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domenica 2 maggio 2021

Recensione: Il Messaggero dei Cinque di Niccolò Cortini [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

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Opera: Il messaggero dei cinque

Autore: Niccolò Cortini

Editore: Pubblicazione indipendente

Genere: Fantasy

Target: Young/adult

Rating: 7

Prezzo: cartaceo euro 9,99

Sinossi:

In un’isola sperduta in mezzo al Grande Blu del mare, gli uomini vivono tranquilli fin dall’inizio del tempo, non conoscendo altro all’infuori di quella terra. Il piccolo Mondo (Numba nella lingua antica) non ha mai conosciuto dolore, tristezza o malattia, ma solo serenità e abbondanza, grazie alla guida del Credo e alla protezione degli Antichi Dei.

Saviel è un “pescatore” dall’animo inquieto, che guarda l’acqua immensa che circonda la sua isola, e vede riflesso il mistero delle sue origini, oltre alla promessa di nuovi mondi. Agitato da una forte tensione spirituale, il giovane verrà scelto dal Maestro Janus per entrare nell’Accademia dei Messaggeri di Altovillaggio. Inizierà così un lungo percorso di maturazione e allenamento, che lo porterà ad eccellere sia nella Dolce Danza che nel Maneggio degli Elementi, raggiungendo risultati leggendari. Quando un uomo scende dal cielo e si proclama Re dell’isola, l’equilibrio si spezza.

Riusciranno Saviel e quel piccolo Mondo ad affrontare le sfide del Progresso senza perdere la Felicità?

Il Messaggero dei Cinque è una “fiaba” a sfondo ecologico-spirituale, che mescola i tratti tipici del fantasy con i temi moderni della sostenibilità ambientale, della solidarietà, dei diritti civili e del capitalismo senza limiti.


Recensione:

Salve lettori indipendenti! Oggi vi parlo de: “Il Messaggero dei Cinque” di Niccolò Cortini, un romanzo, che come stile si avvicina molto a un climax fiabesco, le cui tematiche principali sono la salvaguardia dell’ambiente e la religione deistica. Ma la fa da padrona anche la solidarietà, l'uguaglianza, e soprattutto la guerra contro il capitalismo.

C’è chi, nell’attesa, ha progettato come reinventarsi quando fosse arrivato il momento della ripartenza. E chi ancora ha tradotto la riflessione in scrittura creativa per impegnare il proprio tempo. L’autore, Niccolò Cortini sorprende, perché durante il look down, è riuscito a occupare il suo tempo a scrivere e ideare un fantasy come “Il Messaggero dei Cinque”, non è male per uno che se ne sta a casa a riflettere... visto che è anche il suo primo fantasy. 

Le tematiche affrontate dall’autore nel suo primo libro sono tante: capitalismo, inquinamento a causa del petrolio, religione ecc. C’è un’isola dove si muovono diversi personaggi. “Che cosa succederà?” Diciamo che possiamo parlare benissimo di simbolismo di ciò che avviene oggi in una società come la nostra, dove il rispettò per il prossimo è venuto meno. Si odia nei social, si discrimina senza ritegno, si odia in strada, ci si urla contro parole offensive perché ci si reputa dei diversi; e questo perché non ci rendiamo conto di avere innanzi altri esseri umani, dei quali va rispettata la scelta di vivere come pare e piace loro. Rispettare il loro punto di vista sebbene sia diverso dal nostro, non vi sembra sarebbe sensato? 

Per i suoi contenuti, il libro ha una caratteristica unica, e posso affermare, senza troppi giri di parole, o come dicono i più colti dei letterati: “perifrasi” che la storia si rivela molto originale. L’autore, magistralmente, ci conduce in un mondo fantastico e affascinante. Man mano che ho proceduto con la lettura, mi sono resa conto che non riuscivo a smettere. Avrei finito anche prima di recensirlo, se non avessi un carico di lavoro sulle spalle non indifferente.

Ora veniamo a noi!

C’è un’isola lontano dalle coordinate terrestri, dove vive un popolo la cui felicità non manca. Infatti, il nome non lo smentisce: i Feliciani. Perché vi starete chiedendo, questo popolo vive felice? Beh, semplice, perché non è stato contaminato da altre civiltà, e l’unico mondo che conosce è la propria isola, che appunto chiamano: “Mondo”. I Feliciani vivono a stretto contatto con la natura, la rispettano e la venerano e pregando i loro dei; i cosiddetti: Cinque. Non vorrei fare spoiler, ma questo passaggio mi ricorda, anche se alla lontana, i romanzi della Atwood.

Sull’isola si sono formate diverse città tra cui quella delle conchiglie dove vive uno dei protagonisti: Saviel. Il ragazzo non conosce il suo passato, sa solo che a crescerlo sono i suoi due padri adottivi. Saviel passa le sue giornate pescando, ma in modo del tutto diverso da come il lettore se lo immagina: ossia pregando i propri dei, e onorandoli con danze originali tribali. Per le sue caratteristiche innate, il ragazzo viene notato dal direttore dell’Accademia dei Messaggeri, e dunque gli viene proposto di frequentare la scuola, dove potrà imparare ad assoggettare un elemento al potere della preghiera, e diventare così uno dei Cinque Messaggeri degli dei.

