalieri, Hak trasforma il suo Drasco in un luogo senza caste e privilegi, dove si ama e si prega liberamente, si studia e si lavora con gioia, ridando lentamente vita al culto degli Dèi pagani. Questa volta lotterà contro i Giusti: il potente Organismo Religioso Sovranazionale a capo dei Draschi.
Da cavaliere come da Re, il viaggio di Hak è l’incessante ed eroico tentativo di spezzare con le proprie mani le maglie dell’inconscio collettivo, intriso di dolore per i pregiudizi e le ingiustizie sociali sedimentatesi nei secoli, ma c’è solo un modo per riuscire nell'impresa, ed è scritto in dei fogli di pergamena custoditi in un prezioso scrigno di faggio rosso.

Recensione:
Oggi vi presento Cavalier Hak, l'opera d'esordio di Hagar Lane. 
I più attenti si saranno accorti che si tratta di un'autrice da poco entrata nel nostro gruppo di recensori. Non mi dilungherò nella mia solita premessa, perché, mai come in questo caso, non credo possano sussistere dubbi sulla bontà dello scritto, escludendo a priori ogni possibile forma di influenza e favoritismo. Provare per credere! Poi, chi ha avuto modo di conoscermi in questi anni sa che sono un barbaro rozzo e insensibile, un nordico dal cuore di ghiaccio, incattivito ancor più dall'isolamento anticoronavirus. Quindi non perdiamo altro tempo e vediamo di capire cosa ha da offrirci questo romanzo fantasy che strizza l'occhio ai rigori del romanzo storico. 
Si tratta di un’opera ispirata, che è al contempo romanzo e saggio, una viaggio iniziatico ricco di spunti di riflessione e trasposto in un medioevo alternativo che tanto attinge dalla ciclicità della storia umana, da risultare assolutamente attuale. Non che ci fossero dubbi sul bagaglio di conoscenze e sulla preparazione storica dell’autrice, è sufficiente leggere le sue recensioni per rendersene perfettamente conto, ma dalle pagine del romanzo traspare ancor più, arricchendo ogni aspetto del racconto. A fine libro avremo anche la possibilità di scoprire, capitolo per capitolo, le fonti che hanno ispirato l'autrice. Una bibliografia di grande impatto e dalla quale possiamo comprendere la poliedrica formazione di Hagar Lane. 
Tale preparazione consente alla scrittrice di allestire uno scenario che, pur risultando fedele specchio di un medioevo ricostruito alla perfezione, non è mai ridondante, ma rimane, educato sullo sfondo, lasciando libero sfogo al protagonista assoluto, Cavalier Hak, che da il titolo all’opera. E di un cavaliere del tutto particolare stiamo parlando, anzitutto perché è donna che ama altre donne, e si muove in territori dove l’ombra dei pregiudizi è quanto mai gravosa e tende a mutare con preoccupante frequenza in condanne e scomuniche. 
Hak è un gran bel personaggio, forte, caparbio, visionario e determinato quanto basta per entrare di diritto nell’immaginario collettivo. Una donna capace di trasporre in realtà i propri desideri e le proprie aspirazioni. Dedita tanto alla riflessione filosofica quanto all’azione, perché un pensiero che resta a lievitare nella mente razionale senza concretizzarsi in comportamenti atti al realizzarlo è solo una perdita di tempo. 
Ma torniamo a noi perché ad affiancare Hak e il suo desiderio di modellare questo universo nella sua personale Utopia troviamo tanti personaggi particolari, uno su tutti mi ha molto colpito, la strega pagana Mercuria. Una sorta di consigliera che calza a pennello con la definizione di Spirito del Profondo, una risorsa interiore che prende corpo in una donna affine alla protagonista e capace di far evolvere Hak e di limarne le intemperanze. Una Giuda depositaria di antico sapere, fiera e indipendente, incapace di sottostare a qualsivoglia imposizione che contrasti con la propria Via.
Il romanzo è del tutto particolare. La narrazione altrettanto. Molte le parti narrate, quasi ci trovassimo innanzi a una composizione a volte poetica, più spesso fiabesca. L’autrice infatti affronta con leggerezza encomiabile argomenti che sono tutt’altro che leggeri. Una fiaba per grandi e piccini, con diversi livelli di lettura, come solo i grandi romanzi sanno fare. 
Misticismo, scienza e mitologia formano una triade inscindibile, ogni aspetto della quale non può prosperare a prescindere degli altri. E a questa andremo ad affiancare azioni belliche, cospirazioni e tradimenti, insomma di tutto e di più. 
Sembra quasi impossibile che nelle 300 pagine del romanzo (che in realtà racchiude due parti ben distinte) ci possa essere spazio per così tante vicende e così vasti approfondimenti. Hak si troverà da cavaliere errante a rivestire il ruolo di guida, Re del Drasco della Scienza con le naturali conseguenze che un tale cambio di responsabilità comporta. Eppure la sua parabola ascendente risulta sempre credibile, le sue azioni sempre coerenti con i suoi convincimenti più profondi. Affascinante e vario rimane lo scenario nel quale la protagonista si muove edificando il proprio ideale etico-politico. Non mancano l'azione e l'introspezione, i colpi di scena e le crisi interiori derivanti dall'affrontare situazioni che appaiono insuperabili. Insomma, la Hagar Lane dosa tutti gli elementi fondamentali con grande maestria. Sembra impossibile si tratti di un romanzo d'esordio.  
Di certo siamo innanzi a un fantasy del tutto particolare, nel quale lo spazio è equamente diviso fra la riflessione, la visione di un mondo diverso e possibile, e la concretezza delle scelte seguite da Hak per realizzarlo.  
Grande cura all’editing e tendenza dei refusi allo zero completano un romanzo che mi sento di consigliare vivamente a tutti gli amanti delle belle letture.
Voto 8. 

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