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giovedì 16 aprile 2020

Recensione: La leggenda dei Drenai - Il ciclo dei Drenai vol. 1 di David Gemmell


drenai
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Sinossi:

Le fertili e inviolate terre dei Drenai sono minacciate da un'orda sconfinata di Nadir, i guerrieri nomadi del Nord guidati dall'ambizioso Ulric, signore della guerra della tribù delle Teste di Lupo. I tentativi di negoziare la pace da parte di Abalayn, signore dei Drenai, hanno fallito e ora tra l'esercito degli invasori e le ricchezze dell'impero resta solo un ultimo baluardo: le sei muraglie inespugnabili della fortezza di Dros Delnoch. A difenderla le guarnigioni agguerrite ma stanche guidate dal nipote di Abalayn, il gan Orrin, la cui inettitudine rischia però di compromettere la resistenza all'assedio. Il conte Delnar, saggio custode dell'impero prossimo alla morte, sa che solo con l'aiuto dei monaci guerrieri dell'ordine dei Trenta e di Druss, il leggendario eroe della battaglia del Passo di Skeln, i Drenai possono sperare di respingere il nemico invasore. In questo scontro epico e sanguinoso, la disperata lotta di un popolo pronto a tutto per difendere la propria libertà, solo l'eroismo e il coraggio potranno prevalere sulle forze del male. Un impero favoloso costretto a fronteggiare nemici irriducibili, l'inizio di un'epopea che sarà cantata dai bardi e i cui leggendari giorni non potranno essere dimenticati.


Recensione:

Ecco, ci risiamo. Ho tentato di nuovo di avvicinare una saga fantasy di alto livello e l’ho fatto conoscendo e avendo apprezzato l’autore, David Gemmell. Uno scrittore che ho avuto il piacere di conoscere nella saga delle Sipstrassi, che a dispetto dell’infelice nome, mi è piaciuta parecchio e dalla quale emerge un personaggio grandioso che difficilmente potrò dimenticare, l’Uomo di Gerusalemme, John Shannow. 
Ok, mi sto perdendo in riminiscenze tipiche del matusalemme nel quale mi sto trasformando causa reclusione anti coronavirus, me ne rendo conto. 
Insomma, il romanzo che voglio recensire è La leggenda dei Drenai, primo della lunga serie dedicata ai Drenai, del quale ho sentito parlare molto bene.
malazan
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 Tuttavia, per l’ennesima volta, mi tocca iniziare questo mio intervento tirando in ballo il dannato Erikson
Non c’è proprio niente da fare. Dopo la sua saga non sono più riuscito a gustarmi appieno nessun altro fantasy. 
Non c’è proprio verso. 
Eppure quest’opera di Gemmell non è niente male, presenta una bel palcoscenico, un assedio disperato, tanta azione, zero censure superflue, bei personaggi, alcuni molto belli, come il leggendario Druss, veterano di mille battaglie e una roccia nonostante gli anni che si porta sulle spalle, però, come dire, tutto appare... come potrei farvi capire la sensazione giusta? Sbiadito, sì, questo è il senso, dopo la pur godibile lettura. Insapore, già letto, prevedibile, insomma non all’altezza, perlomeno non dopo aver assaporato l'epicità della creazione di Erikson. 
Giuro, non so più che fare. 
Il fantasy ben fatto rimane un genere che adoro, eppure non riesco più a trovare pane per i miei denti. Ok, ho una certa età, mi farete notare, forse è un evoluzione inevitabile, anche se molto lenta e fuori tempo massimo. E’ bene cercare altro forse, soprattutto non leggendo io in lingua inglese. 
Magari è anche vero, ma non voglio credere non ci sia nulla là fuori di adatto. Ok, mi rimane ancora il terzo volume della saga della Folgoluce di Sanderson, che ha avuto il merito di raggiungere, nell’immensità (e ridondanza) delle mille mila pagine delle sue creazioni, delle vette decisamente notevoli di pathos. Poi? Cosa mi toccherà fare? Invocare qualche divinità folle, capace di ficcare nella testa agli editori italici che esistono 30enni e 40enni ancora bramosi di romanzi fantasy adatti alla loro fascia d'età? Impossibile. 
Dovrò rileggere da capo Erikson quando mi verrà la voglia irrefrenabile di sondare universi in guerra, divinità pazze furiose e scenari sbalorditivi? Può essere questa l’unica soluzione?
Ad ogni modo, lasciando da parte le mie malinconiche considerazioni sul dispiacere di aver esaurito la saga Malazan, questo primo episodio può piacere, e di certo piacerà a chi ha invece trovato quella di Erikson troppo complessa, arzigogolata, contorta fin a risultare un’accozzaglia di personaggi balzani appena tratteggiati e linee narrative sconclusionate, deliranti quasi... insomma un gioiello grezzo, ma dal valore inestimabile e dalla lucentezza tale da mettere in ombra anche un buon romanzo come La leggenda dei Drenai. 

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