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mercoledì 20 gennaio 2021

Disfida nr. ∞ : 1984 di George Orwell VS Il Mondo Nuovo Aldous Huxley

 



Per oggi ho pensato una Disfida del tutto particolare, giusto per alimentare un po' il confronto fra gli appassionati di questi due autori. Non ci sono autori indipendenti coinvolti, ma a sfidarsi saranno infatti i due romanzi distopici che vengono citati più spesso di questi tempi. Uno è 1984 di George Orwell che per l'occasione se la vedrà con Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley. 



Del primo posso dire poco, anche perché l’ho affrontato molti e molti anni fa. Un romanzo che tutti dovrebbero leggere a prescindere, e non perché osannato da ogni direzione, bensì proprio per farsi un’idea personale. Il romanzo di Orwell, secondo alcune fonti, fa parte della lista dei dieci libri più diffusi nel mondo. Con queste premesse, sarebbe un suicidio mediatico da parte del sottoscritto affermare che non mi sia piaciuto più di tanto, ma visto che non ho poi così tanto da perdere, non vedo perché sacrificare la sincerità che adotto in ogni mia recensione. Attenzione, non dico che non sia un romanzo scrupoloso e precursore dei tempi, intendiamoci. Anzi, il fatto che sia stato scritto nel 1948 è l’elemento fondamentale da tenere a mente nel valutare l’opera. La critica al totalitarismo, alla censura e all'utilizzo veicolato di ogni forma d'informazione sono ben resi, tuttavia qui dobbiamo fare una Disfida, e si deve pur prendere le parti per uno degli sfidanti! 
A leggerlo ai tempi d’oggi, in un contesto come l’attuale, viene quasi da sorridere all’operato del Grande Fratello descritto dall’autore. La macchina di massificazione imbastita dal regime totalitario orwelliano agisce alla luce del sole. La psicopolizia è concreta e reale e il lavaggio del cervello che mettere in pratica è diretta conseguenza dell’infrazione di regole, o delle semplici bizze del GF. Il nemico c'è, si fa sentire e quindi si può forse combattere. Trovo più spaventose le forme di controllo della massa che agiscono più subdolamente, come quelle che ti lasciano credere di avere realmente la libertà di scelta, facendo largo uso di ipocrisia e strumenti più “sottili”. 

L’opera di Huxley è del 1932. Si parla di un periodo storico che è anni luce distante da quello attuale, ben più di quanto indicato dal mero calcolo matematico. Gli ottantanove anni non rendono minimamente l’idea dell’abisso che ci separi da quell’epoca, non fosse altro che per le innovazioni tecnologiche che hanno portato a fare un balzo quantico in avanti. Che sia in meglio o in peggio, questo lo lascio a voi giudicare. 


Ebbene, mettendoci nell’ottica di un uomo del ‘32, quello partorito dall’autore rimane per me un grandissimo testo. Gli allucinogeni di cui faceva uso dovevano sicuramente essere “roba buona”, capace di spalancargli varchi verso la mente collettiva che tutto vede e tutto sa, a prescindere da passato-presente-futuro. A parte gli scherzi, ritengo la sua opera realmente visionaria, capace di fungere da vera profezia autorealizzantesi. Quella di Huxley è una società nella quale la mancanza di libertà è molto più subdola rispetto al mondo descritto da Orwell, in quanto è il popolo stesso a pretenderla, per potersi garantire una felicità ignave e stolta. Fare un parallelo con l’attuale situazione nella quale siamo disposti a privarci di ogni libertà, sino a rimanere segregati in casi, lontani dai nostri cari, per preservare la mera salute del corpo (o almeno così si continua a ripetere, a prescindere dai dati che continuano nel loro vagabondare erratico e fuori controllo dalla presunta infallibilità della scienza e dei demiurghi delle varie task force), sarebbe fuori luogo, ma oramai l’ho fatto. Non vogliatemene. 
Ad ogni modo sono entrambi testi che andrebbero studiati accuratamente sin dalla scuola.
Diamo fuoco alle polveri!  


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