Dunque, cari lettori, non vi aspettate personaggi con superpoteri, o altro, è ben chiaro, che tutto si basa sull’aiuto della preghiera agli dei, per far sì che possano aiutarli a domare gli elementi della natura. Questo è il punto clou dove l’autore si sofferma: il rispetto per la natura tutta, e non posso dire il contrario. Un’originalità che di solito non troviamo nei romanzi moderni intrisi di magia, superpotere, etc. 

Dopo aver frequentato l’Accademia, Saviel viene insignito dagli dei come Messaggero di tutti e cinque… ma cominciano ad accadere cose piuttosto preoccupanti sull’isola. In questa storia, un Re arriva dal cielo, poi segue la morte della Regina e l’amica di Saviel, sparisce. Che succede, si chiederà il lettore a questo punto?

L’equilibrio dell’isola sta vacillando e così anche la sua felicità?

Stop, mi fermo. Se volete sapere il seguito o come va a finire, leggetelo.

Mi è piaciuto come l’autore descrive la venuta del Re, ambientando la scena ai tempi del colonialismo, ma ai giorni nostri. Ci sono idee che mi hanno lasciato un po’ perplessa, esempio la struttura delle ambientazioni, nelle quali al lettore sembra di viaggiare attraverso videogiochi. Ma non per questo l’autore non è riuscito a creare dei mondi fantastici; anzi, è stato in gamba a manipolare perfettamente e a definire gli scenari in cui i suoi personaggi si muovono.

Passiamo allo Stile di scrittura

La storia scorre sotto gli occhi al ritmo della Cavalleria rusticana; adatta a un target di età molto giovane, ma credo, che anche gli adulti non lo disdegneranno. Il romanzo ha dei colpi di scena azzeccati, imprevedibili anche al più esperto dei lettori. Lo stile è riepilogativo, ma  comunque riesce ad arrivare a chi legge, efficace, colloquiale, con il quale riesce a tratteggiare in modo essenziale ma schematico, gli ambienti. Lo stile adottato dall’autore, in questo caso, riesce chiaro, soprattutto nei passaggi in cui ci illustra le usanze tribali dei Feliciani. La descrizione dei personaggi in alcuni punti è sommaria, almeno secondo la sottoscritta. Se fossero stati aggiunti alcuni dettagli in più, non avrebbero che giovato alla storia.

Ora passiamo ai punti deboli: a volte, l’autore si lascia andare a descrizioni generali superflue che ne rallentano la narrazione; i personaggi avrebbero avuto maggior rilievo se fossero stati approfonditi nelle loro caratteristiche psicofisiche. L’eroe della storia: A mio modesto parere, mai scrivere che il protagonista es: “è l’unico che può risolvere la situazione”. Perché, gli altri sono meno capaci?  (Potrebbe risultare antipatico).

L’eroe, come tale, dovrebbe essere visto come un antieroe, imbranato, un essere mortale che riflette un po’ tutti quanti noi. Quando si scrive di un eroe, lo deve dimostrare con azioni concrete, dare fondo a queste abilità, per far conoscere meglio il personaggio. Tuttavia, leggendo tra le righe, si intende come l’autore abbia scelto il personaggio principale in Saviel, non per essere il vero eroe, ma è solo un tramite, di modo che possa dare l’opportunità ai Cinque Messaggeri ad agire. Una coralità che soddisfa in parte le caratteristiche di questa storia. 

Nella storia ci sono altri personaggi di rilevo, tra i quali: Clynt, il quale spesso si sente di non appartenere ad alcune razze che abitano l’isola, altre, invece, non sa cosa scegliere tra le diverse etnie. Un po’ complicato a livello psichico come personaggio. Il professor Mavel, personaggio riflessivo nel prendere le sue decisioni e in continua trasformazione psichica. Un po’ Mr. Jackil e Mr. Haide. Poi c’è Lei... Lisanna, amica carissima di Saviel che lui aiuta a fuggire... 

Le due fonti di ispirazione che hanno inciso nel dare a questa storia da parte dell’autore, almeno così racconta, è stata la spiegazione dello storico Alessandro Barbero sull’impero romano e l’autorità esercitata senza limiti dall’imperatore romano, inteso come padrone del mondo, da qui nasce il personaggio della regina dell’isola, che rappresenta il Tutto. 

Per quanto riguarda, invece, la struttura della storia, la seconda ispirazione è stata influenzata da un servizio tv su una tribù dell’Amazzonia che sa contare solo fino a cinque. Da qui il numero delle cinque leggi della Felicità e dei cinque Messaggeri dell’isola.

In conclusione, direi che la storia è stata interessante e gradevole, soprattutto come l’autore presenta al lettore il mondo dove si muovono i personaggi. Narrata molto bene anche la prevaricazione degli invasori. Molto ben delineato il confine tra il bene e il male, poiché si sa, più c’è conflitto tra antagonista e protagonista, più il climax è alto, e dunque maggiore è la tensione.

Un punto spiacevole, è il finale, risolto in modo forse un po’ troppo repentino, tuttavia, c’è la forza dell’amore a compensare tale mancanza, che poi vera carenza, a pensarci bene, non è.  Perché l’autore cita spesso quanto sia importante la forza dell’amore, scartando a priori la forza bruta della guerra e della vendetta.

Conclusioni: Un fantasy equilibrato, in alcuni passaggi, addirittura toccante. Una bellissima storia al passo coi tempi.  Consigliabile a tutti, anche a chi di fantasy non è appassionato.

Voto: sette


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