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domenica 8 agosto 2021

Recensione: I superstiti di Ridian di Marta Duò [Rating 7] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 

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Opera: I superstiti di Ridian

Autore: Marta Duò 

Genere: Fantascienza, distopia

Editore: Plesio Editore

Collana: Sirio

Target: Young/adult

Prezzo: cartaceo Euro 12 - ebook 3,49

Rating: 7

Sinossi:

XXV secolo: la Terra è ormai un deserto di sabbia e ghiaccio e le nuove generazioni crescono su Ridian, pianeta prossimo al centro della Galassia. La guerra contro gli antichi abitanti lo ha reso un territorio ostile, in cui le colonie terrestri non sono più al sicuro. Sotto la cupola di Red City vivono Nerissa, studentessa destinata al ritorno sulla Terra, e Handel, professoressa che le impartisce lezioni clandestine di letteratura. Una missione inattesa le trascinerà nel terribile conflitto che ha devastato i due mondi. Al centro di uno scontro di civiltà, Nerissa dovrà scegliere tra le rassicuranti menzogne della sua vecchia vita e le atroci verità che le rivelerà Daar, giovane combattente determinato a porre fine all'epoca della colonizzazione umana.

Recensione:

 Oggi è il turno de “I Superstiti di Ridian” di Marta Duò, edito da Plesio Editore. Si tratta di un distopico che fa dell’analisi della meschinità e scelleratezza del genere umano l’aspetto predominante. Lo fa trasportandoci sulle lande disastrate di un pianeta, Ridian, divenuto suo malgrado teatro di uno scontro secolare fra la razza umana e i nativi. Vi dico subito che non saranno gli scontri fra eserciti a trovar spazio nella narrazione dell’autrice, bensì i retroscena di una guerra giunta oramai al suo apice, anzi meglio, al suo punto più basso. Il soggetto dominante sono proprio le conseguenze che un tale conflitto di logoramento può portare ai popoli coinvolti, alle loro anime e alla natura stessa del pianeta.

Dico subito che la prosa dell’autrice è molto piacevole. Semplice e lineare, ci conduce con garbo nel lungo percorso che porterà il gruppo dei superstiti alla loro meta finale. Il testo è ben curato, l’editing  minuzioso, il prodotto libro ben realizzato con pagine piacevoli al tatto quindi nulla da eccepire, tranne il mio solito appunto per il font troppo piccolo utilizzato da Plesio nelle sue pubblicazioni, ma questo è un mio problema (e di tutti quelli che non hanno una vista da aquila).

Passiamo ora agli aspetti che mi hanno convito un po’ meno.  Anzitutto l’assenza di un avversario carismatico. Raday, il guerriero furioso e xenofobo, appare piuttosto fiacchetto. Sembra quasi che l’intero scontro avvenga all’interno della protagonista Nerissa, che tuttavia non possiede, a mio avviso la personalità per poter assurgere a primadonna capace di riempire la scena in solitaria. Certo, è una giovane che si risveglia in una situazione al limite della sopportazione, tanto da poter tranquillamente ambire ad emulare la passione di Cristo e il ruolo di martire, ma a differenza di questo finisce con il lasciarsi trasportare dagli eventi e prende decisioni che risultano difficili da condividere.  

Ho apprezzato molto invece il fatto che il popolo invaso dagli umani non sia stato presentato come la vittima sacrificale brutalizzata dagli stolti umani, i quali giustamente risultano il solito cancro per la natura circostante, ma almeno trovano nei nativi di Ridian delle controparti non meglio sviluppate, altrettanto spregiudicati nel condurre la guerra centenaria a discapito delle risorse del pianeta. Una trovata originale e appagante e lontana dai soliti cliché.

È bello il rapporto che gradualmente si viene a generare fra Nerissa e uno degli “alieni”, Daar, così come quello consolidato con la sua insegnante, che si va passo passo frantumando. Storie che sorreggono bene la trama e ci accompagnano per l’intera durata del viaggio e che fanno de “I superstiti di Ridian” una buona fantascienza speculativa, target young adult. 

I messaggi che l’autrice vuole veicolare sono chiari ed evidenti e la sua determinazione in tal senso è encomiabile. Non intendo cadere in perniciosi spoiler, quindi mi limito a complimentarmi con lei per la forza mostrata nel portare a conclusione la storia di Nerissa senza cadere in facili scappatoie dell’ultim’ora. Cosa che consente al lettore di seguire le ultime pagine della vicenda con grande enfasi ed emozione. Complimenti, ci vuole coraggio, e Marta Duò mostra di possederne in abbondanza. 

Considerato che si tratta del romanzo d’esordio di un’autrice che nel frattempo di strada ne ha fatta parecchia, non ci si può certo lamentare. Voto 7.

Andrea Zanotti

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