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sabato 24 aprile 2021

Recensione: Quando Borg poso' lo sguardo su Eve di Annarita Stella Petrino [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 

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Opera: Quando Borg posò lo sguardo su Eve

Autore: Annarita Stella Petrino   

Editore: Tabula Fati edizione

Collana: Sci-Fi collection

Genere: Fantascienza   

Rating: 7

Prezzo: Euro 14,25

Sinossi:

Nella Sedicesima Primavera gli esseri umani non sono l'unica specie dominante. Dopo il cataclisma che ha quasi ucciso il pianeta, vivono sottomessi ai borg che loro stessi hanno creato quando il mondo devastato da guerre e pestilenze aveva bisogno di tornare a essere popolato. Un Governo borg e leggi borg regolamentano la nuova società, i cui ideali sembrano discostarsi di poco da quelli che avevano fatto precipitare quella vecchia. Di quei giorni è rimasto un Partito, ora l'unico tentativo organizzato degli esseri umani per riaffermare la propria autonomia. La lotta per la libertà è un cammino lungo e costellato di vittime, ed è in questo scenario che si muove Lilandra Nassir, una giovane borg erede di una potente famiglia. Nella lunga e faticosa ricerca delle proprie origini e della sua sfaccettata identità, Lilandra attraverserà il nuovo mondo borg per scoprire che la diversità fra le razze è solo dettata dall'errata convinzione di un'inesistente superiorità di una sull'altra.

Recensione:

La prima cosa che salta all’occhio durante la lettura è l’impronta visiva che l’autrice ha voluto dare alle molteplici sfumature delle location. Il lettore è ammaliato subito da questi scenari, trascinato all’interno delle mille tonalità di ambientazioni, in cui l’autrice inserisce con minuzia di particolari ogni piccolo dettaglio. 

Nella storia, troviamo i soliti temi tra i quali: partito totalitario, amore contrastato perché lei, Lilandra Nassir, è per metà erede di una nobile famiglia Borg proprietaria di una grande tenuta e molto potente, è innamorata di un umano, Luka, servitore della tenuta Borg. Ma i due ragazzi si amano lo stesso.

Tuttavia, la diversità di rango e di razza ostacola l’amore dei due.

La diversità, il razzismo, la guerra, il riscatto, l’impegno, l’intelligenza artificiale, la troviamo sempre e comunque in questo tipo di romanzo, è ovvio, perché sono le azioni stesse a rammentarcelo.

Quello che ho trovato interessante, sono i messaggi nascosti nella trama, segnali che l’autrice invia ai più attenti dei lettori.

Quali vi chiederete? 

 La differenza delle razze, in primis, che guerreggiano l’un l’altra per il dominio e l’espansione del proprio territorio e potere, per arrivare a sottomettersi senza esclusioni di colpi.

I personaggi sono vari e i Pov ben delineati a livello psicofisico: nazisti, uomini primitivi, Borg cyborg, uomini con muscoli biomeccanici tipo il telefilm: L’uomo bionico. 

Il tema centrale della storia è la sopraffazione di due razze, nonché l’amore di due personaggi la cui natura diversa, li condiziona e li porta a dover nascondere i veri sentimenti l’uno per l’altro. 

 In questa storia, l’autrice ci rammenta gli errori ed orrori che si ripetono in letteratura come si sono perpetrati nel corso della storia. Situazioni che, in qualsiasi momento storico, continueremo a leggere, e ci verranno ricordati attraverso le pagine, anche di romanzi come questo, nel quale vengono citate le angherie subite nei lavori forzati, simili a quelli nei campi di sterminio nazisti, o nelle miniere di diamanti in Congo.

In questa storia, l’autrice ci fa riflettere, che mai, per natura effimera ed egocentrica, l’uomo ha imparato dagli errori del passato; l’unica cosa che l’essere umano è riuscito a creare dopo la distruzione della Terra, è stato quello di realizzare una razza biomeccanica affinché potesse rimediare agli errori commessi. Un’intelligenza artificiale che ricorda, in alcuni passaggi, certi film tra cui Metropolis di Fritz Lang, o i più recenti; Black Mirror (2011-2019) i cui robot rubano il lavoro agli umani, riuscendo a insinuarsi nella nostra vita tanto da toglierci parte dell’umanità e infine impossessandosi del mondo.

Una storia veramente affascinante, con note che si rifanno al passato, ispirandosi alle grandi storie letterarie trascorse, ma mai passati di moda. 

Di fondo l’ho trovato un buon romanzo, soprattutto per le tematiche trattate, tra cui la ricerca della propria identità, passaggi dialogici intermezzati da pause riflessive, che a volte rallentano la narrazione, di per sé già lenta, ma che non cade nel noioso.

Devo ammettere che amo leggere qualsiasi genere letterario, anche se un po’ meno quello fantascientifico, però, visto che qui abbiamo anche una componente distopica, con caratteristiche umane e meditative dei contenuti, ammetto che questo mi ha entusiasmato.

Ora passiamo a qualche pecca: La storia d’amore non è abbastanza approfondita, scorre troppo veloce tra una scena e l’altra, ma questa mancanza, direi che viene compensata egregiamente dal modo fluido e trascinante narratologico dell’autrice.

Consigliato, voto 7.

Peg Fly


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